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Esemplare
dal punto di vista letterario – uno dei gioielli della Bibbia –
questo libretto rievoca una patetica storia familiare del tempo dei
Giudici (1200-1025 a.C.), nella quale, oltre i delicati sentimenti
umani, emergono alcuni elementi religiosi di grande importanza. Per la
sua tenera pietà verso la suocera, la protagonista, che è una
straniera, anzi una moabita, appartenente cioè al suo popolo che fu tra
i classici nemici di Israele, non soltanto merita di essere accolta nel
popolo di Dio, ma entra a far parte dell’albero genealogico di Davide
e quindi di Cristo (Mt 1, 5). Questa apertura spirituale annuncia il
messaggio della universale salvezza, che sarà pienamente rivelato e
attuato dall’evangelo. L’anonimo autore utilizzò materiale molto
antico e scrisse probabilmente prima dell’esilio di Israele in
Babilonia, nel sec. VI a.C..
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