10 FEBBRAIO
V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - VENERDÌ
SANTA SCOLASTICA (m)
vergine
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo Cristo,
gioia e corona delle vergini.
Oppure:
Adoriamo Cristo,
Re e Sposo delle vergini.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
La carità divina
congiunge santa Scolastica
all'eterno convito
nel regno dei beati.
La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell'amore di Dio.
O sorella dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via della pace.
Tu guidaci alla vetta
della santa montagna,
dove i miti possiedono
il regno del Signore.
Sia lode al Padre e al Figlio,
sia onore al Santo Spirito,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Sorgi in mio aiuto, Signore.
SALMO 34, 1-2. 3c. 9-12 (I) Il Signore salva nella
persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno
Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).
Signore, giudica chi mi accusa, *
combatti chi mi combatte.
Afferra i tuoi scudi *
e sorgi in mio aiuto.
Dì all'anima mia: *
«Sono io la tua salvezza».
Io invece esulterò nel Signore *
per la gioia della sua salvezza.
Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, †
che liberi il debole dal più forte, *
il misero e il povero dal predatore?».
Sorgevano testimoni violenti, *
mi interrogavano su ciò che ignoravo,
mi rendevano male per bene: *
una desolazione per la mia vita.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Sorgi in mio aiuto, Signore.
2^ Antifona
Giudica la mia causa, Signore,
difendimi con la tua forza.
SALMO 34, 13-16 (II) Il Signore salva nella
persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno
Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).
Io, quand'erano malati, vestivo di sacco, †
mi affliggevo col digiuno, *
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello, *
come in lutto per la madre
mi prostravo nel dolore.
Ma essi godono della mia caduta, si radunano, *
si radunano contro di me
per colpirmi all'improvviso.
Mi dilaniano senza posa, †
mi mettono alla prova, scherno su scherno, *
contro di me digrignano i denti.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Giudica la mia causa, Signore,
difendimi con la tua forza.
3^ Antifona
Celebrerò la tua giustizia, Signore,
canterò la tua lode per sempre.
SALMO 34, 17-19. 22-23. 27-28 (III) Il Signore salva
nella persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno
Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).
Fino a quando, Signore, starai a guardare? †
Libera la mia vita dalla loro violenza, *
dalle zanne dei leoni l'unico mio bene.
Ti loderò nella grande assemblea, *
ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso.
Non esultino su di me i nemici bugiardi, *
non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo.
Signore, tu hai visto, non tacere; *
Dio, da me non stare lontano.
Destati, svégliati per il mio giudizio, *
per la mia causa, Signore mio Dio.
Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, †
dica sempre: «Grande è il Signore *
che vuole la pace del suo servo».
La mia lingua celebrerà la tua giustizia, *
canterà la tua lode per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Celebrerò la tua giustizia, Signore,
canterò la tua lode per sempre.
Versetto
V. Figlio mio, custodisci le mie parole,
R. osserva i miei precetti, e vivrai.
Prima Lettura
Dalla lettera ai Galati di san Paolo, apostolo 5, 1-25
La libertà del cristiano
Fratelli, Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state
dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della
schiavitù. Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere,
Cristo non vi gioverà nulla. E dichiaro ancora una volta a
chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare
tutta quanta la legge. Non avete più nulla a che fare con Cristo
voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti
dalla grazia. Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo
dalla fede la giustificazione che speriamo. Poiché in Cristo
Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma
la fede che opera per mezzo della carità.
Correvate così bene; chi vi ha tagliato la strada che non
obbedite più alla verità? Questa persuasione non viene
sicuramente da colui che vi chiama! Un po' di lievito fa
fermentare tutta la pasta. Io sono fiducioso per voi nel Signore
che non penserete diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua
condanna, chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, se io
predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora
perseguitato? E' dunque annullato lo scandalo della croce?
Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché
questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la
carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli
altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo
precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi
mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non
distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete
portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha
desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari
alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non
fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la
legge. Del resto le opere della carne sono ben note:
fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie,
inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,
invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose
vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà
il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia,
pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di
sé; contro queste cose non c'è legge.
Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro
carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo
dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Responsorio Cfr. Gal 5, 18. 22. 25
R. Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la
legge. * Frutto dello Spirito è amore, pace e gioia.
V. Se viviamo dello Spirito, camminiamo in comunione con lui.
R. Frutto dello Spirito è amore, pace e gioia.
Seconda Lettura
Dai «Dialoghi» di san Gregorio Magno, papa (Lib. 2, 33; PL
66, 194-196)
Poté di più colei che più amò
Scolastica, sorella di san Benedetto, consacratasi a Dio fin
dall'infanzia, era solita recarsi dal fratello una volta
all'anno. L'uomo di Dio andava incontro e lei, non molto fuori
della porta, in un possedimento del monastero.
Un giorno visi recò secondo il solito, e il venerabile suo
fratello le scese incontro con alcuni suoi discepoli.
Trascorsero tutto il giorno nelle lodi di Dio e in santa
conversazione. Sull'imbrunire presero insieme il cibo.
Si trattennero ancora a tavola e, col protrarsi dei santi
colloqui, si era giunti a un'ora piuttosto avanzata. La pia
sorella perciò lo supplicò, dicendo: «Ti prego, non mi lasciare
per questa notte; ma parliamo fino al mattino delle gioie della
vita celeste». Egli le rispose: «Che cosa dici mai, sorella? Non
posso assolutamente pernottare fuori del monastero».
Scolastica, udito il diniego del fratello, poggiò le mani con le
dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani per
pregare il Signore onnipotente. Quando levò il capo dalla mensa,
scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovesciò di pioggia,
che né il venerabile Benedetto, né i monaci che
l'accompagnavano, poterono metter piede fuori dalla soglia
dell'abitazione, dove stavano seduti.
Allora l'uomo di Dio molto rammaricato cominciò a lamentarsi e a
dire: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella, che cosa hai
fatto?». Ma ella gli rispose: «Ecco, ho pregato te, e tu non hai
voluto ascoltarmi; ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita. Ora
esci pure, se puoi; lasciami e torna al monastero».
Ed egli che non voleva restare lì spontaneamente, fu costretto a
rimanervi per forza.
Così trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di
sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della
vita spirituale.
Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del
fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore»,
fu molto giusto che potesse di più colei che più amo.
Ed ecco che tre giorni dopo, mentre l'uomo di Dio stava nella
cella e guardava al cielo, vide l'anima di sua sorella, uscita
dal corpo, penetrare nella sublimità dei cieli sotto forma di
colomba. Allora, pieno di gioia per una così grande gloria
toccatale, ringraziò Dio con inni e lodi, e mandò i suoi monaci
perché portassero il corpo di lei al monastero e lo deponessero
nel sepolcro che aveva preparato per sé.
Così neppure la tomba separò i corpi di coloro che erano stati
uniti in Dio, come un'anima sola.
Responsorio
R. Scolastica, vergine consacrata, supplicava il Signore che il
fratello non si allontanasse da lei. * Più ottenne dal Dio del
suo cuore, perché più amava.
V. Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme!
R. Più ottenne dal Dio del suo cuore, perché più amava.
Orazione
Santifica la tua famiglia, o Signore, per l'intercessione e
l'esempio di santa Scolastica, e concedi a noi di amarti e
servirti con purità di cuore, per sperimentare la gioia della
tua amicizia. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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