Rosarium
Virginis Mariæ
4° mistero
del dolore
Gesù sale al
Calvario
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La
Parola
del Signore
Pilato
fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel
luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la
Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via,
via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in
croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non
abbiamo altro re all’infuori di Cesare». Allora lo
consegnò loro perché fosse crocifisso.
Essi
allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò
verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove
lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e
uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche
l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era
scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». (Gv
19, 13-19)
La
Fede della Chiesa
“Come
per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così
anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm
5,19). Con la sua obbedienza fino alla morte, Gesù ha compiuto la sostituzione
del Servo sofferente che offre “se stesso in espiazione “, mentre porta
“il peccato di molti”, e li giustifica addossandosi “la loro iniquità”
. Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i
nostri peccati.
(Catechismo
della Chiesa Cattolica 615)
Meditazione
In
due modi portiamo la croce del Signore: quando con la rinuncia domiamo la carne
e quando, per vera compassione del prossimo, sentiamo i suoi bisogni come
fossero nostri. Chi soffre personalmente quando il prossimo è ammalato, porta
la croce del Signore. Ma si sappia bene: vi sono alcuni uomini che domano con
gran rigore la loro carne non per la volontà di Dio, ma solo per futile
vanagloria. E ve ne sono altri, e molti, che hanno compassione del prossimo non
in modo spirituale, ma solo carnale; e questa compassione non è in loro virtù,
ma piuttosto vizio, per la loro esagerata tenerezza. Tutti costoro sembra che
portino la croce del Signore, ma essi non seguono il Signore. Per questo la
Verità dice rettamente: «Chi non porta la mia croce e mi segue, non può
essere mio discepolo». Infatti, portare la croce e seguire il Signore significa
rinunciare completamente ai piaceri carnali e avere compassione del prossimo per
vero zelo della beatitudine. Chi fa ciò solo con fine umano, porta la croce, ma
non segue il Signore.
(San
Gregorio Magno, Predica per la festa di un santo martire)
Preghiamo
O
Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo, e ai
piedi della croce hai costituito la Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori,
per i suoi meriti e le sue preghiere, concedi a noi il perdono delle colpe e una
rinnovata esperienza del tuo amore.
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