[1] Per suo ordine si radunarono presso il re tutti
gli anziani di Giuda e di Gerusalemme.
[2] Il re salì al tempio del Signore insieme con tutti gli uomini di
Giuda e con tutti gli abitanti di Gerusalemme, con i sacerdoti, con i
profeti e con tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Ivi fece
leggere alla loro presenza le parole del libro dell'alleanza, trovato nel
tempio.
[3] Il re, in piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al
Signore, impegnandosi a seguire il Signore e a osservarne i comandi, le
leggi e i decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, mettendo in
pratica le parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo
aderì all'alleanza.
[4] Il re comandò al sommo sacerdote Chelkia, ai sacerdoti del secondo
ordine e ai custodi della soglia di condurre fuori del tempio tutti gli
oggetti fatti in onore di Baal, di Asera e di tutta la milizia del cielo;
li bruciò fuori di Gerusalemme, nei campi del Cedron, e ne portò la
cenere a Betel.
[5] Destituì i sacerdoti, creati dai re di Giuda per offrire incenso
sulle alture delle città di Giuda e dei dintorni di Gerusalemme, e quanti
offrivano incenso a Baal, al sole e alla luna, alle stelle e a tutta la
milizia del cielo.
[6] Fece portare il palo sacro dal tempio fuori di Gerusalemme, nel
torrente Cedron, e là lo bruciò e ne fece gettar la cenere nel sepolcro
dei figli del popolo.
[7] Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel tempio, e nelle
quali le donne tessevano tende per Asera.
[8] Fece venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, profanò le
alture, dove i sacerdoti offrivano incenso, da Gheba a Bersabea; demolì
l'altura dei satiri, che era davanti alla porta di Giosuè governatore
della città, a sinistra di chi entra per la porta della città.
[9] Però i sacerdoti delle alture non salirono più all'altare del
Signore in Gerusalemme, anche se mangiavano pane azzimo in mezzo ai loro
fratelli.
[10] Giosia profanò il Tofet, che si trovava nella valle di Ben-Hinnòn,
perché nessuno vi facesse passare ancora il proprio figlio o la propria
figlia per il fuoco in onore di Moloch.
[11] Fece scomparire i cavalli che i re di Giuda avevano consacrati al
sole all'ingresso del tempio, nel locale dell'eunuco Netan-Mèlech, che
era nei cortili, e diede alle fiamme i carri del sole.
[12] Demolì gli altari sulla terrazza del piano di sopra di Acaz, eretti
dai re di Giuda, e gli altari eretti da Manàsse nei due cortili del
tempio, li frantumò e ne gettò la polvere nel torrente Cedron.
[13] Il re profanò le alture che erano di fronte a Gerusalemme, a sud del
monte della perdizione, erette da Salomone, re di Israele, in onore di Astàrte,
obbrobrio di quelli di Sidòne, di Càmos, obbrobrio dei Moabiti, e di
Milcom, abominio degli Ammoniti.
[14] Fece a pezzi le stele e tagliò i pali sacri, riempiendone il posto
con ossa umane.
[15] Demolì anche l'altare di Betel e l'altura eretta da Geroboamo figlio
di Nebàt, che aveva fatto commettere peccati a Israele; demolì
quest'altare e l'altura; di quest'ultima frantumò le pietre, rendendole
polvere; bruciò anche il palo sacro.
[16] Volgendo Giosia lo sguardo intorno vide i sepolcri che erano sul
monte; egli mandò a prendere le ossa dai sepolcri e le bruciò
sull'altare profanandolo secondo le parole del Signore pronunziate
dall'uomo di Dio quando Geroboamo durante la festa stava presso l'altare.
Quindi si voltò; alzato lo sguardo verso il sepolcro dell'uomo di Dio che
aveva preannunziato queste cose,
[17] Giosia domandò: "Che è quel monumento che io vedo?". Gli
uomini della città gli dissero: "È il sepolcro dell'uomo di Dio
che, partito da Giuda, preannunziò quanto tu hai fatto contro l'altare di
Betel".
[18] Egli disse: "Lasciatelo in pace; nessuno rimuova le sue
ossa". Le ossa di lui in tal modo furono risparmiate, insieme con le
ossa del profeta venuto da Samaria.
[19] Giosia eliminò anche tutti i templi delle alture, costruiti dai re
di Israele nelle città della Samaria per provocare a sdegno il Signore.
In essi ripetè quanto aveva fatto a Betel.
[20] Immolò sugli altari tutti i sacerdoti delle alture locali e vi bruciò
sopra ossa umane. Quindi ritornò in Gerusalemme.
[21] Il re ordinò a tutto il popolo: "Celebrate la pasqua per il
Signore vostro Dio, con il rito descritto nel libro di questa
alleanza".
[22] Difatti una pasqua simile non era mai stata celebrata dal tempo dei
Giudici, che governarono Israele, ossia per tutto il periodo dei re di
Israele e dei re di Giuda.
[23] In realtà, tale pasqua fu celebrata per il Signore, in Gerusalemme,
solo nell'anno diciotto di Giosia.
[24] Giosia fece poi scomparire anche i negromanti, gli indovini, i
terafim, gli idoli e tutti gli abomini, che erano nel paese di Giuda e in
Gerusalemme, per mettere in pratica le parole della legge scritte nel
libro trovato dal sacerdote Chelkia nel tempio.
[25] Prima di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito
al Signore con tutto il cuore e con tutta l'anima e con tutta la forza,
secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non ne sorse un altro simile.
[26] Tuttavia il Signore non attenuò l'ardore della sua grande ira, che
era divampata contro Giuda a causa di tutte le provocazioni di Manàsse.
[27] Perciò il Signore disse: "Anche Giuda allontanerò dalla mia
presenza, come ho allontanato Israele; respingerò questa città,
Gerusalemme, che mi ero scelta, e il tempio di cui avevo detto: Ivi sarà
il mio nome".
[28] Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni sono descritte nel
libro delle Cronache dei re di Giuda.
[29] Durante il suo regno, il faraone Necao re di Egitto si mosse per
soccorrere il re d'Assiria sul fiume Eufràte. Il re Giosia gli andò
incontro, ma Necao l'uccise in Meghiddo al primo urto.
[30] I suoi ufficiali portarono su un carro il morto da Meghiddo a
Gerusalemme e lo seppellirono nel suo sepolcro. Il popolo del paese prese
Ioacaz figlio di Giosia, lo unse e lo proclamò re al posto di suo padre.
[31] Quando divenne re, Ioacaz aveva trentitré anni; regnò tre mesi in
Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl, figlia di Geremia.
[32] Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto
avevano fatto i suoi padri.
[33] Il faraone Necao l'imprigionò a Ribla, nel paese di Amat, per non
farlo regnare in Gerusalemme; al paese egli impose un gravame di cento
talenti d'argento e di un talento d'oro.
[34] Il faraone Necao nominò re Eliakìm figlio di Giosia, al posto di
Giosia suo padre, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quindi prese Ioacaz e
lo deportò in Egitto, ove morì.
[35] Ioiakìm consegnò l'argento e l'oro al faraone, avendo tassato il
paese per pagare il denaro secondo la disposizione del faraone. Con una
tassa individuale, proporzionata ai beni, egli riscosse l'argento e l'oro
dal popolo del paese per consegnarlo al faraone Necao.
[36] Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò undici
anni in Gerusalemme. Sua madre, di Ruma, si chiamava Zebida, figlia di
Pedaia.
[37] Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto avevano
fatto i suoi padri.
|