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       Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture  | 
  
11
      FEBBRAIO
      V
      SETTIMANA DEL
      TEMPO ORDINARIO
      
      - 
      SABATO
      
BEATA
      MARIA VERGINE DI LOURDES (mf)
      UFFICIO
      DELLE LETTURE
    
    
    INVITATORIO
    V. Signore, apri le mie labbra
    R. e la mia bocca proclami la tua lode.
     
    Antifona
    Venite, adoriamo il Cristo Signore,
    figlio della Vergine Maria.
    
    Oppure:
    Celebriamo la festa di Maria,
    inneggiamo al Signore.
     
    SALMO 94  Invito
    a lodare Dio
    (
    Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
    Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
    (Eb 3,13).
    
    Si enunzia e si ripete l'antifona.
    
    Venite, applaudiamo al Signore, *
    acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
    Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
    a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
    
    Poiché grande Dio è il Signore, *
    grande re sopra tutti gli dèi.
    Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
    sono sue le vette dei monti.
    Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
    le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
    
    Venite, prostràti adoriamo, *
    in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
    Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
    il gregge che egli conduce (Ant.).
    
    Ascoltate oggi la sua voce: †
    « Non indurite il cuore, *
    come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
    
    dove mi tentarono i vostri padri: *
    mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
    
    Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
    e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
    non conoscono le mie vie;
     
    perciò ho giurato nel mio sdegno: *
    Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
    
    Gloria al Padre e al Figlio *
    e allo Spirito Santo. 
    Come era nel principio, e ora e sempre, *
    nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
     
    Inno
    «Vergine madre, figlia del tuo figlio,
    umile e alta più che creatura,
    termine fisso d'eterno consiglio,
    
    tu se' colei che l'umana natura
    nobilitasti sì, che 'l suo fattore
    non disdegnò di farsi sua fattura.
    
    Nel ventre tuo si raccese l'amore
    per lo cui caldo ne l'eterna pace
    così è germinato questo fiore.
    
    Qui se' a noi meridïana face
    di caritate, e giuso, intra i mortali,
    se' di speranza fontana vivace.
    
    Donna, se' tanto grande e tanto vali,
    che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
    sua disïanza vuol volar sanz'ali.
    
    La tua benignità non pur soccorre
    a chi domanda, ma molte fïate
    liberamente al dimandar precorre.
    
    In te misericordia, in te pietate,
    in te magnificenza, in te s'aduna
    quantunque in creatura è di bontate».
    
    1^ Antifona
	Chi si fa piccolo come un bambino
	sarà il più grande nel regno dei cieli.
	
	SALMO 130   Confidare in Dio come il 
	bimbo nella madre 
	Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29)
	
	
	Signore, non si inorgoglisce il mio cuore *
	e non si leva con superbia il mio sguardo; 
	non vado in cerca di cose grandi, *
	superiori alle mie forze. 
	
	Io sono tranquillo e sereno †
	come bimbo svezzato in braccio a sua madre, *
	come un bimbo svezzato è l'anima mia. 
	
	Speri Israele nel Signore, *
	ora e sempre.
	
	Gloria al Padre e al Figlio *
	e allo Spirito Santo. 
	Come era nel principio, e ora e sempre, *
	nei secoli dei secoli. Amen.
	
	1^ Antifona
	Chi si fa 
	piccolo come un bambino
	sarà il più grande nel regno dei cieli.
	
	2^ Antifona
	In sincerità e 
	gioia, mio Dio,
	offro a te tutti i tuoi doni.
	
	SALMO 131, 1-10   (I)  Le promesse 
	divine fatte a Davide
	Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre (Lc 1, 32).
	
	
	Ricordati, Signore, di Davide, *
	di tutte le sue prove, 
	quando giurò al Signore, *
	al Potente di Giacobbe fece voto: 
	
	«Non entrerò sotto il tetto della mia casa, *
	non mi stenderò sul mio giaciglio, 
	non concederò sonno ai miei occhi *
	né riposo alle mie palpebre, 
	
	finché non trovi una sede per il Signore, *
	una dimora per il Potente di Giacobbe». 
	
	Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata, *
	l'abbiamo trovata nei campi di Iàar. 
	Entriamo nella sua dimora, *
	prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. 
	
	Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, *
	tu e l'arca della tua potenza. 
	I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, *
	i tuoi fedeli cantino di gioia. 
	
	Per amore di Davide tuo servo *
	non respingere il volto del tuo consacrato.
	
	Gloria al Padre e al Figlio *
	e allo Spirito Santo. 
	Come era nel principio, e ora e sempre, *
	nei secoli dei secoli. Amen.
	
	2^ Antifona
	In sincerità e 
	gioia, mio Dio,
	offro a te tutti i tuoi doni.
	
	3^ Antifona
	Dio ha dato al 
	Cristo il trono di Davide,
	il suo regno sarà senza fine.
	
	SALMO 131, 11-18  (II) Elezione di 
	Davide e di Sion
	Ora appunto ad Abramo e alla sua discendenza furono fatte le promesse ... 
	cioè a Cristo (Gal 3, 16). 
	
	Il Signore ha giurato a Davide †
	e non ritratterà la sua parola: *
	«Il frutto delle tue viscere 
	io metterò sul tuo trono! 
	
	Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza †
	e i precetti che insegnerò ad essi, *
	anche i loro figli per sempre 
	sederanno sul tuo trono». 
	
	Il Signore ha scelto Sion, *
	l'ha voluta per sua dimora: 
	«Questo è il mio riposo per sempre; *
	qui abiterò, perché l'ho desiderato. 
	
	Benedirò tutti i suoi raccolti, *
	sazierò di pane i suoi poveri. 
	Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, *
	esulteranno di gioia i suoi fedeli. 
	
	Là farò germogliare la potenza di Davide, *
	preparerò una lampada al mio consacrato. 
	Coprirò di vergogna i suoi nemici, *
	ma su di lui splenderà la corona».
	
	Gloria al Padre e al Figlio *
	e allo Spirito Santo. 
	Come era nel principio, e ora e sempre, *
	nei secoli dei secoli. Amen.
	
	3^ Antifona
	Dio ha dato al Cristo il trono di Davide,
	il suo regno sarà senza fine.
	
	Versetto
	V. Venite, ammirate le opere del Signore:
	R. ha fatto cose stupende sulla terra.
	
	
	Prima Lettura
	Dalla 
	lettera ai Galati di san Paolo, apostolo 5, 25 - 6, 18
	
	Consigli riguardo alla carità e allo zelo
	Fratelli, se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non 
	cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.
	Qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito 
	correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in 
	tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di 
	Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna 
	se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se 
	stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà 
	il proprio fardello.
	Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo 
	istruisce. Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. 
	Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, 
	dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito 
	raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non 
	desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, 
	operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.
	Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano. Quelli che 
	vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, 
	solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo.
	Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la 
	vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. Quanto a me invece 
	non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per 
	mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
	Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma 
	l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e 
	misericordia, come su tutto l'Israele di Dio.
	D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di 
	Gesù nel mio corpo.
	La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, 
	fratelli. Amen.
	
	Responsorio
	  Cfr. 
	Gal 6, 7. 8; Gv 6, 63
	R. Ciascuno raccoglie ciò che seminato. Chi semina nella carne, raccoglie 
	corruzione; * chi semina nello spirito, raccoglie vita eterna.
	V. E' lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla:
	R. chi semina nello spirito, raccogli vita eterna.
      
    Seconda Lettura
    Dalla «Lettera» di santa Maria Bernardetta
    Soubirous, vergine
    (Lettera a P. Gondrand, a. 1861; cfr. A. Ravier, Le scrits de sante
    Bernardette, Paris, 1961, pp. 53-59)
    
    Una Signora mi ha parlato
    Un
    giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con
    due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli
    alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta.
    Vidi una Signora rivestita di vesti candide. Indossava un abito bianco ed
    era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d'oro,
    che era dello stesso colore della corona del rosario. A quella vista mi
    stropicciai gli occhi, credendo a un abbaglio. Misi le mani in grembo, dove
    trovai la  mia corona del rosario. Volli anche farmi il segno della
    croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la mano, che mi cadde. Avendo
    quella Signora fatto il segno della croce, anch'io, pur con mano tremante,
    mi sforzai e finalmente vi riuscii. Cominciai al tempo stesso a recitare il
    rosario, mentre anche la stessa Signora faceva scorrere i grani del suo
    rosario, senza tuttavia muovere le labbra. Terminato il rosario, la visione
    subito scomparve.
    Domandai alle due fanciulle se avessero visto qualcosa, ma quelle dissero di
    no; anzi mi interrogarono cosa avessi da rivelare loro. Allora risposi di
    aver visto una Signora in bianche vesti, ma non sapevo chi fosse. Le
    avvertii però di non farne parola. Allora anch'esse mi esortarono a non
    tornare più in quel luogo, ma io mi rifiutai.
    Vi ritornai pertanto la domenica, sentendo di esservi interiormente
    chiamata.
    Quella Signora mi parlò soltanto la terza 
    volta e mi chiese se volessi recarmi da lei per quindici giorni. Io
    le risposi di sì. Ella aggiunse che dovevo esortare i sacerdoti perché
    facessero costruire là una cappella; poi mi comandò di bere alla fontana.
    Siccome non ne vedevo alcuna, andavo verso il fiume Gave, ma ella mi fece
    cenno che non parlava del fiume e mi mostrò col dito una fontana. Recatami
    là, non trovai se non poca acqua fangosa. Accostai la mano, ma non potei
    prender niente; perciò cominciai a scavare e finalmente potei attingere un
    po' d'acqua; la buttai via per tre volte, alla quarta invece potei  berla. La visione allora scomparve ed io me ne tornai verso
    casa. 
    Per  quindici  giorni però  ritornai
    colà e  la Signora mi apparve
    tutti i giorni tranne un lunedì e un venerdì, dicendomi di nuovo di
    avvertire i  sacerdoti che
    facessero costruire là una cappella, di andare a lavarmi alla fontana e di
    pregare per la conversione dei peccatori. Le domandai più volte chi fosse,
    ma sorrideva dolcemente. Alla fine, tenendo le braccia levate ed alzando gli
    occhi al cielo, mi disse di essere l'Immacolata Concezione.
    Nello spazio di quei quindici giorni mi svelò anche tre segreti, che mi
    proibì assolutamente di rivelare ad alcuno; cosa che io ho fedelmente 
    osservato fino ad oggi.
    
    Responsorio  Lc 1,
    46. 49. 48
    R.
    L'anima mia magnifica il Signore: * grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
    e santo è il suo nome.
    V. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata;
    R. grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è
    il suo nome.
    
    
    Orazione
    O Dio, Padre misericordioso, soccorri la nostra debolezza, e per
    intercessione di Maria, Madre immacolata del tuo Figlio, fa' che risorgiamo
    dal peccato alla vita nuova. Per il nostro Signore.
    
    R. Amen.
    Benediciamo il Signore.
    R. Rendiamo grazie a Dio.
    
    
     
    
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