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MESSALE ROMANO &
LITURGIA DELLE ORE

 

 UFFICIO DELLE LETTURE

6 FEBBRAIO
V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LUNEDÌ


SANTI PAOLO MIKI E COMPAGNI (m)
martiri 


INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
1^ Antifona

Salvami, Signore,
per la tua misericordia.

SALMO 6
   L'uomo nella prova implora la misericordia di Dio.
Ora l’anima mia è turbata … Padre, salvami da quest’ora (Gv 12, 27).

Signore, non punirmi nel tuo sdegno, *
non castigarmi nel tuo furore. 
Pietà di me, Signore: vengo meno; *
risanami, Signore: tremano le mie ossa. 

L'anima mia è tutta sconvolta, *
ma tu, Signore, fino a quando? 
Volgiti, Signore, a liberarmi, *
salvami per la tua misericordia. 

Nessuno tra i morti ti ricorda. *
Chi negli inferi canta le tue lodi? 
 
Sono stremato dai lunghi lamenti, †
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, *
irroro di lacrime il mio letto. 

I miei occhi si consumano nel dolore, *
invecchio fra tanti miei oppressori. 

Via da me voi tutti che fate il male, *
il Signore ascolta la voce del mio pianto. 

Il Signore ascolta la mia supplica, *
il Signore accoglie la mia preghiera. 
Arrossiscano e tremino i miei nemici, *
confusi, indietreggino all'istante.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.

2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
 
SALMO 9 A, 1-11 
  (I) Ringraziamento per la vittoria
E di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.


Ti loderò, Signore, con tutto il cuore *
e annunzierò tutte le tue meraviglie. 
Gioisco in te ed esulto, *
canto inni al tuo nome, o Altissimo. 

Mentre i miei nemici retrocedono, *
davanti a te inciampano e periscono, 
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; *
siedi in trono giudice giusto. 

Hai minacciato le nazioni, †
hai sterminato l'empio, *
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. 

Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico, *
è scomparso il ricordo 
delle città che hai distrutte. 

Ma il Signore sta assiso in eterno; *
erige per il giudizio il suo trono: 
giudicherà il mondo con giustizia, *
con rettitudine deciderà le cause dei popoli. 

Il Signore sarà un riparo per l'oppresso, *
in tempo di angoscia un rifugio sicuro. 
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, *
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
 
3^ Antifona

Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.

SALMO 9 A, 12-21 
  (II) Ringraziamento per la vittoria
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, *
narrate tra i popoli le sue opere. 
Vindice del sangue, egli ricorda, *
non dimentica il grido degli afflitti. 

Abbi pietà di me, Signore, †
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, *
tu che mi strappi dalle soglie della morte, 

perché possa annunziare le tue lodi, †
esultare per la tua salvezza *
alle porte della città di Sion. 

Sprofondano i popoli 
nella fossa che hanno scavata, *
nella rete che hanno teso 
si impiglia il loro piede. 

Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; *
l'empio è caduto nella rete, 
opera delle sue mani. 

Tornino gli empi negli inferi, *
tutti i popoli che dimenticano Dio. 
Perché il povero non sarà dimenticato, *
la speranza degli afflitti non resterà delusa. 

Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo: *
davanti a te siano giudicate le genti. 
Riempile di spavento, Signore, *
sappiano le genti che sono mortali.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.

Versetto
V. Fammi capire, e osserverò la tua legge,
R. la custodirò con tutto il cuore.

Prima Lettura
Dalla lettera ai Galati di san Paolo, apostolo 1, 13 - 2, 10

Vocazione e apostolato di Paolo
Fratelli, voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere». E glorificavano Dio a causa mia.
Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
Da parte dunque delle persone più ragguardevoli — quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna — a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi — poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani — e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.

Responsorio   Cfr. 1 Cor 15, 10; Gal 2, 8
R. Per grazia di Dio sono quello che sono. * La sua grazia in me non è stata vana, e con me rimane sempre.
V. Colui che ha fatto di Pietro un apostolo degli Ebrei, ha fatto di me l'apostolo dei pagani.
R. La sua grazia in me non è stata vana, e con me rimane sempre.
  
Seconda Lettura
Dalla «Storia del martirio dei santi Paolo Miki e compagni» scritta da un autore contemporaneo  (Cap. 14, 109-110; Acta Sanctorum Febr. 1, 769)

Sarete miei testimoni

Piantate le croci, fu meraviglioso vedere in tutti quella fortezza alla quale li esortava sia Padre Pasio, sia Padre Rodriguez. Il Padre commissario si mantenne sempre in piedi, quasi senza muoversi, con gli occhi rivolti al cielo. Fratel Martino cantava alcuni salmi per ringraziare la bontà divina, aggiungendo il versetto: «Mi affido alle tue mani» (Sal 30, 6). Anche Fratel Francesco Blanco rendeva grazie a Dio ad alta voce. Fratel Gonsalvo a voce altissima recitava il Padre nostro e l'Ave Maria.
Il nostro fratello Paolo Miki, vedendosi innalzato sul pulpito più onorifico che mai avesse avuto, per prima cosa dichiaro ai presenti di essere giapponese e di appartenere alla Compagnia di Gesù, di morire per aver annunziato il vangelo e di ringraziare Dio per un beneficio così prezioso. Quindi soggiunse: «Giunto a questo istante, penso che nessuno tra voi creda che voglia tacere la verità. Dichiaro pertanto a voi che non c'è altra via di salvezza, se non quella seguita dai cristiani. Poiché questa mi insegna a perdonare ai nemici e a tutti quelli che mi hanno offeso, io volentieri perdono all'imperatore e a tutti i responsabili della mia morte, e li prego di volersi istruire intorno al battesimo cristiano».
Si rivolse quindi ai compagni, giunti ormai all'estrema battaglia, e cominciò a dir loro parole di incoraggiamento.
Sui volti di tutti appariva una certa letizia, ma in Ludovico era particolare. A lui gridava un altro cristiano che presto sarebbe stato in paradiso, ed egli, con gesti pieni di gioia, delle dita e di tutto il corpo, attirò su di sé gli sguardi di tutti gli spettatori. Antonio, che stava di fianco a Ludovico, con gli occhi fissi al cielo, dopo aver invocato il santissimo nome di Gesù e di Maria, intonò il salmo Laudate, pueri, Dominum, che aveva imparato a Nagasaki durante l'istruzione catechista; in essa infatti vengono insegnati ai fanciulli alcuni salmi a questo scopo.
Altri infine ripetevano: «Gesù! Maria!», con volto sereno. Alcuni esortavano anche i circostanti ad una degna vita cristiana; con questi e altri gesti simili dimostravano la loro prontezza di fronte alla morte.
Allora quattro carnefici cominciarono ad estrarre dal fodero le spade in uso presso i giapponesi. Alla loro orribile vista tutti i fedeli gridarono: «Gesù! Maria!» e quel che è più, seguì un compassionevole lamento di più persone, che salì fino al cielo. I loro carnefici con un primo e un secondo colpo, in brevissimo tempo, li uccisero.

Responsorio    Cfr. Gal 6, 14; Fil 1, 29
R. Il nostro unico vanto è nella croce del Signore Gesù Cristo, vita e salvezza e risurrezione per noi: * egli ci ha salvati e liberati.
V. A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui:
R. egli ci ha salvati e liberati.

Orazione
O Dio, forza dei martiri, che hai chiamato alla gloria eterna san Paolo Miki e i suoi compagni attraverso il martirio della croce, concedi anche a noi per loro intercessione di testimoniare in vita e in morte la fede del nostro battesimo. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.