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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
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LUGLIO
XVI
SETTIMANA DEL
TEMPO ORDINARIO
-
VENERDÌ
SANTI GIOACCHINO E ANNA (m)
Genitori della Beata Vergine Maria
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il Signore:
la sua gloria risplende nei santi.
Oppure:
Nella festa dei santi Gioacchino e Anna,
Lodiamo il Signore nostro Dio.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Uniamoci, o fratelli,
con cuore puro e ardente
alla lode festosa
della Chiesa di Cristo.
In questo giorno santo
la carità divina
congiunge i santi Gioacchino e Anna
al regno dei beati.
La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell'Amore di Dio.
Egli è modello e guida
a coloro che servono
le membra sofferenti
del corpo del Signore.
Dolce amico dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via dell'amore.
A te sia lode, o Cristo,
immagine del Padre,
che sveli nei tuoi santi
la forza dello Spirito. Amen.
1^ Antifona
Non disprezzare la mia supplica, o Dio,
nel clamore degli empi.
SALMO 54, 2-9
(I) L'amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo? (Lc 22, 48).
Porgi l'orecchio, Dio, alla mia preghiera, †
non respingere la mia supplica; *
dammi ascolto e rispondimi.
Mi agito nel mio lamento *
e sono sconvolto al grido del nemico,
al clamore dell'empio.
Contro di me riversano sventura, *
mi perseguitano con furore.
Dentro di me freme il mio cuore, *
piombano su di me terrori di morte.
Timore e spavento mi invadono *
e lo sgomento mi opprime.
Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, *
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano, *
abiterei nel deserto.
Riposerei in un luogo di riparo *
dalla furia del vento e dell'uragano».
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Non disprezzare la mia supplica, o Dio,
nel clamore degli empi.
2^ Antifona
Dall'assalto del nemico
Dio ci ha liberato.
SALMO 54, 10-15
(II) L'amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo? (Lc 22, 48).
Disperdili, Signore, †
confondi le loro lingue: *
ho visto nella città violenza e contese.
Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; †
all'interno iniquità, travaglio e insidie *
e non cessano nelle sue piazze
sopruso e inganno.
Se mi avesse insultato un nemico, *
l'avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario, *
da lui mi sarei nascosto.
Ma sei tu, mio compagno, *
mio amico e confidente;
ci legava una dolce amicizia, *
verso la casa di Dio camminavamo in festa.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Dall'assalto del nemico
Dio ci ha liberato.
3^ Antifona
Getta nel Signore il tuo affanno:
egli ti salverà.
SALMO 54, 17-24
(III) L'amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo? (Lc 22, 48).
Io invoco Dio e il Signore mi salva. †
Di sera, al mattino, a mezzogiorno
mi lamento e sospiro *
ed egli ascolta la mia voce;
mi salva, mi dà pace da coloro che mi combattono: *
sono tanti i miei avversari.
Dio mi ascolta e li umilia, *
egli che domina da sempre.
Per essi non c'è conversione *
e non temono Dio.
Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, *
ha violato la sua alleanza.
Più untuosa del burro è la sua bocca, *
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell'olio le sue parole, *
ma sono spade sguainate.
Getta sul Signore il tuo affanno †
ed egli ti darà sostegno, *
mai permetterà che il giusto vacilli.
Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba *
gli uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. *
Ma io, Signore, in te confido.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Getta nel Signore il tuo affanno:
egli ti salverà.
Versetto
V. Ascolta, figlio, la voce della sapienza:
R. porgi l'orecchio ai miei insegnamenti.
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 5, 1-21
La dimora eterna nei cieli. Il ministero
della riconciliazione
Fratelli, sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra
abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna,
non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro
stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però
di esser trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo
corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma
sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E' Dio
che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo
nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non
ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal
corpo ed abitare presso il Signore. Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel
corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo
comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la
ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in
male.
Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli
uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di
esserlo anche davanti alle vostre coscienze. Non ricominciamo a
raccomandarci a voi, ma è solo per darvi occasione di vanto a nostro
riguardo, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore
e non nel cuore. Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se
siamo assennati, è per voi.
Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e
quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono
non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per
loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e
anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo
più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie
sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante
Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. E' stato Dio
infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le
loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo
quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro.
Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui
che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore,
perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
Responsorio 2 Cor 5, 18; Rm 8, 32
R. Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo * e ci ha affidato il
ministero della riconciliazione.
V. Egli non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi,
R. e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san
Giovanni Damasceno, vescovo
(Disc. 6, per la Natività della B. V. Maria 2. 4. 5. 6; PG 96, 663.
667.670)
Li conoscerete dai loro frutti
Poiché doveva avvenire che la Vergine Madre di Dio nascesse da Anna, la
natura non osò precedere il germe della grazia; ma rimase senza il proprio
frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere infatti quella
primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel
quale tutte le cose sussistono» (Col 1, 17). O felice coppia, Gioacchino ed
Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha
offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola
era degna del creatore.
Rallègrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di
giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). Esulta, o
Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo, ci è stato
dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza
per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino è Dio.
O Giacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del
vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li
conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della
vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque.
Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella
perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il
parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della
mente e dell'anima e del corpo.
O Giachino ed Anna, coppia castissima! Voi, conservando la castità
prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per divina virtù, ciò
che supera la natura: avete donato al mondo la madre di Dio che non conobbe
uomo. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete
dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli
angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato
il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le
labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché
tu conservassi in tutto la verginità! «Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce,
gridate, non temete.
Responsorio Cfr. Lc 2, 37. 38; 7, 16
R. Notte e giorno, con digiuni e preghiere servivano il Signore, *
aspettavano la redenzione d'Israele.
V. Pregavano Dio di venire a visitare il suo popolo,
R. aspettavano la redenzione d'Israele.
Orazione
O Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il
privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per loro
intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna.
Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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