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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
10
NOVEMBRE
XXXI
SETTIMANA DEL
TEMPO ORDINARIO
-
VENERDÌ
SAN LEONE MAGNO (m)
Papa e Dottore della Chiesa
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo Cristo Signore,
fonte di ogni sapienza.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Sono sfinito dal gridare
nell'attesa del mio Dio.
SALMO 68, 2-13
(I) Mi divora lo zelo per la tua casa
Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34).
Salvami, o Dio: *
l'acqua mi giunge alla gola.
Affondo nel fango e non ho sostegno; †
sono caduto in acque profonde *
e l'onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, †
riarse sono le mie fauci; *
i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio.
Più numerosi dei capelli del mio capo *
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano: *
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
Dio, tu conosci la mia stoltezza *
e le mie colpe non ti sono nascoste.
Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, *
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni *
chi ti cerca, Dio d'Israele.
Per te io sopporto l'insulto *
e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, *
un forestiero per i figli di mia madre.
Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, *
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno *
ed è stata per me un'infamia.
Ho indossato come vestito un sacco *
e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, *
gli ubriachi mi dileggiavano.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Sono sfinito dal gridare
nell'attesa del mio Dio.
2^ Antifona
Hanno messo nel mio cibo veleno,
nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto.
SALMO 68, 14-22
(II) Mi divora lo zelo per la tua
casa
Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34).
Ma io innalzo a te la mia preghiera, *
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, *
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Salvami dal fango, che io non affondi, †
liberami dai miei nemici *
e dalle acque profonde.
Non mi sommergano i flutti delle acque †
e il vortice non mi travolga, *
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; *
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo, *
sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami, *
salvami dai miei nemici.
Tu conosci la mia infamia, †
la mia vergogna e il mio disonore; *
davanti a te sono tutti i miei nemici.
L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. †
Ho atteso compassione, ma invano, *
consolatori, ma non ne ho trovati.
Hanno messo nel mio cibo veleno *
e quando avevo sete mi hanno fatto bere l'aceto.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Hanno messo nel mio cibo veleno,
nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto.
3^ Antifona
Cercate il Signore
e avrete la vita.
SALMO 68, 30-37
(III) Mi divora lo zelo per la tua
casa
Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34).
Io sono infelice e sofferente; *
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con il canto, *
lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori, *
più dei giovenchi con corna e unghie.
Vedano gli umili e si rallegrino; *
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri *
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui acclamino i cieli e la terra, *
i mari e quanto in essi si muove.
Perché Dio salverà Sion, †
ricostruirà le città di Giuda: *
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, *
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Cercate il Signore
e avrete la vita.
Versetto
V. Il Signore ci insegni le sue vie:
R. e noi andremo per i suoi sentieri.
Prima Lettura
Dal
secondo libro dei Maccabei 12, 32-46
Il sacrificio espiatorio per i morti
Dopo la festa chiamata Pentecoste, Giuda e i suoi uomini mossero contro
Gorgia, stratega dell'Idumea. Questi avanzò con tremila fanti e
quattrocento cavalieri. Schieratisi in combattimento, caddero un piccolo
numero di Giudei. Un certo Dositeo, degli uomini di Bacenore, abile nel
cavalcare e valoroso, si attaccò a Gorgia e, afferratolo per la clamide,
lo trascinava a gran forza volendo prendere vivo quello scellerato; ma
uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli la spalla e
Gorgia poté fuggire a Maresa. Poiché gli uomini di Esdrin combattevano
da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si
mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. Poi, intonato nella
lingua paterna il grido di guerra che si accompagnava agli inni, diede
un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga.
Giuda poi radunò l'esercito e venne alla città di Odollam; poiché si
compiva la settimana, si purificarono secondo l'uso e vi passarono il
sabato. Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria,
gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i
loro parenti nei sepolcri di famiglia. Ma trovarono sotto la tunica di
ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce
ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano
caduti. Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che
rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che
il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò
tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i
propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta
una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le
inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio,
agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della
risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti
sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i
morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro
che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua
considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il
sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
Responsorio
Cfr. 2 Mac 12, 45
R. Coloro che si addormentano nella morte con la fede dei padri *
avranno una magnifica ricompensa.
V. Santo e salutare è il pensiero di offrire il sacrificio espiatorio
per i morti, perché siano assolti dal peccato:
R. avranno una magnifica ricompensa.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 4,1-2; PL 54,148-149)
Il servizio specifico del nostro ministero
Tutta la Chiesa di Dio è ordinata in gradi gerarchici distinti, in modo
che l'intero sacro corpo sia formato da membra diverse. Ma, come dice
l'Apostolo, tutti noi siamo uno in Cristo (cfr. Gal 3, 28). La divisione
degli uffici non è tale da impedire che ogni parte, per quanto piccola,
sia collegata con il capo. Per l'unità della fede e del battesimo c'è
dunque fra noi, o carissimi, una comunione indissolubile sulla base di una
comune dignità. Lo afferma l'apostolo Pietro: «Anche voi venite
impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale,
per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio,
per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2, 5), e più avanti: «Ma voi
siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo
che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9).
Tutti quelli che sono rinati in Cristo conseguono dignità regale per il
segno della croce. Con l'unzione dello Spirito Santo poi sono consacrati
sacerdoti. Non c'è quindi solo quel servizio specifico proprio del nostro
ministero, perché tutti i cristiani sono rivestiti di un carisma
spirituale e soprannaturale, che li rende partecipi della stirpe regale e
dell'ufficio sacerdotale. Non è forse funzione regale il fatto che
un'anima, sottomessa a Dio, governi il suo corpo? Non è forse funzione
sacerdotale consacrare al Signore una coscienza pura e offrirgli
sull'altare del cuore i sacrifici immacolati del nostro culto? Per grazia
di Dio queste funzioni sono comuni a tutti. Ma da parte vostra è cosa
santa e lodevole che vi rallegriate per il giorno della nostra elezione
come di un vostro onore personale. Così tutto il corpo della Chiesa
riconosce che il carattere sacro della dignità pontificia è unico.
Mediante l'unzione santificatrice, esso rifluisce certamente con maggiore
abbondanza nei gradi più alti della gerarchia, ma discende anche in
considerevole misura in quelli più bassi,
La comunione di tutti con questa nostra Sede è, quindi, o carissimi, il
grande motivo della letizia. Ma gioia più genuina e più alta sarà per
noi se non vi fermerete a considerare la nostra povera persona, ma
piuttosto la gloria del beato Pietro apostolo.
Si celebri dunque in questo giorno venerando soprattutto colui che si
trovò vicino alla sorgente stessa dei carismi e da essa ne fu riempito e
come sommerso. Ecco perché molte prerogative erano esclusive della sua
persona e, d'altro canto, niente è stato trasmesso ai successori che non
si trovasse già in lui.
Allora il Verbo fatto uomo abitava già in mezzo a noi. Cristo aveva già
dato tutto se stesso per la redenzione del genere umano.
Responsorio Cfr.
Mt 16,18; Sal 47,9
R. Gesù disse a Simone: Tu sei
Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa; * le potenze degli
inferi non la vinceranno,
V. Dio la rende stabile per sempre:
R. le potenze degli inferi non la
vinceranno.
Orazione
O Dio, che non permetti alle potenze del male di prevalere contro la tua Chiesa, fondata sulla roccia di Pietro, per l'intercessione del papa san Leone Magno fa' che resti salda nella tua verità e proceda sicura nella pace. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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