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RITUALE
ROMANUM
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RITUALE ROMANUM
SEU DEPOSITIONIS DEFUNCTI
(Nel giorno della morte o della sepoltura) |
tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo la traduzione proposta dalle CEI
MESSA DEI DEFUNTI Ha queste particolarità:
1. Si OMETTONO: all'Antifona dell'Introito: Introíbo ad altáre Dei. il salmo Judica, il Gloria Patri all'antifona dell'Introito e dopo il Lavabo, il Gloria in excelsis, le formule Jube e Dominus sit, il bacio del libro dopo il Vangelo, le parole Per evangelica, il Credo, il segno della croce sull'acqua all'Offertorio, la prima delle orazioni avanti la Comunione, la benedizione al popolo (tuttavia dopo il Placeat si bacia regolarmente l'altare).
2. All'inizio dell'antifona dell'lNTROITO il celebrante invece di segnare se stesso, con la destra traccia il segno della croce solo sul messale, tenendo la mano sinistra sulla mensa dell'altare.
3. I tre Agnus Dei si dicono con le mani giunte davanti al petto; dopo il primo e secondo invece di miserere nobis, si dice dona eis requiem; dopo il terzo invece di dona nobis pacem si dice dona eis requiem sempiterna»/.
4. Invece di
Benedicamus Domino, si dice
Requiescant in pace (verso l'altare).
INTRÓITUS 4 Esdr. 2, 34 et 35 Réquiem ætérnam dona eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis. Ps. 64, 2-3 Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddétur votum in Jerúsalem: exáudi oratiónem meam, ad te omnis caro véniet. Réquiem ætérnam.
Dona loro, o Signore, il riposo eterno e risplenda per sempre su essi la tua luce. A Te si innalzi lode, o Dio, sul Sion; a Te si sciolgano voti in Gerusalemme. Esaudisci la mia preghiera; a Te ritornerà ogni creatura. Dona loro, o Signore il riposo eterno.
S. MESSA SENZA GLÓRIA
ORÁTIO Deus, cui próprium est miseréri semper et párcere, te súpplices exorámus pro ánima fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.), quam hódie de hoc sǽculo migráre jussísti: ut non tradas eam in manus inimíci, neque obliviscáris in finem, sed júbeas eam a sanctis Angelis súscipi et ad pátriam paradísi perdúci ; ut, quia in te sperávit et crédidit, non poenas inférni sustíneat, sed gáudia ætérna possídeat. Per Dóminum.
Tu soltanto, o Dio, sempre usi misericordia e largisci perdono; noi umilmente Ti preghiamo per l'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.) cui oggi hai fatto lasciare questo mondo: non abbandonarla in mano al nemico, non dimenticarla per sempre ma fa' che sia accolta dai santi Angeli e portata nella patria celeste, essa che in Te credette e sperò non subisca le pene dell'inferno ma sia partecipe della gioia eterna. Per nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio.
Nel III, VII e XXX giorno:
Quæumus, Dómine, ut ánimæ fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.), cujus depositiónis diem tértium (vel séptimum, vel trigésimum) commemorámus, Sanctórum atque electórum tuórum largíri dignéris consórtium: et rorem misericórdiæ tuæ perénnem infúndas. Per Dóminum.
Largisci, o Signore, all'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.), della cui sepoltura oggi ricordiamo il terzo (o settimo o trentesimo) giorno, la compagnia dei tuoi Santi e dei tuoi eletti e spandi su lei la perenne rugiada della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
EPISTOLA Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Thessalonicénses 1 Thess. 4, 13-18.
Fratres: Nólumus vos ignoráre de dormiéntibus, ut non contristémini,
sicut et céteri, qui spem non habent. Si enim crédimus quod Jesus
mórtuus est, et resurréxit: ita et Deus eos, qui dormiérunt per Jesum,
addúcet cum eo. Hoc enim vobis dícimus in verbo Dómini, quia nos, qui
vívimus, qui resídui sumus in advéntum Dómini, non præveniémus eos, qui
dormiérunt. Quóniam ipse Dóminus in jussu, et in voce Archángeli, et in
tuba Dei descéndet de cælo: et mórtui, qui in Christo sunt, resúrgent
primi. Deínde nos, qui vívimus, qui relínquimur, simul rapiémur cum
illis in núbibus óbviam Christo in áëra, et sic semper cum Dómino érimus.
Itaque consolámini ínvicem in verbis istis.
Fratelli: non vogliamo lasciarvi nell'ignoranza circa quelli che sono
morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non
hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato;
così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù
insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che
viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo
alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un
ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio,
discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi
noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole,
per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il
Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
GRADUALE 4 Esdr. 2, 34 et 35 Réquiem ætérnam dona eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis. V. Ps. 111, 7 In memória ætérna erit justus: ab auditióne mala non timébit.
Dona loro, o Signore, il riposo eterno e risplenda per sempre su essi la tua luce. V. Il ricordo del giusto rimarrà per sempre; egli non teme sentenza di condanna.
TRACTUS Absólve, Dómine, ánimas ómnium fidélium defunctórum ab omni vínculo delictórum. V. Et grátia tua illis succurrénte, mereántur evádere judícium ultiónis. V. Et lucis ætérnæ beatitúdine pérfrui.
Sciogli, o Signore, le anime di tutti i fedeli defunti da ogni legame di peccato. V. Col soccorso della tua grazia meritino di scampare dal giudizio vendicatore, V. e di godere la felicità della luce eterna.
SEQUENTIA
Dies Iræ, dies illa
[Giorno dell'ira sarà quel giorno]
EVANGÉLIUM Sequéntia S. Evangélii secundum Joannem. Joan. 11, 21-27
In illo témpore: Dixit Martha ad Jesum: Dómine, si fuísses hic, frater
meus non fuísset mórtuus: sed et nunc scio, quia quæcúmque popósceris a
Deo, dabit tibi Deus.
Dicit illi Jesus: Resúrget frater tuus. Dicit ei Martha: Scio quia
resúrget in resurrectióne in novíssimo die.
Dixit ei Jesus: Ego sum resurréctio et vita: qui credit in me, étiam si
mórtuus fúerit, vivet: et omnis qui vivit, et credit in me, non moriétur
in ætérnum. Credis hoc ? Ait illi: Utique, Dómine, ego crédidi, quia tu
es Christus Fílius Dei vivi, qui in hunc mundum venísti.
Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli
te la concederà". Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". Gli rispose
Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". Gesù le disse: "Io sono
la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". Gli
rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio
che deve venire nel mondo".
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM Dómine Jesu Christe, Rex glóriæ, líbera ánimas ómnium fidélium defunctórum de poenis inférni et de profúndo lacu: líbera eas de ore leónis, ne absórbeat eas tártarus, ne cadant in obscúrum: sed sígnifer sanctus Míchaël repræséntet eas in lucem sanctam: * Quam olim Abrahæ promisísti, et sémini ejus. V. Hóstias et preces tibi, Dómine, laudis offérimus: tu súscipe pro animábus illis, quarum hódie memóriam fácimus: fac eas, Dómine, de morte transíre ad vitam. Quam olim Abrahæ promisísti, et sémini ejus.
Signore Gesù Cristo, Re glorioso, scampa le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene infernali e dal profondo baratro ; liberale dalle fauci del leone affinché non siano sprofondate nell'abisso e non precipitino nelle tenebre; il santo alfiere Michele le porti alla tua luce beata : * a quella da Te un giorno promessa ad Abramo e alla sua discendenza. V Ti offriamo, o Signore, vittime e preghiere di lode : accoglile per le anime che oggi ricordiamo. Fa', o Signore, che passino dalla morte alla vita. * A quella da Te un giorno promessa ad Abramo e alla sua discendenza.
SECRÉTA Propitiáre, quǽsumus, Dómine, ánimæ fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.), pro qua hóstiam laudis tibi immolámus, majestátem tuam supplíciter deprecántes: ut, per hæc piæ placatiónis offícia, perveníre mereátur ad réquiem sempitérnam. Per Dóminum.
Sii propizio, o Signore, all'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.) per la quale Ti offriamo il sacrificio di lode umilmente pregando affinché questo rito pacificatore le meriti di giungere al riposo eterno. Per nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo, Egli che, Dio, con Te vive e regna.
Nel III, VII e XXX giorno:
Múnera, quǽsumus, Dómine, quæ tibi pro ánima fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.), offérimus, placátus inténde: ut, remédiis purgáta cæléstibus, in tua pietáte requiéscat. Per Dóminum.
Posa benignamente lo sguardo, o Signore, sui doni che Ti offriamo per l'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.): purificata da queste celesti medicine, riposi nella tua bontà. Per nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo.
PRÆFAZIO DEI DEFUNTI.
COMMÚNIO 4 Esdr. 2, 35 et 34 Lux ætérna lúceat eis, Dómine: * Cum Sanctis tuis in ætérnum: quia pius es. V. Réquiem ætérnam dona eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis. Cum Sanctis tuis in ætérnum: quia pius es.
Risplenda per sempre su essi, o Signore, la tua luce perenne, * Insieme ai tuoi Santi : perché Tu sei buono. V Dona loro, o Signore, il riposo eterno e risplenda per sempre su essi la tua luce. * Insieme ai tuoi Santi: perché Tu sei buono.
POSTCOMMÚNIO Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut ánima fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.), quæ hódie de hoc sǽculo migrávit, his sacrifíciis purgáta et a peccátis expedíta, indulgéntiam páriter et réquiem cápiat sempitérnam. Per Dóminum.
Concedi, o Dio onnipotente, che l'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.) che oggi lasciò questo mondo, purificata da questo sacrificio, riceva il perdono e il riposo eterno. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Nel III, VII e XXX giorno:
Súscipe, Dómine, preces nostras pro ánima fámuli tui N. (fámulæ tuæ N.) : ut, si quæ ei máculæ de terrénis contágiis adhæsérunt, remissiónis tuæ misericórdia deleántur. Per Dóminum.
Gradisci, o Signore, le nostre preghiere per l'anima del tuo servo N. (o della tua serva N.); e se le è rimasta traccia di contatto con il mondo, venga cancellata dal tuo perdono misericordioso. Per nostro Signore Gesù Cristo.
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