RITUALE ROMANUM
DE SACRAMENTO MATRIMONII
 

 

 
             De Sacramento Matrimonii Rite Administrando
               Missa Votiva Cum Benedictio Conjugum Post 25
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               De Benedictione Mulieris Post Partum
 

De Sacramento Matrimonii Rite Administrando
Ritus Celebrandi Matrimonii Sacramentum
Missa Votiva Pro Sponsis, cum Propria Benedictione


a



RITUALE ROMANUM

PAULI V PONTIFICIS MAXIMI

JUSSU EDITUM
 

 

ALIORUMQUE PONTIFICUM CURA RECOGNITUM
 

ATQUE AD NORMAM C. J.
CANONICI ACCOMODATUM

 

SS.MI D. N. PII PAPÆ XII

AUCTORITATE ORDINATUM ET AUCTUM


 

 EDITIO NONA
JUXTA PRIMAM VATICANAM POST TYPICAM

 1952

 ***

 

DE SACRAMENTO MATRIMONII

RITE ADMINISTRANDO

 

 

Tempo e luogo

 

1. I ministri del Matrimonio sono gli sposi, il Vescovo o il Parroco (o un suo delegato), accolgono il loro consenso, congiungono in matrimonio e benedicono le Nozze.

 

2. Si può celebrare in qualsiasi giorno dell'anno. È però quanto mai conveniente che non si celebri nel giorno delle ceneri, durante la Settimana santa e il giorno della commemorazione dei defunti.

 

3. Si celebra nella chiesa parrocchiale; ma si può celebrare anche in altra chiesa o oratorio pubblico o semipubblico, col permesso dell'Ordinario del luogo o del parroco.

 

Nelle case private l'Ordinario del luogo può permetterne la celebrazione solo per una giusta causa in qualche caso straordinario; nelle chiese e oratori dei seminari e delle religiose solo in caso di urgente necessità e purché si usino le debite cautele.

 

4. I Matrimoni tra cattolici e acattolici si celebrano fuori di chiesa; tuttavia l'Ordinario del luogo, per evitare mali maggiori, può concedere che si celebrino anche in un luogo di culto; in questo caso può anche permettere che si celebrino coi riti sacri, sempre però esclusa la Messa; è vietata non solo la Messa votiva degli sposi, ma qualsiasi altra Messa.

 

5. La celebrazione del Matrimonio secondo il rito romano, laddove si svolgesse in un'altra chiesa rispetto a quella della parrocchia di uno degli sposi, deve essere autorizzata dall'Ordinario del luogo.

 

6. Si ricorda che ai fini della validità - compresi gli effetti civili - del Matrimonio religioso è indispensabile che la funzione sia compiuta da un Sacerdote preventivamente autorizzato, spetta al Parroco dei nubendi la regolare e accurata preparazione dei documenti previsti dal Concordato tra lo Stato Italiano e la Santa Sede e il loro invio alla Casa Comunale entro i giorni stabiliti dalla legge stessa, in oltre la trascrizione degli atti nei registri parrocchiali.

 

7. Regolarmente il Parroco cui spetta compiere il rito è quello della sposa; nei Matrimoni di rito misto è invece quello dello sposo.

 

Rito

 

 

1. Il Rito del Matrimonio si celebra fuori o prima dalla Santa Messa votiva degli sposi.

 

2. Il rito comprende 3 parti: il consenso degli sposi, la benedizione e imposizione dell'anello.

 

3. Il consenso degli sposi è richiesto in lingua volgare.

 

4. Dopo il rito è consuetudine partecipare alla Santa Messa propria degli sposi, con la benedizione specifica.

 

5. Se li sposa un Vescovo, gli sposi vengono ad inginocchiarsi sul gradino superiore dell’altare (la predella), dove il Vescovo li attende, seduto sul faldistorio e la mitra in testa per ricevere il loro consenso.

 

6. Se li sposa un Sacerdote indossa cotta e stola; se egli però dovesse celebrare subito dopo la Santa Messa propria degli sposi, indossa i paramenti della Messa, escluso il manipolo.

 

 7. Le cerimonie prescritte dal Rituale si devono sempre osservare, fuori del caso di necessità o di matrimonio misto. Non consta però dell'obbligo di supplirle, dopo che il Matrimonio è stato celebrato senza di esse; è però sempre desiderabile che dopo s'impartisca la solenne benedizione nuziale.

 

8. Gli sposi stanno inginocchiati davanti all'altare, anche dentro il presbiterio, su un apposito banco o inginocchiatoio coperto di un drappo; è loro vietato l'uso del baldacchino; al loro fianco stanno i testimoni.

 

9. L'anello prescritto per il Rito è unico. È quello che lo sposo mette all’anulare sinistro della sposa. Se la sposa è povera, si procuri un anello di poco valore oppure il parroco ne faccia usare uno che conserva per simili casi.

 

L’anello si deve benedire anche per le seconde nozze.

 

L’aspersione e la benedizione dell’anello deve essere fatta modo consueto e non i forma di croce.

 

L’anello nuziale è, secondo Tertulliano, l’immagine della fedeltà; ma è anche il Sigillo, dice Clemente di Alessandria, che significa la dignità della sposa cristiana, regina e padrona del focolare. Ella ha il diritto di sigillare cioè di disporre di tutte le proprietà quanto suo marito. Per questa dignità la Chiesa benedice solo l’anello della sposa annulum hunc dice il Rituale; lo sposo invece si mette da sé l’anello non benedetto. Se, questi però lo ponesse sul piatto con quello della sposa non per questo bisogna mettere al plurale le parole annulun hunc, dovrà riprenderlo solo dopo di aver messo l’altro al dito della sposa.

 

10. Se contemporaneamente si celebrassero parecchi Matrimoni, il Sacerdote riceve il consenso delle singole coppie e a ognuna dice Ego coniungo vos...; le preci per la benedizione dell'anello e quelle che seguono vanno dette una sola volta al plurale.

 

11. La benedizione nuziale va data una sola volta per tutte; ma l'orazione Deus qui potestate, va detta al singolare.
 

°°°

Si consiglia la lettura del
Compendio di Liturgia Pratica
di Ludovico Trimelloni
 ed. Marietti 2007
da dove abbiamo preso questa accurata descrizione del Sacramento

 


2
 

RITUALE ROMANUM
 

RITUS CELEBRANDI MATRIMONII SACRAMENTUM

 



1.
Eseguite le pubblicazioni, se non si oppone alcun impedimento, il parroco che assiste al matrimonio in chiesa, vestito di cotta e stola, servendosi almeno di un chierico ugualmente vestito di cotta, con il libro e il vaso dell'acqua benedetta con aspersorio, davanti ad almeno a due testimoni, interroghi sul consenso al matrimonio l'uomo e la donna genuflessi davanti all'altare, e alla presenza dei genitori e parenti. Li interroghi distintamente, con questa formula, nella lingua nazionale:

 

Per primo interroghi lo sposo:

 

N. Vuoi prendere (Vis accípere) N. qui presente come tua legittima sposa secondo il rito di Santa Madre Chiesa? (hic præséntem in tuam legítimam uxórem juxta ritum sanctæ matris Ecclésiæ?)

 

Lo sposo risponde : Sì, lo voglio (Volo).

 

2. Poi il sacerdote interroghi la sposa:

 

N. Vuoi prendere (Vis accípere) N. qui presente come tua legittima sposa secondo il rito di Santa Madre Chiesa? (hic præséntem in tuum legítimum marítum juxta ritum sanctæ matris Ecclésiæ?)

 

La sposa risponde: Sì, lo voglio (Volo).

 

Il consenso di uno solo non basta, ma deve essere di ambedue, espresso con parole chiare, se possono parlare, o in caso contrario con segui equivalenti, fatti da loro personalmente o per mezzo di un loro procuratore.

 

Inteso il reciproco consenso dei due contraenti, il sacerdote comandi che si stringano la destra a vicenda e dica:

 

Ego conjúngo vos in matrimónium. In nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. Amen. Oppure usi altre parole secondo il rito del luogo.

 

Poi li asperge con l'acqua benedetta.

 

Quindi benedice l’anello dicendo:

 

V. Adjutórium nostrum in nómine Dómini.

R. Qui fecit cælum et terram.

V. Dómine, exáudi oratiónem meam.

R. Et clamor meus ad te véniat.

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

 

Oremus.

Béne+dic, Dómine, ánulum hunc, quem nos in tuo nómine bene+dícimus: ut, quæ eum gestáverit, fidelitátem íntegram suo sponso tenens, in pace et voluntáte tua permáneat, atque in mútua caritáte semper vivat. Per Christum Dóminum nostrum.
R.
Amen.

 

3. Quindi il sacerdote asperge l’anello con l'acqua benedetta; lo sposo prende l'anello dalla mano del sacerdote e lo infila nel dito anulare della mano sinistra della sposa. E il sacerdote dice:

 

In nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. Amen.

 

Poi il Sacerdote continua:

 

V. Confírma hoc, Deus, quod operátus es in nobis.

R. A templo sancto tuo, quod est in Jerúsalem.

 

Kýrie, eléison.

Christe, eléison.

Kýrie, eléison.

 

Pater noster sottovoce fino a:

V. Et ne nos indúcas in tentatiónem.

R. Sed líbera nos a malo.

V. Salvos fac servos tuos.

R. Deus meus, sperántes in te.

V. Mitte eis, Dómine, auxílium de sancto.

R. Et de Sion tuére eos.

V. Esto eis, Dómine, turris fortitúdinis.

R. A fácie inimíci.

V. Dómine, exáudi oratiónem meam.

R. Et clamor meus ad te véniat.

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

 

Orémus.

Réspice, quæsumus, Dómine, super hos fámulos tuos: et institútis tuis, quibus propagatiónem humáni géneris ordinásti, benígnus assíste; ut qui te auctóre jungúntur, te auxiliánte servéntur. Per Christum Dóminum nostrum.

R. Amen.

 

4. Compiuto il rito, se le nozze sono celebrate durante la messa, continua la celebrazione secondo le prescrizioni.

 

5. Quando molte coppie vengono unite contemporaneamente in matrimonio, ricevuto dapprima il consenso delle singole coppie, e dopo aver celebrato i singoli matrimoni, e pronunciato per i singoli Ego conjúngo vos in matrimónium, etc., le benedizioni degli anelli e le altre benedizioni vengono impartite, una sola volta, in forma plurale.

 

6. E però dove altre lodevoli consuetudini e cerimonie vengono usate nella celebrazione del matrimonio, è conveniente che esse siano rispettate.

 

7. Dopo la celebrazione del matrimonio, il parroco che è anche Ufficiale di Stato (secondo il Concordato) comunichi alla Casa Comunale l’avvento Matrimonio nei tempi e nei modo stabiliti dal Comune stesso. Poi o lui o chi ne fa le veci, scriva quanto prima nel registro dei matrimoni i nomi dei coniugi e dei testimoni, il luogo e il giorno della celebrazione del matrimonio e il resto secondo le formule prescritte. Egli deve fare questo anche se un altro sacerdote, delegato dal parroco o dall'Ordinario, ha assistito al matrimonio.

 

Inoltre il parroco deve annotare sul libro dei battezzati il coniuge che in quel giorno ha contratto matrimonio nella sua parrocchia.

 

Nel caso che il coniuge sia stato battezzato altrove, il parroco invii notifica del matrimonio contratto al parroco di battesimo, o direttamente o per mezzo della curia vescovile, perché il matrimonio sia riportato sul registro dei Battesimi.

 


 b
 

RITUALE ROMANUM
 

MISSA VOTIVA PRO SPONSIS,

CUM PROPRIA BENEDICTIONE

 

 
 

Quando la benedizione solenne delle nozze, durante la Messa, si fa di domenica o in un giorno di I classe, si dice la Messa dell’Ufficio [del giorno] corrente, con la commemorazione della seguente Messa degli sposi, [dicendo le Orazioni] sotto un’unica conclusione, anche nei giorni in cui la commemorazione delle messe votive è proibita, e nella Messa si da la benedizione nuziale, more solito.

Quando invece la solenne benedizione delle nozze si fa negli altri giorni, si dice la seguente Messa votiva per gli sposi.

Nel giorno della Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti e nel Triduo sacro [Triduo Pasquale] è proibita sia la Messa votiva, sia la sua commemorazione nella Messa del giorno, sia la benedizione nuziale durante la Messa.

Quando sia la Messa per gli sposi, sia la benedizione delle nozze è proibita, la Messa insieme alla benedizione si può trasferire in un giorno più opportuno non impedito, dopo la celebrazione del Matrimonio.

 

Introitus

 

Tob. 7, 15; 8,19

Deus Israel coniúngat vos: et ipse sit vobiscum, qui misértus est duóbus únicis: et nunc, Dómine, fac eos plénius benedicere te. (T.P. Allelúia, allelúia.)

Ps. 127, 1 Beàti omnes, qui timent Dóminum: qui ambulant in viis eius. Glória Patri.

 

Si dice il Glória in excélsis.

 

Oratio

 

Exaudi nos, omnipotens et miséricors Deus: ut quod nostro ministratur officio, tua benedictióne pótius impleatur. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.

R. Amen.

 

Léctio Epistolæ beati Pauli Apóstoli ad Ephésios
Ephes. 5, 22-33

 

Fratelli, le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.

E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

R.  Deo grátias.

 

Graduale

 

Ps. 127, 3

Uxor tua sicut vitis abúndans in latéribus domus tua. Fílii tui sicut novélle olivarum in circúitu mensæ tuæ.

Allelúia, allelúia. 

Ps. 19, 3
Mittat vobis Dóminus auxílium de sancto: et de Sion tueatur vos. Allelúia.

 

Dopo la Settuagesima, si omette l’Allelúia e il versetto successivo e si dice:

 

Tractus

 

Sal. 127, 4-6

Ecce, sic benedicétur omnis homo, qui timet Dóminum.

V. Benedícat tibi Dóminus ex Sion: et videas bona Ierúsalem ómnibus diébus vita tua.

V. Et videas filios filiórum tuórum: pax super Israel.

 

Nel Tempo di Pasqua si omette il graduale e al suo posto si dice:

 

Allelúja

 

Allelúia, allelúia.

Sal. 19, 3

Mittat vobis Dóminus auxílium de sancto: et de Sion tueatur vos. Allelúia.

Sal. 133, 3 V. Benedícat vobis Dóminus ex Sion: qui fecit cælum et terram. Allelúia.

 

+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthæum

Matt. 19, 3-6
 

In quel tempo si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".

R. Laus tibi Christe.

 

Offertorium

 

Sal. 30,15-16

In te speravi, Dómine: dixi: Tu es Deus meus: in manibus tuis témpora mea. (T. P. Allelúia.)

 

Secreta

 

Suscipe, quæsumus, Dómine, pro sacra connúbii lege munus oblatum: et, cuius largítor es óperis, esto dispósitor. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.

R. Amen.

 

 

Dopo il Pater noster, il sacerdote, prima di dire Libera nos, quaésumus, Dómine, stando al lato dell’Epistola, rivolto verso lo sposo e la sposa, genuflessi davanti all’Altare, dice su di loro le seguenti Orazioni:

 

Orémus. 

Propitiare, Dómine, supplicatiónibus nostris, et institútis tuis, quibus propagatiónem humani géneris ordinasti, benígnus assiste: ut, quod te auctóre iúngitur, te auxiliante servétur. Per Dóminum.

 

Orémus. 

Deus, qui potestate virtútis tuæ de nihilo cuncta fecisti: qui dispósitis universitatis exórdiis, hómini, ad imaginem Dei facto, ideo inseparabile mulíeris adiutórium condidisti, ut femineo córpori de virili dares carne princípium, docens, quod ex uno placuísset instítui, numquam licére disiúngi: Deus, qui tam excellénti mystério coniugalem cópulam consecrasti, ut Christi et Ecclésiae sacraméntum præsignares in fœdere nuptiàrum: Deus, per quem múlier iúngitur viro, et societas principaliter ordinata ea benedictióne donatur, quæ sola nec per originalis peccati pœnam nec per dilúvii est ablata senténtiam: réspice propitius super hanc famulam tuam, qua, maritali iungénda con­sórtio, tua se éxpetit protectióne muniri: sit in ea iugum dilectiónis et pacis: fidélis et casta nubat in Christo, imitatríxque sanctarum permaneat feminarum: sit amabilis viro suo, ut Rachel: sapiens, ut Rebécca: longæva et fidélis, ut Sara: nihil in ea ex actibus suis ille auctor prævaricatiónis usúrpet: nexa fidei mandatísque permaneat: uni thoro iuncta, contactus illicitos fúgiat: múniat infirmitatem suam róbore disciplina: sit verecúndia gravis, pudóre venerabilis, doctrínis cæléstibus erudita: sit fecúnda in sóbole, sit probata et ínnocens: et ad Beatórum réquiem atque ad cæléstia regna pervéniat: et vídeant ambo filios filiórum suórum, usque in tértiam et quartam generatiónem, et ad optatam pervéniant senectútem. Per eúndem Dóminum.

 

Quindi il sacerdote si gira in mezzo all’altare e dice: Libera nos, quæsumus, Dómine, e il resto more solito; e dopo aver assunto il Sangue, comunica lo sposo e la sposa: e prosegue la Messa.

 

Communio

 

Sal. 127,4 e 6

Ecce, sic benedicétur omnis homo, qui timet Dóminum: et vídeas filios filiórum tuórum: pax super Israel.

(T. p. Allelúia.)

 

Postcommunio

 

Quæsumus, omnípotens Deus: institúta providéntiæ tuæ pio favóre comitàre; ut, quos legitima societàte connéctis, longeva pace custódias. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.

R. Amen.

 

Dopo aver detto: Ite, missa est, il sacerdote prima di benedire il popolo, rivolto allo sposo e alla sposa, dice:

 

Deus Abraham, Deus Isaac et Deus Iacob sit vobíscum: et ipse adímpleat benedictiónem suam in vobis: ut videatis filios filiórum vestrórum usque ad tértiam et quartam generatiónem, et póstea vitam ætérnam habeatis sine fine: adiuvante Dómino nostro Iesu Christo, qui cum Patre et Spíritu Sancto vivit et regnat Deus, per ómnia sæcula sæculórum.

R. Amen.

 

Il sacerdote ammonisca con parole gravi gli sposi perché rimangano nel timore di Dio, amandosi a vicenda, conservando la reciproca fedeltà e la castità coniugate, e con impegno educhino i figli nella religione cattolica.

 

Dopo aver detto: Plàceat tibi, sancta Trínitas,   li asperge con l’acqua benedetta e da la benedizione.

 

Il sacerdote asperge gli sposi, dicendo:

 

Benedíctio Dei omnipoténtis, Patris et Filii + et Spiritus sancti descéndat super vos et maneat semper.

R. Amen.

 

Ite in pace, et Dóminus sit semper vobiscum.

R. Amen.

 

Poi  legge come al solito Initium Evangelii secundum Ioannem.

 

 

Rituale Romanum


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