XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO
DISPARI - MARTEDÌ
Antifona d'Ingresso Ger 29,11.12.14
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».
Dicit Dóminus:
Ego cógito
cogitatiónes pacis et non afflictiónis;
invocábitis me,
et ego exáudiam vos,
et redúcam
captivitátem vestram de cunctis locis.
Colletta
Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo
avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore...
Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, in tua semper devotióne
gaudére, quia perpétua est et plena felícitas, si bonórum ómnium
iúgiter serviámus auctóri. Per Dóminum..
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 2 Mac 6,
18-31
Lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare
la morte per le sante e venerande leggi.
Dal primo libro dei Maccabèi
In quei giorni, un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati,
uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della
persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne
suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita
ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, sputando
il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono
pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per
attaccamento alla vita.
Quelli che erano incaricati dell’illecito banchetto sacrificale,
in nome della familiarità di antica data che avevano con
quest’uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere
la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e
fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re, perché,
agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe
trovato umanità in nome dell’antica amicizia che aveva con loro.
Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e
del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie
e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma
specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito
dicendo che lo mandassero pure alla morte. «Poiché – egli diceva
– non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo
che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia
passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia
finzione, per una piccola e brevissima esistenza, si perdano per
causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia
vecchiaia. Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli
uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani
dell’Onnipotente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita,
mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile
esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e
nobilmente per le sante e venerande leggi».
Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. Quelli
che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima
in avversione, ritenendo che le parole da lui pronunciate
fossero una pazzia.
Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il
Signore, che possiede una santa scienza, sa bene che, potendo
sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i
flagelli, ma nell’anima sopporto volentieri tutto questo per il
timore di lui».
In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di
nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla
grande maggioranza della nazione.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 3
Il Signore mi sostiene.
Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!».
Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.
Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata.
Canto al Vangelo 1 Gv 4,10
Alleluia, alleluia.
Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Alleluia.
+ Vangelo
Lc 19, 1-10
Il Figlio dell'uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era
perduto.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava
attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei
pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli
riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un
sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo,
scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in
fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti
mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la
metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno,
restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza,
perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti
è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Sulle Offerte
Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la
grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di
un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore.
Concéde, quæsumus, Dómine, ut óculis tuæ maiestátis munus
oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ
perennitátis acquírat. Per Christum..
Antifona alla Comunione Sal 72,28
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.
Mihi autem adhærére Deo bonum est,
pónere in Dómino Deo spem meam.
Oppure:
Mc 11,23.24
Dice il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».
Amen dico vobis,
quidquid orántes pétitis,
crédite quia
accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus.
Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la
nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci
ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del
tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes,
ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit,
in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum. |