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MESSALE ROMANO &
LITURGIA DELLE ORE

 

 UFFICIO DELLE LETTURE

XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - MERCOLEDÌ

INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Adoriamo il Signore,
il Dio che ci ha creato.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio

( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
Inno
Cristo, sapienza eterna,
donaci di gustare
la tua dolce amicizia.

Angelo del consiglio,
guida e proteggi il popolo
che spera nel tuo nome.

Sii tu la nostra forza,
la roccia che ci salva
dagli assalti del male.

A te la gloria e il regno,
la potenza e l'onore,
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Ti amo, Signore, mia forza. †

SALMO 17, 2-7
   (I) Ringraziamento per la salvezza e la vittoria
Le potenze del cielo saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo  venire su una nube con potenza e gloria grande ...  Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 26).


Ti amo, Signore, mia forza, *
† Signore, mia roccia, 
mia fortezza, mio liberatore; 

mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; *
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza. 

Invoco il Signore, degno di lode, *
e sarò salvato dai miei nemici. 

Mi circondavano flutti di morte, *
mi travolgevano torrenti impetuosi; 
già mi avvolgevano i lacci degli inferi, *
già mi stringevano agguati mortali. 

Nel mio affanno invocai il Signore, *
nell'angoscia gridai al mio Dio: 
dal suo tempio ascoltò la mia voce, *
al suo orecchio pervenne il mio grido.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
1^ Antifona
Ti amo, Signore, mia forza.

2^ Antifona

Il Signore mi ha liberato,
perché mi vuol bene.

SALMO 17, 8-20 
  (II) Ringraziamento per la salvezza e la vittoria
Le potenze del cielo saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo  venire su una nube con potenza e gloria grande ...  Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 26).


La terra tremò e si scosse; †
vacillarono le fondamenta dei monti, *
si scossero perché egli era sdegnato. 

Dalle sue narici saliva fumo, †
dalla sua bocca un fuoco divorante; *
da lui sprizzavano carboni ardenti. 

Abbassò i cieli e discese, *
fosca caligine sotto i suoi piedi. 
Cavalcava un cherubino e volava, *
si librava sulle ali del vento. 

Si avvolgeva di tenebre come di velo, *
acque oscure e dense nubi lo coprivano. 
Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi *
con grandine e carboni ardenti. 

Il Signore tuonò dal cielo, †
l'Altissimo fece udire la sua voce: *
grandine e carboni ardenti. 

Scagliò saette e li disperse, *
fulminò con folgori e li sconfisse. 

Allora apparve il fondo del mare, *
si scoprirono le fondamenta del mondo, 
per la tua minaccia, Signore, *
per lo spirare del tuo furore. 

Stese la mano dall'alto e mi prese, *
mi sollevò dalle grandi acque, 

mi liberò da nemici potenti, †
da coloro che mi odiavano *
ed erano di me più forti. 

Mi assalirono nel giorno di sventura, *
ma il Signore fu mio sostegno; 
mi portò al largo, *
mi liberò perché mi vuol bene.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
2^ Antifona

Il Signore mi ha liberato,
perché mi vuol bene.

3^ Antifona

Signore, tu sei luce alla mia lampada,
tu rischiari le mie tenebre.

SALMO 17, 21-30   (III) Ringraziamento per la salvezza e la vittoria
Le potenze del cielo saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo  venire su una nube con potenza e gloria grande ...  Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 26).

Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, *
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani; 
perché ho custodito le vie del Signore, *
non ho abbandonato empiamente il mio Dio. 

I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, *
non ho respinto da me la sua legge; 
ma integro sono stato con lui *
e mi sono guardato dalla colpa. 

Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, *
secondo l'innocenza delle mie mani 
davanti ai suoi occhi. 

Con l'uomo buono tu sei buono, *
con l'uomo integro tu sei integro, 
con l'uomo puro tu sei puro, *
con il perverso tu sei astuto.

Perché tu salvi il popolo degli umili, *
ma abbassi gli occhi dei superbi. 

Tu, Signore, sei luce alla mia lampada; *
il mio Dio rischiara le mie tenebre. 
Con te mi lancerò contro le schiere, *
con il mio Dio scavalcherò le mura.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
3^ Antifona

Signore, tu sei luce alla mia lampada,
tu rischiari le mie tenebre.

Versetto

V. Tutti erano ammirati delle parole di grazia
R. che uscivano dalla bocca di Cristo.

Prima Lettura
Dal libro di Ester 4, 17k-17z

Preghiera della regina Ester

In quei giorni la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò molto il suo corpo e con i capelli sconvolti si muoveva dove prima era abituata agli ornamenti festivi. Poi supplicò il Signore e disse: «Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta.
Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. Ora abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dei. Tu sei giusto, Signore!
Ma ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne.
Non consegnare, Signore, il tuo scettro a dei che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare il primo dei nostri persecutori.
Ricordati, Signore; manifèstati nel giorno della nostra afflizione e a me dà coraggio, o re degli dei e Signore di ogni autorità. Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui e di coloro che sono d'accordo con lui.
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!
Tu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. Tu sai che mi trovo nella necessità, che detesto l'emblema della mia fastosa posizione che cinge il mio capo nei giorni in cui devo fare comparsa; lo detesto come un panno immondo e non lo porto nei giorni in cui mi tengo appartata. La tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman né ha onorato il banchetto del re né bevuto il vino delle libazioni. La tua serva da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito di nulla, se non di te, Signore, Dio di Abramo.
Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati e liberaci dalla mano dei malvagi; libera me dalla mia angoscia!».

Responsorio 
 Cfr. Est 4, 17 r.s.h.; Gb 24, 23 (volg.)
R. Dammi coraggio, o Re dei santi e Signore di ogni autorità; * metti sulla mia bocca una parola giusta e misurata.
V. Donaci uno spazio per la penitenza, non chiudere la bocca di quelli che ti lodano;
R. metti nella mia bocca una parola giusta e misurata.

Seconda Lettura
Dalla «Lettera a Proba» di sant'Agostino, vescovo
(Lett. 130, 12, 22 - 13, 24; CSEL 44, 65-68)

Non troverai nulla che non sia già contenuto in questa preghiera

Chi dice: «Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi, così ai nostri occhi mostrati grande fra di loro» (Sir 36, 3) e: I tuoi profeti siano trovati pii (cfr. Sir 36, 15), che altro dice se non: «Sia santificato il tuo nome»?
Chi dice: «Rialzaci, Signore nostro Dio; fa` risplendere il tuo volto e noi saremo salvi» (Sal 79, 4), che altro dice se non: «Venga il tuo regno»?
Chi dice: «Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola e su di me non prevalga il male» (Sal 118, 133), che altro dice se non: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra»?
Chi dice: «Non darmi né povertà né ricchezza» (Pro 30, 8), che altro dice se non: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano»?
Chi dice: «Ricordati, o Signore, di Davide, di tutte le sue prove» (Sal 131, 1) oppure: Signore, se così ho agito, se c'è iniquità nella mie mani, se ho reso male a coloro che mi facevano del male, salvami e liberami (cfr. Sal 7, 1-4), che altro dice se non: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?
Chi dice: «Liberami dai nemici, mio Dio, proteggimi dagli aggressori» (Sal 58, 2), che altro dice se non: «Liberaci dal male»?
E se passi in rassegna tutte le parole delle sante invocazioni contenute nella Scrittura, non troverai nulla, a mio parere, che non sia contenuto e compreso nel Padre nostro. Nel pregare, insomma, siamo liberi di servirci di altre parole, pur domandando le medesime cose, ma non dobbiamo permetterci di domandare cose diverse.
Queste cose dobbiamo domandarle nelle nostre preghiere per noi e per i nostri cari, per gli estranei e, senza dubbio, anche per gli stessi nemici, quantunque nel cuore di chi prega possa sorgere o prevalere un sentimento differente per l'una o l'altra persona, a seconda del grado più o meno stretto di parentela o di amicizia.
Eccoti così, a mio modo di pensare, non solo le disposizioni con le quali devi pregare, ma anche che cosa devi chiedere. Non perché te l'insegno io, ma perché ti viene detto da colui che si è degnato di istruire noi tutti.
Si deve cercare la vita beata e chiederla al Signore Dio. In che consista l'essere beato è stato discusso a lungo da molti con motivazioni diverse. Ma non è necessario ricorrere a tanti autori e a tante trattazioni. Nella Sacra Scrittura è stato detto tutto con poche parole e con piena verità: «Beato il popolo il cui Dio è il Signore» (Sal 143, 15). Per appartenere a questo popolo e arrivare a contemplare Dio e vivere eternamente con lui, teniamo presente questo: Il fine del precetto è la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera (cfr. 1 Tm 1, 5).
Nella enumerazione di queste tre virtù invece di «coscienza» si trova «speranza».
Risulta dunque che la fede, la speranza e la carità conducono a Dio colui che prega. Chi crede, spera, desidera e considera attentamente che cosa debba chiedere al Signore nell'orazione domenicale, arriva certamente fino a Dio.

Responsorio 
  Cfr. Sal 101, 2. 18; 129, 2
R. Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido: * tu non disprezzi la supplica del povero.
V. Siano attenti i tuoi orecchi alla voce della mia preghiera:
R. tu non disprezzi la supplica del povero.

Orazione
Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.