CONFERENZA
EPISCOPALE
ITALIANA
P R E S E N T A Z I O N E
1. La
Conferenza Episcopale Italiana è lieta di trasmettere ai pastori
d'anime e ai loro collaboratori questo ultimo frutto di un programma
organico, sviluppato dal 1963 ad oggi, nella fedeltà alle norme e allo
spirito della Costituzione liturgica e del magistero della Chiesa.
Analogamente agli altri testi, l'edizione italiana del «Benedizionale»
è stata elaborata in fasi successive —
versione parziale della tipica latina, sperimentazione, adattamento e
nuovi testi - attraverso molteplici esperienze e competenze con lo
sguardo mirato ai destinatari, singoli e comunità, in un vasto arco di
situazioni ecclesiali e sociali.
2.
Lo studio e la verifica pastorale consentiranno un approccio realistico
con la peculiarità di questa antologia, che riflette il detto
evangelico: «ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli . . .
estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13, 52). In
ossequio alle grandi categorie della riforma liturgica, il «Benedizionale»
si configura secondo il modello che fa di ogni formulario una vera e
propria celebrazione, comprendente, oltre le variabili, le due costanti:
la proclamazione della parola di Dio e la preghiera della Chiesa, che
lodando intercede per l'umanità intera (cfr nn. 16. 20. 23.).
3.
Ogni parte del «Benedizionale» si articola in un movimento ascendente
e discendente (n. 6), come nella tradizione dell'Antico e del Nuovo
Testamento. Dio è il benedetto e il benedicente (n. 1):
«Benedetto
sia Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti
con ogni benedizione spirituale
nei cieli in Cristo». (Ef 1, 3)
«Ti
benedica il Signore
e ti protegga...». (Nm 6,23)
Sullo sfondo è il «santo scambio» dell'Eucaristia, dove i doni della
creazione, il pane e il vino, sono trasformati per opera dello Spirito
Santo nel corpo e sangue di Cristo, e offerti al Padre diventano per noi
fonte di grazia e pegno di benedizione per tutto il creato:
«Per
Cristo nostro Signore,
tu, o Dio, crei e santifichi sempre,
fai vivere, benedici
e doni al mondo ogni bene».
4.
La Chiesa, partecipe del «calice di benedizione» (l Cor 10,16), per la
potenza dello Spirito si fa intermediaria di questo flusso di grazia,
che scaturisce dalla divina sorgente (cfr Ef 1, 2-14). A conferire
autenticità ed efficacia ai molteplici riti di benedizione, annoverati
fra i «sacramentali» (cfr n. 14), è la ministerialità della Chiesa
esercitata da sacerdoti e diaconi e in casi particolari, non senza uno
speciale mandato del vescovo anche da laici, uomini e donne, in forza
dei Sacramenti che consacrano il loro stato di vita e la loro missione
(cfr n. 18).
Fra i libri liturgici il «Benedizionale» è quello che tocca più da
vicino gli aspetti feriali e festivi della vita umana nella dimensione
individuale, familiare e sociale, e insieme investe il rapporto globale
uomo-creazione (cfr nn. 12-14).
L'uso discreto e illuminato di questo vademecum potrà avere anche un
ruolo promozionale nell'educare i credenti a riacquistare il gusto e la
pratica della preghiera di lode, l'ammirazione e il rispetto per tutto
il creato, la riscoperta della gioia di vivere, il respiro della
speranza che proviene dalla fede pasquale in Cristo «cuore del mondo»
(cfr Ef 1, 10; Col 1, 20).
5.
Nella trama di questo libro si coglie una sensibile attenzione all'uomo
del nostro tempo, con le sue tensioni e contraddizioni: sviluppo tecnico
e regresso spirituale, cultura di massa e solitudine individuale,
anelito a sempre nuove conquiste e ricaduta nella paura e nell'angoscia.
E' diffusa la constatazione che, mentre si accresce la conoscenza dei
mezzi, va diminuendo la percezione dei fini e dei valori. Alla nostra
era secolarizzata, più che mai bisognosa di aprirsi a una religiosità
autentica, per non cadere a livello di surrogati - quali la magia, la
superstizione, l'oroscopomania... il «Benedizionale» offre un forte
richiamo alla fede rivelata, che illumina e redime la tragica situazione
di un mondo sottomesso alla caducità a causa del peccato (cfr Rm 8,
20).
In questa luce, anche il travagliato rapporto uomo-ambiente potrà
trovare un punto di riequilibrio nell'accettazione del limite creaturale
e nella speranza che tutta la creazione sarà liberata dalla schiavitù
della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di
Dio (cfr Rm 8,21-22)13.
6.
Un uso non episodico di questo manuale offrirà occasione e stimoli per
promuovere:
—
l'ampliamento della catechesi in situazioni e ambienti non raggiunti
dalla prassi ordinaria;
—
un primo incontro evangelizzatore con persone e categorie lontane dalla
Chiesa e da una visione di fede;
—
l'osmòsi disciplinata e vitale fra le celebrazioni liturgiche e le
forme della religiosità popolare;
—
un'esperienza di preghiera che lievita la vita quotidiana ed emergente
dell'uomo che soffre e gioisce, studia e lavora, lotta e spera;
—
la riacquisizione di un rapporto, attivo e contemplativo, con la realtà
ambientale e cosmica (l Tm 2, 1) in virtù di un'ecologia illuminata
dalla sapienza che viene dall'alto (cfr Gc 3, 17)14;
— un'apertura della vita familiare e sociale verso nuovi spazi
ed opere di carità15.
7. In tale prospettiva, la Conferenza
Episcopale Italiana ha introdotto alcuni adattamenti e formulari nuovi,
sulla base di collaudate esperienze e antiche consuetudini, sempre
tenendo presente le direttive pastorali più volte espresse dai
documenti del Magistero, al fine di valorizzare le legittime espressioni
della pietà popolare e delle culture locali. Anche una semplice lettura
dei titoli consentirà di valutare l'entità e l'originalità di questi
apporti che toccano i tempi e le stagioni, la vita individuale e
collettiva, con particolare riguardo ad alcuni momenti di rilevanza
civica ed ecclesiale (cfr n. 39).
8.
Quanto alla struttura del libro, conservando la divisione in cinque
parti della «editio typica», si è ritenuto opportuno aprire la serie
delle benedizioni con i formulari. «Per i benefici ricevuti», e quelli
riguardanti occasioni ed eventi della vita comunitaria, nell'intento di
far risaltare il dato essenziale e qualificante della benedizione».
9.
Nella fiducia che l'opera compiuta
corrisponda alle fervide attese da più parti manifestate, formuliamo
l'auspicio che lo Spirito del Signore sintonizzi la preghiera e la vita,
sull'esempio della Vergine del Magnificat, in un solo cantico di
benedizione e di lode.
Roma,
3 luglio 1992.

CONGREGAZIONE
DEL CULTO
DIVINO
Prot.
n. 1200/84 D
E C R E T O
Le
celebrazioni delle benedizioni occupano un posto particolare fra i
sacramentali che la Chiesa ha istituito per il bene pastorale del popolo
di Dio. Come azioni liturgiche, queste celebrazioni portano i fedeli a
lodare Dio e li dispongono a conseguire l'effetto precipuo dei Sacramenti
e a santificare le varie circostanze della vita.
Prescrivendo la revisione dei Sacramentali, il Concilio ecumenico
Vaticano II stabilì che nella loro celebrazione si curasse in modo tutto
particolare la partecipazione consapevole, attiva e facile dei fedeli e
che i sacramentali stessi venissero sfrondati di quegli elementi che con
l'andar del tempo ne avessero resa in qualche modo meno chiara la natura e
il fine.
Il Concilio stabilì inoltre che le benedizioni riservate fossero
pochissime, unicamente in favore dei Vescovi o degli Ordinari, e che si
provvedesse opportunamente che alcuni sacramentali, almeno in circostanze
particolari e a giudizio dell'Ordinario, potessero venir amministrati da
laici dotati di specifiche qualità.
In base a tali direttive, questa Congregazione per il Culto divino
ha preparato un nuovo titolo del Rituale Romano, che il Sommo Pontefice
GIOVANNI PAOLO II con la sua autorità Apostolica ha approvato,
ordinandone la promulgazione.
Pertanto la stessa Congregazione, su speciale mandato del Sommo
Pontefice, promulga l'Ordo Benedictionum che, nella sua stesura latina,
entrerà in vigore appena pubblicato; per quanto riguarda invece le lingue
nazionali, l'entrata in vigore del Rituale avverrà dopo che la Sede
Apostolica ne avrà revisionato le traduzioni, a cominciare dal giorno che
sarà stabilito dalle Conferenze Episcopali.
Nonostante qualunque cosa in contrario.
Dalla
sede della Congregazione per il Culto divino,
31 maggio 1984.
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