Premesse
1535. La Chiesa considera il
cimitero come luogo sacro; raccomanda quindi e si adopera perché i
nuovi cimiteri, o predisposti dalla comunità cattolica, o costruiti
dalla pubblica amministrazione nei paesi cattolici, vengano benedetti, e
si eriga in essi la croce del Signore, segno per tutti di speranza e di
risurrezione.
Tuttavia i discepoli di
Cristo «né per territorio, né per lingua, né per civili istituzioni
si distinguono dagli altri uomini» con i quali conducono la loro
esistenza; per tutti quindi rivolgono al Padre celeste la loro
preghiera: per i fratelli che sono morti nella pace di Cristo, e per
tutti i defunti, dei quali Dio solo ha conosciuto la fede».
I cristiani pertanto
seppelliscono e onorano nei cimiteri non solo i corpi dei loro fratelli
di fede, ma anche quelli di coloro con i quali hanno condiviso la stessa
natura umana: per tutti Cristo ha sparso il suo sangue, tutti ha redento
con la sua morte in croce.
1536.
E' opportuno che il
rito della benedizione del cimitero venga celebrato dal vescovo
diocesano. Se non gli è possibile, ne affidi lo svolgimento a un
presbitero, specialmente se suo collaboratore nella cura pastorale della
diocesi o di quegli stessi fedeli che hanno predisposto la costruzione
del cimitero.
Se il rito è presieduto dal
vescovo, si facciano tutti gli adattamenti del caso.
1537. La benedizione di un
cimitero si può svolgere in qualsiasi giorno e ora, fatta eccezione per
il Mercoledì delle Ceneri e la Settimana santa; si scelga però di
preferenza un giorno in cui i fedeli possano partecipare numerosi, e
specialmente la domenica, perché la memoria settimanale della Pasqua
del Signore esprime meglio il senso pasquale della morte cristiana.
1538.
Nel caso poi di un
cimitero costruito o dall'amministrazione locale o dalla comunità
cristiana, cioè da fratelli separati e da cattolici, per seppellirvi di
preferenza i defunti delle varie comunità cristiane, è bene farne
l'inaugurazione con una celebrazione ecumenica, alla cui preparazione
collaborino tutte le parti interessate. Per la parte che riguarda i
cattolici, l'ordinamento della celebrazione spetta all'Ordinario del
luogo.
1539.
Se la comunità
cattolica viene invitata all'inaugurazione di un cimitero che abbia
caratteristiche o proprie di una religione non cristiana, o prettamente
laicali, la Madre Chiesa non rifiuta di partecipare al rito o di pregare
per tutti i defunti. Spetta tuttavia all'Ordinario del luogo dare
direttive sulla presenza dei cattolici. Qualora siano debitamente
autorizzati, il sacerdote cattolico e i fedeli svolgano letture
bibliche, salmi e preghiere che esprimano in tutta chiarezza la dottrina
della Chiesa sulla morte e sul fine dell'uomo che tende di sua natura a
Dio vivo e vero.
Rito della benedizione
INIZIO
1540. Laddove è possibile è
bene che la comunità dei fedeli si rechi ordinatamente, dalla chiesa o
da altro luogo adatto, al cimitero di cui è prevista la benedizione. Se
la processione non si può fare o non la si ritiene opportuna,
i fedeli si riuniscono all'entrata del cimitero.
Quando tutti sono riuniti, si
esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento.
SALUTO
1541. Il sacerdote celebrante
saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro
Gesù Cristo,
che donando la vita ha
trionfato sulla morte,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1542. Il sacerdote
celebrante, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione
con queste parole o altre simili:
Fratelli e sorelle, la pietà
cristiana ci ha riuniti per la benedizione di questo Cimitero, dove i
nostri corpi mortali riposeranno finché spunti il giorno glorioso del
Signore. Da questo luogo di pace innalziamo gli occhi alla santa
Gerusalemme e contempliamo il Cristo risorto dai morti e asceso al cielo
e con lui Maria assunta in corpo ed anima alla gloria del Paradiso. Egli
che ci ha comandato di attenderlo operosi e vigilanti, ci unisca al suo
trionfo nel giorno della risurrezione.
COLLETTA
1543. Terminata la monizione,
il sacerdote celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
Quindi il sacerdote
celebrante, con le braccia allargate, prosegue:
O Padre, che fai di noi tuoi
fedeli
la Chiesa itinerante nel
tempo
per accoglierci come
cittadini nella patria eterna
guarda questa tua famiglia
che si porta in devoto
pellegrinaggio al cimitero,
e concedi che il luogo
preparato per la sepoltura
delle nostre umili spoglie,
ci richiami alla beata
speranza della vita futura,
quando il Cristo trasformerà
il nostro corpo mortale
a immagine del suo corpo
glorioso.
Egli vive e regna nei secoli
dei secoli.
R. Amen.
PROCESSIONE
1544. Quindi il diacono dice:
Avviamoci in pace.
Si forma la professione per
il cimitero, secondo le usanze locali o, in quest'ordine: precede colui
che porta la croce; ai suoi lati, due ministranti con i ceri accesi:
segue il sacerdote celebrante con gli altri ministri; quindi i fedeli.
1545. Al muoversi della
processione, si canta una delle antifone seguenti con il Salmo 117 (vedi
n. 2504) o con un altro o salmo tolto di preferenza dal «Rito delle
esequie». Si può eseguire anche un altro canto adatto.
Antifona:
Avrò la tua pace, Signore,
nella terra dei viventi.
Oppure:
Aprite le porte della
giustizia;
entreremo a rendere grazie al
Signore.
Oppure:
Questa è la porta del
Signore: per essa entrano i giusti.
Salmo 117 (118).
1546. Se non si fa la
processione, subito dopo la preghiera, il sacerdote celebrante, con i
ministri e i fedeli, entra nel cimitero al canto dell'antifona seguente
con il suo salmo (vedi n. 2505). o di un altro canto adatto.
Antifona:
Udii una voce dal cielo che
diceva:
beati i morti che muoiono nel
Signore.
Salmo 133 ( 134).
LITURGIA DELLA PAROLA
1547. La processione si
dirige verso il luogo dove è eretta la croce lì si fa la lettura della
parola di Dio; se ci fossero difficoltà, si va alla cappella del
cimitero o in altro luogo adatto.
1548. Si leggono uno o più
testi della Sacra Scrittura, scelti di preferenza tra quelli proposti
nel «Rito delle esequie» e nel «Lezionario per le Messe rituali:
Nelle Messe dei defunti» pp. 683-761, intercalando alle letture salmi
responsoriali adatti, o sostando alquanto in sacro silenzio. Alla
lettura del Vangelo si riservi sempre il posto d'onore.
Se il rito prosegue con la
celebrazione della liturgia eucaristica, si devono fare, intercalando un
salmo responsoriale adatto, almeno due letture - la seconda è quella
del Vangelo - tratta dal «Lezionario per le Messe rituali nelle Messe
dei defunti» p. 683 ss.
OMELIA
1549. Secondo l'opportunità,
il sacerdote celebrante rivolge una breve omelia ai presenti,
illustrando le letture bibliche e il senso pasquale della morte
cristiana, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1550.
Quindi il sacerdote
celebrante sostando dinanzi alla croce eretta in mezzo al cimitero,
benedice la croce stessa e l'area cimiteriale.
Invita poi tutti alla
preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
Poi, con le braccia allargate
pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Dio giusto e
santo,
fonte di ogni consolazione;
tu hai stabilito che i nostri
corpi mortali
ritornino alla terra dalla
quale furono plasmati,
ma per un dono della tua
misericordia
hai mutato la dolorosa
sentenza di morte,
eredità del peccato,
in una suprema testimonianza
di amore.
Tu hai provveduto per Abramo,
padre dei credenti,
una sepoltura nella terra
promessa;
hai esaltato l'opera di Tobia
nel pietoso ufficio di
seppellire i morti;
e hai voluto che il tuo unico
Figlio
venisse deposto in un
sepolcro nuovo,
dal quale è risorto
vincitore della morte,
per darci il pegno della
risurrezione futura.
Ora ti preghiamo, o Padre,
benedici X
questo cimitero,
preparato per l'inumazione
dei corpi
all'ombra della croce,
perché sia un luogo di
quiete e di speranza:
qui riposino in pace
le salme delle sorelle e dei
fratelli defunti
in attesa dell'avvento
glorioso del tuo Figlio,
per risorgere con lui alla
vita immortale;
qui il nostro cuore si apra
alla beata speranza;
di qui salgano preghiere di
suffragio a te gradite,
perché quanti riposano in
Cristo
lodino senza fine la tua
misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1551. Quindi il sacerdote
celebrante pone l'incenso nel turibolo incensa la croce.
1552. Poi con l'acqua
benedetta asperge i presenti e il cimitero silenziosamente * o dicendo
queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre,
nel segno di quest'acqua
benedetta
il ricordo del Battesimo
che ci ha fatto tuoi figli ed
eredi della gloria futura.
L'aspersione si può fare o
restando davanti alla croce al centro dell'area cimiteriale, o
percorrendo il perimetro del recinto.
1553. Nel frattempo, secondo
l'opportunità si canta l'antifona seguente con il suo salmo (n. 2500 o
n. 2531)
o un altro
canto adatto.
Antifona:
Esulteranno nel Signore
i corpi umiliati nella morte.
Salmo 50.
PREGHIERA DEI FEDELI
1554. Segue la preghiera
comune, strutturata o nella forma della preghiera dei fedeli nella Messa
o nel modo qui proposto. Tra le invocazioni seguenti si possono
scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia
con particolari situazioni di persone o necessità del momento.
Acclamiamo Cristo Signore,
che morendo sulla croce ha distrutto il peccato, e risorgendo dal
sepolcro ha vinto la morte.
Diciamo insieme:
R. O Signore, tu sei nostra
vita e risurrezione.
Cristo, Figlio dell'uomo, che
morendo in croce
hai associato alla tua
Passione la Vergine Madre
e risorgendo l'hai colmata di
gioia,
consola coloro che soffrono
e conferma la nostra comune
speranza. R.
Cristo, Figlio del Dio
vivente,
che hai richiamato dai morti
l'amico Lazzaro,
risuscita alla vita gloriosa
le sorelle e i fratelli
credenti con il tuo sangue
prezioso. R.
Cristo, consolatore degli
afflitti,
che hai asciugato le lacrime
della vedova,
restituendole il suo unico
figlio,
conforta quanti piangono per
la morte dei loro cari. R.
Cristo redentore,
guarda con bontà coloro che
vivono senza speranza
perché non ti conoscono:
dona loro la fede nella
risurrezione e nella vita futura. R.
Cristo, luce del mondo, che
aprendo gli occhi al cieco,
ti sei rivelato allo stupore
del suo sguardo,
mostra il tuo volto ai
defunti,
ancora privi della tua
visione gloriosa. R.
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NEL RITO SENZA LA MESSA
1555. Dopo le invocazioni il
sacerdote introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre
simili:
Innalziamo i nostri cuori a
Dio Padre,
con la preghiera che Gesù
stesso ci ha insegnato,
perché venga il suo Regno
e siano perdonati i nostri
peccati.
Padre nostro.
* 1556. Quindi il sacerdote,
con le braccia allargate, prosegue dicendo:
Ravviva in noi, o Padre,
l'attesa della risurrezione
e donaci di testimoniare
in ogni momento della nostra
esistenza terrena
la speranza seminata nei
nostri cuori.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1557. Segue la benedizione
finale, vedi n. 1560. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
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LITURGIA EUCARISTICA
1558. Terminata questa parte
del rito, se è prevista la celebrazione del sacrificio eucaristico, il
sacerdote celebrante, indossata la casula e fatta con i ministri la
debita riverenza, bacia l'altare.
I ministri collocano
sull'altare il corporale, il purificatoio, il calice e il Messale;
quindi si portano il pane, il vino e l'acqua, e Messa prosegue come di
consueto.
1559. Se si dovesse dedicare
o benedire l'altare della cappella cimitero, tutto si svolga, con i
necessari adattamenti, secondo, norma del rito della Dedicazione della
chiesa e dell'altare Capp. IV o VI.
CONCLUSIONE
1560. Il celebrante stendendo
le mani sui presenti dice:
Dio, creatore e Padre,
che nella risurrezione del
suo Figlio
ha dato ai credenti la
speranza di risorgere,
effonda su di voi la sua
benedizione.
R. Amen.
Cristo, che ci ha redenti con
la sua croce,
vi rinnovi nel suo amore
e doni a tutti i defunti la
luce e la pace eterna.
R. Amen.
Lo Spirito Consolatore
vi conceda di godere la
felicità promessa
a chi attende l'avvento del
Signore.
R.
Amen.
E
la benedizione di Dio
onnipotente,
Padre e Figlio X
e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con
voi rimanga sempre.
R. Amen.
1561.
Il diacono congeda
l'assemblea.
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