Dal Vangelo secondo Marco.
15, 42-43. 46
Sopraggiunta ormai la sera,
Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del
sinedrio,
che aspettava anche lui il Regno di Dio,
comprato un lenzuolo,
calò il corpo di Gesù giù dalla croce.
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“Per la grazia di Dio,
egli ”ha provato“ la morte a vantaggio di
tutti” (Eb
2,9). Nel suo disegno di salvezza, Dio ha disposto
che il Figlio suo non solamente morisse “per i
nostri peccati” (1Cor
15,3) ma anche “provasse la morte”, ossia
conoscesse lo stato di morte, lo stato di
separazione tra la sua anima e il suo Corpo per il
tempo compreso tra il momento in cui egli è spirato
sulla croce e il momento in cui è risuscitato.
Questo stato di Cristo morto è il Mistero del
sepolcro e della discesa agli inferi. È il Mistero
del Sabato Santo in cui Cristo deposto nel sepolcro
manifesta il grande riposo sabbatico di Dio
dopo il compimento della salvezza degli
uomini che mette in pace l'universo intero.
La permanenza di Cristo nella
tomba costituisce il legame reale tra lo stato di
passibilità di Cristo prima della Pasqua e il suo
stato attuale glorioso di risorto. È la medesima
Persona del “Vivente” che può dire: “Io ero
morto, ma ora vivo per sempre” (Ap
1,18).
"Questo è il mistero
del disegno di Dio circa la morte e la risurrezione
dai morti; se pure non ha impedito che la morte
separasse l'anima dal corpo, come naturalmente
avviene, li ha di nuovo ricongiunti l'uno all'altra
con la Risurrezione, al fine di essere lui stesso,
nella sua Persona, il punto d'incontro della morte e
della vita arrestando in sé la decomposizione della
natura causata dalla morte e divenendo lui stesso
principio di riunione per le parti separate "[San Gregorio di Nissa, Oratio catechetica, 16: PG
45, 52B]".
Catechismo della Chiesa Cattolica 624,625
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MEDITAZIONE |
Nel momento in cui il corpo di
Gesù viene tolto dalla Croce ed è posto tra le braccia della Madre, torna
innanzi ai nostri occhi il momento in cui Maria ha accettato il saluto
dell'angelo Gabriele: "Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai alla
luce un figlio, che chiamerai col nome di Gesù ... il Signore Iddio gli darà
il trono di Davide, suo padre... e il suo regno non avrà mai fine" (Lc
1, 31-33). Maria ha detto solo: "che mi avvenga secondo la tua
parola" (Lc 1, 38), come se fin d'allora avesse voluto
esprimere quanto sta vivendo in questo momento. Nel mistero della
Redenzione si intrecciano la Grazia, cioè il dono di Dio stesso, e "il
pagamento" del cuore umano. In questo mistero siamo arricchiti di un
Dono dall'alto e nello stesso tempo siamo comprati dal riscatto del Figlio
di Dio. E Maria, che fu più di
ogni altro arricchita di doni, paga anche di più . Col cuore. A questo
mistero è unita la meravigliosa promessa formulata da Simeone durante la
presentazione di Gesù nel tempio: "A te pure una spada trapasserà
l'anima affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc 2, 35). Anche questo si compie. Quanti cuori umani si aprono
davanti al cuore di questa Madre che ha tanto pagato! E Gesù è di nuovo
tutto nelle sue braccia, come lo è stato nella stalla di Betlemme, durante
la fuga in Egitto, a Nazaret. Pietà.
Giovanni
Paolo II |
PREGHIAMO |
Signore, che per la morte del
tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa' che per la sua
risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
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Fac me vere tecum flere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.
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