26 GENNAIO
II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - SABATO
SANTI TIMOTEO E TITO (m)
Vescovi
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il pastore supremo,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o
66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete
l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Tu, solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
eterna è la tua misericordia
SALMO 135, 1-9 (I) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Lodate il Signore perché è buono: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio degli dèi: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori: *
eterna è la sua misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie: *
eterna è la sua misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza: *
eterna è la sua misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque: *
eterna è la sua misericordia.
Ha fatto i grandi luminari: *
eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno: *
eterna è la sua misericordia;
la luna e le stelle per regolare la notte: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Tu, solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
eterna è la tua misericordia
2^ Antifona
Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
con mano potente e braccio disteso.
SALMO 135, 10-15 (II) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: *
eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele: *
eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso: *
eterna è la sua misericordia.
Divise il mar Rosso in due parti: *
eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: *
eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
con mano potente e braccio disteso.
3^ Antifona
Lodate il Dio del cielo;
egli ci ha liberati dai nostri nemici.
SALMO 135, 15-26 (III) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Guidò il suo popolo nel deserto: *
eterna è la sua misericordia.
Percosse grandi sovrani: *
eterna è la sua misericordia;
uccise re potenti: *
eterna è la sua misericordia.
Seon, re degli Amorrei: *
eterna è la sua misericordia.
Og, re di Basan: *
eterna è la sua misericordia.
Diede in eredità il loro paese: *
eterna è la sua misericordia;
in eredità a Israele suo servo: *
eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *
eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: *
eterna è la sua misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio del cielo: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Lodate il Dio del cielo;
egli ci ha liberati dai nostri nemici.
Versetto
V. Additami, Signore, le tue vie,
R. insegnami i tuoi sentieri.
Prima Lettura
Dal libro del Deuteronomio 16, 1-17
Le feste che il popolo d'Israele deve celebrare
In quei giorni Mosè parlò al popolo dicendo: «Osserva il mese di
Abib e celebra la pasqua in onore del Signore tuo Dio perché nel
mese di Abib il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire dall'Egitto,
durante la notte. Immolerai la Pasqua al Signore tuo Dio: un
sacrificio di bestiame grosso e minuto, nel luogo che il Signore
avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Non mangerai con essa
pane lievitato; per sette giorni mangerai con essa gli azzimi,
pane di afflizione perché sei uscito in fretta dal paese
d'Egitto; e così per tutto il tempo della tua vita tu ti
ricorderai il giorno in cui sei uscito dal paese d'Egitto. Non
si veda lievito presso di te, entro tutti i tuoi confini, per
sette giorni; della carne, che avrai immolata la sera del primo
giorno, non resti nulla fino al mattino. Non potrai immolare la
pasqua in una qualsiasi città che il Signore tuo Dio sta per
darti, ma immolerai la pasqua soltanto nel luogo che il Signore
tuo Dio avrà scelto per fissarvi il suo nome; la immolerai alla
sera, al tramonto del sole, nell'ora in cui sei uscito
dall'Egitto. Farai cuocere la vittima e la mangerai nel luogo
che il Signore tuo Dio avrà scelto; la mattina te ne potrai
tornare e andartene alle tue tende. Per sei giorni mangerai
azzimi e il settimo giorno vi sarà una solenne assemblea per il
Signore tuo Dio; non farai alcun lavoro.
Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella
messe comincerai a contare sette settimane; poi celebrerai la
festa delle settimane per il Signore tuo Dio, offrendo nella
misura della tua generosità e in ragione di ciò in cui il
Signore tuo Dio ti avrà benedetto. Gioirai davanti al Signore
tuo Dio tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo schiavo e la tua
schiava, il levita che sarà nelle tue città e l'orfano e la
vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore tuo
Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti ricorderai che
sei stato schiavo in Egitto e osserverai e metterai in pratica
queste leggi.
Celebrerai la festa delle capanne per sette giorni, quando
raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio;
gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo
schiavo e la tua schiava il levita, il forestiero, l'orfano e la
vedova che saranno entro le tue città. Celebrerai la festa per
sette giorni per il Signore tuo Dio, nel luogo che avrà scelto
il Signore, perché il Signore tuo Dio ti benedirà in tutto il
tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani e tu sarai
contento. Tre volte all'anno ogni tuo maschio si presenterà
davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto:
nella festa degli azzimi, nella festa delle settimane e nella
festa delle capanne; nessuno si presenterà davanti al Signore a
mani vuote. Ma il dono di ciascuno sarà in misura della
benedizione che il Signore tuo Dio ti avrà data».
Responsorio Cfr. Dt 16, 14. 15; Na 2, 1
R. Nel giorno della festa, farai un pranzo solenne, tu, tuo
figlio e tua figlia, il levita e il forestiero, l'orfano e la
vedova. * Il Signore ti benedirà e tu sarai contento.
V. Ecco sui monti i passi di un messaggero, un araldo di pace!
Celebra le tue feste, o mio popolo.
R. Il Signore ti benedirà e tu sarai contento.
Seconda Lettura
Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 2, Panegirico di san Paolo; PG 50, 480-484)
Ho combattuto la buona battaglia
Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in cielo e riceveva
percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio
nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava
gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava
anche una grazia divina. Ma sta' bene attento in qual senso lo
diceva: Certo era un premio essere sciolto dal corpo ed essere
con Cristo (cfr. Fil 1, 23), mentre restare nel corpo era una
lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio
per poter combattere: cosa che giudicava ancor più necessaria.
L'essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore,
anzi assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l'unico
premio al di sopra di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo
preferì la prima cosa alla seconda.
Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva
tutte queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch'io
ammetto questo, perché quelle cose che per noi sono fonti di
tristezza, per lui erano invece fonte di grandissimo piacere. Ma
perché io ricordo i pericoli e i travagli? Poiché egli si
trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: «Chi è
debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non
ne frema?» (2 Cor 11, 29).
Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo
esempio così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo
essere partecipi dei suoi trionfi.
Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che
chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può
ascoltare lo stesso Apostolo che dice: «Ho combattuto la buona
battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora
mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto
giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche
a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2
Tm 4, 7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla
partecipazione della medesima gloria.
Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di
gloria, cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono
stati promessi.
Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e
la sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo
animo, per la quale ha meritato di arrivare ad una gloria così
grande, ma anche la comunanza di natura, per cui egli è come noi
in tutto. Così anche le cose assai difficili ci sembreranno
facili e leggere e, affaticandoci in questo tempo così breve,
porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia
e misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene
la gloria e la potenza ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen.
Responsorio Cfr. 1 Tm 6, 11-12; Tt 2, 1
R. Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede,
alla carità, alla pazienza, alla mitezza; * combatti la buona
battaglia della fede, per raggiungere la vita eterna.
V. Insegna tutto ciò che è conforme alla sana dottrina;
R. combatti la buona battaglia della fede, per raggiungere la
vita eterna.
Orazione
O Dio, nostro Padre, che hai formato alla scuola degli apostoli
i santi vescovi Timoteo e Tito, concedi anche a noi per loro
intercessione di vivere in questo mondo con giustizia e con
amore di figli, per giungere alla gloria del tuo regno. Per il
nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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