MISSALE ROMANUM

EX DECRETO SS. CONCILII TRIDENTINI

  RESTITUTUM

AUCTORITATE S. PII Pp. V PROMULGATUM

B. JOANNIS Pp. XXIII CURA RECOGNITUM
 

 
               Copertina
               Premessa Generale
               Istruzione Universae Ecclesiae sull’applicazione della
               
Lettera Apostolica Motu Proprio data 
"Summorum
               
Pontificum"
di S.S. Benedetto P.P. XVI
               Introduzione al Rito Straordinario
               Cose utili da sapersi per chi impara a Celebrare
                secondo il
Rito di San Pio V
 
               Documenti
               Rubriche
               Ritus Servandus
               De Defectibus
 

 
         1) Præparatio ad Missam
         2) Ordo Missæ
    
    3) Gratiarum actio post Missam

               
Orazioni
             Preghiere prima della Messa
             Preghiere dopo la Messa

                Appendice
             Tutto il Missale Romanum 1962 in pdf. (online)
             Carteglorie
             Cantus ad Libitum
             Graduale Romanum (online)
             Canto Gregoriano in MP3  (online)
             Ordinario della Messa Latino-Italiano per i Fedeli
   
         Calendario Liturgico Festivo 2012
             Divinum Officium (S. Missæ, Breviarium, Calendarium)
             Video per Imparare a Celebrare la Messa Tridentina
               
(online)
 

INTRODUZIONE AL
RITO  STRAORDINARIO DEL
MISSALE  ROMANUM
 

Questo Rito Straordinario del Missale Romanum o Ritus Sancti Pii V, splendore e gloria della Liturgia Gregoriana è chiamato anche con il titolo di Messa Tridentina o Messa di San Pio V o anche Messa Piana o Messa Papista.

 

La celebrazione della Messa che segue le norme liturgiche del Concilio di Trento non costituisce l’originale latino della Messa che si ascolta quotidianamente nelle nostre chiese. Tale Messa corrisponde ad un impianto liturgico del tutto differente. Il rito sancito dalle riforme del papa San Pio V non è un rito composto ex novo ma raccoglie in sé secoli di tradizioni liturgiche risalenti dagli Apostoli stessi, riordinate e ricomposte nel VI secolo da San Gregorio Magno (da qui tale Liturgia è detta anche Gregoriana) per offrire alla Chiesa universale un rito uniforme e sprovvisto di confusione od elementi che potessero dare occasione a dubbi. Il rito tridentino della splendente Liturgia Gregoriana quindi richiede innanzitutto la conoscenza del latino ecclesiastico (che tutti i sacerdoti dovrebbero conoscere inquantochè è materia obbligatoria nella ratio studiorum dei Seminari) e dei riti che materialmente costituiscono la Liturgia tridentina, quindi una conoscenza e perché no, l’uso dell’Ufficiatura divina, ovvero del Breviarium Romanum, dei Sacramenti e dei Sacramentali secondo le indicazioni del Rituale Romanum e la conoscenza del Codex Juris Canonici del 1917, che seppur ampiamente superato dal Nuovo Codice del 1983 per ciò che riguarda le Norme e le Discipline che regolano la Chiesa Cattolica, possiede un ampia parte concernente il Diritto Liturgico della Messa Piana liberalizzata da Sua Santità Benedetto XVI.

 

Un motivo di scoraggiamento per il Sacerdote che non conosce questa Messa e che si accosta per la prima volta a questo Rito, è l’abbondanza di regole e prescrizioni, le Rubriche, (da qui l’appellativo spesso dispregiativo di una “Messa rubricistica”), quasi che questa Messa sia ingessata da queste “regolette”.

 

Dobbiamo considerare che la Liturgia Tridentina risponde alle esigenze dell’uomo che cerca Dio, e di Dio che viene incontro all’uomo stesso attraverso la sua presenza sacramentale. È quindi un liturgia sicura, certa ed esatta; tali caratteristiche non fanno che aumentare il pregio della liturgia uscita dalle decisioni conciliari di Trento perché è in grado di immettere il credente nel solco del Deposito della fede che si è espresso liturgicamente in modo uniforme sia dal punto di vista rituale che dal punto di vista teologico. Inoltre il rito tridentino è un rito che per generazioni ha formato le schiere dei cristiani di tutto il mondo. È ovvio considerare che, chi non ha conosciuto questa “straordinaria” ricchezza della liturgia e della fede, potrebbe rimanerne disorientato.

 

Come fare quindi per superare una tale difficoltà?

 

Bisogna a nostro avviso entrare umilmente dentro a questo Rito non indietreggiando, quasi saltando la Riforma Liturgica data dal Concilio Ecumenico Vaticano II, ma con questa riformata ricchezza apportata alla Liturgia, acquistare quel modus celebrandi amato, onorato e venerato da TUTTI i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II. Dal punto di vista metodologico è infatti importante conoscere e fare propri ambedue gli Ordinari perché la Divina Liturgia stessa “possa respirare di nuovo nella sua perenne bellezza sempre nuova”. Il Ritus Sancti Pii V e il Ritus Pauli VI meritano quindi la stessa attenzione e richiedono la stessa preparazione a che tutto sia svolto correttamente e con gli occhi fissi su Gesù autore e perfezionatore della Fede, Sommo Sacerdote e Vittima che si offre nelle mani del Sacerdote per comunicare la Salvezza operata nel mistero Pasquale della sua Passione Morte e Resurrezione. Solo così si potrà realizzare l’augurio rivolto a tutti i Sacerdoti della Chiesa Cattolica da Papa Benedetto XVI quando si auspicava che i due Ordinari, espressione dell’UNICO Missale Romanum si “fecondino” a vicenda, senza confusione, nel rispetto di entrambe le identità e nella fedeltà alla Chiesa che ne trasmette le ricchezze!

 

I libri Liturgici di Trento, escluso il Rituale Romanum, non conoscono nulla di facoltativo, ma ogni Messa è definita nei particolari.

Il Sacerdote ha l’obbligo di preparare per tempo la Santa Messa prima di accedere all’altare. C’è una genuina sacralità insita nel Ritus Sancti Pii V. I riti, segni sensibili, eseguiti con calma e correttamente, con stile di autentica preghiera, e le preghiere ben recitate, perché profondamente comprese ed accolti nell’intimo, aiutano non solo chi celebra, ma principalmente chi partecipa alla Messa ad elevare il cuore e la mente solamente verso Dio. La Messa potrà allora essere la vera e principale forma di preghiera: i gesti diverranno comprensibili ed abituali facilitando la partecipazione di tutti.

 

La Messa Tridentina riformata dal beato Giovanni XXIII si divide in due forme letta (o Messa Bassa) e cantata e/o solenne; quest’ultima se celebrata dal Vescovo, si dice Pontificale. Perché una Messa sia definita in questi tre modi, occorre che rispetti delle regole ben precise, circa i Ministri presenti, gli oggetti necessari, i riti collegati a ciascun stile di Messa.  Non esistono mescolamenti di stili, per nessun motivo.

 

Il Sacerdote che legge non si stupisca dunque quando incontrerà apertamente specificati divieti e obblighi.

 

Quando l’Ordo Missæ parla di borsa, di velo, di manipolo, di Suddiacono… può lasciare interdetti coloro che conoscono solo la nuova liturgia.

 

Abbiamo dunque cercato di colmare le principali lacune, senza appesantire con troppe descrizioni. Tuttavia non si parlerà delle cerimonie (le quali si possono conoscere con i manuali liturgici specifici) quanto piuttosto di Ministri, Oggetti e Spazi Sacri etc, limitandosi all’uso pratico e dovendone omettere, nostro malgrado, la splendente mistagogia.

 

Nel Ritus Sancti Pii V che abbiamo perfezionato rispetto a quello proposto a settembre del 2007 abbiamo apportato delle modifiche nelle Rubriche per facilitarne la comprensione e l’utilizzo.

 

Le parti in corsivo riguardano le rubriche per la Messa cantata o solenne che si distinguono dalla Messa letta o cantata, affinché il Sacerdote che non vi è interessato possa sorvolarle agevolmente, evitando un surplus di notizie che facilmente gli confonderebbero le idee.

 

Il grassetto invece è usato per segnalare e mettere in guardia da elementi comuni ma divergenti rispetto alla Messa che normalmente è celebrata in tutte le Chiese e Parrocchie d’Italia. Infatti un Sacerdote che si trovasse nel dubbio, istintivamente opererebbe secondo quello che già conosce dalla sua esperienza… ad es. potrebbe essere indotto a ritenere qualche parte della Messa facoltativa oppure sentirsi autorizzato a celebrare dovunque e con qualsiasi cosa che abbia sottomano.

 

***

Ci permettiamo di deporre, sotto lo sguardo e l'intercessione della Beata Vergine Maria, l'intero lavoro svolto per la Maggior Gloria di Dio. Alla Madre della Chiesa affidiamo opere ed intenzioni perché le orienti e le sostenga e perchè l'uomo nella riscoperta bellezza della liturgia possa incontrare la Salvezza. 
 
    


 

Qui immaculátam Vírginem Maríam, Fílii tui Genétricem, Matrem et Salútem pópuli Románi constituísti, ut, ipsa protegénte, fídei certámen certet intrépitus, in Apostolórum doctrína firmus consístant et inter mundi procéllas incédat secúrus, donec ad cæléstem civitátem lætus pervéniat. 

(dal Prefazio della Salus Populi Romani)


 


"Lo Spirito e la Sposa dicono: ‘Vieni!’.
(Ap 22,17).

Maranathà:

Vieni Signore Gesù!

 


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SESTRI LEVANTE (Genoa) Italy