XXVIII
SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - MERCOLEDÌ
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
O terra tutta, acclamate al Signore,
servite il Signore nella gioia.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o
66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete
l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Cristo, sapienza eterna,
donaci di gustare
la tua dolce amicizia.
Angelo del consiglio,
guida e proteggi il popolo
che spera nel tuo nome.
Sii tu la nostra forza,
la roccia che ci salva
dagli assalti del male.
A te la gloria e il regno,
la potenza e l'onore,
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
SALMO 102, 1-7 (I) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
Benedici il Signore, anima mia, *
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
ai figli d'Israele le sue opere.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
2^ Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.
SALMO 102, 8-16 (II) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
Buono e pietoso è il Signore, *
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
così è grande la sua misericordia
su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, *
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
e il suo posto non lo riconosce.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.
3^ Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.
SALMO 102, 17-22 (III) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
La grazia del Signore è da sempre, *
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli, †
per quanti custodiscono la sua alleanza *
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
potenti esecutori dei suoi comandi, *
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
in ogni luogo del suo dominio. *
Benedici il Signore, anima mia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.
Versetto
V. Fammi capire i tuoi insegnamenti:
R. mediterò i tuoi prodigi, Signore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta,
Zaccaria 3,1-4,14
Promessa al principe Zorobabele e a Giosuè sommo sacerdote
Il Signore mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto
davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per
accusarlo. L'angelo del Signore disse a satana: «Ti rimprovera
il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto
Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?».
Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi
davanti all'angelo, il quale prese a dire a coloro che gli
stavano intorno: «Toglietegli quelle vesti immonde». Poi disse a
Giosuè: «Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire
di abiti da festa». Poi soggiunse: «Mettetegli sul capo un
diadema mondo». E gli misero un diadema mondo sul capo, lo
rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del
Signore. Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè: «Dice il
Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai
le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il
custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno
qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi
compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da
presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio. Ecco la
pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su
quest'unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione —
oracolo del Signore degli eserciti — e rimuoverò in un sol
giorno l'iniquità da questo paese. In quel giorno — oracolo del
Signore degli eserciti — ogni uomo inviterà il suo vicino sotto
la sua vite e sotto il suo fico».
L'angelo che mi parlava venne a destarmi, come si desta uno dal
sonno, e mi disse: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo un
candelabro tutto d'oro; in cima ha un recipiente con sette
lucerne e sette beccucci per le lucerne. Due olivi gli stanno
vicino, uno a destra e uno a sinistra». Allora domandai
all'angelo che mi parlava: «Che cosa significano, signor mio,
queste cose?». Egli mi rispose: «Non comprendi dunque il loro
significato?». E io: «No, signor mio». Egli mi rispose: «Questa
è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con
la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!
Chi sei tu, o grande monte? Davanti a Zorobabele diventa
pianura. Egli estrarrà la pietra, quella del vertice, fra le
acclamazioni: Quanto è bello!».
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Le mani di Zorobabele
hanno fondato questa casa: le sue mani la compiranno e voi
saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Chi
oserà disprezzare il giorno di così modesti inizi? Si gioirà
vedendo il filo a piombo in mano a Zorobabele. Le sette lucerne
rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la
terra». Quindi gli domandai: «Che significano quei due olivi a
destra e a sinistra del candelabro? E quelle due ciocche d'olivo
che stillano oro dentro i due canaletti d'oro?». Mi rispose:
«Non comprendi dunque il significato di queste cose?». E io:
«No, signor mio». «Questi, soggiunse, sono i due consacrati che
assistono il dominatore di tutta la terra».
Responsorio Cfr. Ap 11, 4. 3
R. Questi sono i due olivi e le due lampade * che stanno davanti
al Signore della terra.
V. Il Signore concederà di compiere la missione profetica ai
suoi due testimoni,
R. che stanno davanti al Signore della terra.
Seconda Lettura
Dalle «Risposte a Talassio» di san Massimo il Confessore, abate
(Risp. 63; PG 90, 667-670)
Luce che illumina ogni uomo
La lampada posta sul candelabro è la luce del Padre, quella
vera, che illumina ogni uomo che viene al mondo (Cfr. Gv 1,9). È
il Signore nostro Gesù Cristo che, prendendo da noi la nostra
carne, divenne e fu chiamato lampada, cioè sapienza e parola
connaturale del Padre. È questa lampada che la Chiesa di Dio
mostra con fede e amore nella predicazione, e che viene tenuta
alta e splende agli occhi dei popoli nella vita santa dei fedeli
e nella loro condotta ispirata ai comandamenti. Essa fa luce a
tutti quelli della casa cioè a tutti gli uomini di questo mondo
e perciò la stessa divina parola dice: «Né si accende una
lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere
perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt
5,15). Il Verbo chiama se stesso lucerna in quanto, essendo Dio
per natura, si fece uomo per dispensare la sua luce.
Ed anche il grande Davide comprese tutto questo, io penso,
quando chiamò il Signore lucerna dicendo: «Lampada per i miei
passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118,105).
Infatti il mio salvatore e mio Dio sa disperdere le tenebre
dell'ignoranza e del vizio, ed anche per questo la Scrittura lo
chiamò lucerna.
Egli con la sua potenza e sapienza ha dissipato, come fa il
sole, ogni nebbia di ignoranza e di vizio, e guida coloro che
camminano con lui sulla via della giustizia e dei comandamenti
divini.
Chiamò lucerniere la santa Chiesa, perché in essa risplende la
parola di Dio mediante la predicazione, e così, con i bagliori
della verità, illumina quanti si trovano in questo mondo come in
una casa, arricchendo le intelligenze con la conoscenza di Dio.
Questa parola annunziata dalla Chiesa esige di essere posta
sulla sommità del lucerniere cioè all'apice dell'onore e
dell'impegno di cui la Chiesa è capace. Infatti finché la parola
è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia
tutti privi della luce eterna. Essa non può trasmettere la
visione spirituale a chi non si sforzi di togliere il velo del
senso materiale che trae in inganno e può addirittura fuorviare
verso l'errore e la falsità. Invece va posta sul lucerniere
della Chiesa. Ciò significa che la parola rivelata va intesa nel
senso interiore e spirituale, spiegato dalla Chiesa stessa. Solo
così potrà veramente illuminare ogni uomo che si trova nel
mondo. Se infatti la Scrittura non viene intesa spiritualmente,
mostra solo un significato superficiale e parziale e non può far
giungere al cuore tutta la sua ricca sostanza. Guardiamoci
dunque dal porre sotto il moggio la lucerna, che accendiamo con
la contemplazione e la pratica coerente della parola, cioè non
mortifichiamo quella sua energia potente che dà luce e
conoscenza. Non riduciamo colpevolmente la indescrivibile
vitalità della sapienza a causa della lettera; ma poniamo la
lucerna sopra il lucerniere cioè sulla santa Chiesa, di modo che
dall'alta cima di una interpretazione autentica ed esatta,
mostri a tutti lo splendore delle verità divine.
Responsorio Gv 12, 35. 36; 9, 39
R. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le
tenebre. * Credete nella luce, per diventare figli della luce.
V. Io sono venuto in questo mondo perché coloro che non vedono,
vedano.
R. Credete nella luce, per diventare figli della luce.
Orazione
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore,
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di
operare il bene. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |