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Il primo e
il secondo libro dei Re, che la Volgata latina congiunge con quelli di
Samuele in un’unica successione, costituiscono un’opera unitaria
sulla storia della monarchia ebraica dalla morte di Davide (circa 970
a.C.) fino all’esilio del popolo di Dio in Babilonia (587 a.C.). la
prima parte è dedicata al successore di Davide, il magnifico Salomone
(1 Re cc. 1-11); la seconda segue le tumultuose vicende che alla morte
di Salomone (931 a.C.) diedero origine ai due regni di Israele a nord
della Palestina e di Giuda al sud (1 Re c. 12-2 Re c. 17), per
concentrarsi poi, dopo il crollo del regno del nord nel 721 a.C., sul
solo regno del sud che, con la dinastia davidica e il tempio, era sempre
il cuore vivo del popolo eletto. La narrazione con la catastrofe di
Gerusalemme e di Giuda nel 587 a.C. (2 Re cc. 18-25). I due libri, a
parte la storia di Salomone e dei profeti Elia ed Eliseo, offrono
notizie biografiche assai schematiche dei vari re, con un giudizio
complessivo sul loro comportamento religioso, l’autore anonimo ha
avuto a sua disposizione documenti di varie origini ed epoche, dei quali
ne ricorda esplicitamente tre, utilizzati secondo una prospettiva
religiosa. L’opera fu pubblicata dopo la tragedia del 587 o dopo il
561 a.C. e si ispira alla corrente dei grandi profeti del sec. VIII-VII
a.C., nello spirito del Deuteronomio (vedi introd. al Dt). Di
particolare importanza come quadro in cui si inseriscono i libri
profetici, questa opera testimonia il decadimento d’Israele e la
disgregazione delle sue istituzioni, che danno ai profeti lo slancio per
orientare la speranza del popolo nelle promesse divine, mai smentite né
annullate dal crollo della nazione, verso valori più scopertamente
spirituali e universali, da partecipare anche agli altri popoli.
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