Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture 

23 FEBBRAIO
VII
SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO -
MERCOLEDÌ

SAN POLICARPO (m)
Vescovo e martire

UFFICIO DELLE LETTURE

 
INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia
(Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra
(Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce
(Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere
(Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo »
(Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen
(Ant.).
 

Inno

Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

1^ Antifona
Davanti al tuo volto, Signore,
grazia e fedeltà.


SALMO 88, 2-19
   (I) La misericordia di Dio per la casa di Davide
Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23).

Canterò senza fine le grazie del Signore, *
con la mia bocca 
annunzierò la tua fedeltà nei secoli, 

perché hai detto: 
«La mia grazia rimane per sempre»; *
la tua fedeltà è fondata nei cieli. 

«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, *
ho giurato a Davide mio servo: 
stabilirò per sempre la tua discendenza, *
ti darò un trono che duri nei secoli». 

I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, *
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi. 
Chi sulle nubi è uguale al Signore, *
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio? 

Dio è tremendo nell'assemblea dei santi, *
grande e terribile tra quanti lo circondano. 

Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? *
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona. 

Tu domini l'orgoglio del mare, *
tu plachi il tumulto dei suoi flutti. 
Tu hai calpestato Raab come un vinto, *
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. 

Tuoi sono i cieli, tua è la terra, *
tu hai fondato il mondo e quanto contiene; 
il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, *
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome. 

E' potente il tuo braccio, *
forte la tua mano, alta la tua destra. 
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, *
grazia e fedeltà precedono il tuo volto. 

Beato il popolo che ti sa acclamare *
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto: 
esulta tutto il giorno nel tuo nome, *
nella tua giustizia trova la sua gloria. 

Perché tu sei il vanto della sua forza *
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza. 
Perché del Signore è il nostro scudo, *
il nostro re, del Santo d'Israele.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Davanti al tuo volto, Signore,
grazia e fedeltà.

2^ Antifona
Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide,
Cristo, Figlio di Dio.


SALMO 88, 20-30
   (II) La misericordia di Dio per la casa di Davide
Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23).

Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: †
«Ho portato aiuto a un prode, *
ho innalzato un eletto tra il mio popolo. 

Ho trovato Davide, mio servo, *
con il mio santo olio l'ho consacrato; 
la mia mano è il suo sostegno, *
il mio braccio è la sua forza. 

Su di lui non trionferà il nemico, *
né l'opprimerà l'iniquo. 
Annienterò davanti a lui i suoi nemici *
e colpirò quelli che lo odiano. 

La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui *
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. 
Stenderò sul mare la sua mano *
e sui fiumi la sua destra. 

Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, *
mio Dio e roccia della mia salvezza. 
Io lo costituirò mio primogenito, *
il più alto tra i re della terra. 

Gli conserverò sempre la mia grazia, *
la mia alleanza gli sarà fedele. 
Stabilirò per sempre la sua discendenza, *
il suo trono come i giorni del cielo».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide,
Cristo, Figlio di Dio.

3^ Antifona
Dio ha promesso a Davide, suo servo:
Per sempre durerà la tua discendenza.


SALMO 88, 31-38
   (III) La misericordia di Dio per la casa di Davide
Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23).

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge *
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti *
e non osserveranno i miei comandi,
 
punirò con la verga il loro peccato *
e con flagelli la loro colpa. 

Ma non gli toglierò la mia grazia *
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
Non violerò la mia alleanza, *
non muterò la mia promessa.
 
Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: *
certo non mentirò a Davide.
 
In eterno durerà la sua discendenza, *
il suo trono davanti a me quanto il sole,
sempre saldo come la luna, *
testimone fedele nel cielo».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Dio ha promesso a Davide, suo servo:
Per sempre durerà la tua discendenza.


Versetto

V. Luce e sapienza per chi è semplice
R. la rivelazione della tua parola.


Prima Lettura

Dal libro di Qoèlet 5, 9 - 6, 8


Vanità delle ricchezze

Chi ama il denaro, mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza, non ne trae profitto. Anche questo è vanità. Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi?
Dolce è il sonno del lavoratore,
poco o molto che mangi;
ma la sazietà del ricco
non lo lascia dormire.
Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze custodite dal padrone a proprio danno. Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani. Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé. Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento? Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell'oscurità e nel pianto fra molti guai, malanni e crucci.
Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà: è questa la sua sorte. Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio. Egli non penserà infatti molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del suo cuore.
Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini. A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l'aborto, perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell'altro. Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?
Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia. Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?


Responsorio
   Cfr. Pro 30, 8; Sal 30, 15-16
R. Tieni lontane da me, Signore, falsità e menzogna. * Non darmi né povertà né ricchezza, ma soltanto il cibo necessario.
V. Io confido in te, Signore; nelle tue mani sono i miei giorni.
R. Non darmi né povertà né ricchezza, ma soltanto il cibo necessario.

 
Seconda Lettura

Dalla «Lettera della chiesa di Smirne sul martirio di san Policarpo»
(13, 2-15, 3; Funk, Patres apost. 1, 297-299)

Come sacrificio gradevole e accetto
Quando il rogo fu pronto, Policarpo si spogliò di tutte le vesti e, sciolta la cintura, tentava anche di togliersi i calzari, cosa che prima non faceva, perché sempre tutti i fedeli andavano a gara a chi più celermente riuscisse a toccare il suo corpo. Anche prima del martirio era stato trattato con ogni rispetto, per i suoi santi costumi. Subito fu circondato di tutti gli strumenti che erano stati preparati per il suo rogo. Ma quando stavano per configgerlo con i chiodi disse:
«Lasciatemi così: perché colui che mi dà la grazia di sopportare il fuoco mi concederà anche di rimanere immobile sul rogo senza la vostra precauzione dei chiodi». Quelli allora non lo confissero con i chiodi ma lo legarono.
Egli dunque, con le mani dietro la schiena e legato, come un bell'ariete scelto da un gregge numeroso, quale vittima accetta a Dio preparata per il sacrificio, levando gli occhi al cielo disse:
«Signore, Dio onnipotente, Padre del tuo diletto e benedetto Figlio Gesù Cristo, per mezzo del quale ti abbiamo conosciuto; Dio degli Angeli e delle Virtù, di ogni creatura e di tutta la stirpe dei giusti che vivono al tuo cospetto: io ti benedico perché mi hai stimato degno in questo giorno e in quest'ora di partecipare, con tutti i martiri, al calice del tuo Cristo, per la risurrezione dell'anima e del corpo nella vita eterna, nell'incorruttibilità per mezzo dello Spirito Santo. Possa io oggi essere accolto con essi al tuo cospetto quale sacrificio ricco e gradito, così come tu, Dio senza inganno e verace, lo hai preparato e me l'hai fatto vedere in anticipo e ora l'hai adempiuto.
Per questo e per tutte le cose io ti lodo, ti benedico, ti glorifico insieme con l'eterno e celeste sacerdote Gesù Cristo, tuo diletto Figlio, per mezzo del quale a te e allo Spirito Santo sia gloria ora e nei secoli futuri. Amen
». Dopo che ebbe pronunciato l'Amen e finito di pregare, gli addetti al rogo accesero il fuoco. Levatasi una grande fiammata, noi, a cui fu dato di scorgerlo perfettamente, vedemmo allora un miracolo e siamo stati conservati in vita per annunziare agli altri le cose che accaddero.
Il fuoco si dispose a forma di arco a volta come la vela di una nave gonfiata dal vento e avvolse il corpo del martire come una parete. Il corpo stava al centro di essa, ma non sembrava carne che bruciasse, bensì pane cotto oppure oro e argento reso incandescente. E noi sentimmo tanta soavità di profumo, come di incenso o di qualche altro aroma prezioso.

Responsorio  Ap 2, 8-9. 10
R. All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita. Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei ricco.* Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita.
V. Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova.
R. Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita.

Orazione

O Dio, Signore e Padre di tutti gli uomini, che hai unito alla schiera dei martiri il vescovo san Policarpo, concedi anche a noi, per sua intercessione, di bere al calice della passione del Cristo e di comunicare alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

 

 

Sommario Liturgia


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