Esdra
- Capitolo 1
I.
IL RITORNO DALL'ESILIO
E
LA RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO
Il
ritorno dei Sionisti
[1]Nell'anno
primo del regno di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la
parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il
Signore destò lo spirito di Ciro re di Persia, il quale fece
passare quest'ordine in tutto il suo regno, anche con lettera:
[2]«Così dice Ciro re di Persia: Il Signore, Dio del
cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra; egli mi ha
incaricato di costruirgli un tempio in Gerusalemme, che è in
Giudea. [3]Chi di voi proviene dal popolo di lui? Il
suo Dio sia con lui; torni a Gerusalemme, che è in Giudea, e
ricostruisca il tempio del Signore Dio d'Israele: egli è il
Dio che dimora a Gerusalemme. [4]Ogni superstite in
qualsiasi luogo sia immigrato, riceverà dalla gente di quel
luogo argento e oro, beni e bestiame con offerte generose per
il tempio di Dio che è in Gerusalemme».
[5]Allora
si misero in cammino i capifamiglia di Giuda e di Beniamino e
i sacerdoti e i leviti, quanti Dio aveva animato a tornare per
ricostruire il tempio del Signore in Gerusalemme. [6]Tutti
i loro vicini li aiutarono validamente con oggetti d'argento e
d'oro, con beni e bestiame e con oggetti preziosi, e inoltre
quello che ciascuno offrì volontariamente.
[7]Anche
il re Ciro fece trarre fuori gli arredi del tempio, che
Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto
nel tempio del suo dio. [8]Ciro, re di Persia, li fece
trarre fuori per mano di Mitridate il tesoriere, che li
consegnò a Sesbassar, principe di Giuda. [9]Questo è
il loro computo:
Bacili
d'oro: trenta;
bacili d'argento: mille;
coltelli: ventinove;
[10]coppe d'oro: trenta,
coppe d'argento di second'ordine: quattrocentodieci;
altri arredi: mille.
[11]Tutti gli oggetti d'oro e d'argento
eranocinquemilaquattrocento.
Sesbassar
li riportò da Babilonia a Gerusalemme, in occasione del
ritorno degli esuli.
Esdra
- Capitolo 2
Lista
dei Sionisti
[1]Questi
sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall'esilio,
i deportati che Nabucodònosor re di Babilonia aveva condotti
in esilio a Babilonia.
Essi
tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città; [2]vennero
con Zorobabèle, Giosuè, Neemia, Seraia, Reelaia, Mardocheo,
Bilsan, Mispar, Bigvai, Recun, Baana.
Computo
degli uomini del popolo d'Israele:
[3]Figli
di Paros: duemilacentosettantadue.
[4]Figli di Sefatia: trecentosettantadue.
[5]Figli di Arach: settecentosettantacinque.
[6]Figli di Pacat-Moab, cioè i figli di Giosuè e di
Ioab: duemilaottocentodieci.
[7]Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro.
[8]Figli di Zattu: novecentoquarantacinque.
[9]Figli di Zaccai: settecentosessanta.
[10]Figli di Bani: seicentoquarantadue.
[11]Figli di Bebai: seicentoventitrè.
[12]Figli di Azgad: milleduecentoventidue.
[13]Figli di Adonikam: seicentosettantasei.
[14]Figli di Bigvai: duemilacinquantasei.
[15]Figli di Adin: quattrocentocinquantaquattro.
[16]Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto.
[17]Figli di Bezài: trecentoventitrè.
[18]Figli di Iora: centododici.
[19]Figli di Casum: duecentoventitrè.
[20]Figli di Ghibbar: novantacinque.
[21]Figli di Betlemme: centoventitrè.
[22]Uomini di Netofa: cinquantasei.
[23]Uomini di Anatòt: centoventotto.
[24]Figli di Azmàvet: quarantadue.
[25]Figli di Kiriat-Iearìm, di Chefira e di Beeròt:
settecentoquarantatrè.
[26]Figli di Rama e di Gheba: seicentoventuno.
[27]Uomini di Micmas: centoventidue.
[28]Uomini di Betel e di Ai: duecentoventitrè.
[29]Figli di Nebo: cinquantadue.
[30]Figli di Magbis: centocinquantasei.
[31]Figli di un altro Elam:
milleduecentocinquantaquattro.
[32]Figli di Carim: trecentoventi.
[33]Figli di Lod, Cadid e Ono: settecentoventicinque.
[34]Figli di Gerico: trecentoquarantacinque.
[35]Figli di Senaa: tremilaseicentotrenta.
[36]I
sacerdoti:
Figli
di Iedaia della casa di Giosuè: novecentosettantatrè.
[37]Figli di Immer: millecinquantadue.
[38]Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette.
[39]Figli di Carìm: millediciassette.
[40]I
leviti:
Figli
di Giosuè e di Kadmiel, di Binnui e di Odavia:
settantaquattro.
[41]I
cantori:
Figli
di Asaf: centoventotto.
[42]I
portieri:
Figli
di Sallùm, figli di Ater, figli di Talmon, figli di Akkub,
figli di Catita, figli di Sobài: in tutto centotrentanove.
[43]Gli
oblati:
Figli
di Zica, figli di Casufa,
figli di Tabbaot, [44]figli di Keros,
figli di Siaà, figli di Padon,
[45]figli di Lebana, figli di Cagabà,
figli di Akkub, [46]figli di Cagàb,
figli di Samlai, figli di Canan,
[47]figli di Ghiddel, figli di Gacar,
figli di Reaia, [48]figli di Rezin,
figli di Nekoda, figli di Gazzam,
[49]figli di Uzza, figli di Paseach,
figli di Besai, [50]figli di Asna,
figli di Meunim, figli dei Nefisim,
[51]figli di Bakbuk, figli di Cakufa,
figli di Carcur, [52]figli di Bazlut,
figli di Mechida, figli di Carsa,
[53]figli di Barkos, figli di Sisara,
figli di Temach, [54]figli di Nesiach,
figli di Catifa.
[55]Figli dei servi di Salomone:
Figli di Sotai, figli di Assofèret,
figli di Peruda, [56]figli di Iaalà,
figli di Darkon, figli di Ghiddel,
[57]figli di Sefatia, figli di Cattil,
figli
di Pochèret Azzebàim, figli di Ami.
[58]Totale
degli oblati e dei figli dei servi di Salomone:
trecentonovantadue.
[59]I
seguenti rimpatriati da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addàn,
Immer, non potevano dimostrare se il loro casato e la loro
discendenza fossero d'Israele:
[60]figli
di Delaia, figli di Tobia, figli di Nekodà:
seicentoquarantadue.
[61]Tra
i sacerdoti i seguenti:
figli
di Cobaià, figli di Akkoz, figli di Barzillài, il quale
aveva preso in moglie una delle figlie di Barzillài il
Galaadita e aveva assunto il suo nome, [62]cercarono il
loro registro genealogico, ma non lo trovarono; allora furono
esclusi dal sacerdozio. [63]Il governatore ordinò loro
che non mangiassero le cose santissime, finché non si
presentasse un sacerdote con Urim e Tummim.
[64]Tutta
la comunità così radunata era di
quarantaduemilatrecentosessanta persone; [65]inoltre vi
erano i loro schiavi e le loro schiave: questi erano
settemilatrecentotrentasette; poi vi erano i cantori e le
cantanti: duecento.
[66]I
loro cavalli: settecentotrentasei.
I loro muli: duecentoquarantacinque.
[67]I loro cammelli: quattrocentotrentacinque.
I loro asini: seimilasettecentoventi.
[68]Alcuni
capifamiglia al loro arrivo al tempio che è in Gerusalemme,
fecero offerte volontarie per il tempio, perché fosse
ripristinato nel suo stato. [69]Secondo le loro forze
diedero al tesoro della fabbrica: oro: dramme sessantunmila;
argento: mine cinquemila; tuniche da sacerdoti: cento.
[70]Poi
i sacerdoti, i leviti, alcuni del popolo, i cantori, i
portieri e gli oblati si stabilirono nelle rispettive città e
tutti gli Israeliti nelle loro città.
Esdra
- Capitolo 3
La
ripresa del culto
[1]Giunse
il settimo mese e gli Israeliti si erano ormai insediati nelle
loro città.
Il
popolo si radunò come un solo uomo a Gerusalemme. [2]Allora
Giosuè figlio di Iozadàk con i fratelli, i sacerdoti, e
Zorobabele figlio di Sealtiel con i suoi fratelli, si misero
al lavoro per ricostruire l'altare del Dio d'Israele, per
offrirvi olocausti, come è scritto nella legge di Mosè uomo
di Dio. [3]Ristabilirono l'altare al suo posto, pur
angustiati dal timore delle popolazioni locali, e vi offrirono
sopra olocausti al Signore, gli olocausti del mattino e della
sera. [4]Celebrarono la festa delle capanne secondo il
rituale e offrirono olocausti quotidiani nel numero stabilito
dal regolamento per ogni giorno. [5]In seguito
continuarono ad offrire l'olocausto perenne e i sacrifici dei
giorni di novilunio e di tutte le solennità consacrate al
Signore, più tutte le offerte volontarie al Signore.
[6]Cominciarono
a offrire olocausti al Signore dal primo giorno del mese
settimo, benché del suo tempio non fossero ancora poste le
fondamenta.
[7]Allora
diedero denaro ai tagliapietre e ai falegnami; e alimenti,
bevande e olio alla gente di Sidòne e di Tiro, perché
trasportassero il legname di cedro dal Libano per mare fino a
Giaffa: ciò secondo la concessione loro fatta da Ciro re di
Persia.
[8]Nel
secondo anno dal loro arrivo al tempio di Dio in Gerusalemme,
nel secondo mese, diedero inizio ai lavori Zorobabele figlio
di Sealtiel, e Giosuè figlio di Iozadàk, con gli altri
fratelli sacerdoti e leviti e quanti erano tornati dall'esilio
a Gerusalemme. Essi incaricarono i leviti dai vent'anni in su
di dirigere i lavori del tempio.
[9]Giosuè,
i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmiel, Binnui e Odavia si
misero come un solo uomo a dirigere i lavoratori dell'impresa
riguardante il tempio. Così pure i figli di Chenadàd con i
loro figli e fratelli, leviti.
[10]Quando
i costruttori ebbero gettato le fondamenta del tempio,
invitarono a presenziare i sacerdoti con i loro paramenti e le
trombe e i leviti, figli di Asaf, con i cembali per lodare il
Signore con i canti di Davide re d'Israele.
[11]Essi
cantavano a cori alterni lodi e ringraziamenti al Signore perché
è buono, perché la sua grazia dura sempre verso Israele.
Tutto il popolo faceva risuonare il grido della grande
acclamazione, lodando così il Signore perché erano state
gettate le fondamenta del tempio.
[12]Tuttavia
molti tra i sacerdoti e i leviti e i capifamiglia anziani, che
avevano visto il tempio di prima, mentre si gettavano le nuove
fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi piangevano ad
alta voce, ma i più continuavano ad alzare la voce con il
grido dell'acclamazione e della gioia. [13]Così non si
poteva distinguere il grido dell'acclamazione di gioia dal
grido del pianto del popolo, perché il popolo faceva
echeggiare la grande acclamazione e la voce si sentiva
lontano.
Esdra
- Capitolo 4
La
questione antisamaritana: ostruzionismo samaritano sotto Ciro
[1]Quando
i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che gli
esuli rimpatriati stavano ricostruendo il tempio del Signore
Dio d'Israele, [2]si presentarono a Zorobabele e ai
capifamiglia e dissero: «Vogliamo costruire anche noi insieme
con voi, perché anche noi, come voi, cerchiamo il vostro Dio;
a lui noi facciamo sacrifici dal tempo di Assaràddon re di
Assiria, che ci ha fatti immigrare in questo paese».
[3]Ma
Zorobabele, Giosuè e gli altri capifamiglia d'Israele dissero
loro: «Non conviene che costruiamo insieme la casa del nostro
Dio; ma noi soltanto la ricostruiremo al Signore Dio
d'Israele, come Ciro re di Persia ci ha ordinato».
[4]Allora
la popolazione indigena si mise a scoraggiare il popolo dei
Giudei e a molestarlo per impedirgli di costruire. [5]Inoltre
sobillarono contro di loro alcuni funzionari per mandar
fallito il loro piano; ciò per tutto il tempo di Ciro re di
Persia fino al regno di Dario re di Persia.
Ostruzionismo
samaritano sotto Serse e Artaserse
[6]Durante
il regno di Serse, al principio del suo regno, essi
presentarono una denunzia contro gli abitanti di Giuda a
Gerusalemme. [7]Poi al tempo di Artaserse re di Persia,
Bislam, Mitridate, Tabeèl e gli altri loro colleghi scrissero
ad Artaserse re di Persia: il testo del documento era in
caratteri aramaici e redatto in aramaico.
[8]Recum
governatore e Simsai scriba scrissero questa lettera contro
Gerusalemme al re Artaserse: [9]«Recum governatore e
Simsai scriba e gli altri loro colleghi giudici, legati,
sovrintendenti e funzionari, uomini di Uruk, di Babilonia e di
Susa, cioè di Elam, [10]e degli altri popoli che il
grande e illustre Asnappàr deportò e stabilì nella città
di Samaria e nel resto della regione d'Oltrefiume. - [11]Questa
è la copia della lettera che gli mandarono. -
Al
re Artaserse i tuoi servi, uomini della regione d'Oltrefiume. [12]Sia
reso noto al re che i Giudei, partiti da te e venuti presso di
noi, a Gerusalemme, stanno ricostruendo la città ribelle e
malvagia, ne rialzano le mura e ne restaurano le fondamenta. [13]Ora
sia noto al re che, se questa città sarà ricostruita e
saranno rialzate le sue mura, tributi, imposte e diritti di
passaggio non saranno più pagati e i diritti dei re saranno
lesi. [14]Ora, poiché noi mangiamo il sale della
reggia e non possiamo tollerare l'insulto al re, perciò
mandiamo a lui queste informazioni, [15]perché si
facciano ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri: tu
troverai in questo libro di memorie e constaterai che questa
città è ribelle, causa di guai per i re e le province, e le
ribellioni vi sono avvenute dai tempi antichi. Per tali
ragioni questa città è stata distrutta. [16]Noi
informiamo il re che, se questa città sarà ricostruita e
saranno rialzate le sue mura, ben presto nella regione d'Oltrefiume
non avrai più alcun possesso».
[17]Il
re inviò questa risposta: «A Recum governatore e Simsai
scriba e agli altri loro colleghi, che risiedono in Samaria e
altrove nella regione d'Oltrefiume, salute! Ora: [18]il
documento che mi avete mandato è stato letto davanti a me
accuratamente. [19]Dietro mio ordine si sono fatte
ricerche, e si è trovato che questa città fin dai tempi
antichi si è sollevata contro i re e in essa sono avvenute
rivolte e sedizioni. [20]A Gerusalemme vi sono stati re
potenti che comandavano su tutto il territorio d'Oltrefiume; a
loro si pagavano tributi, imposte e diritti di passaggio. [21]Date
perciò ordine che quegli uomini interrompano i lavori e che
quella città non sia ricostruita, fino a nuovo mio ordine. [22]Badate
di non essere negligenti in questo, perché non ne venga
maggior danno al re».
[23]Appena
il testo del documento del re Artaserse fu letto davanti a
Recum e a Simsai scriba e ai loro colleghi, questi andarono in
gran fretta a Gerusalemme dai Giudei e fecero loro
interrompere i lavori con la forza delle armi.
La
costruzione del Tempio (520-515)
[24]Così
fu sospeso il lavoro per il tempio in Gerusalemme e rimase
sospeso fino all'anno secondo del regno di Dario re di Persia.
Esdra
- Capitolo 5
[1]Ma
i profeti Aggeo e Zaccaria figlio di Iddo si rivolsero ai
Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme, profetando in nome
del Dio d'Israele, che li ispirava. [2]Allora
Zorobabele figlio di Sealtiel, e Giosuè figlio di Iozadàk
subito ripresero a costruire il tempio di Gerusalemme; con
essi erano i profeti di Dio, che li incoraggiavano. [3]In
quel tempo Tattènai, governatore della regione d'Oltrefiume,
Setar-Boznai e i loro colleghi vennero da loro e dissero: «Chi
vi ha dato ordine di ricostruire questa casa e di rialzare
questa cinta di mura? [4]Chi sono e come si chiamano
gli uomini che costruiscono questo edificio?». [5]Ma
l'occhio vigile del loro Dio era sugli anziani dei Giudei:
quelli non li costrinsero a desistere dai lavori in attesa che
fosse portata a Dario una interpellanza e ne venisse in
risposta un decreto su questo affare.
[6]Copia
della lettera che Tattènai, governatore dell'Oltrefiume,
Setar-Boznai e i loro colleghi, funzionari dell'Oltrefiume,
mandarono al re Dario. [7]Gli mandarono un rapporto in
cui era scritto: «Al re Dario salute perfetta! [8]Sia
noto al re che siamo andati nella provincia della Giudea, al
tempio del grande Dio: esso viene ricostruito con blocchi di
pietra; si mette legname nelle pareti; questo lavoro viene
fatto con diligenza e progredisce nelle loro mani. [9]Allora
abbiamo interrogato quegli anziani e abbiamo loro detto: Chi
ha dato ordine di ricostruire questo tempio e di rialzare
questa cinta di mura? [10]Inoltre abbiamo domandato i
loro nomi, per farteli conoscere; così abbiamo scritto il
nome degli uomini che stanno loro a capo. [11]Essi
hanno risposto: Noi siamo servitori del Dio del cielo e della
terra e ricostruiamo il tempio che fu costruito una volta, or
sono molti anni. Un grande re d'Israele lo ha costruito e lo
ha portato a termine. [12]Ma poiché i nostri padri
hanno provocato all'ira il Dio del cielo, egli li ha messi
nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia, il Caldeo, che
distrusse questo tempio e deportò a Babilonia il popolo. [13]Ma
nel primo anno di Ciro re di Babilonia, il re Ciro ha dato
ordine di ricostruire questo tempio; [14]inoltre gli
arredi del tempio, d'oro e d'argento, che Nabucodònosor aveva
portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito al tempio
di Babilonia, il re Ciro li ha fatti togliere dal tempio di
Babilonia e li ha fatti consegnare a un tale di nome Sesbassar,
che egli aveva costituito governatore. [15]Ciro gli
disse: Prendi questi arredi, portali nel tempio di Gerusalemme
e fà in modo che il tempio sia ricostruito al suo posto. [16]Allora
questo Sesbassar venne, gettò le fondamenta del tempio in
Gerusalemme e da allora fino ad oggi esso è in costruzione,
ma non è ancora finito. [17]Ora, se piace al re, si
cerchi negli archivi del re in Babilonia se vi è un decreto
emanato dal re Ciro per ricostruire questo tempio in
Gerusalemme: e ci si mandi la decisione del re».
Esdra
- Capitolo 6
[1]Allora
il re Dario ordinò che si facessero ricerche nell'archivio, là
dove si conservano i tesori a Babilonia, [2]e a Ecbàtana,
la fortezza che è nella provincia di Media, si trovò un
rotolo in cui era scritto:
«Promemoria.
[3]Nell'anno
primo del re Ciro, il re Ciro prese questa decisione riguardo
al tempio in Gerusalemme: la casa sia ricostruita come luogo
in cui si facciano sacrifici; le sue fondamenta siano salde,
la sua altezza sia di sessanta cubiti, la sua larghezza di
sessanta cubiti. [4]Vi siano nei muri tre spessori di
blocchi di pietra e uno di legno. La spesa sia pagata dalla
reggia. [5]Inoltre gli arredi del tempio fatti d'oro e
d'argento, che Nabucodònosor ha portato via dal tempio di
Gerusalemme e trasferito a Babilonia, siano restituiti e
rimessi al loro posto nel tempio di Gerusalemme e ricollocati
nella casa di Dio».
[6]«Quindi
voi Tattènai, governatore d'Oltrefiume e Setar-Boznai, con i
vostri colleghi funzionari residenti nell'Oltrefiume, tenetevi
in disparte. [7]Lasciate che lavorino a quella casa di
Dio il governatore dei Giudei e i loro anziani. Essi
ricostruiscano questo tempio al suo posto. [8]Ecco i
miei ordini sull'atteggiamento che dovete tenere con questi
anziani dei Giudei per la ricostruzione del tempio: dalle
entrate del re, cioè dalla imposta dell'Oltrefiume, saranno
rimborsate puntualmente le spese a quegli uomini, senza
interruzione. [9]Ciò che loro occorre, giovenchi,
arieti e agnelli, per gli olocausti al Dio del cielo, come
anche grano, sale, vino e olio, siano loro forniti ogni giorno
senza esitazione, secondo le indicazioni dei sacerdoti di
Gerusalemme, [10]perché si facciano offerte di odore
soave al Dio del cielo e si preghi per la vita del re e dei
suoi figli. [11]Ordino ancora: se qualcuno trasgredisce
questo decreto, si tolga una trave dalla sua casa, la si rizzi
ed egli vi sia impiccato. Poi la sua casa sia ridotta a
letamaio. [12]Il Dio che ha fatto risiedere là il suo
nome disperda qualsiasi re o popolo che presuma trasgredire il
mio ordine, distruggendo questo tempio che è a Gerusalemme.
Io Dario ho emanato questo ordine: sia eseguito alla lettera».
[13]Allora
Tattènai, governatore dell'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro
colleghi eseguirono alla lettera quel che aveva comandato il
re Dario. [14]Quanto agli anziani dei Giudei, essi
continuarono a costruire e fecero progressi con
l'incoraggiamento delle parole ispirate del profeta Aggeo e di
Zaccaria figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione
secondo il comando del Dio d'Israele e secondo il decreto di
Ciro, di Dario e di Artaserse re di Persia. [15]Si
terminò la costruzione di questo tempio il giorno tre del
mese di Adar nell'anno sesto del regno del re Dario. [16]Allora
gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati
celebrarono con gioia la dedicazione di questa casa di Dio; [17]offrirono
per la dedicazione di questa casa di Dio cento tori, duecento
arieti, quattrocento agnelli; inoltre dodici capri come
sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle
tribù d'Israele. [18]Inoltre stabilirono i sacerdoti
divisi secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni
per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel
libro di Mosè.
La
Pasqua del 515
[19]I
rimpatriati celebrarono la pasqua il quattordici del primo
mese, [20]poiché i sacerdoti e i leviti si erano
purificati tutti insieme come un sol uomo: tutti erano mondi.
Così immolarono la pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro
fratelli sacerdoti e per se stessi. [21]Mangiarono la
pasqua gli Israeliti che erano tornati dall'esilio e quanti si
erano separati dalla contaminazione del popolo del paese e si
erano uniti a loro per aderire al Signore Dio d'Israele. [22]Celebrarono
con gioia la festa degli azzimi per sette giorni poiché il
Signore li aveva colmati di gioia, avendo piegato a loro
favore il cuore del re di Assiria, per rafforzare le loro mani
nel lavoro per il tempio del Dio d'Israele.
Esdra
- Capitolo 7
II.
L'ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA'
DA
PARTE DI ESDRA E DI NEEMIA
Missione
e personalità di Esdra
[1]Dopo
questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia,
Esdra,
figlio
di Seraia,
figlio di Azaria,
figlio di Chelkia,
[2]figlio di Sallùm,
figlio di Zadòk,
figlio di Achitùb,
[3]figlio di Amaria,
figlio di Azaria,
figlio di Meraiòt,
[4]figlio di Zerachia,
figlio di Uzzi,
figlio di Bukki,
[5]figlio di Abisua,
figlio di Pincas,
figlio di Eleàzaro,
figlio di Aronne sommo sacerdote: [6]questo Esdra, partì
da Babilonia. Egli era uno scriba abile nella legge di Mosè,
data dal Signore Dio d'Israele e, poiché la mano del Signore
suo Dio era su di lui, il re aveva aderito a ogni sua
richiesta. [7]Nel settimo anno del re Artaserse anche
un gruppo di Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e
oblati partirono per Gerusalemme. [8]Egli arrivò a
Gerusalemme nel quinto mese: era l'anno settimo del re. [9]Egli
aveva stabilito la partenza da Babilonia per il primo giorno
del primo mese e il primo del quinto mese arrivò a
Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era con lui.
[10]Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a
studiare la legge del Signore e a praticarla e ad insegnare in
Israele la legge e il diritto.
Documento
di Artaserse
[11]Questa
è la copia del documento che il re Artaserse consegnò a
Esdra sacerdote, scriba esperto nei comandi del Signore e nei
suoi statuti dati a Israele:
[12]«Artaserse,
re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del Dio del
cielo, salute perfetta. Ora: [13]da me è dato questo
decreto. Chiunque nel mio regno degli appartenenti al popolo
d'Israele, dei sacerdoti e dei leviti ha deciso liberamente di
andare a Gerusalemme, può venire con te; [14]infatti
da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a
fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme intorno
all'osservanza della legge del tuo Dio, che hai nelle mani, [15]e
a portare l'argento e l'oro che il re e i suoi consiglieri
inviano come offerta volontaria per devozione al Dio d'Israele
che è in Gerusalemme, [16]e tutto l'argento e l'oro
che troverai in tutte le province di Babilonia insieme con le
offerte volontarie che il popolo e i sacerdoti offriranno per
la casa del loro Dio a Gerusalemme.
[17]Perciò
con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori,
arieti, agnelli e ciò che occorre per le offerte e libazioni
che vi si uniscono e li offrirai sull'altare della casa del
vostro Dio che è in Gerusalemme. [18]Quanto al resto
dell'argento e dell'oro farete come sembrerà bene a te e ai
tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio. [19]Gli
arredi che ti sono stati consegnati per il culto del tuo Dio,
rimettili davanti al Dio di Gerusalemme. [20]Per il
resto di quanto occorre per la casa del tuo Dio e che spetta a
te di procurare, lo procurerai a spese del tesoro reale. [21]Io,
il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell'Oltrefiume:
Tutto
ciò che Esdra, sacerdote e scriba della legge del Dio del
cielo, vi domanderà, dateglielo puntualmente, [22]fino
a cento talenti d'argento, cento kor di grano, cento bat
di vino, cento bat di olio e sale a volontà. [23]Quanto
è secondo la volontà del Dio del cielo sia fatto con
precisione per la casa del Dio del cielo, perché non venga
l'ira sul regno del re e dei suoi figli. [24]Vi
rendiamo poi noto che non è permesso riscuotere tributi e
diritti di pedaggio su tutti i sacerdoti, leviti, cantori,
portieri, oblati e inservienti di questa casa di Dio.
[25]Quanto
a te, Esdra, con la sapienza del tuo Dio, che ti è stata
data, stabilisci magistrati e giudici, ai quali sia affidata
l'amministrazione della giustizia per tutto il popolo dell'Oltrefiume,
cioè per quanti conoscono la legge del tuo Dio, e istruisci
quelli che non la conoscono. [26]A riguardo di chiunque
non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, sia
fatta prontamente giustizia o con la morte o con il bando o
con ammenda in denaro o con il carcere».
Viaggio
di Esdra da Babilonia in Palestina
[27]Benedetto
il Signore, Dio dei padri nostri, che ha disposto il cuore del
re a glorificare la casa del Signore che è a Gerusalemme, [28]e
ha volto verso di me la benevolenza del re, dei suoi
consiglieri e di tutti i potenti principi reali. Allora io mi
sono sentito incoraggiato, perché la mano del Signore mio Dio
era su di me e ho radunato alcuni capi d'Israele, perché
partissero con me.
Esdra
- Capitolo 8
[1]Questi
sono, con le loro indicazioni genealogiche, i capifamiglia che
sono partiti con me da Babilonia, sotto il regno del re
Artaserse.
[2]dei
figli di Pincas: Ghersom;
dei figli di Itamar: Daniele;
dei figli di Davide: Cattus [3]figlio di Secania;
dei figli di Paros: Zaccaria; con lui furono registrati
centocinquanta maschi;
[4]dei figli di Pacat-Moab: Elioenai figlio di Zerachia,
e con lui duecento maschi;
[5]dei figli di Zattu: Secania figlio di Iacaziel e con
lui trecento maschi;
[6]dei figli di Adin: Ebed figlio di Giònata e con lui
cinquanta maschi;
[7]dei figli di Elam: Isaia figlio di Atalia e con lui
settanta maschi;
[8]dei figli di Sefatia: Zebadia figlio di Michele e
con lui ottanta maschi;
[9]dei figli di Ioab: Obadia figlio di Iechièl e con
lui duecentodiciotto maschi;
[10]dei figli di Bani: Selomìt figlio di Iosifia e con
lui centosessanta maschi;
[11]dei figli di Bebai: Zaccaria figlio di Bebai e con
lui ventotto maschi;
[12]dei figli di Azgad: Giovanni figlio di Akkatan e
con lui centodieci maschi;
[13]dei figli di Adonikam: gli ultimi, di cui ecco i
nomi: Elifèlet, Ieièl e Semaia e con loro sessanta maschi;
[14]dei figli di Bigvai: Utai figlio di Zaccur e con
lui settanta maschi.
[15]Io
li ho radunati presso il canale che scorre verso Aava. Là
siamo stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna
tra il popolo e i sacerdoti e non ho trovato nessun levita. [16]Allora
ho mandato a chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaia, Elnatàn,
Iarib, Natàn, Zaccaria, Mesullàm e gli istruttori Ioiarib ed
Elnatàn [17]e ho ordinato loro di andare da Iddo, capo
nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le
parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località
di Casifià: di mandarci cioè inservienti per il tempio del
nostro Dio. [18]Poiché la mano benefica del nostro Dio
era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato, dei figli
di Macli, figlio di Levi, figlio d'Israele, cioè Serebia, con
i suoi figli e fratelli: diciotto persone; [19]inoltre
Casabià e con lui Isaia, dei figli di Merari suo fratello e i
loro figli: venti persone. [20]Degli oblati, che Davide
e i principi avevano assegnato al servizio dei leviti:
duecentoventi oblati. Furono registrati per nome. [21]Là,
presso il canale Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci
davanti al Dio nostro e implorare da lui un felice viaggio per
noi, i nostri bambini e tutti i nostri averi. [22]Avevo
infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri per
difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi,
avevamo detto al re: «La mano del nostro Dio è su quanti lo
cercano, per il loro bene; invece la sua potenza e la sua ira
su quanti lo abbandonano». [23]Così abbiamo digiunato
e implorato da Dio questo favore ed egli ci è venuto in
aiuto. [24]Quindi ho scelto dodici tra i capi dei
sacerdoti: Serebia e Casabià e i dieci loro fratelli con
essi: [25]ho pesato loro l'argento, l'oro e gli arredi,
che costituivano l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta
dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi principi e da tutti gli
Israeliti che si trovavano da quelle parti. [26]Ho
pesato dunque e consegnato nelle loro mani:
argento:
seicentocinquanta talenti;
arredi d'argento: cento, del peso di altrettanti talenti;
oro: cento talenti.
[27]Inoltre:
coppe d'oro venti: di mille darici;
vasi di bronzo pregiato e lucente: due, preziosi come l'oro.
[28]Ho
detto loro: «Voi siete consacrati al Signore; questi arredi
sono cosa sacra; l'argento e l'oro sono offerta volontaria al
Signore, Dio dei nostri padri. [29]Sorvegliateli e
custoditeli, finché non possiate pesarli davanti ai capi dei
sacerdoti, ai leviti e ai capifamiglia d'Israele a
Gerusalemme, nelle stanze del tempio». [30]Allora i
sacerdoti e i leviti presero in consegna il carico
dell'argento e dell'oro e dei vasi, per portarli a Gerusalemme
nel tempio del nostro Dio.
[31]Il
dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aava per andare
a Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci
ha liberati dagli assalti dei nemici e dei briganti lungo il
cammino. [32]Siamo arrivati a Gerusalemme e ci siamo
riposati tre giorni. [33]Il quarto giorno sono stati
pesati l'argento, l'oro e gli arredi nella casa del nostro Dio
nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, con cui vi
era Eleàzaro figlio di Pincas e con essi i leviti Iozabàd
figlio di Giosuè e Noadia figlio di Binnui; [34]ogni
cosa era secondo il numero e il peso e si mise per iscritto il
peso totale.
In
quel tempo [35]quelli che venivano dall'esilio, cioè i
deportati, vollero offrire olocausti al Dio d'Israele:
tori:
dodici per tutto Israele,
arieti: novantasei,
agnelli: settantasette,
capri di espiazione: dodici,
tutto come olocausto al Signore. [36]Hanno consegnato i
decreti del re ai satrapi del re e al governatore dell'Oltrefiume,
i quali sono venuti in aiuto al popolo e al tempio.
Esdra
- Capitolo 9
La
rottura dei matrimoni con gli stranieri
[1]Terminate
queste cose, sono venuti a trovarmi i capi per dirmi: «Il
popolo d'Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati
dalle popolazioni locali, nonostante i loro abomini, cioè dai
Cananei, Hittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti,
Egiziani, Amorrei, [2]ma hanno preso in moglie le loro
figlie per sé e per i loro figli: così hanno profanato la
stirpe santa con le popolazioni locali; anzi i capi e i
magistrati sono stati i primi a darsi a questa infedeltà». [3]Udito
ciò, ho lacerato il mio vestito e il mio mantello, mi sono
strappato i capelli e i peli della barba e mi sono seduto
costernato. [4]Quanti tremavano per i giudizi del Dio
d'Israele su questa infedeltà dei rimpatriati, si radunarono
presso di me. Ma io restai seduto costernato, fino all'offerta
della sera. [5]All'offerta della sera mi sono alzato
dal mio stato di prostrazione e con il vestito e il mantello
laceri sono caduto in ginocchio e ho steso le mani al mio
Signore, [6]e ho detto:
«Mio
Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, Dio mio, la faccia
verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin
sopra la nostra testa; la nostra colpevolezza è aumentata
fino al cielo. [7]Dai giorni dei nostri padri fino ad
oggi noi siamo stati molto colpevoli e per le nostre colpe,
noi, i nostri re e i nostri sacerdoti, siamo stati dati nelle
mani dei re stranieri; siamo stati consegnati alla spada, alla
prigionia, alla rapina, all'insulto fino ad oggi. [8]Ora,
da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un
resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il
nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò
di sollievo nella nostra schiavitù. [9]Perché noi
siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci
ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha
fatti rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e
restaurassimo le sue rovine e ci ha concesso di avere un
riparo in Giuda e in Gerusalemme. [10]Ma ora, che dire,
Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato i tuoi
comandi [11]che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi,
i profeti, dicendo: Il paese di cui voi andate a prendere il
possesso è un paese immondo, per l'immondezza dei popoli
indigeni, per le nefandezze di cui l'hanno colmato da un capo
all'altro con le loro impurità. [12]Per questo non
dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le
loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire
alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete
forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare
un'eredità ai vostri figli per sempre. [13]Dopo ciò
che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e
per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci
abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci
abbia concesso di formare questo gruppo di superstiti, [14]potremmo
forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci
con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi
fino a sterminarci, senza lasciare resto né superstite? [15]Signore,
Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di noi oggi un
gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra
colpevolezza. Ma a causa di essa non possiamo resistere alla
tua presenza!».
Esdra
- Capitolo 10
[1]Mentre
Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato
davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un'assemblea
molto numerosa d'Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il
popolo piangeva dirottamente. [2]Allora Secania, figlio
di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a
Esdra: «Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio,
sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo.
Orbene: c'è ancora una speranza per Israele nonostante ciò. [3]Ora
noi facciamo questa alleanza davanti al nostro Dio:
rimanderemo tutte queste donne e i figli nati da esse, secondo
il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli che
tremano davanti al comando del nostro Dio. Si farà secondo la
legge! [4]Alzati, perché a te è affidato questo
compito; noi saremo con te; sii forte e mettiti all'opera!». [5]Allora
Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei
leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle
parole; essi giurarono. [6]Esdra allora, alzatosi
davanti alla casa di Dio, andò nella camera di Giovanni,
figlio di Eliasib. Là egli passò la notte, senza prendere
cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa
dell'infedeltà dei rimpatriati. [7]Poi fu fatta
passare la voce in Giuda e Gerusalemme a tutti i rimpatriati
che si radunassero in Gerusalemme: [8]a chiunque non
fosse venuto entro tre giorni - così disponeva il consiglio
dei capi e degli anziani - sarebbero stati votati allo
sterminio tutti i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso
dalla comunità dei rimpatriati. [9]Allora tutti gli
uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme
entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese.
Tutto il popolo stava nella piazza del tempio, tremante per
questo evento e per gli scrosci della pioggia.
[10]Allora
il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: «Voi avete commesso
un atto d'infedeltà, sposando donne straniere: così avete
accresciuto la colpevolezza d'Israele. [11]Ma ora
rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua
volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle
donne straniere».
[12]Tutta
l'assemblea rispose a gran voce: «Sì, dobbiamo fare secondo
la tua parola. [13]Ma il popolo è numeroso e siamo al
tempo delle piogge; non è possibile restare all'aperto.
D'altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché
siamo in molti ad aver peccato in questa materia. [14]I
nostri capi stiano a rappresentare tutta l'assemblea; e tutti
quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere
vengano in date determinate e accompagnati dagli anziani della
rispettiva città e dai loro giudici, finché non abbiano
allontanato da noi l'ira ardente del nostro Dio per questa
causa».
[15]Soltanto
Giònata figlio di Asaèl e Iaczeia figlio di Tikva si
opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài. [16]I
rimpatriati fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra
si scelse alcuni uomini, capifamiglia, uno per casato, tutti
designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno
del decimo mese per esaminare la questione [17]e
terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato
donne straniere il primo giorno del primo mese.
La
lista dei colpevoli
[18]Tra
gli appartenenti ai sacerdoti, che avevano sposato donne
straniere, c'erano:
dei
figli di Giosuè figlio di Iozadàk e tra i suoi fratelli:
Maaseia, Elièzer, Iarib e Godolia.
[19]Essi
hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e
hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa. [20]Dei
figli di Immer: Canàni e Zebadia. [21]Dei figli di
Carim: Maaseia, Elia, Semaia, Iechièl e Uzzia. [22]Dei
figli di Pascur: Elioènai, Maaseia, Ismaele, Natanaele, Iozabàd
ed Eleasà.
[23]Degli
appartenenti ai leviti: Iozabàd, Simei, Chelaia, chiamato il
Chelita, Petachia, Giuda ed Elièzer.
[24]Dei cantori: Eliasib.
Dei portinai: Sallùm, Telem e Uri.
[25]Tra gli Israeliti: dei figli di Paros: Ramia, Izzia,
Malchia, Miamin, Eleàzaro, Malchia e Benaià.
[26]Dei figli di Elam: Mattania, Zaccaria, Iechièl,
Abdi, Ieremòt ed Elia.
[27]Dei figli di Zattu: Elioenài, Eliasib, Mattania,
Ieremòt, Zabad e Aziza.
[28]Dei figli di Bebai: Giovanni, Anania, Zabbai e
Atlai.
[29]Dei figli di Bani: Mesullàm, Malluch, Adaia, Iasub,
Seal e Ieramòt.
[30]Dei figli di Pacat-Moab: Adna, Kelal, Benaià,
Maaseia, Mattania, Bezaleèl, Binnui e Manàsse.
[31]Dei figli di Carim: Elièzer, Ishshia, Malchia,
Semaia, Simeone, [32]Beniamino, Malluch, Semaria.
[33]Dei figli di Casum: Mattenai, Mattatta, Zabad, Elifèlet,
Ieremai, Manàsse e Simei.
[34]Dei figli di Bani: Maadai, Amram, Uel, [35]Benaià,
Bedia, Cheluu, [36]Vania, Meremòt, Eliasib, [37]Mattenai,
Iaasai.
[38]Dei figli di Binnui: Simei, [39]Selemia, Natàn,
Adaia.
[40]Dei figli di Azzur: Sasai, Sàrai, [41]Azareèl,
Selemia, Semaria, [42]Sallùm, Amaria, Giuseppe.
[43]Dei figli di Nebo: Ieièl, Mattitia, Zabad, Zebina,
Iaddai, Gioele, Benaià.
[44]Tutti
questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne
insieme con i figli che avevano avuti da esse.
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