Liturgia della III Domenica di Pasqua - Anno B *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

III DOMENICA DI PASQUA
Anno B

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO
 

LETTURE: At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48
 

Gesù risorto opera sempre nella sua Chiesa

Un'altra apparizione del  Risorto  ci  porta  a considerare anche in questa  domenica l'assemblea eucaristica  come luogo  privilegiato della presenza attiva del Signore:  Gesù che si fa presente in mezzo ai suoi, il dono della  pace,  la  gioia dei discepoli,  l'invio  in missione, l'annuncio del  perdono...  sono  realtà  in  atto ancora oggi in ogni  nostra  comunità, perché  in  essa  prolungano il mistero  e il frutto della  Pasqua  di Cristo.

Eucaristia, presenza del Risorto
La  manifestazione del Risorto agli apostoli  (cf  vangelo) è essenziale  per confermare  e suscitare in loro la fede, in vista dell'annuncio  degli  eventi pasquali  di  cui essi sono i testimoni privilegiati  (cf  prima e seconda lettura).  Il  Vangelo  ci  mostra  Gesù  che opera appunto  per  suscitare e  confermare  la fede nei suoi  discepoli. Alla loro iniziale incredulità  egli risponde con dei segni tangibili della  sua presenza «reale».  E  affinché questi  «segni» vengano compresi nella fede, il Signore interpreta gli avvenimenti della sua vita alla luce delle  Scritture, mostrando come  in lui  si è  compiuto tutto  ciò che era  detto.
Questi  atti  Gesù li compie anche  nella nostra  assemblea domenicale:  riunita  nella fede come corpo ecclesiale di Cristo,  essa realizza  la  presenza del  Signore  risorto. Cristo è presente «nella sua parola,  giacché è  lui "che  parla  quando nella Chiesa  si legge la sacra Scrittura»  (SC  7);  come pure  è presente nella persona di chi presiede l'assemblea  e  prende  la parola «per aprire la nostra mente all'intelligenza delle Scritture»  (vangelo);  in  modo particolare è  presente quando  spezziamo il pane  di vita. C'è dunque una continuità fra l'apparizione  del Signore ai discepoli  e la sua presenza in  mezzo a noi; e la Chiesa, nella piena consapevolezza del motivo  di tanta gioia  (cf orazione sopra le offerte), esprime il proprio rendimento  di  grazie  al «vero  Agnello che... morendo ha distrutto la  morte e risorgendo ha  ridato... la vita» (pref. pasquale I). La certezza poi che  il Signore risorto è in mezzo  ai suoi ci allieta nella speranza della nostra  risurrezione futura, in  piena comunione  di  gloria con  Cristo  (cf orazione dopo la comunione).

«...  alle sorgenti della vita »
I discepoli  testimoniano  con franchezza  la  Pasqua  di  Cristo  e i  frutti della  salvezza portati dalla  sua passione-morte-risurrezione:  Pietro annuncia ai Giudei  la  risurrezione di Gesù, il  Santo e il  Giusto che  essi hanno messo a morte, e li invita a pentirsi e cambiare vita «perché siano cancellati i loro peccati» (prima lettura); Giovanni ci assicura che  Gesù è il nostro aiuto presso  il Padre e  ci salva  dai  nostri peccati perché egli  stesso li ha espiati per tutti  (cf seconda lettura).  Anche la realtà del peccato  fa parte, così,  del gioioso annuncio pasquale. È  vero, infatti, che il peccato è rottura di comunione; ma  è anche  «via alla comunione», a  condizione che ci riconosciamo peccatori  e  ci lasciamo perdonare (cf  1  Gv  1,8-10),  con piena fiducia nel nostro «avvocato presso il Padre»; dal  suo sacrificio, dalla sua offerta  eucaristica, noi riceviamo la forza di  non  peccare, di osservare  la  sua  parola, di dimorare  in lui.  Si  compie  così per noi  la rivelazione  e la attuazione della misericordia del  Padre che trova il suo  vertice  nel  mistero pasquale celebrato nell'Eucaristia.  «Nella sua risurrezione  Cristo ha rivelato il Dio  dell'amore  misericordioso, proprio perché ha accettato la croce  come  via alla risurrezione.  Ed è...  Cristo, Figlio di Dio, che al termine  — e in un certo senso,  già oltre  il termine — della sua missione messianica,  rivela  se stesso   come fonte inesauribile della misericordia,  del  medesimo amore che, nella prospettiva ulteriore  della  storia  della salvezza  nella  Chiesa,  deve  perennemente confermarsi più potente del  peccato.  Il Cristo pasquale è l'incarnazione definitiva della misericordia,  il  suo segno vivente: storico-salvifico  ed  insieme escatologico.  Nel medesimo  spirito la  liturgia  del   tempo  pasquale  pone sulle nostre  labbra  le parole  del salmo: "Canterò in eterno le misericordie  del Signore"» (Dives in misericordia, 8).

Un mondo nuovo è cominciato
La risurrezione di Cristo si inscrive  non  soltanto nel centro  del cristianesimo, ma nel centro stesso  della storia.  Con la risurrezione si realizza in Cristo, in anticipo, la sorte che ci attende come nostro futuro: in lui  risorto si realizza quella pienezza che ogni  uomo cerca  nella sua vita. La risurrezione conferma che  l'attesa apocalittica di «nuovi  cieli e nuova terra» non è  fantasia di  visionari.
La risurrezione di Cristo è l'aurora  di quel mondo nuovo,  della nuova creazione, che  porterà a pienezza  le aspirazioni  di  amore, di giustizia,  di  pace, di solidarietà che  premono sui tessuti di questo nostro vecchio mondo.
 

La celebrazione dell'Eucaristia

Dalla «Prima Apologia e favore dei cristiani» di san Giustino, martire
(Cap. 66-67; PG 6, 427-431)

A nessun altro è lecito partecipare all'Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l'intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo. 
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell'universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo. 
E nel giorno, detto del Sole, si fa' l'adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l'indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.
  

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Sal 65,1-2
Acclamate al Signore da tutta la terra,
cantate un inno al suo nome,
rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.

 

Iubiláte Deo, omnis terra,

psalmum dícite nómini eius,

date glóriam laudi eius, allelúia.
 

Colletta

Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore...

 

Semper exsúltet pópulus tuus, Deus, renováta ánimæ iuventúte, ut, qui nunc lætátur in adoptiónis se glóriam restitútum, resurrectiónis diem spe certæ gratulatiónis exspéctet. Per Dóminum.


Oppure:
O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e f
a' di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

 
Prima Lettura  At 3, 13-15. 17-19
Avete ucciso l'autore della vita: ma Dio l'ha risuscitato dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 4

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?».

In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.
 
Seconda Lettura
  1 Gv 2, 1-5

Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo. 

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.

Canto al Vangelo
  Cf Lc 24,32
Alleluia, alleluia.

Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia.
   

   

Vangelo  Vangelo  Lc 24, 35-48
Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.


Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

 

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.

 

Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.
 

Prefazio Pasquale III
Cristo sempre vive e intercede per noi.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e
soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Egli continua a offrirsi per noi
e intercede come nostro avvocato:
sacrificato sulla croce più non muore,
e con i segni della passione vive immortale.

Per questo mistero, 
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.

 

Qui se pro nobis offérre non désinit,

nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

 

Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Antifona alla Comunione
   Lc 24,46-47
«Il Cristo doveva patire e risuscitare dai morti il terzo giorno;
sarà predicata nel suo nome la conversione
e il perdono dei peccati a tutte le genti». Alleluia.

  

Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis,

allelúia.

 
Dopo la Comunione
Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

  

Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.

 

Sommario Liturgia


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SESTRI LEVANTE (Genoa) Italy     

 

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