CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Nota
con indicazioni pastorali per l’Anno della fede
Introduzione
Con
la Lettera apostolica
Porta fidei
dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre
Benedetto XVI
ha indetto un Anno della fede. Esso avrà
inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo
anniversario dell’apertura del
Concilio Ecumenico Vaticano II,
e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro
Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i
fedeli comprendano più profondamente che il
fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un
avvenimento, con una Persona che dà alla vita un
nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva»[1].
Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la
fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e
in tutto il suo splendore. «Anche ai nostri giorni
la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da
testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno
di noi di vivere la bellezza e la gioia
dell’essere cristiani»[2].
L’inizio dell’Anno della fede coincide con il
ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno
segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il
cinquantesimo anniversario dell’apertura del
Concilio Vaticano II,
voluto dal beato
Giovanni XXIII
(11
ottobre 1962), e il
ventesimo anniversario della promulgazione del
Catechismo della Chiesa
Cattolica,
offerto alla Chiesa dal beato
Giovanni Paolo II
(11
ottobre 1992).
Il
Concilio, secondo il Papa
Giovanni XXIII,
ha voluto «trasmettere pura e integra la dottrina,
senza attenuazioni o travisamenti», impegnandosi
affinché «questa dottrina certa e immutabile, che
deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita
e presentata in modo che corrisponda alle esigenze
del nostro tempo»
[3].
Al riguardo, resta di importanza decisiva l’inizio
della Costituzione dogmatica
Lumen gentium:
«Cristo è la luce delle genti: questo santo
Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera
dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni
creatura (cfr Mc 16, 15), illuminare tutti
gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul
volto della Chiesa»[4].
A partire dalla luce di Cristo che purifica,
illumina e santifica nella celebrazione della sacra
liturgia (cfr Costituzione
Sacrosanctum Concilium)
e con la sua parola divina (cfr Costituzione
dogmatica
Dei Verbum),
il Concilio ha voluto approfondire l’intima natura
della Chiesa (cfr Costituzione dogmatica
Lumen gentium)
e il suo rapporto con il mondo contemporaneo (cfr
Costituzione pastorale
Gaudium et spes).
Attorno alle sue quattro Costituzioni, veri pilastri
del Concilio, si raggruppano le Dichiarazioni e i
Decreti, che affrontano alcune delle maggiori sfide
del tempo.
Dopo
il Concilio, la Chiesa si è impegnata nella
recezione e nell’applicazione del suo ricco
insegnamento, in continuità con tutta la Tradizione,
sotto la guida sicura del Magistero. Per favorire la
corretta recezione del Concilio, i Sommi Pontefici
hanno più volte convocato il Sinodo dei Vescovi[5],
istituito dal Servo di Dio
Paolo VI
nel 1965, proponendo alla Chiesa degli orientamenti
chiari attraverso le diverse Esortazioni apostoliche
post-sinodali. La prossima Assemblea Generale del
Sinodo dei Vescovi, nel mese di ottobre 2012, avrà
come tema: La nuova evangelizzazione per la
trasmissione della fede cristiana.
Sin
dall’inizio del suo Pontificato, Papa
Benedetto XVI
si è impegnato decisamente per una corretta
comprensione del Concilio, respingendo come erronea
la cosiddetta «ermeneutica della discontinuità e
della rottura» e promuovendo quella che lui stesso
ha denominato «l’“ermeneutica della riforma”, del
rinnovamento nella continuità dell’unico
soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un
soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa,
rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del
Popolo di Dio in cammino»[6].
Il
Catechismo della Chiesa
Cattolica,
ponendosi in questa linea, da una parte è un
«autentico frutto del
Concilio Vaticano II»[7],
e dall’altra intende favorirne la recezione. Il
Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985, convocato
in occasione del ventesimo anniversario della
chiusura del
Concilio Vaticano II
e per effettuare un bilancio della sua recezione, ha
suggerito di preparare questo Catechismo per
offrire al Popolo di Dio un compendio di tutta la
dottrina cattolica e un testo di sicuro riferimento
per i catechismi locali. Il Papa
Giovanni Paolo II
ha accolto tale proposta quale desiderio «pienamente
rispondente a un vero bisogno della Chiesa
universale e delle Chiese particolari»[8].
Redatto in collaborazione con l’intero Episcopato
della Chiesa Cattolica, questo Catechismo
«esprime veramente quella che si può chiamare la
“sinfonia” della fede»[9].
Il
Catechismo comprende «cose nuove e cose antiche
(cfr Mt 13, 52), poiché la fede è sempre la
stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove.
Per rispondere a questa duplice esigenza, il
Catechismo della Chiesa
Cattolica da
una parte riprende l’”antico” ordine, quello
tradizionale, già seguito dal Catechismo di san Pio
V, articolando il contenuto in quattro parti: il
Credo; la sacra Liturgia, con i
sacramenti in primo piano; l’agire cristiano,
esposto a partire dai comandamenti; ed infine la
preghiera cristiana. Ma, nel medesimo tempo, il
contenuto è spesso espresso in un modo “nuovo”, per
rispondere agli interrogativi della nostra epoca»[10].
Questo Catechismo è «uno strumento valido e
legittimo al servizio della comunione ecclesiale» e
«una norma sicura per l’insegnamento della fede»[11].
In esso i contenuti della fede trovano «la loro
sintesi sistematica e organica. Qui, infatti, emerge
la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha
accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni
di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della
Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che hanno
attraversato i secoli, il Catechismo offre
una memoria permanente dei tanti modi in cui la
Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso
nella dottrina per dare certezza ai credenti nella
loro vita di fede»[12].
L’Anno
della fede vuol contribuire ad una rinnovata
conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della
fede, affinché tutti i membri della Chiesa siano
testimoni credibili e gioiosi del Signore risorto
nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante
persone in ricerca la “porta della fede”. Questa
“porta” spalanca lo sguardo dell’uomo su Gesù
Cristo, presente in mezzo a noi «tutti i giorni,
fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Egli
ci mostra come «l’arte del vivere» si impara «in un
intenso rapporto con lui»[13].
«Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli
uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli
convoca la Chiesa affidandole l’annuncio del
Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo.Per
questo anche oggi è necessario un più convinto
impegno ecclesiale a favore di una nuova
evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere
e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede»[14].
Per
incarico di Papa
Benedetto XVI
[15],
la
Congregazione per la Dottrina
della Fede ha
redatto, in accordo con i competenti Dicasteri della
Santa Sede e con il contributo del Comitato per
la preparazione dell’Anno della fede[16],
la presente Nota con alcune indicazioni
per vivere questo tempo di grazia, senza precludere
altre proposte che lo Spirito Santo vorrà suscitare
tra i Pastori e i fedeli nelle varie parti del
mondo.
Indicazioni
«So a
chi ho creduto» (2 Tm 1, 12): questa parola
di san Paolo ci aiuta a comprendere che la fede «è
innanzi tutto una adesione personale
dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed
inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la
verità che Dio ha rivelato»[17].
La fede come affidamento personale al Signore e la
fede che professiamo nel Credo sono inscindibili, si
richiamano e si esigono a vicenda. Esiste un
profondo legame fra la fede vissuta ed i suoi
contenuti: la fede dei testimoni e dei confessori è
anche la fede degli apostoli e dei dottori della
Chiesa.
In tal
senso, le seguenti indicazioni per l’Anno della
fede desiderano favorire sia l’incontro con
Cristo attraverso autentici testimoni della fede,
sia la conoscenza sempre maggiore dei suoi
contenuti. Si tratta di proposte che intendono
sollecitare, in modo esemplificativo, la pronta
responsabilità ecclesiale davanti all’invito del
Santo Padre a vivere in pienezza quest’Anno
come speciale «tempo di grazia»[18].
La riscoperta gioiosa della fede potrà anche
contribuire a consolidare l’unità e la comunione tra
le diverse realtà che compongono la grande famiglia
della Chiesa.
I. A livello di Chiesa universale
1. Il
principale avvenimento ecclesiale all’inizio dell’Anno
della fede sarà la XIII Assemblea Generale
Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata da Papa
Benedetto XVI
nel mese di ottobre 2012 e dedicata a La nuova
evangelizzazione per la trasmissione della fede
cristiana. Durante questo Sinodo, nella data
dell’11 ottobre 2012, avrà luogo una solenne
celebrazione d’inizio dell’Anno della fede,
nel ricordo del cinquantesimo anniversario di
apertura del
Concilio Vaticano II.
2. Nell’Anno della fede occorre incoraggiare
i pellegrinaggi dei fedeli alla Sede di Pietro, per
professarvi la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito
Santo, unendosi con colui che oggi è chiamato a
confermare nella fede i suoi fratelli (cfr Lc
22, 32). Sarà importante favorire anche i
pellegrinaggi in Terra Santa, luogo che per primo ha
visto la presenza di Gesù, il Salvatore, e di Maria,
sua madre.
3. Nel
corso di quest’Anno sarà utile invitare i
fedeli a rivolgersi con particolare devozione a
Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e
irraggia le principali verità della fede»[19].
È dunque da incoraggiare ogni iniziativa che aiuti i
fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria
nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed
a seguirne la fede e le virtù. A tale scopo
risulterà quanto mai conveniente effettuare
pellegrinaggi, celebrazioni e incontri presso i
maggiori Santuari.
4. La prossima Giornata Mondiale della Gioventù a
Rio de Janeiro nel luglio 2013 offrirà un’occasione
privilegiata ai giovani per sperimentare la gioia
che proviene dalla fede nel Signore Gesù e dalla
comunione con il Santo Padre, nella grande famiglia
della Chiesa.
5.
Sono auspicati simposi, convegni e raduni di ampia
portata, anche a livello internazionale, che
favoriscano l'incontro con autentiche testimonianze
della fede e la conoscenza dei contenuti della
dottrina cattolica. Documentando come anche oggi la
Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi,
sarà importante rendere testimonianza che in Gesù
Cristo «trova compimento ogni travaglio ed anelito
del cuore umano»[20]
e che la fede «diventa un nuovo criterio di
intelligenza e di azione che cambia tutta la vita
dell’uomo»[21].
Alcuni convegni saranno particolarmente dedicati
alla riscoperta degli insegnamenti del
Concilio Vaticano II.
6. Per
tutti i credenti, l’Anno della fede offrirà
un’occasione propizia per approfondire la conoscenza
dei principali Documenti del
Concilio Vaticano II
e lo studio del
Catechismo della Chiesa
Cattolica.
Ciò vale in modo speciale per i candidati al
sacerdozio, soprattutto durante l’anno propedeutico
o nei primi anni di studi teologici, per le novizie
ed i novizi degli Istituti di Vita Consacrata e
delle Società di Vita Apostolica, così come per
coloro che vivono un tempo di verifica per
aggregarsi ad un’Associazione o a un Movimento
ecclesiale.
7. Detto Anno sarà occasione propizia per
un’accoglienza più attenta delle omelie, delle
catechesi, dei discorsi e degli altri interventi del
Santo Padre. I Pastori, le persone consacrate ed i
fedeli laici saranno invitati a un rinnovato impegno
di effettiva e cordiale adesione all’insegnamento
del Successore di Pietro.
8.
Durante l’Anno della fede, in collaborazione
con il
Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani,
sono auspicate varie iniziative ecumeniche volte ad
invocare e favorire «il ristabilimento dell'unità
fra tutti i cristiani» che «è uno dei principali
intenti del sacro
Concilio Ecumenico Vaticano II»[22].
In particolare, avrà luogo una solenne celebrazione
ecumenica per riaffermare la fede in Cristo da parte
di tutti i battezzati.
9.
Presso il
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione
sarà istituita un’apposita Segreteria per
coordinare le diverse iniziative riguardanti l’Anno
della fede, promosse dai vari Dicasteri della
Santa Sede o comunque aventi rilevanza per la Chiesa
universale. Sarà conveniente informare per tempo
detta Segreteria circa i principali eventi
organizzati; essa potrà anche suggerire opportune
iniziative in merito. La Segreteria aprirà un
apposito sito internet al fine di offrire
ogni informazione utile per vivere in modo efficace
l’Anno della fede.
10. A conclusione di quest’Anno, nella
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re
dell’Universo, avrà luogo un’Eucaristia celebrata
dal Santo Padre, in cui rinnovare solennemente la
professione della fede.
II. A livello di
Conferenze Episcopali[23]
1. Le
Conferenze Episcopali potranno dedicare una giornata
di studio al tema della fede, della sua
testimonianza personale e della sua trasmissione
alle nuove generazioni, nella consapevolezza della
missione specifica dei Vescovi come maestri e
«araldi della fede»[24].
2.
Sarà utile favorire la ripubblicazione dei Documenti
del
Concilio Vaticano II,
del
Catechismo della Chiesa
Cattolica e del
suo
Compendio,
anche in edizioni tascabili ed economiche, e la loro
maggiore diffusione con l’ausilio dei mezzi
elettronici e delle moderne tecnologie.
3. È
auspicabile un rinnovato sforzo per tradurre i
Documenti del
Concilio Vaticano II
e il
Catechismo della Chiesa
Cattolica nelle
lingue nelle quali ancora non esistono. Si
incoraggiano iniziative di sostegno caritativo per
tali traduzioni nelle lingue locali dei Paesi in
terra di missione, dove le Chiese particolari non
possono gestirne le spese. Ciò sia condotto sotto la
guida della
Congregazione per
l’Evangelizzazione dei Popoli.
4. I
Pastori, attingendo ai nuovi linguaggi della
comunicazione, si impegneranno per promuovere
trasmissioni televisive o radiofoniche, film
e pubblicazioni, anche a livello popolare e
accessibili a un ampio pubblico, sul tema della
fede, dei suoi principi e contenuti, nonché sul
significato ecclesiale del
Concilio Vaticano II.
5. I
Santi e i Beati sono gli autentici testimoni della
fede[25].
Sarà pertanto opportuno che le Conferenze Episcopali
si impegnino per diffondere la conoscenza dei Santi
del proprio territorio, utilizzando anche i moderni
mezzi di comunicazione sociale.
6. Il mondo contemporaneo è sensibile al rapporto
tra fede e arte. In tal senso, si raccomanda alle
Conferenze Episcopali di valorizzare adeguatamente,
in funzione catechetica ed eventualmente in
collaborazione ecumenica, il patrimonio delle opere
d’arte reperibili nei luoghi affidati alla loro cura
pastorale.
7. I
docenti nei Centri di studi teologici, nei Seminari
e nelle Università cattoliche sono invitati a
verificare la rilevanza, nel loro insegnamento, dei
contenuti del
Catechismo della Chiesa Cattolica
e delle implicazioni derivanti per le rispettive
discipline.
8.
Sarà utile preparare, con l’aiuto di teologi e
autori competenti, sussidi divulgativi dal carattere
apologetico (cfr 1 Pt 3, 15). Ogni
fedele potrà così meglio rispondere alle domande che
si pongono nei diversi ambiti culturali, in rapporto
ora alle sfide delle sette, ora ai problemi connessi
con il secolarismo e il relativismo, ora agli
«interrogativi che provengono da una mutata
mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito
delle certezze razionali a quello delle conquiste
scientifiche e tecnologiche»[26],
così come ad altre specifiche difficoltà.
9. È
auspicabile una verifica dei catechismi locali e dei
vari sussidi catechistici in uso nelle Chiese
particolari, per assicurare la loro piena conformità
con il
Catechismo della Chiesa
Cattolica
[27].
Nel caso in cui alcuni catechismi o sussidi per la
catechesi non siano in piena sintonia col
Catechismo, o rivelino delle lacune, si potrà
cominciare a elaborarne di nuovi, eventualmente
secondo l’esempio e con l’aiuto di altre Conferenze
Episcopali che già hanno provveduto a redigerli.
10.
Sarà opportuna, in collaborazione con la competente
Congregazione per l’Educazione
Cattolica, una
verifica della presenza dei contenuti del
Catechismo della Chiesa
Cattolica
nella Ratio della formazione dei futuri
sacerdoti e nel Curriculum dei loro studi
teologici.
III. A livello diocesano
1. È auspicabile una celebrazione di apertura dell’Anno
della fede e una sua solenne conclusione a
livello di ogni Chiesa particolare, in cui
«confessare la fede nel Signore risorto nelle nostre
Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo»[28].
2.
Sarà opportuno organizzare in ogni diocesi del mondo
una giornata sul
Catechismo della Chiesa Cattolica,
invitando in modo particolare i sacerdoti, le
persone consacrate e i catechisti. In
quest’occasione, ad esempio, le eparchie orientali
cattoliche potranno svolgere un incontro con i
sacerdoti per testimoniare la propria specifica
sensibilità e tradizione liturgica all’interno
dell’unica fede in Cristo; così, le giovani Chiese
particolari nelle terre di missione potranno essere
invitate ad offrire una rinnovata testimonianza di
quella gioia della fede che tanto le
contraddistingue.
3.
Ogni Vescovo potrà dedicare una sua Lettera
pastorale al tema della fede, richiamando
l’importanza del
Concilio Vaticano II
e del
Catechismo della Chiesa
Cattolica
e tenendo conto delle specifiche circostanze
pastorali della porzione di fedeli a lui affidata.
4. Si auspica che in ogni diocesi, sotto la
responsabilità del Vescovo, si organizzino momenti
di catechesi, destinati ai giovani ed a coloro che
sono in ricerca del senso della vita, allo scopo di
scoprire la bellezza della fede ecclesiale, e si
promuovano incontri con suoi testimoni
significativi.
5.
Sarà opportuno verificare la recezione del
Concilio Vaticano II
e del
Catechismo della Chiesa
Cattolica
nella vita e nella missione di ogni singola Chiesa
particolare, specialmente in ambito catechistico. In
tal senso, si auspica un rinnovato impegno da parte
degli Uffici catechistici delle diocesi, che –
sostenuti dalle Commissioni per la Catechesi delle
Conferenze Episcopali – hanno il dovere di curare la
formazione dei catechisti sul piano dei contenuti
della fede.
6. La
formazione permanente del clero potrà essere
incentrata, particolarmente in quest’Anno della
fede, sui Documenti del
Concilio Vaticano II
e sul
Catechismo della Chiesa
Cattolica,
trattando, ad esempio, temi come “l’annuncio del
Cristo risorto”, “la Chiesa sacramento di salvezza”,
“la missione evangelizzatrice nel mondo di oggi”,
“fede e incredulità”, “fede, ecumenismo e dialogo
interreligioso”, “fede e vita eterna”,
“l’ermeneutica della riforma nella continuità”, “il
Catechismo nella cura pastorale ordinaria”.
7. Si invitano i Vescovi ad organizzare,
specialmente nel periodo quaresimale, celebrazioni
penitenziali in cui chiedere perdono a Dio, anche e
specialmente per i peccati contro la fede. Quest’Anno
sarà altresì un tempo favorevole per accostarsi con
maggior fede e più intensa frequenza al sacramento
della Penitenza.
8. Si
auspica un coinvolgimento del mondo accademico e
della cultura per una rinnovata occasione di dialogo
creativo tra fede e ragione attraverso simposi,
convegni e giornate di studio, specialmente nelle
Università cattoliche, mostrando «come tra fede e
autentica scienza non vi possa essere alcun
conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse,
tendono alla verità»[29].
9.
Sarà importante promuovere incontri con persone che,
«pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono
comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e
della verità definitiva sulla loro esistenza e sul
mondo»[30],
ispirandosi anche ai dialoghi del Cortile dei
Gentili, avviati sotto la guida del
Pontificio Consiglio della
Cultura.
10. L’Anno
della fede potrà essere un’occasione per
prestare un’attenzione maggiore alle Scuole
cattoliche, luoghi adeguati per offrire agli alunni
una testimonianza viva del Signore e per coltivare
la loro fede, con un opportuno riferimento
all’utilizzo di buoni strumenti catechistici, come,
ad esempio, il
Compendio
del Catechismo della
Chiesa Cattolica
o come Youcat.
IV. A livello di parrocchie / comunità /
associazioni / movimenti
1. In
preparazione all’Anno della fede, tutti i
fedeli sono invitati a leggere e meditare
attentamente la Lettera apostolica
Porta fidei
del Santo Padre
Benedetto XVI.
2. L’Anno
della fede «sarà un’occasione propizia per
intensificare la celebrazione della fede nella
liturgia, e in particolare nell’Eucaristia»[31].
Nell’Eucarestia, mistero della fede e sorgente della
nuova evangelizzazione, la fede della Chiesa viene
proclamata, celebrata e fortificata. Tutti i fedeli
sono invitati a prendervi parte consapevolmente,
attivamente e fruttuosamente, per essere autentici
testimoni del Signore.
3. I
sacerdoti potranno dedicare maggior attenzione allo
studio dei Documenti del
Concilio Vaticano II
e del
Catechismo della Chiesa
Cattolica,
traendone frutto per la pastorale parrocchiale – la
catechesi, la predicazione, la preparazione ai
sacramenti – e proponendo cicli di omelie sulla fede
o su alcuni suoi aspetti specifici, come ad esempio,
“l’incontro con Cristo”, “i contenuti fondamentali
del Credo”, “la fede e la Chiesa” [32].
4. I
catechisti potranno attingere maggiormente alla
ricchezza dottrinale del
Catechismo della Chiesa Cattolica
e guidare, sotto la responsabilità dei rispettivi
parroci, gruppi di fedeli per la lettura e il comune
approfondimento di questo prezioso strumento, al
fine di creare piccole comunità di fede e di
testimonianza del Signore Gesù.
5.
Nelle parrocchie si auspica un rinnovato impegno
nella diffusione e nella distribuzione del
Catechismo della Chiesa
Cattolica o di
altri sussidi adatti alle famiglie, autentiche
chiese domestiche e luoghi primari di trasmissione
della fede, ad esempio nel contesto delle
benedizioni delle case, dei Battesimi degli adulti,
delle Confermazioni, dei Matrimoni. Ciò potrà
contribuire alla confessione e all’approfondimento
della dottrina cattolica «nelle nostre case e presso
le nostre famiglie, perché ognuno senta forte
l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle
generazioni future la fede di sempre»[33].
6.
Sarà opportuno promuovere missioni popolari e altre
iniziative, nelle parrocchie e nei luoghi di lavoro,
per aiutare i fedeli a riscoprire il dono della fede
battesimale e la responsabilità della sua
testimonianza, nella consapevolezza che la vocazione
cristiana «è per sua natura anche vocazione
all’apostolato»[34].
7. In questo tempo, i membri degli Istituti di Vita
Consacrata e delle Società di Vita Apostolica sono
sollecitati ad impegnarsi nella nuova
evangelizzazione, con una rinnovata adesione al
Signore Gesù, mediante l’apporto dei propri carismi
e nella fedeltà al Santo Padre ed alla sana
dottrina.
8. Le Comunità contemplative durante l’Anno della
fede dedicheranno una particolare intenzione
alla preghiera per il rinnovamento della fede nel
Popolo di Dio e per un nuovo slancio nella sua
trasmissione alle giovani generazioni.
9. Le Associazioni e i Movimenti ecclesiali sono
invitati a farsi promotori di specifiche iniziative
che, mediante il contributo del proprio carisma e in
collaborazione con i Pastori locali, si inseriscano
nel grande evento dell’Anno della fede. Le
nuove Comunità e i Movimenti ecclesiali, in modo
creativo e generoso, sapranno trovare i modi più
adeguati per offrire la loro testimonianza di fede
al servizio della Chiesa.
10.
Tutti i fedeli, chiamati a ravvivare il dono della
fede, cercheranno di comunicare la propria
esperienza di fede e di carità[35]
dialogando coi loro fratelli e sorelle, anche delle
altre confessioni cristiane, con i seguaci di altre
religioni, e con coloro che non credono, oppure sono
indifferenti. In tal modo si auspica che l’intero
popolo cristiano inizi una sorta di missione verso
coloro con cui vive e lavora, nella consapevolezza
di aver «ricevuto un messaggio di salvezza da
proporre a tutti»[36].
Conclusione
La
fede «è compagna di vita che permette di percepire
con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio
compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi
nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di
noi a diventare segno vivo della presenza del
Risorto nel mondo»[37].
La fede è un atto personale ed insieme comunitario:
è un dono di Dio, che viene vissuto nella grande
comunione della Chiesa e deve essere comunicato al
mondo. Ogni iniziativa per l’Anno della fede
vuole favorire la gioiosa riscoperta e la rinnovata
testimonianza della fede. Le indicazioni qui offerte
hanno lo scopo di invitare tutti i membri della
Chiesa ad impegnarsi perché quest’Anno sia
occasione privilegiata per condividere quello che il
cristiano ha di più caro: Cristo Gesù, Redentore
dell’uomo, Re dell’Universo, «autore e
perfezionatore della fede» (Eb 12, 2).
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina
della Fede, il 6 gennaio 2012, Solennità
dell’Epifania del Signore.
William Card. Levada
Prefetto
+ Luis F. Ladaria, S.I.
Arcivescovo titolare di Thibica
Segretario
[1] Benedetto
XVI, Lett.
enc.
Deus caritas est,
25 dicembre 2005, n. 1.
[2] Id.,
Omelia nella Festa
del Battesimo del Signore,
10 gennaio 2010.
[3] Giovanni
XXIII,
Discorso di solenne
apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II,
11 ottobre 1962.
[4] Conc.
Ecum. Vat. II, Cost. dogm.
Lumen gentium,
n. 1.
[5] Le
Assemblee Ordinarie del Sinodo dei Vescovi
hanno trattato i seguenti temi: La
preservazione e il rafforzamento della fede
cattolica, la sua integrità, il suo vigore,
il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale
e storica (1967), Il sacerdozio
ministeriale e la giustizia nel mondo
(1971), L’evangelizzazione nel mondo
moderno (1974), La catechesi nel
nostro tempo (1977), La famiglia
cristiana (1980), La penitenza e la
riconciliazione nella missione della Chiesa
(1983), La vocazione e la missione dei
laici nella Chiesa e nel mondo (1987),
La formazione dei sacerdoti nelle
circostanze attuali (1991), La vita
consacrata e la sua missione nella Chiesa e
nel mondo (1994), Il Vescovo:
Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la
speranza del mondo (2001),
L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e
della missione della Chiesa (2005),
La Parola di Dio nella vita e nella missione
della Chiesa (2008).
[6] Benedetto
XVI,
Discorso alla Curia
Romana,
22 dicembre 2005.
[7] Id.,
Lett. ap.
Porta fidei,
n. 4.
[8] Giovanni
Paolo II,
Discorso di chiusura
della II Assemblea Straordinaria del Sinodo
dei Vescovi,
7 dicembre 1985,
n. 6. Lo stesso Pontefice, nella fase
iniziale di tale Sinodo, durante l’Angelus
del 24 novembre 1985,
ebbe a dire: «La fede è il principio
basilare, è il cardine, il criterio
essenziale del rinnovamento voluto dal
Concilio. Dalla fede derivano la norma, lo
stile di vita, l’orientamento pratico in
ogni circostanza».
[9] Id., Cost.
ap.
Fidei depositum,
11 ottobre 1992, n. 2.
[10] Ibid.,
n. 3.
[11] Ibid.,
n. 4.
[12] Benedetto
XVI, Lett.
ap.
Porta fidei,
n. 11.
[13] Id.,
Discorso ai
partecipanti all'Incontro promosso dal
Pontificio Consiglio per la Promozione della
Nuova Evangelizzazione, 15 ottobre 2011.
[14] Id.,
Lett. ap.
Porta fidei,
n. 7.
[15] Cfr
ibid., n. 12.
[16] Detto
Comitato, costituito presso la
Congregazione per la
Dottrina della Fede
per mandato del Santo Padre
Benedetto XVI,
annovera fra i suoi membri: i Cardinali
William Levada, Francis Arinze, Angelo
Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George,
Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro
Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław
Ryłko e Christoph Schönborn; gli Arcivescovi
Luis F. Ladaria e Salvatore Fisichella; i
Vescovi Mario del Valle Moronta Rodríguez,
Gerhard Ludwig Müller e Raffaello
Martinelli.
[17] Catechismo
della Chiesa Cattolica,
n. 150.
[18] Benedetto
XVI, Lett.
ap.
Porta fidei,
n. 15.
[19]
Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.
Lumen gentium,
n. 65.
[20] Benedetto
XVI, Lett.
ap.
Porta fidei,
n. 13.
[21] Ibid.,
n. 6.
[22]
Conc. Ecum. Vat. II, Decr.
Unitatis redintegratio,
n. 1.
[23] Le
indicazioni offerte alle Conferenze
Episcopali valgono in modo analogo anche per
i Sinodi dei Vescovi delle Chiese
Patriarcali e Arcivescovili Maggiori e per
le Assemblee dei Gerarchi di Chiese sui
iuris.
[24] Conc.
Ecum. Vat. II, Cost. dogm.
Lumen gentium,
n. 25.
[25] Cfr
Benedetto XVI,
Lett. ap.
Porta fidei,
n. 13.
[26] Ibid.,
n. 12.
[27] Cfr
Giovanni Paolo II,
Cost. ap.
Fidei depositum,
n. 4.
[28]
Benedetto XVI,
Lett. ap.
Porta fidei,n.
8.
[29] Ibid.,
n. 12.
[30] Ibid.,
n. 10.
[31] Ibid.,
n. 9.
[32] Cfr
Benedetto XVI,
Esort. ap. post-sinodale
Verbum Domini,
30 settembre 2010, nn. 59-60 e 74.
[33]
Id., Lett. ap.
Porta fidei,
n. 8.
[34] Conc.
Ecum. Vat. II, Decr.
Apostolicam
actuositatem,
n. 2.
[35]
Cfr
Benedetto XVI,
Lett. ap.
Porta fidei,
n. 14.
[36] Conc.
Ecum. Vat. II, Cost. past.
Gaudium et spes,
n. 1.
[37] Benedetto
XVI, Lett.
ap.
Porta fidei,
n. 15.
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