1.
2. 3.
4. 5.
6.
Baruc era il fedele
segretario del profeta Geremia, ma il contenuto del libro e lo stile,
vicino a quello dei libri più tardivi della Bibbia, fanno pensare che lo
scritto abbia visto la luce verso il III-II sec. a.C., quando invalse
l’uso di attribuire opere anonime a personaggi più o meno famosi (cfr.
introd. a Qo, Sap). Il libro, conservato soltanto in greco, è composto
di vari brani di diversa origine. Un magnifico elogio della sapienza si
legge in 3, 9 – 4, 4. Importante per la dottrina sul peccato e sulla
conversione, il libro presenta anche una particolarità: per la prima e
unica volta nelle Bibbia Dio è chiamato l’Eterno, con un aggettivo
sostantivato. Il c. 6 è una lettera attribuita a Geremia, ma scritta
verso il III sec. a.C. in ebraico, e giuntaci soltanto in greco. E’ una
satira contro l’idolatria ispirata a temi dei profeti e dei Salmi.
|