[1] Ma Eliseo disse: "Ascolta la parola del
Signore: Dice il Signore: A quest'ora, domani, alla porta di Samaria una
sea di farina costerà un siclo e anche due sea di orzo costeranno un
siclo".
[2] Ma lo scudiero, al cui braccio il re si appoggiava, rispose all'uomo
di Dio: "Gia, il Signore apre le finestre in cielo! Avverrà mai una
cosa simile?". Quegli disse: "Ecco, tu lo vedrai con gli occhi,
ma non ne mangerai".
[3] Ora c'erano quattro lebbrosi davanti alla porta. Essi dicevano fra di
loro: "Perché stiamo seduti qui ad attendere la morte?
[4] Se risolviamo di andare in città, in città c'è la fame e vi
moriremo. Se stiamo qui, moriremo ugualmente. Ora, su, andiamo
all'accampamento degli Aramei; se ci lasceranno in vita, vivremo; se ci
uccideranno, moriremo".
[5] Si alzarono al crepuscolo per andare all'accampamento degli Aramei e
giunsero fino al limite del loro campo. Ebbene, là non c'era nessuno.
[6] Il Signore aveva fatto udire nell'accampamento degli Aramei rumore di
carri, scalpitio di cavalli e chiasso di un grande esercito. Essi si erano
detti l'un l'altro: "Ecco, il re di Israele ha assoldato contro di
noi i re degli Hittiti e i re dell'Egitto per assalirci".
[7] Alzatisi all'imbrunire, erano fuggiti, lasciando le loro tende, i loro
cavalli e i loro asini e il campo come si trovava; erano fuggiti per
mettersi in salvo.
[8] Quei lebbrosi, giunti al limite del campo, entrarono in una tenda e,
dopo aver mangiato e bevuto, portarono via argento, oro e vesti, che
andarono a nascondere. Ritornati, entrarono in un'altra tenda; portarono
via tutto e andarono a nasconderlo.
[9] Si dissero: "Non è giusto quello che facciamo; oggi è giorno di
buone notizie, mentre noi ce ne stiamo zitti. Se attendiamo fino all'alba
di domani, potrebbe sopraggiungerci un castigo. Andiamo ora, entriamo in
città e annunziamolo alla reggia".
[10] Vi andarono; chiamarono le guardie della città e riferirono loro:
"Siamo andati nel campo degli Aramei; ecco, non c'era nessuno né si
sentiva voce umana. C'erano cavalli e asini legati e le tende
intatte".
[11] Le guardie allora gridarono e la notizia fu portata dentro la reggia.
[12] Il re si alzò di notte e disse ai suoi ufficiali: "Vi dirò
quello che hanno fatto con noi gli Aramei. Sapendo che siamo affamati,
hanno abbandonato il campo per nascondersi in campagna, dicendo: Appena
usciranno dalla città, li prenderemo vivi e poi entreremo in città".
[13] Uno dei suoi ufficiali rispose: "Si prendano i cinque cavalli
che sono rimasti in questa città, caso mai capiterà loro come alla
moltitudine di Israele, e mandiamo a vedere".
[14] Presero allora due carri con i cavalli; il re li mandò a seguire
l'esercito degli Aramei, dicendo: "Andate e vedete".
[15] Li seguirono fino al Giordano; ecco tutta la strada era piena di
abiti e di oggetti che gli Aramei avevano gettato via nella fretta. I
messaggeri tornarono e riferirono al re.
[16] Allora uscirono tutti e saccheggiarono il campo degli Aramei. Una sea
di farina si vendette per un siclo, così pure due sea di orzo si
vendettero per un siclo, secondo la parola del Signore.
[17] Il re aveva messo a guardia della porta lo scudiero, al cui braccio
egli si appoggiava. Calpestato dalla folla presso la porta, quegli morì
come aveva predetto l'uomo di Dio quando parlò al re che era sceso da
lui.
[18] Difatti, dopo che l'uomo di Dio aveva detto al re: "A quest'ora,
domani, alla porta di Samaria due sea di orzo costeranno un siclo e anche
una sea di farina costerà un siclo",
[19] lo scudiero aveva risposto all'uomo di Dio: "Gia, Dio apre le
finestre in cielo! Avverrà mai una cosa simile?". E quegli aveva
detto: "Ecco, tu lo vedrai con gli occhi, ma non ne mangerai".
[20] A lui capitò proprio questo: lo calpestò la folla alla porta ed
egli morì.
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