[1] Quando
si fece buio, i suoi servi si affrettarono a ritirarsi. Bagoa chiuse dal
di fuori la tenda e allontanò le guardie dalla vista del suo signore e
ognuno andò al proprio giaciglio; in realtà erano tutti fiaccati, perché
il bere era stato eccessivo.
[2] Rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano,
ubriaco fradicio.
[3] Allora Giuditta ordinò all'ancella di stare fuori della sua tenda e di
aspettare che uscisse, come aveva fatto ogni giorno; aveva detto infatti
che sarebbe uscita per la sua preghiera e anche con Bagoa aveva parlato in
questo senso.
[4] Si erano allontanati tutti dalla loro presenza e nessuno, piccolo o
grande, era rimasto nella parte più interna della tenda; Giuditta,
fermatasi presso il divano di lui, disse in cuor suo: "Signore, Dio d'ogni
potenza, guarda propizio in quest'ora all'opera delle mie mani per
l'esaltazione di Gerusalemme.
[5] È venuto il momento di pensare alla tua eredità e di far riuscire il
mio piano per la rovina dei nemici che sono insorti contro di noi".
[6] Avvicinatasi alla colonna del letto che era dalla parte del capo di
Oloferne, ne staccò la scimitarra di lui;
[7] poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e
disse: "Dammi forza, Signore Dio d'Israele, in questo momento".
[8] E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e
gli staccò la testa.
[9] Indi ne fece rotolare il corpo giù dal giaciglio e strappò via le
cortine dai sostegni. Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla
sua ancella,
[10] la quale la mise nella bisaccia dei viveri e uscirono tutt'e due,
secondo il loro uso, per la preghiera; attraversarono il campo, fecero un
giro nella valle, poi salirono sul monte verso Betulia e giunsero alle
porte della città.
[11] Giuditta gridò di lontano al corpo di guardia delle porte: "Aprite,
aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare
ancora la sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha
dimostrato oggi".
[12] Non appena gli uomini della sua città sentirono la sua voce, corsero
giù in fretta alla porta della città e chiamarono gli anziani.
[13] Corsero tutti, piccoli e grandi, perché non s'aspettavano il suo
arrivo; aprirono dunque la porta, le accolsero dentro e, acceso il fuoco
per far chiaro, si fecero loro attorno.
[14] Giuditta disse loro a gran voce: "Lodate Dio, lodatelo; lodate Dio,
perché non ha distolto la sua misericordia dalla casa d'Israele, ma ha
colpito i nostri nemici in questa notte per mano mia".
[15] Estrasse allora la testa dalla bisaccia e la mise in mostra dicendo
loro: "Ecco la testa di Oloferne, comandante supremo dell'esercito assiro;
ecco le cortine sotto le quali giaceva ubriaco; Dio l'ha colpito per mano
di donna.
[16] Viva dunque il Signore, che mi ha protetto nella mia impresa, perché
costui si è lasciato ingannare dal mio volto a sua rovina, ma non ha
potuto compiere alcun male con me a mia contaminazione e vergogna".
[17] Tutto il popolo era oltremodo fuori di sé e tutti si chinarono ad
adorare Dio, esclamando in coro: "Benedetto sei tu, nostro Dio, che hai
annientato in questo giorno i nemici del tuo popolo".
[18] Ozia a sua volta le disse: "Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio
altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il
Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare
la testa del capo dei nostri nemici.
[19] Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini,
che ricorderanno sempre la potenza di Dio.
[20] Dio faccia riuscire questa impresa a tua perenne esaltazione,
ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai
esposto la vita di fronte all'umiliazione della nostra stirpe, e hai
sollevato il nostro abbattimento, comportandoti rettamente davanti al
nostro Dio". E tutto il popolo esclamò: "Amen! Amen!".
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