VENERDÌ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE
Celebrazione della Passione del Signore
In questo giorno e nel giorno
seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra
l'Eucaristia.
Nelle ore pomeridiane ha luogo la celebrazione della Passione
del Signore. Commemoriamo insieme i due aspetti del mistero
della croce: la sofferenza che prepara la gioia di Pasqua,
l'umiliazione e la vergogna di Gesù da cui sorge la sua
glorificazione. Oggi è già Pasqua: Cristo che muore sulla croce
«passa» da questo mondo al Padre; dal suo costato sgorga per noi
la vita divina: noi «passiamo» dalla morte del peccato alla vita
in Dio.
La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola,
Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.
Non vi è Antifona d'inizio; la solenne azione liturgica comincia
con la preghiera silenziosa, in ginocchio, di tutta l'assemblea.
Orazione
Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi
sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio,
inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna
nei secoli dei secoli.
Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine, et fámulos tuos
ætérna protectióne sanctífica, pro quibus Christus, Fílius tuus,
per suum cruórem instítuit paschále mystérium. Qui vivit et
regnat in sǽcula sæculórum. R. Amen.
Oppure:
O Dio, che nella passione del
Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità
dell'antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci
a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per
la nostra nascita, l'immagine dell'uomo terreno, così per
l'azione del tuo Spirito, fa' che portiamo l'immagine dell'uomo
celeste. Per Cristo nostro Signore.
Deus, qui peccáti véteris hereditáriam mortem, in qua
posteritátis genus omne succésserat, Christi Fílii tui, Dómini
nostri, passióne solvísti, da, ut confórmes eídem facti, sicut
imáginem terréni hóminis natúræ necessitáte portávimus, ita
imáginem cæléstis grátiæ sanctificatióne portémus. Per Christum
Dóminum nostrum. R. Amen.
I - LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Is 52, 13 - 53, 12
Egli è stato trafitto per le nostre colpe. (Quarto canto del
Servo del Signore)
Dal libro del profeta Isaia
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.
Seconda Lettura Eb 4, 14-16; 5, 7-9
Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti
coloro che gli obbediscono.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è
passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo
ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo
sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze:
egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi,
escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per
ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati
al momento opportuno.
[
Cristo, infatti, ]
nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche,
con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e,
per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo
Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto,
divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli
obbediscono.
Canto al Vangelo Cf Fil 2, 8-9
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Passione di nostro Signore
Gesù Cristo secondo Giovanni
+ Vangelo
Gv 18, 1-19, 42
Indicazioni per la lettura dialogata:
+=Gesù;
C=Cronista;
D=Discepoli
e amici; F=Folla;
A=Altri
personaggi
Catturarono Gesù e lo legarono
C In quel tempo, Gesù uscì con
i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un
giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il
traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era
trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver
preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei
sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù
allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece
innanzi e disse loro: +
«Chi cercate?». C
Gli risposero: F
«Gesù, il Nazareno». C
Disse loro Gesù: +
«Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore.
C
Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: +
«Chi cercate?». C
Risposero: F
«Gesù, il Nazareno». C
Gesù replicò: +
«Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi
se ne vadano», C
perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho
perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro,
che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo
sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava
Malco. Gesù allora disse a Pietro:
+
«Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato,
non dovrò berlo?».
Lo condussero prima da
Anna
C Allora i soldati, con il
comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo
legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero
di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello
che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo
muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo.
Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con
Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò
fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al
sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece
entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro:
A «Non
sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?».
C Egli
rispose: D
«Non lo sono». C
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché
faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si
scaldava.
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi
discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose:
+
«Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella
sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non
ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga
quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno
che cosa ho detto». C
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno
schiaffo a Gesù, dicendo: « A
Così rispondi al sommo sacerdote?».
C Gli
rispose Gesù: +
«Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato
bene, perché mi percuoti?». C
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo
sacerdote.
Non sei anche tu uno dei
suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a
scaldarsi. Gli dissero: A
«Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?».
C Egli
lo negò e disse: D
«Non lo sono». C
Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui
Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse:
A «Non
ti ho forse visto con lui nel giardino?».
C
Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Il mio regno non è di
questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa
di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare
nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e domandò:
A «Che
accusa portate contro quest’uomo?».
C Gli
risposero: F
«Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo
consegnato». C
Allora Pilato disse loro: A
«Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!».
C Gli
risposero i Giudei: F
«A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
C Così
si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale
morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli
disse: A
«Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose:
+
«Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
C
Pilato disse: A
«Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti
hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
C
Rispose Gesù: +
«Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di
questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non
fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
C
Allora Pilato gli disse: A
«Dunque tu sei re?». C
Rispose Gesù: +
«Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo
sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità.
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
C Gli
dice Pilato: A
«Che cos’è la verità?».
C
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro:
A
«Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in
occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi:
volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei
Giudei?». C
Allora essi gridarono di nuovo: F
«Non costui, ma Barabba!». C
Barabba era un brigante.
Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere
Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona
di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un
mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano:
F
«Salve, re dei Giudei!». C
E gli davano schiaffi.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro:
A
«Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in
lui colpa alcuna». C
Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di
porpora. E Pilato disse loro: A
«Ecco l’uomo!».
C
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono:
F
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!». C
Disse loro Pilato: A
«Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa».
C
Gli risposero i Giudei: F
«Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si
è fatto Figlio di Dio».
C
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di
nuovo nel pretorio e disse a Gesù:
A «Di
dove sei tu?». C
Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato:
A «Non
mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il
potere di metterti in croce?». C
Gli rispose Gesù: +
«Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato
dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un
peccato più grande».
Via! Via! Crocifiggilo!
C Da quel momento Pilato
cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono:
F «Se
liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si
mette contro Cesare». C
Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette
in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: A
«Ecco il vostro re!». C
Ma quelli gridarono: F
«Via! Via! Crocifiggilo!». C
Disse loro Pilato: A
«Metterò in croce il vostro re?».
C
Risposero i capi dei sacerdoti: F
«Non abbiamo altro re che Cesare».
C
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Lo crocifissero e con lui
altri due
Essi presero Gesù ed egli,
portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in
ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno
da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose
anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto:
«Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero
questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era
vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato:
F «Non
scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il
re dei Giudei”». C
Rispose Pilato: A
«Quel che ho scritto, ho scritto».
Si sono divisi tra loro le
mie vesti
C I soldati poi, quando ebbero
crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti –
una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era
senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò
dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi
tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la
sorte». E i soldati fecero così.
Ecco tuo figlio! Ecco tua
madre!
Stavano presso la croce di Gesù
sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e
Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei
il discepolo che egli amava, disse alla madre:
+
«Donna, ecco tuo figlio!». C
Poi disse al discepolo: + «Ecco tua madre!».
C E da
quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto,
affinché si compisse la Scrittura, disse:
+
«Ho sete». C
Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna,
imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla
bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse:
+
«È compiuto!».
C
E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui si genuflette
e si fa una breve pausa)
E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della
Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce
durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –,
chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero
portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe
all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui.
Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli
spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì
il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà
testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il
vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché
si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E
un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo
sguardo a colui che hanno trafitto».
Presero il corpo di Gesù e
lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di
Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore
dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato
lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò
anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di
notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di
áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con
teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare
la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era
un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno
era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della
Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero
Gesù.
PREGHIERA UNIVERSALE
I. Per la santa Chiesa
Preghiamo, fratelli carissimi, per la santa Chiesa di Dio: il
Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra,
e doni a noi, in una vita serena e tranquilla, di render gloria
a Dio Padre onnipotente.
Dilectíssimi nobis, pro Ecclésia sancta Dei, ut eam Deus et
Dóminus noster pacificáre, adunáre et custodíre dignétur toto
orbe terrárum, detque nobis, quiétam et tranquíllam vitam
degéntibus, glorificáre Deum Patrem omnipoténtem.
Dio onnipotente ed eterno, che hai rivelato in Cristo la tua
gloria a tutte le genti, custodisci l'opera della tua
misericordia, perché la tua Chiesa, diffusa su tutta la terra,
perseveri con saldezza di fede nella confessione del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui glóriam tuam ómnibus in
Christo géntibus revelásti: custódi ópera misericórdiæ tuæ, ut
Ecclésia tua, toto orbe diffúsa, stábili fide in confessióne tui
nóminis persevéret. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
II. Per il papa
Preghiamo il Signore per il nostro santo padre il papa Benedetto
XVI: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell'ordine
episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua
santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.
Orémus et pro beatíssimo Papa nostro N., ut Deus et Dóminus
noster, qui elégit eum in órdine episcopátus, salvum atque
incólumem custódiat Ecclésiæ suæ sanctæ, ad regéndum pópulum
sanctum Dei.
Dio onnipotente ed eterno, sapienza che reggi l'universo,
ascolta la tua famiglia in preghiera, e custodisci con la tua
bontà il papa che tu hai scelto per noi, perché il popolo
cristiano, da te affidato alla sua guida pastorale, progredisca
sempre nella fede. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, cuius iudício univérsa fundántur,
réspice propítius ad preces nostras, et eléctum nobis Antístitem
tua pietáte consérva, ut christiána plebs, quæ te gubernátur
auctóre, sub ipso Pontífice, fídei suæ méritis augeátur. Per
Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
III. Per tutti gli ordini
sacri e per tutti i fedeli
Preghiamo per il nostro vescovo
N.,
per tutti i vescovi presbiteri e i diaconi, per tutti coloro che
svolgono un ministero nella Chiesa e per tutto il popolo di
Dio.
Orémus et pro Epíscopo nostro N., pro ómnibus Epíscopis,
presbyteris, diáconis Ecclésiæ, et univérsa plebe fidélium.
Dio onnipotente ed eterno che con il tuo Spirito guidi e
santifichi tutto il corpo della Chiesa, accogli le preghiere che
ti rivolgiamo perché secondo il dono della tua grazia tutti i
membri della comunità nel loro ordine e grado ti possano
fedelmente servire. Per Cristo nostro Signore.
IV. Per i catecumeni
Preghiamo per i
[nostri]
catecumeni: il Signore, Dio nostro, illumini i loro cuori e apra
loro la porta della sua misericordia, perché mediante l'acqua
del Battesimo ricevano il perdono di tutti i peccati e siano
incorporati in Cristo Gesù, nostro Signore.
Orémus et pro catechúmenis (nostris), ut Deus et Dóminus
noster adapériat aures præcordiórum ipsórum ianuámque
misericórdiæ, ut, per lavácrum regeneratiónis accépta remissióne
ómnium peccatórum, et ipsi inveniántur in Christo Iesu Dómino
nostro.
Dio onnipotente ed eterno, che rendi la tua Chiesa sempre
feconda di nuovi figli, aumenta nei [nostri] catecumeni
l'intelligenza della fede, perché, nati a vita nuova nel fonte
battesimale, siano accolti fra i tuoi figli di adozione. Per
Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui Ecclésiam tuam nova semper
prole fecúndas, auge fidem et intelléctum catechúmenis (nostris),
ut, renáti fonte baptísmatis, adoptiónis tuæ fíliis aggregéntur.
Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
V. Per l'unità dei
cristiani
Preghiamo per tutti i fratelli
che credono in Cristo; il Signore Dio nostro conceda loro di
vivere la verità e professano e li raduni e li custodisca
nell'unica sua Chiesa.
Orémus et pro univérsis frátribus in Christum credéntibus, ut
Deus et Dóminus noster eos, veritátem faciéntes, in una Ecclésia
sua congregáre et custodíre dignétur.
Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi e li
custodisci nell'unità, guarda benigno al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo
formino una sola famiglia nel vincolo dell'amore e della vera
fede. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui dispérsa cóngregas et
congregáta consérvas, ad gregem Fílii tui placátus inténde, ut,
quos unum baptísma sacrávit, eos et fídei iungat intégritas et
vínculum sóciet caritátis. Per Christum Dóminum nostrum. R.
Amen.
VI. Per gli ebrei
Preghiamo per gli ebrei: il
Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad
accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre
nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.
Orémus et pro
Iudæis, ut, ad quos prius locútus est Dóminus Deus noster, eis
tríbuat in sui nóminis amóre et in sui foderis fidelitáte
profícere.
Dio onnipotente ed
eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua
discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il
popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla
pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui promissiónes tuas Abrahæ
eiúsque sémini contulísti, Ecclésiæ tuæ preces cleménter exáudi,
ut pópulus acquisitiónis prióris ad redemptiónis mereátur
plenitúdinem perveníre. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
VII. Per i non cristiani
Preghiamo per coloro che non
credono in Cristo perché, illuminati dallo Spirito Santo,
possano entrare anch'essi nella via della salvezza.
Orémus et pro iis qui in Christum non credunt, ut, luce
Sancti Spíritus illustráti, viam salútis et ipsi váleant
introíre.
Dio onnipotente ed eterno, fa' che gli uomini che non conoscono
il Cristo possano conoscere la verità camminando alla tua
presenza in sincerità di cuore, e a noi tuoi fedeli concedi di
entrare profondamente nel tuo mistero di salvezza e di viverlo
con una carità sempre più grande tra noi, per dare al mondo una
testimonianza credibile del tuo amore. Per Cristo nostro
Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, fac ut qui Christum non
confiténtur, coram te sincéro corde ambulántes, invéniant
veritátem, nosque, mútuo proficiéntes semper amóre et ad tuæ
vitæ mystérium plénius percipiéndum sollícitos, perfectióres
éffice tuæ testes caritátis in mundo. Per Christum Dóminum
nostrum. R. Amen.
VIII. Per coloro che non
credono in Dio
preghiamo per coloro che non credono in Dio perché, vivendo con
bontà e rettitudine di cuore, giungano alla conoscenza del Dio
vero.
Orémus et pro iis qui Deum non agnóscunt, ut, quæ recta sunt
sincéro corde sectántes, ad ipsum Deum perveníre mereántur.
Dio onnipotente ed eterno, tu hai messo nel cuore degli uomini
una così profonda nostalgia di te, solo quando ti trovano hanno
pace: fa' che, al di là di ogni ostacolo, tutti riconoscano i
segni della tua bontà e, stimolati dalla testimonianza della
nostra vita, abbiano la gioia di credere in te, unico vero Dio e
padre di tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui cunctos hómines condidísti,
ut te semper desiderándo quærerent et inveniéndo quiéscerent,
præsta, quæsumus, ut inter nóxia quæque obstácula omnes, tuæ
signa pietátis et in te credéntium testimónium bonórum óperum
percipiéntes, te solum verum Deum nostríque géneris Patrem
gáudeant confitéri. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
IX. Per i governanti
Preghiamo per coloro che sono
chiamati a governare la comunità civile, perché il Signore Dio
nostro illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene
comune nella vera libertà e nella vera pace.
Orémus et pro ómnibus rempúblicam moderántibus, ut Deus et
Dóminus noster mentes et corda eórum secúndum voluntátem suam
dírigat ad veram ómnium pacem et libertátem.
Dio onnipotente ed eterno, nelle tue mani sono le speranze degli
uomini e i diritti di ogni popolo: assisti con la tua sapienza
coloro che ci governano, perché, con il tuo aiuto, promuovano su
tutta la terra una pace duratura, il progresso sociale e la
libertà religiosa. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, in cuius manu sunt hóminum corda
et iura populórum, réspice benígnus ad eos, qui nos in potestáte
moderántur, ut ubíque terrárum populórum prospéritas, pacis
secúritas et religiónis libértas, te largiénte, consístant. Per
Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
X. Per i tribolati
Preghiamo, fratelli carissimi,
Dio Padre onnipotente, perché liberi il mondo da ogni disordine:
allontani le malattie, scacci la fame, renda libertà ai
prigionieri, giustizia agli oppressi, conceda sicurezza a chi
viaggia, il ritorno ai lontani da casa, la salute agli ammalati,
ai morenti la salvezza eterna.
Orémus, dilectíssimi nobis, Deum Patrem omnipoténtem, ut
cunctis mundo purget erróribus, morbos áuferat, famem depéllat,
apériat cárceres, víncula solvat, viatóribus securitátem,
peregrinántibus réditum, infirmántibus sanitátem atque
moriéntibus salútem indúlgeat.
Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei
tribolati, ascolta il grido dell'umanità sofferente, perché
tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il
soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, mæstórum consolátio, laborántium
fortitúdo, pervéniant ad te preces de quacúmque tribulatióne
clamántium, ut omnes sibi in necessitátibus suis misericórdiam
tuam gáudeant affuísse. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
II - ADORAZIONE DELLA SANTA
CROCE
L'ostensione della croce può
farsi o dall'altare, oppure partendo dalla porta della chiesa e
avanzando verso l'altare. Nel fare l'ostensione della croce, il
sacerdote dice o canta:
Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo,
salvatore del mondo.
Venite, adoriamo.
Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit
Vénite, adorémus..
Il sacerdote, il clero e i fedeli
si recano quindi processionalmente all'adorazione della croce,
facendo davanti ad essa una genuflessione semplice o un altro
segno di venerazione (ad esempio baciando la croce), secondo
l'uso del luogo. Nel frattempo si eseguono i seguenti canti o
altri adatti. (I canti si fanno a cori alterni, le parti in nero
a cori uniti).
Adoriamo la tua Croce Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere
il suo volto e abbia misericordia. Sal 66, 2
Adoriamo la tua Croce Signore...
Crucem tuam adorámus, Dómine,
et sanctam resurrectiónem tuam laudámus et glorificámus: ecce
enim propter lignum venit gáudium in univérso mundo.
Cf. Ps 66,2
Deus misereátur
nostri, et benedícat nobis: illúminet vultum suum super nos, et
misereátur nostri.
Crucem tuam...
LAMENTI DEL SIGNORE I
Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
Io ti ho guidato fuori dall'Egitto,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
Hágios o Theós.
Sanctus Deus.
Hágios ischyrós. Sanctus fortis.
Hágios athánatos, eléison himás. Sanctus immortális, miserére
nobis.
Perché ti ho guidato
quarant'anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in paese fecondo,
tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
Hágios o Theós...
Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e amara:
poiché mi hai spento la sete con aceto
e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore.
Hágios o Theós...
IN LATINO
1 et 2 Pópule
meus, quid feci tibi?
Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!
1 Quia edúxi te de terra Ægypti: parásti Crucem Salvatóri tuo.
1 Hágios o Theós.
2 Sanctus Deus.
1 Hágios Ischyrós.
2 Sanctus Fortis.
1 Hágios Athánatos,
eléison himás.
2 Sanctus
Immortális, miserére nobis.
1 et 2 Quia edúxi te per desértum quadragínta annis,
et manna cibávi te, et introdúxi te in terram satis bonam:
parásti Crucem Salvatóri tuo.
1 Hágios o Theós.
2 Sanctus Deus.
1 Hágios Ischyrós.
2 Sanctus Fortis.
1 Hágios Athánatos, eléison himás.
2 Sanctus Immortális, miserére nobis.
LAMENTI DEL SIGNORE II
Io per te ho flagellato l'Egitto e i primogeniti suoi
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.
Popolo mio, che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
Io ti ho guidato fuori dall'Egitto
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.
Io ho aperto davanti a te il mare,
e tu mi hai aperto con la lancia il costato
Io ti ho fatto strada con la nube,
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato
Io ti ho nutrito con manna nel deserto,
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.
Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza,
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.
Io per te ho colpito i re dei Cananei,
e tu hai colpito il mio capo con la canna
Io ti ho posto in mano uno scettro regale,
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.
lo ti ho esaltato con grande potenza,
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.
IN LATINO
Ego propter te
flagellávi Ægyptum cum primogénitis suis: et tu me flagellátum
tradidísti.
Pópule meus, quid
feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!
Ego edúxi te de
Ægypto, demérso Pharaóne in Mare Rubrum: et tu me tradidísti
princípibus sacerdótum.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego ante te apérui
mare: et tu aperuísti láncea latus meum.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego ante te præívi
in colúmna nubis: et tu me duxísti ad prætórium Piláti.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego te pavi manna
per desértum: et tu me cecidísti álapis et flagéllis.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego te potávi aqua
salútis de petra: et tu me potásti felle et acéto.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego propter te
Chananæórum reges percússi: et tu percussísti arúndine caput
meum.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego dedi tibi
sceptrum regále: et tu dedísti cápiti meo spíneam corónam.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
Ego te exaltávi
magna virtúte: et tu me suspendísti in patíbulo Crucis.
Pópule meus, quid
feci tibi?...
HYMNUS
Crux fidélis,
inter omnes arbor una nóbilis, Nulla talem silva profert, flore,
fronde, gérmine!
Dulce lignum
dulci clavo dulce pondus sústinens!
Pange, lingua,
gloriósi pro´ lium certáminis, Et super crucis trop?o dic
triúmphum nóbilem, Quáliter Redémptor orbis immolátus vícerit.
Crux fidélis…
De paréntis
protoplásti fraude factor cóndolens, Quando pomi noxiális morte
morsu córruit, Ipse lignum tunc notávit, damna ligni ut
sólveret.
Dulce lignum…
Hoc opus nostræ
salútis ordo depopóscerat, Multifórmis perditóris arte ut artem
fálleret, Et medélam ferret inde, hostis unde læserat.
Crux fidélis…
Quando venit ergo
sacri plenitúdo témporis, Missus est ab arce Patris Natus, orbis
cónditor, Atque ventre virgináli carne factus pródiit.
Dulce lignum…
Vagit infans inter
arta cónditus præse´ pia, Membra pannis involúta Virgo Mater
álligat, Et manus pedésque et crura stricta cingit fáscia.
Crux fidélis…
Lustra sex qui iam
perácta tempus implens córporis, se volénte, natus ad hoc,
passióni déditus, agnus in crucis levátur immolándus stípite.
Dulce lignum…
En acétum, fel,
arúndo, sputa, clavi, láncea; Mite corpus perforátur, sanguis,
unda prófluit; Terra, pontus, astra, mundus quo lavántur
flúmine!
Crux fidélis…
Flecte ramos, arbor
alta, tensa laxa víscera, Et rigor lentéscat ille, quem dedit
natívitas, Ut supérni membra Regis miti tendas stípite.
Dulce lignum…
Sola digna tu fuísti
ferre sæcli prétium Atque portum præparáre nauta mundo náufrago,
Quem sacer cruor perúnxit fusus Agni córpore.
Crux fidélis…
Per finire si conclude con :
Æqua Patri Filióque, ínclito Paráclito, Sempitérna sit beátæ
Trinitáti glória; cuius alma nos redémit atque servat grátia.
Amen.
Si può cantare anche lo Stabat Mater
III - COMUNIONE DELL'ASSEMBLEA
Il Presidente intona o recita il Pater e il Libera nos,
salta lo scambio della pace e arriva all’Agnus Dei e
distribuisce la Comunione come di consueto. Termina con le
orazioni che seguono.
Orazione dopo la Comunione
Dio onnipotente ed eterno, che hai rinnovato il mondo con la
gloriosa morte e risurrezione del tuo Cristo, conserva in noi
l'opera della tua misericordia, perché la partecipazione a
questo grande mistero ci consacri per sempre al tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.
Omnípotens sempitérne Deus, qui nos Christi tui beáta morte
et resurrectióne reparásti, consérva in nobis opus misericórdiæ
tuæ, ut huius mystérii participatióne perpétua devotióne vivámus.
Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
Orazione sul popolo
Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo, che ha
commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere
con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la
fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Amen.
Super pópulum tuum, quæsumus, Dómine, qui mortem Fílii tui in
spe suæ resurrectiónis recóluit, benedíctio copiósa descéndat,
indulgéntia véniat, consolátio tribuátur, fides sancta
succréscat, redémptio sempitérna firmétur. Per Christum Dóminum
nostrum. R. Amen.
Termina il tutto inginocchiandosi alla Croce.
Nella Chiesa non c’è più la presenza reale della
SANTISSIMA EUCARISTIA |