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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
8
AGOSTO
XVIII
SETTIMANA DEL
TEMPO ORDINARIO
- MARTEDÌ
SAN DOMENICO (m)
Sacerdote
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il pastore supremo,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Affida al Signore la tua via,
ed egli compirà la sua opera.
SALMO 36, 1-11 (I) Il destino dell'empio e del giusto
Beati i miti perché erediteranno la terra (Mt 5, 5).
Non adirarti contro gli empi, *
non invidiare i malfattori.
Come fieno presto appassiranno, *
cadranno come erba del prato.
Confida nel Signore e fa’ il bene, *
abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia nel Signore, *
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Manifesta al Signore la tua via, *
confida in lui: compirà la sua opera;
farà brillare come luce la tua giustizia, *
come il meriggio il tuo diritto.
Sta’ in silenzio davanti al Signore *
e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo, *
per l'uomo che trama insidie.
Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, *
non irritarti: faresti del male,
poiché i malvagi saranno sterminati, *
ma chi spera nel Signore possederà la terra.
Ancora un poco e l'empio scompare, *
cerchi il suo posto e più non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra *
e godranno di una grande pace.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Affida al Signore la tua via,
ed egli compirà la sua opera.
2^ Antifona
Allontànati dal male, fa' il bene:
il Signore sostiene i giusti.
SALMO 36, 12-29 (II) Il destino dell'empio e del giusto
Beati i miti perché erediteranno la terra (Mt 5, 5).
L'empio trama contro il giusto, *
contro di lui digrigna i denti.
Ma il Signore ride dell'empio, *
perché vede arrivare il suo giorno.
Gli empi sfoderano la spada
e tendono l'arco †
per abbattere il misero e l'indigente, *
per uccidere chi cammina sulla retta via.
La loro spada raggiungerà il loro cuore *
e i loro archi si spezzeranno.
Il poco del giusto è cosa migliore *
dell'abbondanza degli empi;
le braccia degli empi saranno spezzate, *
ma il Signore è il sostegno dei giusti.
Conosce il Signore la vita dei buoni, *
la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura *
e nei giorni della fame saranno saziati.
Poiché gli empi periranno, †
i nemici del Signore appassiranno
come lo splendore dei prati, *
tutti come fumo svaniranno.
L'empio prende in prestito e non restituisce, *
ma il giusto ha compassione e dà in dono.
Chi è benedetto da Dio possederà la terra, *
ma chi è maledetto sarà sterminato.
Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo *
e segue con amore il suo cammino.
Se cade, non rimane a terra, *
perché il Signore lo tiene per mano.
Sono stato fanciullo e ora sono vecchio, †
non ho mai visto il giusto abbandonato *
né i suoi figli mendicare il pane.
Egli ha sempre compassione e dà in prestito, *
per questo la sua stirpe è benedetta.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, *
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli; †
gli empi saranno distrutti per sempre *
e la loro stirpe sarà sterminata.
I giusti possederanno la terra *
e la abiteranno per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Allontànati dal male, fa' il bene:
il Signore sostiene i giusti.
3^ Antifona
Spera nel Signore
e seguì la sua via.
SALMO 36, 30-40 (III) Il destino dell'empio e del giusto
Beati i miti perché erediteranno la terra (Mt 5, 5).
La bocca del giusto proclama la sapienza, *
e la sua lingua esprime la giustizia;
la legge del suo Dio è nel suo cuore, *
i suoi passi non vacilleranno.
L'empio spia il giusto *
e cerca di farlo morire.
Il Signore non lo abbandona alla sua mano, *
nel giudizio non lo lascia condannare.
Spera nel Signore e segui la sua via: †
ti esalterà e tu possederai la terra *
e vedrai lo sterminio degli empi.
Ho visto l'empio trionfante *
ergersi come cedro rigoglioso;
sono passato e più non c'era, *
l'ho cercato e più non si è trovato.
Osserva il giusto e vedi l'uomo retto, *
l'uomo di pace avrà una discendenza.
Ma tutti i peccatori saranno distrutti, *
la discendenza degli empi sarà sterminata.
La salvezza dei giusti viene dal Signore, *
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
il Signore viene in loro aiuto e li scampa, †
li libera dagli empi e dà loro salvezza, *
perché in lui si sono rifugiati.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Spera nel Signore
e seguì la sua via.
Versetto
V. Insegnami sapienza e conoscenza:
R. ho fiducia nelle tue parole.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Amos 7,1-17
Le visioni della rovina d'Israele
Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio: egli formava uno sciame di
cavallette quando cominciava a germogliare la seconda erba, quella che
spunta dopo la falciatura del re. Quando quelle stavano per finire di
divorare l'erba della regione, io dissi: «Signore Dio, perdona, come potrà
resistere Giacobbe?
È
tanto piccolo». Il Signore si impietosì: «Questo non avverrà», disse il
Signore.
Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio: il Signore Dio chiamava per il
castigo il fuoco che consumava il grande abisso e divorava la campagna. Io
dissi: «Signore Dio, desisti! Come potrà resistere Giacobbe? È tanto
piccolo». Il Signore se ne pentì: «Neanche questo avverrà», disse il
Signore.
Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio: il Signore stava sopra un muro
tirato a piombo e con un piombino in mano. Il Signore mi disse: «Che cosa
vedi, Amos?». Io risposi: «Un piombino». Il Signore mi disse: «Io pongo un
piombino in mezzo al mio popolo, Israele; non gli perdonerò più. Saranno
demolite le alture d'Isacco e i santuari d'Israele saranno ridotti in
rovine, quando io mi leverò con la spada contro la casa di Geroboàmo».
Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re di Israele: «Amos
congiura contro di te in mezzo alla casa di Israele; il paese non può
sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: Di spada morirà Geroboàmo e
Israele sarà condotto in esilio lontano dal suo paese». Amasia disse ad
Amos: «Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il
tuo pane e là potrai profetizzare ma a Betel non profetizzare più, perché
questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad
Amasia:
«Non ero profeta, né figlio di profeta;
ero un pastore e raccoglitore di sicomori;
il Signore mi prese di dietro al bestiame
e il Signore mi disse:
Va', profetizza al mio popolo Israele.
Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: Non profetizzare contro Israele,
né predicare contro la casa di Isacco. Ebbene, dice il Signore: Tua moglie
si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada,
la tua terra sarà spartita con la corda, tu morirai in terra immonda e
Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra».
Responsorio Cfr. Am 3, 7. 8; 7, 15
R. Il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai
suoi servi, i profeti: * Dio ha parlato: chi può non profetare?
V. Il Signore mi prese mentre seguivo il gregge e mi disse: Va', profetizza
al mio popolo.
R. Dio ha parlato: chi può non profetare?
Seconda Lettura
Dalla «Storia dell'Ordine dei Predicatori»
(Libellus de Principiis O.P:; Acta canoniz. sancti Dominici; Monumenta O.P.
Mist. 16, Romae 1935, pp. 30 ss., 146-147)
O parlava con Dio, o parlava di Dio
Domenico era dotato di grande santità ed era sostenuto sempre da un intenso
impeto di fervore divino. Bastava vederlo per rendersi conto di essere di
fronte a un privilegiato della grazia.
V'era in lui un'ammirabile inalterabilità di carattere, che si turbava solo
per solidarietà col dolore altrui. E poiché il cuore gioioso rende sereno
il volto, tradiva la placida compostezza dell'uomo interiore con la bontà
esterna e la giovialità dell'aspetto.
Si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle
opere. Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile
con i fratelli e con gli altri. Di notte nessuno era più assiduo e più
impegnato nel vegliare e pregare.
Era assai parco di parole e, se apriva la bocca, era o per parlare con Dio
nella preghiera o per parlare di Dio. Questa era la norma che seguiva e
questa pure raccomandava ai fratelli.
La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità
ardente, che lo spingesse a operare efficacemente alla salvezza degli
uomini. Riteneva infatti di poter arrivare a essere membro perfetto del
corpo di Cristo solo qualora si fosse dedicato totalmente e con tutte le
forze a conquistare anime. Voleva imitare in ciò il Salvatore, offertosi
tutto per la nostra salvezza.
A questo fine, ispirato da Dio, fondò l'Ordine dei Frati Predicatori,
attuando un progetto provvidenziale da lungo accarezzato.
Esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l'Antico
e il Nuovo Testamento. Portava continuamente con sé il vangelo di Matteo e
le lettere di san Paolo, e meditava così lungamente queste ultime da
arrivare a saperle quasi a memoria.
Due o tre volte fu eletto vescovo; ma egli sempre rifiutò, volendo
piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Conservò illibato sino
alla fine lo splendore della sua verginità.
Desiderava di essere flagellato, fatto a pezzi e morire per la fede di
Cristo. Gregorio IX ebbe a dire di lui: «Conosco un uomo, che seguì in
tutto e per tutto il modo di vivere degli apostoli; non v'è dubbio che egli
in cielo sia associato alla loro gloria».
Responsorio Cfr.
Sir 48, 1; Ml 2, 6
R. Simile al fuoco, sorse un nuovo araldo della salvezza. * La sua parola
bruciava come fiaccola.
V. Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, né c'era falsità sulle sue
labbra.
R. La sua parola bruciava come fiaccola.
Orazione
Guida e proteggi, Signore, la tua Chiesa per i meriti e gli insegnamenti del
Padre san Domenico: egli, che fu insigne predicatore della tua verità,
interceda come nostro patrono davanti a te. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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