V DOMENICA DI PASQUA – B
Antifona d'Ingresso
Sal 97,1-2
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.
Cantáte Dómino cánticum novum,
quia mirabília fecit Dóminus;
ante conspéctum géntium revelávit iustítiam suam, allelúia.
Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti
i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità
eterna. Per il nostro Signore...
Omnípotens sempitérne Deus, semper in nobis paschále pérfice
sacraméntum, ut, quos sacro baptísmate dignátus es renováre, sub
tuæ protectiónis auxílio multos fructus áfferant, et ad ætérnæ
vitæ gáudia perveníre concédas. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera
vite, donaci il tuo Spirito, perché amandoci gli uni agli altri
di sincero amore, diventiamo primizie di umanità nuova e
portiamo frutti di santità e di pace. Per il nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 9, 26-31
Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo
aveva visto il Signore.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi
ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che
fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e
raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore
che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con
coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e
andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome
del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma
questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i
fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e
la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e,
con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 21
A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
Seconda Lettura 1 Gv 3, 18-24
Questo è il suo comandamento: che crediamo e ci amiamo.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e
nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui
rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci
rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni
cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo
fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui,
perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli
è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio
suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il
precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane
in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in
noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Canto al Vangelo Cf Gv 15,4a.5b
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.
+ Vangelo Gv 15, 1-8
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite
vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non
porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo
pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della
parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare
frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi
se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non
potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il
tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo
bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete
quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il
Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei
discepoli».
Sulle Offerte
O Dio, che in questo scambio di doni ci fai partecipare alla
comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della
tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro
Signore.
Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia,
uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta,
quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis
móribus assequámur. Per Christum.
Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e soprattutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:
Te quidem, Dómine,
omni témpore confitéri,
sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,
cum Pascha nostrum immolátus est Christus.
Qui, oblatióne córporis sui,
antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,
et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,
idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.
Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,
totus in orbe terrárum mundus exsúltat.
Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ
potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,
sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona alla Comunione
Gv 14,6
«Io sono la via, la verità e la vita»,
dice il Signore. Alleluia.
Ego sum vitis vera et vos pálmites, dicit Dóminus; qui manet in
me et ego in eo, hic fert fructum multum, allelúia.
Dopo la Comunione
Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di
questi santi misteri, e fa' che passiamo dalla decadenza del
peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro
Signore.
Pópulo tuo, quæsumus, Dómine, adésto propítius, et, quem
mystériis cæléstibus imbuísti, fac ad novitátem vitæ de
vetustáte transíre. Per Christum. |