1.
2. 3.
4. 5.
6. 7.
8. 9.
10. 11.
12. 13.
Nella
Volgata latina il libro è unito con quello seguente di Neemia sotto il
solo nome di Esdra; effettivamente i due libri si presentano con i
caratteri di un’opera unica, in continuazione con le Cronache e forse
dello stesso autore (cfr. introd. a Cr), pubblicata nel III sec. a.C.
Esdra, ispettore religioso inviato dal re di Persia e Neemia,
governatore della provincia giudaica, sono i protagonisti del racconto,
che si interessa al travagliato periodo della storia ebraica dopo il
ritorno degli esiliati in Babilonia (538 a.C.), intesi a ricostruire le
mura e il tempio di Gerusalemme tra mille difficoltà, non senza mettere
alla base una riforma religiosa e morale. Svanita la speranza e la
possibilità di una autonomia politica con la restaurazione del trono,
la comunità ebraica è completamente impegnata nella vita religiosa e
diventa a “chiesa” del “santo resto” d’Israele, sul quale si
erano appuntate le più rosee previsioni dei profeti. In quest’epoca
nasce il cosiddetto Giudaismo (cfr. nota a 2 Mac 2, 21). L’autore
utilizza una cronaca aramaica, vari documenti ebraici e brani delle
“memorie” di Esra e di Neemia. A causa della mancanza di certe
precisazioni cronologiche, non è chiara quale sia l’esatta
successione delle missioni di Esdra e di Neemia. Supponendo che in Esd
4, 4 si tratti del re persiano Dario I, in Esd /, 7 di Artaserse II e in
Ne 1, 1 di Artaserse I, si avrebbe la seguente successione cronologica
dei testi: Esd 1, 1 – 4, 5 + 4, 6-23; Ne cc. 7-10.
|