La Sacra Bibbia - CEI       L'Antico Testamento

 

La Sacra Bibbia - Libri Storici

Secondo libro dei Re

 

Capitoli

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Re 2 - Capitolo 1

[1]Dopo la morte di Acab Moab si ribellò a Israele.

[2]Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest'ordine: «Andate e interrogate Baal-Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità». [3]Ora l'angelo del Signore disse a Elia il Tisbita: «Su, và incontro ai messaggeri del re di Samaria. Dì loro: Non c'è forse un Dio in Israele, perché andiate a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? [4]Pertanto così dice il Signore: Dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». Ed Elia se ne andò.

[5]I messaggeri ritornarono dal re, che domandò loro: «Perché siete tornati?». [6]Gli dissero: «Ci è venuto incontro un uomo, che ci ha detto: Su, tornate dal re che vi ha inviati e ditegli: Così dice il Signore: Non c'è forse un Dio in Israele, perché tu mandi a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? Pertanto, dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». [7]Domandò loro: «Com'era l'uomo che vi è venuto incontro e vi ha detto simili parole?». [8]Risposero: «Era un uomo peloso; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi». Egli disse: «Quello è Elia il Tisbita!».

[9]Allora gli mandò il capo di una cinquantina con i suoi cinquanta uomini. Questi andò da lui, che era seduto sulla cima del monte, e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di scendere!». [10]Elia rispose al capo della cinquantina: «Se sono uomo di Dio, scenda il fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. [11]Il re mandò da lui ancora un altro capo di una cinquantina con i suoi cinquanta uomini. Questi andò da lui e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di scendere subito». [12]Elia rispose: «Se sono uomo di Dio, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. [13]Il re mandò ancora un terzo capo con i suoi cinquanta uomini. Questo terzo capo di una cinquantina andò, si inginocchiò davanti ad Elia e supplicò: «Uomo di Dio, valgano qualche cosa ai tuoi occhi la mia vita e la vita di questi tuoi cinquanta servi. [14]Ecco è sceso il fuoco dal cielo e ha divorato i due altri capi di cinquantina con i loro uomini. Ora la mia vita valga qualche cosa ai tuoi occhi».

[15]L'angelo del Signore disse a Elia: «Scendi con lui e non aver paura di lui». Si alzò e scese con lui dal re [16]e gli disse: «Così dice il Signore: Poiché hai mandato messaggeri a consultare Baal-Zebub, dio di Ekròn, come se in Israele ci fosse, fuori di me, un Dio da interrogare, per questo, dal letto, su cui sei salito, non scenderai, ma certamente morirai». [17]Difatti morì, secondo la predizione fatta dal Signore per mezzo di Elia e al suo posto divenne re suo fratello Ioram, nell'anno secondo di Ioram figlio di Giòsafat, re di Giuda, perché egli non aveva figli.

[18]Le altre gesta di Acazia, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.

Re 2 - Capitolo 2

VI. IL CICLO DI ELISEO

1. GLI INIZI

Rapimento di Elia, che ha per successore Eliseo

[1]Poi, volendo Dio rapire in cielo in un turbine Elia, questi partì da Gàlgala con Eliseo. [2]Elia disse a Eliseo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda fino a Betel». Eliseo rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Scesero fino a Betel. [3]I figli dei profeti che erano a Betel andarono incontro a Eliseo e gli dissero: «Non sai tu che oggi il Signore ti toglierà il tuo padrone?». Ed egli rispose: «Lo so anch'io, ma non lo dite». [4]Elia gli disse: «Eliseo, rimani qui, perché il Signore mi manda a Gerico». Quegli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Andarono a Gerico. [5]I figli dei profeti che erano in Gerico si avvicinarono a Eliseo e gli dissero: «Non sai tu che oggi il Signore ti toglierà il tuo padrone?». Rispose: «Lo so anch'io, ma non lo dite». [6]Elia gli disse: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Quegli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E tutti e due si incamminarono.

[7]Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono a distanza; loro due si fermarono sul Giordano. [8]Elia prese il mantello, l'avvolse e percosse con esso le acque, che si divisero di qua e di là; i due passarono sull'asciutto. [9]Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito diventino miei». [10]Quegli soggiunse: «Sei stato esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso». [11]Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. [12]Eliseo guardava e gridava: «Padre mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. [13]Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano.

[14]Prese il mantello, che era caduto a Elia, e colpì con esso le acque, dicendo: «Dove è il Signore, Dio di Elia?». Quando ebbe percosso le acque, queste si separarono di qua e di là; così Eliseo passò dall'altra parte. [15]Vistolo da una certa distanza, i figli dei profeti di Gerico dissero: «Lo spirito di Elia si è posato su Eliseo». Gli andarono incontro e si prostrarono a terra davanti a lui. [16]Gli dissero: «Ecco, fra i tuoi servi ci sono cinquanta uomini di valore; vadano a cercare il tuo padrone nel caso che lo spirito del Signore l'avesse preso e gettato su qualche monte o in qualche valle». Egli disse: «Non mandateli!». [17]Ma essi insistettero tanto che egli confuso disse: «Mandateli!». Mandarono cinquanta uomini che cercarono per tre giorni, ma non lo trovarono. [18]Tornarono da Eliseo, che stava in Gerico. Egli disse loro: «Non vi avevo forse detto: Non andate?».

Due miracoli di Eliseo

[19]Gli abitanti della città dissero a Eliseo: «Ecco è bello soggiornare in questa città, come tu stesso puoi constatare, signore, ma l'acqua è cattiva e la terra è sterile». [20]Ed egli disse: «Prendetemi una pentola nuova e mettetevi del sale». Gliela portarono. [21]Eliseo si recò alla sorgente dell'acqua e vi versò il sale, pronunziando queste parole: «Dice il Signore: Rendo sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità». [22]Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la parola pronunziata da Eliseo.

[23]Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: «Vieni su, pelato; vieni su, calvo!». [24]Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli. [25]Di là egli andò al monte Carmelo e quindi tornò a Samaria.

Re 2 - Capitolo 3

2. LA GUERRA MOABITA

Il regno di Ioram in Israele (852-841)

[1]Ioram figlio di Acab divenne re d'Israele in Samaria l'anno diciotto di Giòsafat, re di Giuda. Ioram regnò dodici anni. [2]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come suo padre e sua madre. Egli allontanò la stele di Baal, eretta dal padre. [3]Ma restò legato, senza allontanarsene, al peccato che Geroboamo, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele.

Spedizione di Israele e di Giuda contro Moab

[4]Mesa re di Moab era un allevatore di pecore. Egli inviava al re di Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti. [5]Ma alla morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele. [6]Allora il re Ioram uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele. [7]Si mosse e mandò a dire a Giòsafat re di Giuda: «Il re di Moab si è ribellato contro di me; vuoi partecipare con me alla guerra contro Moab?». Quegli rispose: «Ci verrò; conta su di me come su di te, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi». [8]«Per quale strada muoveremo?», domandò Giòsafat. L'altro rispose: «Per la strada del deserto di Edom». [9]Allora si misero in marcia il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni. Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano. [10]Il re di Israele disse: «Ah, il Signore ha chiamato questi tre re per metterli nelle mani di Moab». [11]Giòsafat disse: «Non c'è qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il Signore?». Rispose uno dei ministri del re di Israele: «C'è qui Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia». [12]Giòsafat disse: «La parola del Signore è in lui». Scesero da costui il re di Israele, Giòsafat e il re di Edom.

[13]Eliseo disse al re di Israele: «Che c'è fra me e te? Và dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!». Il re di Israele gli disse: «No, perché il Signore ha chiamato noi tre re per metterci nelle mani di Moab». [14]Eliseo disse: «Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che provo verso Giòsafat re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né ti avrei guardato. [15]Ora cercatemi un suonatore di cetra». Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo. [16]Egli annunziò: «Dice il Signore: Scavate molte fosse in questa valle, [17]perché dice il Signore: Voi non sentirete il vento né vedrete la pioggia, eppure questa valle si riempirà d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e le vostre bestie da soma. [18]Ciò è poca cosa agli occhi del Signore; egli metterà anche Moab nelle vostre mani. [19]Voi distruggerete tutte le fortezze e tutte le città più importanti; abbatterete ogni albero e ostruirete tutte le sorgenti d'acqua; rovinerete ogni campo fertile riempiendolo di pietre». [20]Al mattino, nell'ora dell'offerta, ecco scorrere l'acqua dalla direzione di Edom; la zona ne fu inondata.

[21]Tutti i Moabiti, saputo che erano venuti i re per fare loro guerra, arruolarono tutti gli uomini in età di maneggiare le armi e si schierarono sulla frontiera. [22]Alzatisi presto al mattino, quando il sole splendeva sulle acque, i Moabiti videro da lontano le acque rosse come sangue. [23]Esclamarono: «Questo è sangue! I re si sono azzuffati e l'uno ha ucciso l'altro. Ebbene, Moab, alla preda!». [24]Andarono dunque nell'accampamento di Israele. Ma gli Israeliti si alzarono e sconfissero i Moabiti, che fuggirono davanti a loro. I vincitori si inoltrarono nel paese, incalzando e uccidendo i Moabiti. [25]Ne demolirono le città; su tutti i campi fertili ognuno gettò una pietra e li riempirono; otturarono tutte le sorgenti d'acqua e tagliarono tutti gli alberi utili. Rimase soltanto Kir Careset; i frombolieri l'aggirarono e l'assalirono. [26]Il re di Moab, visto che la guerra era insostenibile per lui, prese con sé settecento uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di Edom, ma non ci riuscì. [27]Allora prese il figlio primogenito, che doveva regnare al suo posto, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si scatenò una grande ira contro gli Israeliti, che si allontanarono da lui e tornarono nella loro regione.

Re 2 - Capitolo 4

3. ALCUNI MIRACOLI DI ELISEO

L'olio della vedova

[1]Una donna, moglie di uno dei profeti, gridò a Eliseo: «Mio marito, tuo servo, è morto; tu sai che il tuo servo temeva il Signore. Ora è venuto il suo creditore per prendersi come schiavi i due miei figli». [2]Eliseo le disse: «Che posso fare io per te? Dimmi che cosa hai in casa». Quella rispose: «In casa la tua serva non ha altro che un orcio di olio». [3]Le disse: «Su, chiedi in prestito vasi da tutti i tuoi vicini, vasi vuoti, nel numero maggiore possibile. [4]Poi entra in casa e chiudi la porta dietro a te e ai tuoi figli; versa olio in tutti quei vasi; i pieni mettili da parte». [5]Si allontanò da lui e chiuse la porta dietro a sé e ai suoi figli; questi porgevano ed essa versava. [6]Quando i vasi furono pieni, disse a un figlio: «Porgimi ancora un vaso». Le rispose: «Non ce ne sono più». L'olio cessò. [7]Essa andò a riferire la cosa all'uomo di Dio, che le disse: «Và, vendi l'olio e accontenta i tuoi creditori; tu e i tuoi figli vivete con quanto ne resterà».

Eliseo, la Sunammita e suo figlio

[8]Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era una donna facoltosa, che l'invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. [9]Essa disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. [10]Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e una lampada, sì che, venendo da noi, vi si possa ritirare». [11]Recatosi egli un giorno là, si ritirò nella camera e vi si coricò. [12]Egli disse a Ghecazi suo servo: «Chiama questa Sunammita». La chiamò ed essa si presentò a lui. [13]Eliseo disse al suo servo: «Dille tu: Ecco hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa possiamo fare per te? C'è forse bisogno di intervenire in tuo favore presso il re oppure presso il capo dell'esercito?». Essa rispose: «Io sto in mezzo al mio popolo». [14]Eliseo replicò: «Che cosa si può fare per lei?». Ghecazi disse: «Purtroppo essa non ha figli e suo marito è vecchio». [15]Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; essa si fermò sulla porta. [16]Allora disse: «L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio». Essa rispose: «No, mio signore, uomo di Dio, non mentire con la tua serva». [17]Ora la donna rimase incinta e partorì un figlio, proprio alla data indicata da Eliseo.

[18]Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre fra i mietitori. [19]Egli disse al padre: «La mia testa, la mia testa!». Il padre ordinò a un servo: «Portalo dalla mamma». [20]Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino stette sulle ginocchia di costei fino a mezzogiorno, poi morì. [21]Essa salì a stenderlo sul letto dell'uomo di Dio; chiuse la porta e uscì. [22]Chiamò il marito e gli disse: «Su, mandami uno dei servi e un'asina; voglio correre dall'uomo di Dio; tornerò subito». [23]Quegli domandò: «Perché vuoi andare oggi? Non è il novilunio né sabato». Ma essa rispose: «Addio». [24]Fece sellare l'asina e disse al proprio servo: «Conducimi, cammina, non fermarmi durante il tragitto, a meno che non te l'ordini io». [25]Si incamminò; giunse dall'uomo di Dio sul monte Carmelo. Quando l'uomo di Dio la vide da lontano, disse a Ghecazi suo servo: «Ecco la Sunammita! [26]Su, corrile incontro e domandale: Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?». Quella rispose: «Bene!». [27]Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò le ginocchia. Ghecazi si avvicinò per tirarla indietro, ma l'uomo di Dio disse: «Lasciala stare, perché la sua anima è amareggiata e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha rivelato». [28]Essa disse: «Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: Non mi ingannare?».

[29]Eliseo disse a Ghecazi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». [30]La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua vita, non ti lascerò». Allora quegli si alzò e la seguì. [31]Ghecazi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c'era stato un gemito né altro segno di vita. Egli tornò verso Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». [32]Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. [33]Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. [34]Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino riprese calore. [35]Quindi si alzò e girò qua e là per la casa; tornò a curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. [36]Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando essa gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». [37]Quella entrò, cadde ai piedi di lui, gli si prostrò davanti, prese il figlio e uscì.

La pentola avvelenata

[38]Eliseo tornò in Gàlgala. Nella regione imperversava la carestia. Mentre i figli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli disse al suo servo: «Metti la pentola grande e cuoci una minestra per i figli dei profeti». [39]Uno di essi andò in campagna per cogliere erbe selvatiche e trovò una specie di vite selvatica: da essa colse zucche agresti e se ne riempì il mantello. Ritornò e gettò i frutti a pezzi nella pentola della minestra, non sapendo cosa fossero. [40]Si versò da mangiare agli uomini, che appena assaggiata la minestra gridarono: «Nella pentola c'è la morte, uomo di Dio!». Non ne potevano mangiare. [41]Allora Eliseo ordinò: «Portatemi della farina». Versatala nella pentola, disse: «Danne da mangiare alla gente». Non c'era più nulla di cattivo nella pentola.

La moltiplicazione dei pani

[42]Da Baal-Salisa venne un individuo, che offrì primizie all'uomo di Dio, venti pani d'orzo e farro che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». [43]Ma colui che serviva disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Quegli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: Ne mangeranno e ne avanzerà anche». [44]Lo pose davanti a quelli, che mangiarono, e ne avanzò, secondo la parola del Signore.

Re 2 - Capitolo 5

La guarigione di Nàaman

[1]Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramei. Ma questo uomo prode era lebbroso. [2]Ora bande aramee in una razzia avevano rapito dal paese di Israele una giovinetta, che era finita al servizio della moglie di Nàaman. [3]Essa disse alla padrona: «Se il mio signore si rivolgesse al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe dalla lebbra». [4]Nàaman andò a riferire al suo signore: «La giovane che proviene dal paese di Israele ha detto così e così». [5]Il re di Aram gli disse: «Vacci! Io invierò una lettera al re di Israele». Quegli partì, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci vestiti. [6]Portò la lettera al re di Israele, nella quale si diceva: «Ebbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Nàaman, mio ministro, perché tu lo curi dalla lebbra». [7]Letta la lettera, il re di Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi mandi un lebbroso da guarire? Sì, ora potete constatare chiaramente che egli cerca pretesti contro di me».

[8]Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciate le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». [9]Nàaman arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. [10]Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Và, bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito». [11]Nàaman si sdegnò e se ne andò protestando: «Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si fermerà, invocherà il nome del Signore suo Dio, toccando con la mano la parte malata e sparirà la lebbra. [12]Forse l'Abana e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?». Si voltò e se ne partì adirato. [13]Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: bagnati e sarai guarito». [14]Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito.

[15]Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e si presentò a lui dicendo: «Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele». Ora accetta un dono dal tuo servo». [16]Quegli disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». Nàaman insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. [17]Allora Nàaman disse: «Se è no, almeno sia permesso al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne portano due muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo al Signore. [18]Tuttavia il Signore perdoni il tuo servo se, quando il mio signore entra nel tempio di Rimmòn per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e se anche io mi prostro nel tempio di Rimmòn, durante la sua adorazione nel tempio di Rimmòn; il Signore perdoni il tuo servo per questa azione». [19]Quegli disse: «Và in pace». Partì da lui e fece un bel tratto di strada.

[20]Ghecazi, servo dell'uomo di Dio Eliseo, disse fra sé: «Ecco, il mio signore è stato tanto generoso con questo Nàaman arameo da non prendere quanto egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa da lui». [21]Ghecazi inseguì Nàaman. Questi, vedendolo correre verso di sé, scese dal carro per andargli incontro e gli domandò: «Tutto bene?». [22]Quegli rispose: «Tutto bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: Ecco, proprio ora, sono giunti da me due giovani dalle montagne di Efraim, da parte dei figli dei profeti. Dammi per essi un talento d'argento e due vestiti». [23]Nàaman disse: «E' meglio che tu prenda due talenti» e insistette con lui. Legò due talenti d'argento in due sacchi insieme con due vestiti e li diede a due dei suoi giovani, che li portarono davanti a Ghecazi. [24]Giunto all'Ofel, questi prese dalle loro mani il tutto e lo depose in casa, quindi rimandò gli uomini, che se ne andarono. [25]Poi egli andò a presentarsi al suo padrone. Eliseo gli domandò: «Ghecazi, da dove vieni?». Rispose: «Il tuo servo non è andato in nessun luogo». [26]Quegli disse: «Non era forse presente il mio spirito quando quell'uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave? [27]Ma la lebbra di Nàaman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre». Egli si allontanò da Eliseo, bianco come la neve per la lebbra.

Re 2 - Capitolo 6

L'ascia perduta e ritrovata

[1]I figli dei profeti dissero a Eliseo: «Ecco, il luogo in cui ci raduniamo alla tua presenza è troppo stretto per noi. [2]Andiamo fino al Giordano; là prenderemo una trave per ciascuno e ci costruiremo una residenza». Quegli rispose: «Andate!». [3]Uno disse: «Degnati di venire anche tu con i tuoi servi». Egli rispose: «Ci verrò». [4]E andò con loro. Giunti al Giordano, tagliarono alcuni alberi. [5]Ora, mentre uno abbatteva un tronco, il ferro dell'ascia gli cadde in acqua. Egli gridò: «Oh, mio signore! Era stato preso in prestito!». [6]L'uomo di Dio domandò: «Dove è caduto?». Gli mostrò il posto. Eliseo, allora, tagliò un legno e lo gettò in quel punto e il ferro venne a galla. [7]Disse: «Prendilo!». Quegli stese la mano e lo prese.

4. GUERRE ARAMEE

Eliseo cattura un intero distaccamento arameo

[8]Mentre il re di Aram era in guerra contro Israele, in un consiglio con i suoi ufficiali disse: «In quel tal posto sarà il mio accampamento». [9]L'uomo di Dio mandò a dire al re di Israele: «Guardati dal passare per quel punto, perché là stanno scendendo gli Aramei». [10]Il re di Israele mandò a esplorare il punto indicatogli dall'uomo di Dio. Questi l'avvertiva e il re si metteva in guardia; ciò accadde non una volta o due soltanto. [11]Molto turbato in cuor suo per questo fatto, il re di Aram convocò i suoi ufficiali e disse loro: «Non mi potreste indicare chi dei nostri è per il re di Israele?». [12]Uno degli ufficiali rispose: «No, re mio signore, perché Eliseo profeta di Israele riferisce al re di Israele quanto tu dici nella tua camera da letto». [13]Quegli disse: «Andate, informatevi dove sia costui; io manderò a prenderlo». Gli fu riferito: «Ecco, sta in Dotan». [14]Egli mandò là cavalli, carri e un bel numero di soldati; vi giunsero di notte e circondarono la città.

[15]Il giorno dopo, l'uomo di Dio, alzatosi di buon mattino, uscì. Ecco, un esercito circondava la città con cavalli e carri. Il suo servo disse: «Ohimè, mio signore, come faremo?». [16]Quegli rispose: «Non temere, perché i nostri sono più numerosi dei loro». [17]Eliseo pregò così: «Signore, apri i suoi occhi; egli veda». Il Signore aprì gli occhi del servo, che vide. Ecco, il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.

[18]Poiché gli Aramei scendevano verso di lui, Eliseo pregò il Signore: «Oh, colpisci questa gente di cecità!». E il Signore li colpì di cecità secondo la parola di Eliseo. [19]Disse loro Eliseo: «Non è questa la strada e non è questa la città. Seguitemi e io vi condurrò dall'uomo che cercate». Egli li condusse in Samaria. [20]Quando giunsero in Samaria, Eliseo disse: «Signore, apri i loro occhi; essi vedano!». Il Signore aprì i loro occhi ed essi videro. Erano in mezzo a Samaria!

[21]Il re di Israele quando li vide, disse a Eliseo: «Li devo uccidere, padre mio?». [22]Quegli rispose: «Non ucciderli. Forse uccidi uno che hai fatto prigioniero con la spada e con l'arco? Piuttosto metti davanti a loro pane e acqua; mangino e bevano, poi se ne vadano dal loro padrone». [23]Fu imbandito loro un gran banchetto. Dopo che ebbero mangiato e bevuto, li congedò ed essi se ne andarono dal loro padrone. Le bande aramee non penetrarono più nel paese di Israele.

La carestia in Samaria assediata

[24]Dopo tali cose Ben-Hadàd, re di Aram, radunò tutto il suo esercito e venne ad assediare Samaria. [25]Ci fu una carestia eccezionale in Samaria, mentre l'assedio si faceva più duro, tanto che una testa d'asino si vendeva ottanta sicli d'argento e un quarto di qab di tuberi cinque sicli. [26]Mentre il re di Israele passava sulle mura, una donna gli gridò contro: «Aiuto, mio signore re!». [27]Rispose: «Non ti aiuta neppure il Signore! Come potrei aiutarti io? Forse con il prodotto dell'aia o con quello del torchio?». [28]Il re aggiunse: «Che hai?». Quella rispose: «Questa donna mi ha detto: Dammi tuo figlio; mangiamocelo oggi. Mio figlio ce lo mangeremo domani. [29]Abbiamo cotto mio figlio e ce lo siamo mangiato. Il giorno dopo io le ho detto: Dammi tuo figlio; mangiamocelo, ma essa ha nascosto suo figlio». [30]Quando udì le parole della donna, il re si stracciò le vesti. Mentre egli passava sulle mura, lo vide il popolo; ecco, aveva un sacco di sotto, sulla carne. [31]Egli disse: «Dio mi faccia questo e anche di peggio, se oggi la testa di Eliseo, figlio di Safat, resterà sulle sue spalle».

Eliseo annunzia la fine imminente della prova

[32]Eliseo stava seduto in casa; con lui sedevano gli anziani. Il re si fece precedere da un uomo. Prima che arrivasse il messaggero, quegli disse agli anziani: «Avete visto? Quel figlio di assassino ordina che mi si tolga la vita. Fate attenzione! Quando arriva il messaggero, chiudete la porta; tenetelo fermo sulla porta. Forse dietro non si sente il rumore dei piedi del suo padrone?». [33]Stava ancora parlando con loro, quando il re scese da lui e gli disse: «Tu vedi quanto male ci viene dal Signore; che aspetterò più io dal Signore?».

Re 2 - Capitolo 7

[1]Ma Eliseo disse: «Ascolta la parola del Signore: Dice il Signore: A quest'ora, domani, alla porta di Samaria una sea di farina costerà un siclo e anche due sea di orzo costeranno un siclo». [2]Ma lo scudiero, al cui braccio il re si appoggiava, rispose all'uomo di Dio: «Gia, il Signore apre le finestre in cielo! Avverrà mai una cosa simile?». Quegli disse: «Ecco, tu lo vedrai con gli occhi, ma non ne mangerai».

Si scopre l'accampamento arameo abbandonato

[3]Ora c'erano quattro lebbrosi davanti alla porta. Essi dicevano fra di loro: «Perché stiamo seduti qui ad attendere la morte? [4]Se risolviamo di andare in città, in città c'è la fame e vi moriremo. Se stiamo qui, moriremo ugualmente. Ora, su, andiamo all'accampamento degli Aramei; se ci lasceranno in vita, vivremo; se ci uccideranno, moriremo». [5]Si alzarono al crepuscolo per andare all'accampamento degli Aramei e giunsero fino al limite del loro campo. Ebbene, là non c'era nessuno. [6]Il Signore aveva fatto udire nell'accampamento degli Aramei rumore di carri, scalpitio di cavalli e chiasso di un grande esercito. Essi si erano detti l'un l'altro: «Ecco, il re di Israele ha assoldato contro di noi i re degli Hittiti e i re dell'Egitto per assalirci». [7]Alzatisi all'imbrunire, erano fuggiti, lasciando le loro tende, i loro cavalli e i loro asini e il campo come si trovava; erano fuggiti per mettersi in salvo. [8]Quei lebbrosi, giunti al limite del campo, entrarono in una tenda e, dopo aver mangiato e bevuto, portarono via argento, oro e vesti, che andarono a nascondere. Ritornati, entrarono in un'altra tenda; portarono via tutto e andarono a nasconderlo.

Fine dell'assedio e della carestia

[9]Si dissero: «Non è giusto quello che facciamo; oggi è giorno di buone notizie, mentre noi ce ne stiamo zitti. Se attendiamo fino all'alba di domani, potrebbe sopraggiungerci un castigo. Andiamo ora, entriamo in città e annunziamolo alla reggia». [10]Vi andarono; chiamarono le guardie della città e riferirono loro: «Siamo andati nel campo degli Aramei; ecco, non c'era nessuno né si sentiva voce umana. C'erano cavalli e asini legati e le tende intatte». [11]Le guardie allora gridarono e la notizia fu portata dentro la reggia.

[12]Il re si alzò di notte e disse ai suoi ufficiali: «Vi dirò quello che hanno fatto con noi gli Aramei. Sapendo che siamo affamati, hanno abbandonato il campo per nascondersi in campagna, dicendo: Appena usciranno dalla città, li prenderemo vivi e poi entreremo in città». [13]Uno dei suoi ufficiali rispose: «Si prendano i cinque cavalli che sono rimasti in questa città, caso mai capiterà loro come alla moltitudine di Israele, e mandiamo a vedere». [14]Presero allora due carri con i cavalli; il re li mandò a seguire l'esercito degli Aramei, dicendo: «Andate e vedete». [15]Li seguirono fino al Giordano; ecco tutta la strada era piena di abiti e di oggetti che gli Aramei avevano gettato via nella fretta. I messaggeri tornarono e riferirono al re.

[16]Allora uscirono tutti e saccheggiarono il campo degli Aramei. Una sea di farina si vendette per un siclo, così pure due sea di orzo si vendettero per un siclo, secondo la parola del Signore. [17]Il re aveva messo a guardia della porta lo scudiero, al cui braccio egli si appoggiava. Calpestato dalla folla presso la porta, quegli morì come aveva predetto l'uomo di Dio quando parlò al re che era sceso da lui. [18]Difatti, dopo che l'uomo di Dio aveva detto al re: «A quest'ora, domani, alla porta di Samaria due sea di orzo costeranno un siclo e anche una sea di farina costerà un siclo», [19]lo scudiero aveva risposto all'uomo di Dio: «Gia, Dio apre le finestre in cielo! Avverrà mai una cosa simile?». E quegli aveva detto: «Ecco, tu lo vedrai con gli occhi, ma non ne mangerai». [20]A lui capitò proprio questo: lo calpestò la folla alla porta ed egli morì.

Re 2 - Capitolo 8

Epilogo riguardante la Sunammita

[1]Eliseo aveva detto alla donna a cui aveva risuscitato il figlio: «Alzati e vattene con la tua famiglia; dimora fuori del tuo paese, dovunque troverai da star bene, perché il Signore ha chiamato la carestia, che verrà sul paese per sette anni». [2]La donna si era alzata e aveva fatto come aveva detto l'uomo di Dio. Se ne era andata con la sua famiglia nel paese dei Filistei, per sette anni. [3]Al termine dei sette anni, la donna tornò dal paese dei Filistei e andò dal re a reclamare la sua casa e il suo campo. [4]Il re stava parlando con Ghecazi, servo dell'uomo di Dio, e diceva: «Narrami tutte le meraviglie compiute da Eliseo». [5]Costui stava narrando al re come aveva risuscitato il morto, quand'ecco si presenta al re la donna a cui aveva risuscitato il figlio, per riavere la sua casa e il suo campo. Ghecazi disse: «Re, mio signore, questa è la donna e questo è il figlio risuscitato da Eliseo». [6]Il re interrogò la donna, che gli narrò il fatto. Il re l'affidò a un funzionario dicendo: «Restituiscile quanto le appartiene e la rendita intera del campo, dal giorno del suo abbandono del paese fino ad ora».

Eliseo e Cazaèl di Damasco

[7]Eliseo andò a Damasco. A Ben-Hadàd, re di Aram, che era ammalato, fu riferito: «L'uomo di Dio è venuto fin qui». [8]Il re disse a Cazaèl: «Prendi un dono e và incontro all'uomo di Dio e per suo mezzo interroga il Signore, per sapere se guarirò o no da questa malattia». [9]Cazaèl gli andò incontro prendendo con sé, in regalo, tutte le cose più squisite di Damasco, con cui caricò quaranta cammelli. Arrivato, si fermò davanti a lui e gli disse: «Tuo figlio, Ben-Hadàd, re di Aram, mi ha mandato da te con la domanda: Guarirò o no da questa malattia?». [10]Eliseo gli disse: «Và a dirgli: Tu guarirai; ma il Signore mi ha mostrato che egli certamente morirà». [11]Poi, con sguardo fisso, si irrigidì a lungo; alla fine l'uomo di Dio si mise a piangere. [12]Cazaèl disse: «Signor mio, perché piangi?». Quegli rispose: «Perché so quanto male farai agli Israeliti: brucerai le loro fortezze, ucciderai di spada i loro giovani, sfracellerai i loro bambini, sventrerai le loro donne incinte». [13]Cazaèl disse: «Ma che sono io tuo servo? Un cane potrebbe attuare questa grande predizione?». Eliseo rispose: «Il Signore mi ha mostrato che tu diventerai re di Aram». [14]Quegli si separò da Eliseo e ritornò dal suo padrone, che gli domandò: «Che ti ha detto Eliseo?». Rispose: «Mi ha detto: Certo guarirai». [15]Il giorno dopo costui prese una coperta, l'immerse nell'acqua e poi la stese sulla faccia del re che morì. Al suo posto divenne re Cazaèl.

Regno di Ioram in Giuda (848-841)

[16]Nell'anno quinto di Ioram figlio di Acab, re di Israele, divenne re Ioram figlio di Giòsafat re di Giuda. [17]Quando divenne re aveva trentadue anni; regnò otto anni in Gerusalemme. [18]Camminò per la strada dei re di Israele, come aveva fatto la famiglia di Acab, perché sua moglie era figlia di Acab. Fece ciò che è male agli occhi del Signore. [19]Il Signore, però, non volle distruggere Giuda a causa di Davide suo servo, secondo la promessa fattagli di lasciargli sempre una lampada per lui e per i suoi figli. [20]Durante il suo regno Edom si ribellò al potere di Giuda e si elesse un re. [21]Allora Ioram passò a Zeira con tutti i suoi carri. Egli si mosse di notte e sconfisse gli Idumei che l'avevano accerchiato, insieme con gli ufficiali dei carri; così il popolo fuggì nelle tende. [22]Edom, ribellatosi al potere di Giuda, ancora oggi è indipendente. In quel tempo anche Libna si ribellò.

[23]Le altre gesta di Ioram, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [24]Ioram si addormentò con i suoi padri e fu sepolto con essi nella città di Davide, e al suo posto divenne re suo figlio Acazia.

Regno di Acazia in Giuda (841)

[25]Nell'anno decimosecondo di Ioram figlio di Acab, re di Israele, divenne re Acazia figlio di Ioram, re di Giuda. [26]Quando divenne re, Acazia aveva ventidue anni; regnò un anno in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Atalia, figlia di Omri re di Israele. [27]Imitò la condotta della casa di Acab; fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto la casa di Acab, perché era imparentato con la casa di Acab. [28]Egli con Ioram figlio di Acab andò in guerra contro Cazaèl re di Aram, in Ramot di Gàlaad; ma gli Aramei ferirono Ioram. [29]Allora il re Ioram andò a curarsi in Izrèel per le ferite ricevute dagli Aramei in Ramot, mentre combatteva contro Cazaèl re di Aram. Acazia figlio di Ioram, re di Giuda, scese a visitare Ioram figlio di Acab in Izreèl, perché costui era malato.

Re 2 - Capitolo 9 

5. STORIA DI IEU

Un discepolo di Eliseo dà l'unzione regale a Ieu

[1]Il profeta Eliseo chiamò uno dei figli dei profeti e gli disse: «Cingiti i fianchi, prendi in mano questo vasetto d'olio e và in Ramot di Gàlaad. [2]Appena giunto, cerca Ieu figlio di Giòsafat, figlio di Nimsi. Entrato in casa, lo farai alzare dal gruppo dei suoi compagni e lo condurrai in una camera interna. [3]Prenderai il vasetto dell'olio e lo verserai sulla sua testa, dicendo: Dice il Signore: Ti ungo re su Israele. Poi aprirai la porta e fuggirai senza indugio». [4]Il giovane andò a Ramot di Gàlaad. [5]Appena giunto, trovò i capi dell'esercito seduti insieme. Egli disse: «Ho un messaggio per te, o capo». Ieu disse: «Per chi fra tutti noi?». Ed egli rispose: «Per te, o capo». [6]Ieu si alzò ed entrò in una camera; quegli gli versò l'olio sulla testa dicendogli: «Dice il Signore, Dio di Israele: Ti ungo re sul popolo del Signore, su Israele. [7]Tu demolirai la casa di Acab tuo signore; io vendicherò il sangue dei miei servi i profeti e il sangue di tutti i servi del Signore sparso da Gezabele. [8]Tutta la casa di Acab perirà; io eliminerò nella famiglia di Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. [9]Renderò la casa di Acab come la casa di Geroboamo figlio di Nebàt, e come la casa di Baasa figlio di Achia. [10]La stessa Gezabele sarà divorata dai cani nella campagna di Izreèl; nessuno la seppellirà». Quindi aprì la porta e fuggì.

Ieu è proclamato re

[11]Quando Ieu si presentò agli ufficiali del suo padrone, costoro gli domandarono: «Va tutto bene? Perché questo pazzo è venuto da te?». Egli disse loro: «Voi conoscete l'uomo e le sue chiacchiere». [12]Gli dissero: «Baie! Su, raccontacelo!». Egli disse: «Mi ha parlato così e così, affermando: Dice il Signore: Ti ungo re su Israele». [13]Tutti presero in fretta i propri vestiti e li stesero sotto di lui sugli stessi gradini, suonarono la tromba e gridarono: «Ieu è re».

Ieu si prepara a usurpare il potere

[14]Ieu figlio di Giòsafat, figlio di Nimsi, congiurò contro Ioram. (Ioram aveva difeso con tutto Israele Ramot di Gàlaad di fronte a Cazaèl, re di Aram, [15]poi Ioram era tornato a curarsi in Izreèl le ferite ricevute dagli Aramei nella guerra contro Cazaèl, re di Aram). Ieu disse: «Se tale è il vostro sentimento, nessuno esca o fugga dalla città per andare ad annunziarlo in Izreèl». [16]Ieu salì su un carro e partì per Izreèl, perché là giaceva malato Ioram e Acazia re di Giuda era sceso per visitarlo.

[17]La sentinella che stava sulla torre di Izreèl vide la truppa di Ieu che avanzava e disse: «Vedo una truppa». Ioram disse: «Prendi un cavaliere e mandalo loro incontro per domandare: Tutto bene?». [18]Uno a cavallo andò loro incontro e disse: «Il re domanda: Tutto bene?». Ieu disse: «Che importa a te come vada? Passa dietro a me e seguimi». La sentinella riferì: «Il messaggero è arrivato da quelli, ma non torna indietro». [19]Il re mandò un altro cavaliere che, giunto da quelli, disse: «Il re domanda: Tutto bene?». Ma Ieu disse: «Che importa a te come vada? Passa dietro a me e seguimi». [20]La sentinella riferì: «E' arrivato da quelli, ma non torna indietro. Il modo di guidare è quello di Ieu figlio di Nimsi; difatti guida all'impazzata».

[21]Ioram disse: «Attacca i cavalli». Appena fu pronto il suo carro, Ioram re di Israele, e Acazia re di Giuda, partirono, ognuno sul proprio carro. Andarono incontro a Ieu, che raggiunsero nel campo di Nabòt di Izreèl.

Assassinio di Ioram

[22]Quando Ioram vide Ieu, gli domandò: «Tutto bene, Ieu?». Rispose: «Sì, tutto bene, finché durano le prostituzioni di Gezabele tua madre e le sue numerose magie». [23]Allora Ioram si volse indietro e fuggì, dicendo ad Acazia: «Siamo traditi, Acazia!». [24]Ieu, impugnato l'arco, colpì Ioram nel mezzo delle spalle. La freccia gli attraversò il cuore ed egli si accasciò sul carro. [25]Ieu disse a Bidkar suo scudiero: «Sollevalo, gettalo nel campo che appartenne a Nabòt di Izreèl; mi ricordo che una volta, mentre io e te eravamo sullo stesso carro al seguito di suo padre Acab, il Signore proferì su di lui questo oracolo: [26]Non ho forse visto ieri il sangue di Nabòt e il sangue dei suoi figli? Oracolo del Signore. Ti ripagherò in questo stesso campo. Oracolo del Signore. Sollevalo e gettalo nel campo secondo la parola del Signore».

Assassinio di Acazia

[27]Visto ciò, Acazia re di Giuda fuggì per la strada di Bet-Gan; Ieu l'inseguì e ordinò: «Colpite anche costui». Lo colpirono sul carro nella salita di Gur, nelle vicinanze di Ibleam. Egli fuggì a Meghìddo, ove morì. [28]I suoi ufficiali lo portarono a Gerusalemme su un carro e lo seppellirono nel suo sepolcro, vicino ai suoi padri, nella città di Davide.

[29]Acazia era divenuto re di Giuda nell'anno undecimo di Ioram, figlio di Acab.

Assassinio di Gezabele

[30]Ieu arrivò in Izreèl. Appena lo seppe, Gezabele si truccò gli occhi con stibio, si acconciò la capigliatura e si mise alla finestra. [31]Mentre Ieu entrava per la porta, gli domando: «Tutto bene, o Zimri, assassino del suo padrone?». [32]Ieu alzò lo sguardo alla finestra e disse: «Chi è con me? Chi?». Due o tre eunuchi si affacciarono a guardarlo. [33]Egli disse: «Gettatela giù». La gettarono giù. Il suo sangue schizzò sul muro e sui cavalli. Ieu passò sul suo corpo, [34]poi entrò, mangiò e bevve; alla fine ordinò: «Andate a vedere quella maledetta e seppellitela, perché era figlia di re». [35]Andati per seppellirla, non trovarono altro che il cranio, i piedi e le palme delle mani. [36]Tornati, riferirono il fatto a Ieu, che disse: «Si è avverata così la parola che il Signore aveva detta per mezzo del suo servo Elia il Tisbita: Nel campo di Izreèl i cani divoreranno la carne di Gezabele. [37]E il cadavere di Gezabele nella campagna sarà come letame, perché non si possa dire: Questa è Gezabele».

Re 2 - Capitolo 10

Massacro della famiglia reale di Israele

[1]In Samaria c'erano settanta figli di Acab. Ieu scrisse lettere e le inviò in Samaria ai capi della città, agli anziani e ai tutori dei figli di Acab. In esse diceva: [2]«Ora, quando giungerà a voi questa lettera - voi, infatti, avete con voi i figli del vostro signore, i carri, i cavalli, le fortezze e le armi - [3]scegliete il figlio migliore e più capace del vostro signore e ponetelo sul trono del padre; combattete per la casa del vostro signore». [4]Quelli ebbero una grande paura e dissero: «Ecco, due re non hanno potuto resistergli; come potremmo resistergli noi?». [5]Il maggiordomo, il prefetto della città, gli anziani e i tutori mandarono a Ieu questo messaggio: «Noi siamo tuoi servi; noi faremo quanto ci ordinerai. Non nomineremo un re; fà quanto ti piace».

[6]Ieu scrisse loro quest'altra lettera: «Se siete dalla mia parte e se obbedite alla mia parola, prendete le teste dei figli del vostro signore e presentatevi a me domani a quest'ora in Izreèl». I figli del re erano settanta; vivevano con i grandi della città, che li allevavano. [7]Ricevuta la lettera, quelli presero i figli del re e li uccisero - erano settanta -; quindi posero le loro teste in panieri e le mandarono da lui in Izreèl. [8]Si presentò un messaggero che riferì a Ieu: «Hanno portato le teste dei figli del re». Egli disse: «Ponetele in due mucchi alla porta della città e ci restino fino a domani mattina». [9]Il mattino dopo uscì, si fermò e disse a tutto il popolo: «Voi siete innocenti; ecco io ho congiurato contro il mio signore e l'ho ucciso. Ma chi ha colpito tutti questi? [10]Constatate come neppure una parola che il Signore ha annunziato per mezzo del suo servo Elia, sia venuta meno; il Signore ha attuato quanto aveva predetto per mezzo di Elia, suo servo». [11]Ieu uccise poi tutti i superstiti della famiglia di Acab in Izreèl, tutti i suoi grandi, i suoi amici e i suoi sacerdoti, fino a non lasciarne neppure uno.

Massacro dei principi di Giuda

[12]Quindi si alzò e partì per Samaria. Passando per Bet-Eked dei pastori, [13]Ieu trovò i fratelli di Acazia, re di Giuda. Egli domandò: «Voi, chi siete?». Risposero: «Siamo fratelli di Acazia; siamo scesi per salutare i figli del re e i figli della regina». [14]Egli ordinò: «Prendeteli vivi». Li presero vivi, li uccisero e li gettarono nel pozzo di Bet-Eked; erano quarantadue e non ne rimase neppure uno.

Ieu e Ionadab

[15]Partito di lì, si imbattè in Ionadàb, figlio di Recàb, che gli veniva incontro; Ieu lo salutò e gli disse: «Il tuo cuore è retto verso di me, come il mio nei tuoi riguardi?». Ionadàb rispose: «Sì». «Se sì, dammi la mano». Ionadàb gliela diede. Ieu allora lo fece salire sul carro vicino a sé [16]e gli disse: «Vieni con me e vedrai il mio zelo per il Signore». Lo portò con sé sul carro. [17]Entrò in Samaria, ove uccise tutti i superstiti della casa di Acab fino ad annientarla, secondo la parola che il Signore aveva comunicata a Elia.

Massacro dei fedeli di Baal e distruzione del suo tempio

[18]Ieu radunò tutto il popolo e gli disse: «Acab ha servito Baal un poco; Ieu lo servirà molto. [19]Ora convocatemi tutti i profeti di Baal, tutti i suoi fedeli e tutti i suoi sacerdoti; non ne manchi neppure uno, perché intendo offrire un grande sacrificio a Baal. Chi mancherà non sarà lasciato in vita». Ieu agiva con astuzia, per distruggere tutti i fedeli di Baal. [20]Ieu disse: «Convocate una festa solenne per Baal». La convocarono. [21]Ieu inviò messaggeri per tutto Israele; si presentarono tutti i fedeli di Baal - nessuno si astenne dal viaggio - e si radunarono nel tempio di Baal, che ne risultò pieno da un'estremità all'altra. [22]Ieu disse al guardarobiere: «Tira fuori le vesti per tutti i fedeli di Baal». Ed egli le tirò fuori. [23]Ieu, accompagnato da Ionadàb figlio di Recàb, entrò nel tempio di Baal e disse ai fedeli di Baal: «Badate bene che non ci sia fra di voi nessuno dei fedeli del Signore, ma solo fedeli di Baal».

[24]Mentre quelli si accingevano a compiere sacrifici e olocausti, Ieu fece uscire ottanta suoi uomini con la minaccia: «Se qualcuno farà fuggire uno degli uomini che io oggi metto nelle vostre mani, pagherà con la sua vita la vita di lui». [25]Quando ebbe finito di compiere l'olocausto, Ieu disse alle guardie e agli scudieri: «Entrate, uccideteli. Nessuno scappi». Le guardie e gli scudieri li passarono a fil di spada e li gettarono perfino nella cella del tempio di Baal. [26]Penetrati in essa, portarono fuori il palo sacro del tempio di Baal e lo bruciarono. [27]Fecero a pezzi la stele di Baal, demolirono il tempio di Baal e lo ridussero un immondezzaio fino ad oggi.

Regno di Ieu in Israele (841-814)

[28]Ieu fece scomparire Baal da Israele. [29]Ma Ieu non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele e non abbandonò i vitelli d'oro che erano a Betel e in Dan.

[30]Il Signore disse a Ieu: «Perché ti sei compiaciuto di fare ciò che è giusto ai miei occhi e hai compiuto per la casa di Acab quanto era nella mia intenzione, i tuoi figli - fino alla quarta generazione - siederanno sul trono di Israele». [31]Ma Ieu non si preoccupò di seguire la legge del Signore Dio di Israele con tutto il cuore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo aveva fatto commettere a Israele.

[32]In quel tempo il Signore cominciò a ridurre il territorio di Israele; Cazaèl sconfisse gli Israeliti in tutti i loro confini: [33]dal Giordano, verso oriente, occupò tutta la regione di Gàlaad, dei Gaditi, dei Rubeniti e dei Manassiti, da Aroer, che è presso il torrente Arnon, a Gàlaad e a Basan.

[34]Le altre gesta di Ieu, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [35]Ieu si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Ioacaz. [36]La durata del regno di Ieu su Israele, in Samaria, fu di ventotto anni.

Re 2 - Capitolo 11

6. DAL REGNO DI ATALIA ALLA MORTE DI ELISEO

Storia di Atalia (841-835)

[1]Atalia madre di Acazia, visto che era morto suo figlio, si propose di sterminare tutta la discendenza regale. [2]Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazia, sottrasse Ioas figlio di Acazia dal gruppo dei figli del re destinati alla morte e lo portò con la nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalia ed egli non fu messo a morte. [3]Rimase sei anni nascosto presso di lei nel tempio; intanto Atalia regnava sul paese.

[4]Il settimo anno Ioiada convocò i capi di centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire nel tempio. Egli concluse con loro un'alleanza, facendoli giurare nel tempio; quindi mostrò loro il figlio del re. [5]Diede loro le seguenti disposizioni: «Questo farete: un terzo di quelli che fra di voi iniziano il servizio di sabato per fare la guardia alla reggia, [6]un altro terzo alla porta di Sur e un terzo alla porta dietro i cursori; voi farete invece la guardia alla casa di Massach, [7]gli altri due gruppi di voi, ossia quanti smontano il sabato, faranno la guardia al tempio. [8]Circonderete il re, ognuno con la sua arma in pugno e chi tenta di penetrare nello schieramento sia messo a morte. Accompagnerete il re ovunque egli vada». [9]I capi di centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiada. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiada. [10]Il sacerdote consegnò ai capi di centinaia lance e scudi del re Davide, che erano nel deposito del tempio. [11]Le guardie, ognuno con l'arma in pugno, si disposero dall'angolo meridionale del tempio fino all'angolo settentrionale, davanti all'altare e al tempio e intorno al re. [12]Allora Ioiada fece uscire il figlio del re, gli impose il diadema e le insegne; lo proclamò re e lo unse. Gli astanti batterono le mani ed esclamarono: «Viva il re!».

[13]Atalia, sentito il clamore delle guardie e del popolo, si diresse verso la moltitudine nel tempio. [14]Guardò: ecco, il re stava presso la colonna secondo l'usanza; i capi e i trombettieri erano intorno al re, mentre tutto il popolo del paese esultava e suonava le trombe. Atalia si stracciò le vesti e gridò: «Tradimento, tradimento!».

[15]Il sacerdote Ioiada ordinò ai capi dell'esercito: «Fatela uscire tra le file e chiunque la segua sia ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva stabilito che non venisse uccisa nel tempio del Signore. [16]Le misero le mani addosso ed essa raggiunse la reggia attraverso l'ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.

[17]Ioiada concluse un'alleanza fra il Signore, il re e il popolo, con cui questi si impegnò a essere il popolo del Signore; ci fu anche un'alleanza fra il re e il popolo. [18]Tutto il popolo del paese penetrò nel tempio di Baal e lo demolì, frantumandone gli altari e le immagini: uccisero dinanzi agli altari lo stesso Mattan, sacerdote di Baal.

Il sacerdote Ioiada mise guardie intorno al tempio. [19]Egli prese i capi di centinaia dei Carii e delle guardie e tutto il popolo del paese; costoro fecero scendere il re dal tempio e attraverso la porta delle Guardie lo condussero nella reggia, ove egli sedette sul trono regale. [20]Tutto il popolo del paese fu in festa; la città restò tranquilla. Atalia fu uccisa con la spada nella reggia.

Re 2 - Capitolo 12

Regno di Ioas in Giuda (835-796)

[1]Quando divenne re, Ioas aveva sette anni. [2]Divenne re nell'anno settimo di Ieu e regnò quarant'anni in Gerusalemme. Sua madre, di Bersabea, si chiamava Sibia. [3]Ioas fece ciò che è giusto agli occhi del Signore per tutta la sua vita, perché era stato educato dal sacerdote Ioiada. [4]Ma non scomparvero le alture, infatti il popolo tuttora sacrificava e offriva incenso sulle alture.

[5]Ioas disse ai sacerdoti: «Tutto il denaro delle rendite sacre, che viene portato nel tempio del Signore, il denaro che uno versa per il proprio riscatto e tutto il denaro offerto spontaneamente al tempio, [6]lo prendano i sacerdoti, ognuno dalla mano del proprio conoscente; con esso eseguiscano le riparazioni del tempio, ovunque appaiano necessarie».

[7]Ora nell'anno ventitrè del re Ioas i sacerdoti non avevano ancora eseguito le riparazioni nel tempio. [8]Il re Ioas convocò il sacerdote Ioiada e gli altri sacerdoti e disse loro: «Perché non avete restaurato il tempio? D'ora innanzi non ritirerete più il denaro dai vostri conoscenti, ma lo consegnerete per il restauro del tempio». [9]I sacerdoti acconsentirono a non ricevere più il denaro dal popolo e a non curare il restauro del tempio.

[10]Il sacerdote Ioiada prese una cassa, vi fece un buco nel coperchio e la pose a lato dell'altare, a destra di chi entra nel tempio. I sacerdoti custodi della soglia depositavano ivi tutto il denaro portato al tempio. [11]Quando vedevano che nella cassa c'era molto denaro, veniva il segretario del re, insieme con il sommo sacerdote, che riducevano in verghe e contavano il denaro trovato nel tempio. [12]Consegnavano il denaro controllato nelle mani degli esecutori dei lavori nel tempio. Costoro lo distribuivano ai falegnami e ai muratori, che lavoravano nel tempio, [13]ai muratori, ai tagliapietre, ai fornitori del legname e delle pietre da taglio per il restauro dei danni nel tempio, insomma per quanto era necessario per riparare il tempio. [14]Ma con il denaro portato al tempio del Signore non si dovevano fare né coppe d'argento, né strumenti musicali, né coltelli, né vassoi, né trombe, insomma nessun oggetto d'oro o d'argento. [15]Esso era consegnato solo agli esecutori dei lavori, che l'usavano per restaurare il tempio. [16]Coloro nelle cui mani si rimetteva il denaro perché lo dessero agli esecutori dei lavori non dovevano renderne conto, perché la loro condotta ispirava fiducia. [17]Il denaro dei sacrifici per il delitto e per il peccato non era destinato al tempio, ma era lasciato ai sacerdoti.

[18]In quel tempo Cazaèl re di Aram mosse guerra contro Gat e la conquistò. Allora Cazaèl si preparò ad assalire Gerusalemme. [19]Ioas re di Giuda prese tutti gli oggetti consacrati da Giòsafat, da Ioram e da Acazia, suoi antenati, re di Giuda, e quelli consacrati da lui stesso, insieme con tutto l'oro trovato nei tesori del tempio e della reggia; egli mandò tutto ciò a Cazaèl re di Aram, che si allontanò da Gerusalemme.

[20]Le altre gesta di Ioas e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [21]I suoi ufficiali si sollevarono organizzando una congiura; uccisero Ioas a Bet-Millo, nella discesa verso Silla. [22]Iozabàd figlio di Simeat e Iozabàd figlio di Somer, suoi ufficiali, lo colpirono ed egli morì. Lo seppellirono con i suoi padri nella città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Amazia.

Re 2 - Capitolo 13

Regno di Ioacaz in Israele (814-798)

[1]Nell'anno ventitrè di Ioas figlio di Acazia, re di Giuda, su Israele in Samaria divenne re Ioacaz figlio di Ieu, che regnò diciassette anni. [2]Fece ciò che è male agli occhi del Signore; imitò il peccato con cui Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto peccare Israele, né mai se ne allontanò. [3]L'ira del Signore divampò contro Israele e li mise nelle mani di Cazaèl re di Aram e di Ben-Hadàd figlio di Cazaèl, per tutto quel tempo. [4]Ma Ioacaz placò il volto del Signore. Il Signore lo ascoltò, perché aveva visto come il re di Aram opprimeva gli Israeliti. [5]Il Signore concesse un liberatore a Israele. Essi sfuggirono al potere di Aram; gli Israeliti poterono abitare nelle loro tende come prima. [6]Ma essi non si allontanarono dal peccato che la casa di Geroboamo aveva fatto commettere a Israele; anzi lo ripeterono. Perfino il palo sacro rimase in piedi in Samaria. [7]Pertanto, di tutte le truppe di Ioacaz il Signore lasciò soltanto cinquanta cavalli, dieci carri e diecimila fanti, perché li aveva distrutti il re di Aram, riducendoli come la polvere che si calpesta.

[8]Le altre gesta di Ioacaz, tutte le sue azioni e prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [9]Ioacaz si addormentò con i suoi padri e fu sepolto in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Ioas.

Regno di Ioas in Israele (798-783)

[10]Nell'anno trentasette di Ioas re di Giuda, su Israele in Samaria divenne re Ioas, figlio di Ioacaz, che regnò sedici anni. [11]Fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da tutti i peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele, ma li ripetè.

[12]Le altre gesta di Ioas, tutte le sue azioni e prodezze, le guerre combattute con Amazia re di Giuda, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [13]Ioas si addormentò con i suoi padri e sul suo trono salì Geroboamo. Ioas fu sepolto in Samaria insieme con i re di Israele.

Morte di Eliseo

[14]Quando Eliseo si ammalò della malattia di cui morì, Ioas re di Israele, sceso a visitarlo, scoppiò in pianto davanti a lui, dicendo: «Padre mio, padre mio, carro di Israele e sua cavalleria». [15]Eliseo gli disse: «Prendi arco e frecce». Egli prese arco e frecce. [16]Aggiunse al re di Israele: «Impugna l'arco». Quando il re l'ebbe impugnato, Eliseo mise la mano sulla mano del re, [17]quindi disse: «Apri la finestra verso oriente». Aperta che fu la finestra, Eliseo disse: «Tira!». Ioas tirò. Eliseo disse: «Freccia vittoriosa per il Signore, freccia vittoriosa su Aram. Tu sconfiggerai, fino allo sterminio, gli Aramei in Afek». [18]Eliseo disse: «Prendi le frecce». E quando quegli le ebbe prese, disse al re di Israele: «Percuoti con le tue frecce la terra» ed egli la percosse tre volte, poi si fermò. [19]L'uomo di Dio s'indignò contro di lui e disse: «Avresti dovuto colpire cinque o sei volte; allora avresti sconfitto l'Aram fino allo sterminio; ora, invece, sconfiggerai l'Aram solo tre volte».

[20]Eliseo morì; lo seppellirono. All'inizio dell'anno nuovo irruppero nel paese alcune bande di Moab. [21]Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L'uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi.

Vittoria sugli Aramei

[22]Cazaèl re di Aram oppresse gli Israeliti finché visse Ioacaz. [23]Alla fine il Signore si mostrò benevolo, ne ebbe compassione e tornò a favorirli a causa della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe; per questo non volle distruggerli né scacciarli davanti a sé, fino ad oggi. [24]Cazaèl re di Aram morì. Al suo posto divenne re suo figlio Ben-Hadàd. [25]Allora Ioas figlio di Ioacaz riprese a Ben-Hadàd, figlio di Cazaèl le città che Cazaèl aveva tolte con le armi a suo padre Ioacaz. Ioas lo sconfisse tre volte; così riconquistò le città di Israele.

Re 2 - Capitolo 14

VII. I DUE REGNI FINO ALLA CADUTA DI SAMARIA

Regno di Amazia in Giuda (796-781)

[1]Nell'anno secondo di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, divenne re Amazia figlio di Ioas, re di Giuda. [2]Quando divenne re aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Ioaddain. [3]Egli fece ciò che è retto agli occhi del Signore, ma non come Davide suo antenato: agì in tutto come suo padre Ioas. [4]Solo non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incensi sulle alture. [5]Quando il regno fu saldo nelle sue mani, uccise gli ufficiali che avevano assassinato il re suo padre. [6]Ma non uccise i figli degli assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove il Signore prescrive: «I padri non moriranno per i figli né i figli per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato». [7]Egli sconfisse gli Idumei nella Valle del sale, uccidendone diecimila. In tale guerra occupò Sela e la chiamò Iokteèl, come è chiamata fino ad oggi.

[8]Allora Amazia mandò messaggeri a Ioas figlio di Ioacaz, figlio di Ieu, re di Israele, per dirgli: «Su, guardiamoci in faccia». [9]Ioas re di Israele fece rispondere ad Amazia re di Giuda: «Il cardo del Libano mandò a dire al cedro del Libano: Dà in moglie tua figlia a mio figlio. Ora passò una bestia selvatica del Libano e calpestò il cardo. [10]Tu hai sconfitto Edom, per questo il tuo cuore ti ha reso altero. Sii glorioso, ma resta nella tua casa. Perché provocare una calamità? Potresti precipitare tu e Giuda con te». [11]Amazia non lo ascoltò. Allora Ioas re di Israele si mise in marcia; si guardarono in faccia, lui e Amazia re di Giuda, in Bet-Sèmes, che appartiene a Giuda. [12]Giuda fu sconfitto di fronte a Israele e ognuno fuggì nella propria tenda. [13]Ioas re di Israele in Bet-Sèmes fece prigioniero Amazia re di Giuda figlio di Ioas, figlio di Acazia. Quindi, andato in Gerusalemme, ne demolì le mura dalla porta di Efraim fino alla porta dell'Angolo per quattrocento cubiti. [14]Prese tutto l'oro e l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio e nei tesori della reggia, insieme con gli ostaggi, e tornò in Samaria.

[15]Le altre gesta di Ioas, le sue azioni, le sue prodezze e le sue guerre con Amazia re di Giuda sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [16]Ioas si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria vicino ai re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Geroboamo.

[17]Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, dopo la morte di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele, visse quindici anni.

[18]Le altre gesta di Amazia sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [19]Contro di lui si ordì una congiura in Gerusalemme. Egli fuggì a Lachis; lo fecero inseguire fino a Lachis e là l'uccisero. [20]Trasportato su dei cavalli, fu sepolto con i suoi padri nella città di Davide. [21]Tutto il popolo di Giuda prese Azaria, che aveva sedici anni, e lo proclamò re al posto di suo padre Amazia. [22]Egli fortificò Elat, da lui riconquistata a Giuda dopo che il re si era addormentato con i suoi padri.

Regno di Geroboamo II in Israele (783-743)

[23]Nell'anno quindici di Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, in Samaria divenne re Geroboamo figlio di Ioas, re di Israele, per quarantun anni. [24]Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da nessuno dei peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele. [25]Egli ristabilì i confini di Israele dall'ingresso di Amat fino al mare dell'Araba secondo la parola del Signore Dio di Israele, pronunziata per mezzo del suo servo il profeta Giona figlio di Amittai, di Gat-Chefer, [26]perché il Signore aveva visto l'estrema miseria di Israele, in cui non c'era più né schiavo né libero, né chi lo potesse soccorrere. [27]Egli che aveva deciso di non far scomparire il nome di Israele sotto il cielo, li liberò per mezzo di Geroboamo figlio di Ioas.

[28]Le altre gesta di Geroboamo, le sue azioni e le sue prodezze in guerra, la sua riconquista di Damasco e di Amat in favore di Israele, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [29]Geroboamo si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria con i re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Zaccaria.

 

Re 2 - Capitolo 15

Regno di Azaria in Giuda (781-740)

[1]Nell'anno ventisette di Geroboamo re di Israele, divenne re Azaria figlio di Amazia, re di Giuda. [2]Quando divenne re aveva sedici anni; regnò in Gerusalemme cinquantadue anni. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Iecolia. [3]Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto fece Amazia sua padre. [4]Ma non scomparvero le alture. Il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture. [5]Il Signore colpì con la lebbra il re, che rimase lebbroso fino al giorno della sua morte in una casa appartata. Iotam figlio del re dirigeva la reggia e governava il popolo del paese.

[6]Le altre gesta di Azaria, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [7]Azaria si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Iotam.

Regno di Zaccaria in Israele (743)

[8]Nell'anno trentotto di Azaria re di Giuda, in Samaria divenne re d'Israele per sei mesi Zaccaria, figlio di Geroboamo. [9]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come l'avevano fatto i suoi padri; non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele. [10]Ma Sallùm figlio di Iabes congiurò contro di lui, lo assalì in Ibleam, lo uccise e regnò al suo posto.

[11]Le altre gesta di Zaccaria, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [12]Così si avverò la parola che il Signore aveva predetta a Ieu quando disse: «I tuoi figli siederanno sul trono di Israele fino alla quarta generazione». E avvenne proprio così.

Regno di Sallùm in Israele (743)

[13]Sallùm figlio di Iabes divenne re nell'anno trentanove di Ozia re di Giuda; regnò un mese in Samaria. [14]Da Tirza avanzò Menachem figlio di Gadi, entrò in Samaria e sconfisse Sallùm, figlio di Iabes, l'uccise e divenne re al suo posto.

[15]Le altre gesta di Sallùm e la congiura da lui organizzata, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [16]In quel tempo Menachem, venendo da Tirza, espugnò Tifsach, uccise tutti i suoi abitanti e devastò tutto il suo territorio, perché non gli avevano aperto le porte e fece sventrare tutte le donne incinte.

Regno di Menachem in Israele (743-738)

[17]Nell'anno trentanove di Azaria re di Giuda, Menachem figlio di Gadi divenne re d'Israele e regnò dieci anni in Samaria. [18]Fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele. Durante il suo regno [19]Pul re d'Assiria invase il paese. Menachem diede a Pul mille talenti d'argento perché l'aiutasse a consolidare la regalità. [20]Menachem impose una tassa, per quel denaro, su Israele, sulle persone facoltose, sì da poterlo dare al re d'Assiria; da ognuno richiese cinquanta sicli. Così il re d'Assiria se ne andò e non rimase là nel paese.

[21]Le altre gesta di Menachem e tutte le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [22]Menachem si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Pekachia.

Regno di Pekachia in Israele (738-737)

[23]Nell'anno cinquanta di Azaria re di Giuda, divenne re Pekachia figlio di Menachem su Israele in Samaria; regnò due anni. [24]Fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele. [25]Contro di lui congiurò Pekach figlio di Romelia, suo scudiero. L'uccise in Samaria nella torre della reggia insieme ad Argob e ad Arie e aveva con sé cinquanta uomini di Gàlaad; l'uccise e si proclamò re al suo posto.

[26]Le altre gesta di Pekachia e tutte le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.

Regno di Pekach in Israele (737-732)

[27]Nell'anno cinquanta di Azaria re di Giuda, divenne re Pekach figlio di Romelia su Israele in Samaria; regnò vent'anni. [28]Fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele.

[29]Al tempo di Pekach re di Israele, venne Tiglat-Pilèzer re di Assiria, che occupò Ijjon, Abel-Bet-Maaca, Ianoach, Kedes, Cazor, Gàlaad e la Galilea e tutto il territorio di Nèftali, deportandone la popolazione in Assiria. [30]Contro Pekach figlio di Romelia ordì una congiura Osea figlio di Ela, che lo assalì e lo uccise, divenendo re al suo posto, nell'anno venti di Iotam figlio di Ozia.

[31]Le altre gesta di Pekach e tutte le sue azioni, ecco sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.

Regno di Iotam in Giuda (740-736)

[32]Nell'anno secondo di Pekach figlio di Romelia, re di Israele, divenne re Iotam figlio di Ozia, re di Giuda. [33]Quando divenne re, aveva venticinque anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Ierusa figlia di Zadòk. [34]Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, imitando in tutto la condotta di Ozia suo padre. [35]Ma non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture. Egli costruì la porta superiore del tempio.

[36]Le altre gesta di Iotam, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

[37]In quel tempo il Signore cominciò a mandare contro Giuda Rezin re di Aram e Pekach figlio di Romelia. [38]Iotam si addormentò con i suoi padri, fu sepolto con essi nella città di Davide suo antenato e al suo posto divenne re suo figlio Acaz.

Re 2 - Capitolo 16

Regno di Acaz in Giuda (736-716)

[1]Nell'anno diciassette di Pekach figlio di Romelia, divenne re Acaz figlio di Iotam, re di Giuda. [2]Quando divenne re, aveva vent'anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Non fece ciò che è retto agli occhi del Signore suo Dio, come Davide suo antenato. [3]Camminò sulla strada dei re di Israele; fece perfino passare per il fuoco suo figlio, secondo gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciati di fronte agli Israeliti. [4]Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde.

[5]In quel tempo marciarono contro Gerusalemme Rezin re di Aram, e Pekach figlio di Romelia, re di Israele; l'assediarono, ma non riuscirono a espugnarla. [6]Ma il re di Edom approfittò di quella occasione per riconquistare Elat e unirla al suo regno; ne scacciò i Giudei e tornarono ad abitarvi gli Idumei fino ad oggi.

[7]Acaz mandò messaggeri a Tiglat-Pilèzer re di Assiria, per dirgli: «Io sono tuo servo e tuo figlio; vieni, liberami dalla mano del re di Aram e dalla mano del re di Israele, che sono insorti contro di me». [8]Acaz, preso l'argento e l'oro che si trovava nel tempio e nei tesori della reggia, lo mandò in dono al re di Assiria. [9]Il re di Assur lo ascoltò e assalì Damasco e la prese, ne deportò la popolazione a Kir e uccise Rezin.

[10]Il re Acaz andò incontro a Tiglat-Pilèzer re di Assiria in Damasco e, visto l'altare che si trovava in Damasco, il re Acaz mandò al sacerdote Uria il disegno dell'altare e il suo piano secondo il lavoro. [11]Il sacerdote Uria costruì l'altare, prima che il re Acaz tornasse da Damasco, facendolo proprio identico a quello che il re Acaz gli aveva mandato da Damasco. [12]Tornato da Damasco, il re vide l'altare, vi si avvicinò, vi salì, [13]vi bruciò l'olocausto e l'offerta, vi versò la libazione e vi sparse il sangue dei sacrifici di comunione collocati sull'altare. [14]Separò l'altare di bronzo, che era di fronte al Signore, dalla fronte del tempio, ossia dal punto fra l'altare e il tempio, e lo pose al fianco del nuovo altare verso settentrione. [15]Il re Acaz ordinò al sacerdote Uria: «Sull'altare grande brucerai l'olocausto del mattino, l'offerta della sera, l'olocausto del re e la sua offerta, l'olocausto di tutto il popolo del paese, la sua offerta e le sue libazioni, vi verserai sopra tutto il sangue dell'olocausto e tutto il sangue dei sacrifici di comunione; circa l'altare di bronzo io deciderò». [16]Il sacerdote Uria eseguì a puntino l'ordine di Acaz.

[17]Il re Acaz smontò le basi, da cui rimosse le doghe e tolse i bacini. Fece scendere il grande bacino dai buoi di bronzo che lo sostenevano e lo collocò sul pavimento di pietre. [18]In considerazione del re d'Assiria egli eliminò anche il portico del sabato, che era stato costruito nel tempio, e l'ingresso esterno del re.

[19]Le altre gesta di Acaz, le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [20]Acaz si addormentò con i suoi padri; fu sepolto nella città di Davide e al suo posto divenne re suo figlio Ezechia.

Re 2 - Capitolo 17

Regno di Osea in Israele (732-724)

[1]Nell'anno decimosecondo di Acaz re di Giuda divenne re in Samaria su Israele Osea figlio di Ela, il quale regnò nove anni. [2]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come i re di Israele che erano stati prima di lui. [3]Contro di lui marciò Salmanassar re d'Assiria; Osea divenne suo vassallo e gli pagò un tributo. [4]Poi però il re d'Assiria scoprì una congiura di Osea, che aveva inviato messaggeri a So re d'Egitto e non spediva più il tributo al re d'Assiria, come faceva prima, ogni anno. Perciò il re d'Assiria lo fece imprigionare e lo chiuse in carcere.

Presa di Samaria (721)

[5]Il re d'Assiria invase tutto il paese, andò in Samaria e l'assediò per tre anni. [6]Nell'anno nono di Osea il re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e alle città della Media.

Riflessioni sulla rovina del regno di Israele

[7]Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore loro Dio, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, liberandoli dal potere del faraone re d'Egitto; essi avevano temuto altri dei. [8]Avevano seguito le pratiche delle popolazioni distrutte dal Signore all'arrivo degli Israeliti e quelle introdotte dai re di Israele. [9]Gli Israeliti avevano proferito contro il Signore loro Dio cose non giuste e si erano costruiti alture in tutte le loro città, dai più piccoli villaggi alle fortezze. [10]Avevano eretto stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. [11]Ivi avevano bruciato incenso, come le popolazioni che il Signore aveva disperso alla loro venuta; avevano compiuto azioni cattive, irritando il Signore. [12]Avevano servito gli idoli, dei quali il Signore aveva detto: «Non farete una cosa simile!».

[13]Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvage e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo ogni legge, che io ho imposta ai vostri padri e che ho fatto dire a voi per mezzo dei miei servi, i profeti». [14]Ma essi non ascoltarono, anzi indurirono la nuca rendendola simile a quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore loro Dio. [15]Rigettarono i suoi decreti e le alleanze che aveva concluse con i loro padri, e le testimonianze che aveva loro date; seguirono le vanità e diventarono anch'essi fatui, a imitazione dei popoli loro vicini, dei quali il Signore aveva comandato di non imitare i costumi. [16]Abbandonarono tutti i comandi del Signore loro Dio; si eressero i due vitelli in metallo fuso, si prepararono un palo sacro, si prostrarono davanti a tutta la milizia celeste e venerarono Baal. [17]Fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco; praticarono la divinazione e gli incantesimi; si vendettero per compiere ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno. [18]Per questo il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dalla sua presenza e non rimase se non la sola tribù di Giuda. [19]Ma neppure quelli di Giuda osservarono i comandi del Signore loro Dio, ma piuttosto seguirono le usanze fissate da Israele. [20]Il Signore, perciò, rigettò tutta la discendenza di Israele; li umiliò e li mise in balìa di briganti, finché non li scacciò dalla sua presenza. [21]Difatti, quando Israele fu strappato dalla casa di Davide, e proclamò re Geroboamo, figlio di Nebàt, questi allontanò Israele dal seguire il Signore e gli fece commettere un grande peccato. [22]Gli Israeliti imitarono in tutto il peccato commesso da Geroboamo; non se ne allontanarono, [23]finché il Signore allontanò Israele dalla sua presenza, come aveva preannunziato per mezzo di tutti i suoi servi, i profeti; fece deportare Israele dal suo paese in Assiria, dove è fino ad oggi.

Origine dei Samaritani

[24]Il re d'Assiria mandò gente da Babilonia, da Cuta, da Avva, da Amat e da Sefarvàim e la sistemò nelle città della Samaria invece degli Israeliti. E quelli presero possesso della Samaria e si stabilirono nelle sue città. [25]All'inizio del loro insediamento non temevano il Signore ed Egli inviò contro di loro dei leoni, che ne fecero strage. [26]Allora dissero al re d'Assiria: «Le genti che tu hai trasferite e insediate nelle città della Samaria non conoscono la religione del Dio del paese ed Egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono la religione del Dio del paese». [27]Il re d'Assiria ordinò: «Mandatevi qualcuno dei sacerdoti che avete deportati di lì: vada, vi si stabilisca e insegni la religione del Dio del paese». [28]Venne uno dei sacerdoti deportati da Samaria che si stabilì a Betel e insegnò loro come temere il Signore.

[29]Tuttavia ciascuna nazione si fabbricò i suoi dei e li mise nei templi delle alture costruite dai Samaritani, ognuna nella città ove dimorava. [30]Gli uomini di Babilonia si fabbricarono Succot-Benòt; gli uomini di Cuta si fabbricarono Nergal; gli uomini di Amat si fabbricarono Asima. [31]Quelli di Avva si fabbricarono Nibcaz e Tartach; quelli di Sefarvàim bruciavano nel fuoco i propri figli in onore di Adram-Mèlech e di Anam-Mèlech, dei di Sefarvàim. [32]Venerarono anche il Signore; si scelsero i sacerdoti delle alture, presi qua e là, e li collocavano nei templi delle alture. [33]Temevano il Signore e servivano i loro dei secondo gli usi delle popolazioni, dalle quali provenivano i deportati. [34]Fino ad oggi essi seguono questi usi antichi: non venerano il Signore e non agiscono secondo i suoi statuti e i suoi decreti né secondo la legge e il comando che il Signore ha dato ai figli di Giacobbe, che chiamò Israele. [35]Il Signore aveva concluso con loro un'alleanza e aveva loro ordinato: «Non venerate altri dei, non prostratevi davanti a loro, non serviteli e non sacrificate a loro, [36]ma temete il Signore, che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto con grande potenza e con braccio teso: davanti a lui solo prostratevi e a lui offrite sacrifici. [37]Osserverete gli statuti, i decreti, la legge e il comando che egli vi ha prescritti, mettendoli in pratica sempre; non venererete divinità straniere. [38]Non vi dimenticherete dell'alleanza conclusa con voi e non venererete divinità straniere, [39]ma venererete soltanto il Signore vostro Dio, che vi libererà dal potere di tutti i vostri nemici». [40]Essi però non ascoltarono: agirono sempre secondo i loro antichi costumi.

[41]Così quelle genti temevano il Signore e servivano i loro idoli; i loro figli e nipoti continuano a fare oggi come hanno fatto i loro padri.

Re 2 - Capitolo 18

VIII. GLI ULTIMI TEMPI DEL REGNO DI GIUDA

1. EZECHIA, IL PROFETA ISAIA E L'ASSIRIA

Introduzione al regno di Ezechia (716-687)

[1]Nell'anno terzo di Osea figlio di Ela, re di Israele, divenne re Ezechia figlio di Acaz, re di Giuda. [2]Quando egli divenne re, aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abi, figlia di Zaccaria. [3]Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Davide suo antenato. [4]Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbattè il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustan. [5]Egli confidò nel Signore, Dio di Israele. Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra i suoi successori né fra i suoi predecessori. [6]Attaccato al Signore, non se ne allontanò; osservò i decreti che il Signore aveva dati a Mosè. [7]Il Signore fu con Ezechia e questi riuscì in tutte le iniziative. Egli si ribellò al re d'Assiria e non gli fu sottomesso. [8]Sconfisse i Filistei fino a Gaza e ai suoi confini, dal più piccolo villaggio fino alle fortezze.

Riepilogo della presa di Samaria

[9]Nell'anno quarto del re Ezechia, cioè l'anno settimo di Osea figlio di Ela, re di Israele, Salmanassar re di Assiria marciò contro Samaria e la assediò. [10]Dopo tre anni la prese; nell'anno sesto di Ezechia, cioè l'anno nono di Osea re di Israele, Samaria fu presa. [11]Il re d'Assiria deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, al Cabor, fiume del Gozan, e alle città della Media. [12]Ciò accadde perché quelli non avevano ascoltato la voce del Signore loro Dio e ne avevano trasgredito l'alleanza e non avevano ascoltato né messo in pratica quanto aveva loro comandato Mosè, servo di Dio.

Invasione di Sennàcherib

[13]Nell'anno quattordici del re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e prese tutte le fortezze di Giuda. [14]Ezechia, re di Giuda, mandò a dire al re d'Assiria in Lachis: «Ho peccato; allontànati da me e io sopporterò quanto mi imporrai». Il re di Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talenti d'argento e trenta talenti d'oro. [15]Ezechia consegnò tutto il denaro che si trovava nel tempio e nei tesori della reggia. [16]In quel tempo Ezechia staccò dalle porte del tempio del Signore e dagli stipiti l'oro, di cui egli stesso re di Giuda li aveva rivestiti, e lo diede al re d'Assiria.

Missione del gran coppiere

[17]Il re d'Assiria mandò il tartan, il capo delle guardie e il gran coppiere da Lachis a Gerusalemme, al re Ezechia, con un grande esercito. Costoro salirono e giunsero a Gerusalemme; si fermarono al canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio.

[18]Essi chiesero del re e incontro a loro vennero Eliakìm figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Ioach figlio di Asaf, l'archivista. [19]Il gran coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: Dice il gran re, il re d'Assiria: Che fiducia è quella su cui ti appoggi? [20]Pensi forse che la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora, in chi confidi ribellandoti a me? [21]Ecco, tu confidi su questo sostegno di canna spezzata, che è l'Egitto, che penetra nella mano, forandola, a chi vi si appoggia; tale è il faraone re di Egitto per chiunque confida in lui. [22]Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse quello stesso del quale Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete soltanto davanti a questo altare in Gerusalemme? [23]Ora vieni al mio signore, re d'Assiria; io ti darò duemila cavalli, se potrai procurarti cavalieri per essi. [24]Come potresti fare retrocedere uno solo dei più piccoli servi del mio signore? Eppure tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri. [25]Ora, non è forse secondo il volere del Signore che io sono venuto contro questo paese per distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Và contro questo paese e distruggilo».

[26]Eliakìm figlio di Chelkia, Sebna e Ioach risposero al gran coppiere: «Parla, ti prego, ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico, mentre il popolo che è sulle mura ascolta». [27]Il gran coppiere replicò: «Forse io sono stato inviato al tuo signore e a te dal mio signore per pronunziare tali parole e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?». [28]Il gran coppiere allora si alzò e gridò a gran voce in ebraico: «Udite la parola del gran re, del re d'Assiria: [29]Dice il re: Non vi inganni Ezechia, poiché non potrà liberarvi dalla mia mano. [30]Ezechia non vi induca a confidare nel Signore, dicendo: Certo, il Signore ci libererà, questa città non sarà messa nelle mani del re d'Assiria. [31]Non ascoltate Ezechia, poiché dice il re d'Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà mangiare i frutti della sua vigna e dei suoi fichi, ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, [32]finché io non venga per condurvi in un paese come il vostro, in un paese che produce frumento e mosto, in un paese ricco di pane e di vigne, in un paese di ulivi e di miele; voi vivrete e non morirete. Non ascoltate Ezechia che vi inganna, dicendovi: Il Signore ci libererà! [33]Forse gli dei delle nazioni hanno liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re d'Assiria? [34]Dove sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei di Sefarvàim, di Ena e di Ivva? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? [35]Quali mai, fra tutti gli dei di quelle nazioni, hanno liberato il loro paese dalla mia mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia mano?».

[36]Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché l'ordine del re era: «Non rispondete loro».

[37]Eliakìm figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.

Re 2 - Capitolo 19

Ricorso al profeta Isaia

[1]Quando udì, il re Ezechia si lacerò le vesti, si coprì di sacco e andò nel tempio. [2]Quindi mandò Eliadìm, il maggiordomo, Sebna lo scriba e gli anziani dei sacerdoti coperti di sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz, [3]perché gli dicessero: «Dice Ezechia: Giorno di angoscia, di castigo e di vergogna è questo, poiché i bambini giungono al punto di venire alla luce, ma manca alla partoriente la forza di partorire. [4]Forse il Signore tuo Dio ha udito le parole del gran coppiere, che il re d'Assiria suo signore ha inviato a insultare il Dio vivente e lo castigherà per le parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quelli che ancora sopravvivono».

[5]Così i ministri del re Ezechia andarono da Isaia. [6]Disse loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere le cose che hai udite e con le quali i servitori del re d'Assiria mi hanno ingiuriato. [7]Ecco io manderò in lui uno spirito tale che egli, appena avrà udito una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò perire di spada».

Partenza del gran coppiere

[8]Il gran coppiere ritornò e trovò il re d'Assiria che assaliva Libna, poiché aveva saputo che si era allontanato da Lachis. [9]Appena Sennàcherib seppe che Tiraca re di Etiopia era uscito per muovergli guerra, inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli:

Lettera di Sennàcherib a Ezechia

[10]«Direte a Ezechia, re di Giuda: Non ti inganni il Dio in cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re d'Assiria. [11]Ecco, tu sai ciò che hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi che votarono allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti? [12]Gli dei delle nazioni che i miei padri distrussero hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e le genti di Eden in Telassàr? [13]Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Ena e di Ivva?».

[14]Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti al Signore, [15]pregò: «Signore Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. [16]Porgi, Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e vedi; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha fatto dire per insultare il Dio vivente. [17]E' vero, o Signore, che i re d'Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori; [18]hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però, non erano dei, ma solo opera delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. [19]Ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio».

Intervento di Isaia

[20]Allora Isaia figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Dice il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib re d'Assiria. [21]Questa è la parola che il Signore ha pronunziato contro di lui:

Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme.
[22]Chi hai insultato e schernito?
Contro chi hai alzato la voce
e hai elevato, superbo, i tuoi occhi?
Contro il Santo di Israele!
[23]Per mezzo dei tuoi messaggeri hai insultato il Signore
e hai detto: Con i miei carri numerosi
sono salito in cima ai monti,
sugli estremi gioghi del Libano:
ne ho tagliato i cedri più alti,
i suoi cipressi più belli;
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
nella sua foresta lussureggiante.
[24]Io ho scavato e bevuto
acque straniere;
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
tutti i torrenti d'Egitto.
[25]Non hai forse udito? Da tempo
ho preparato questo;
da giorni remoti io l'ho progettato;
ora lo eseguisco.
Era deciso che tu riducessi un cumulo di rovine
le città fortificate;
[26]i loro abitanti impotenti
erano spaventati e confusi,
erano come l'erba dei campi,
come una giovane pianta verde,
come l'erba dei tetti,
bruciata dal vento d'oriente.
[27]Ti sieda, esca
o rientri, io ti conosco.
[28]Siccome infuri contro di me e la tua arroganza
è salita ai miei orecchi,
ti porrò il mio anello alle narici
e il mio morso alle labbra;
ti farò tornare per la strada,
per la quale sei venuto.
[29]Questo ti serva come segno:
si mangi quest'anno il frutto dei semi caduti,
nell'anno prossimo ciò che nasce da sé,
nel terzo anno semineranno e mieteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.
[30]Il resto della casa di Giuda che scamperà
continuerà a mettere radici di sotto
e a dar frutto in alto.
[31]Poiché da Gerusalemme uscirà il resto,
dal monte Sion il residuo.
Lo zelo del Signore farà ciò.
[32]Perciò dice il Signore contro il re d'Assiria:
Non entrerà in questa città
e non vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con scudi
e non vi costruirà terrapieno.
[33]Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
[34]Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo».

Disfatta e morte di Sennàcherib

[35]Ora in quella notte l'angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco, quelli erano tutti morti.

[36]Sennàcherib re d'Assiria levò le tende, fece ritorno e rimase a Ninive. [37]Mentre pregava nel tempio di Nisroch suo dio, Adram-Mèlech e Sarèzer suoi figli l'uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat. Al suo posto divenne re suo figlio Assarhàddon.

Re 2 - Capitolo 20 

Malattia e guarigione di Ezechia

[1]In quei giorni Ezechia si ammalò mortalmente. Il profeta Isaia figlio di Amoz si recò da lui e gli parlò: «Dice il Signore: Dà disposizioni per la tua casa, perché morirai e non guarirai». [2]Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore: [3]«Su, Signore, ricordati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che a te sembra bene». Ed Ezechia fece un gran pianto.

[4]Prima che Isaia uscisse dal cortile centrale, il Signore gli disse: [5]«Torna indietro e riferisci a Ezechia, principe del mio popolo: Dice il Signore, Dio di Davide tuo padre: Ho udito la tua preghiera e visto le tue lacrime; ecco io ti guarirò; il terzo giorno salirai al tempio. [6]Aggiungerò alla durata della tua vita quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d'Assiria; proteggerò questa città per amore di me e di Davide mio servo». [7]Isaia disse: «Prendete un impiastro di fichi». Lo presero e lo posero sull'ulcera e il re guarì.

[8]Ezechia disse a Isaia: «Qual è il segno che il Signore mi guarirà e che, il terzo giorno, salirò al tempio?». [9]Isaia rispose: «Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà la promessa, fatta a te: Vuoi che l'ombra avanzi di dieci gradi oppure che retroceda di dieci gradi?». [10]Ezechia disse: «E' facile che l'ombra si allunghi di dieci gradi, non però che torni indietro di dieci gradi». [11]Il profeta Isaia invocò il Signore e l'ombra tornò indietro per i dieci gradi che essa aveva gia scorsi sulla meridiana di Acaz.

Ambasciata di Merodak-Baladan

[12]In quel tempo Merodak-Baladan figlio di Baladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva saputo che Ezechia era stato malato. [13]Ezechia gioì al loro arrivo. Egli mostrò agli inviati tutta la camera del suo tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e l'olio fino, il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse nella reggia e in tutto il suo regno.

[14]Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli domandò: «Che hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?». Ezechia rispose: «Sono venuti da una regione lontana, da Babilonia». [15]Quegli soggiunse: «Che cosa han visto nella tua reggia?». Ezechia rispose: «Hanno visto quanto si trova nella mia reggia; non c'è nulla nei miei magazzini che io non abbia mostrato loro».

[16]Allora Isaia disse a Ezechia: «Ascolta la parola del Signore! [17]Ecco giorni verranno in cui quanto si trova nella tua reggia e quanto hanno accumulato i tuoi antenati fino ad oggi verrà portato in Babilonia; non vi resterà nulla, dice il Signore. [18]Dei figli, che da te saranno nati e che tu avrai generato, alcuni saranno presi e saranno eunuchi nella reggia di Babilonia». [19]Ezechia disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore, che mi hai riferita». Egli pensava: «Perché no? Almeno vi saranno pace e sicurezza durante la mia vita».

Conclusione sul regno di Ezechia

[20]Le altre gesta di Ezechia, tutte le sue prodezze, la costruzione della piscina e del canale, con cui portò l'acqua nella città, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [21]Ezechia si addormentò con i suoi padri. Al suo posto divenne re suo figlio Manàsse.

Re 2 - Capitolo 21 

2. DUE RE EMPI

Regno di Manasse in Giuda (687-642)

[1]Quando divenne re, Manàsse aveva dodici anni; regnò cinquantacinque anni in Gerusalemme; sua madre si chiamava Chefziba. [2]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, imitando gli abomini delle popolazioni sterminate gia dal Signore all'arrivo degli Israeliti. [3]Ricostruì le alture demolite dal padre Ezechia, eresse altari a Baal, innalzò un palo sacro, come l'aveva fatto Acab, re di Israele. Si prostrò davanti a tutta la milizia del cielo e la servì. [4]Costruì altari nel tempio riguardo al quale il Signore aveva detto: «In Gerusalemme porrò il mio nome». [5]Costruì altari a tutta la milizia del cielo nei due cortili del tempio. [6]Fece passare suo figlio per il fuoco, praticò la divinazione e la magìa, istituì i negromanti e gli indovini. Compì in tante maniere ciò che è male agli occhi del Signore, da provocare il suo sdegno. [7]Collocò l'immagine di Asera, da lui fatta fare, nel tempio, riguardo al quale il Signore aveva detto a Davide e al figlio Salomone: «In questo tempio e in Gerusalemme, che mi sono scelta fra tutte le tribù di Israele, porrò il mio nome per sempre. [8]Non sopporterò più che il piede degli Israeliti vada errando lontano dal paese che io ho dato ai loro padri, purché procurino di eseguire quanto ho comandato loro e tutta la legge, che ha imposto loro il mio servo Mosè». [9]Ma essi non ascoltarono. Manàsse li spinse ad agire peggio delle popolazioni sterminate dal Signore alla venuta degli Israeliti.

[10]Allora il Signore disse per mezzo dei suoi servi i profeti: [11]«Poiché Manàsse re di Giuda ha compiuto tali abomini, peggiori di tutti quelli commessi dagli Amorrei prima di lui, e ha indotto a peccare anche Giuda per mezzo dei suoi idoli, [12]per questo dice il Signore Dio di Israele: Eccomi, mando su Gerusalemme e su Giuda una tale sventura da far rintronare gli orecchi di chi l'udrà. [13]Stenderò su Gerusalemme la cordicella di Samaria e il piombino della casa di Acab; asciugherò Gerusalemme come si asciuga un piatto, che si asciuga e si rovescia. [14]Rigetterò il resto della mia eredità; li metterò nelle mani dei loro nemici; diventeranno preda e bottino di tutti i loro nemici, [15]perché hanno fatto ciò che è male ai miei occhi e mi hanno provocato a sdegno da quando i loro padri uscirono dall'Egitto fino ad oggi».

[16]Manàsse versò anche sangue innocente in grande quantità fino a riempirne Gerusalemme da un'estremità all'altra, oltre i peccati che aveva fatto commettere a Giuda, facendo ciò che è male agli occhi del Signore.

[17]Le altre gesta di Manàsse, tutte le sue azioni e le colpe commesse, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [18]Manàsse si addormentò con i suoi padri; fu sepolto nel giardino di casa sua, nel giardino di Uzza. Al suo posto divenne re suo figlio Amon.

Regno di Amon in Giuda (642-640)

[19]Quando divenne re, Amon aveva ventidue anni; regnò due anni in Gerusalemme. Sua madre, di Iotba, si chiamava Meshullemet figlia di Caruz. [20]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come l'aveva fatto il padre Manàsse. [21]Camminò su tutte le strade su cui aveva camminato il padre e servì gli idoli che suo padre aveva servito e si prostrò davanti ad essi. [22]Abbandonò il Signore, Dio dei suoi padri, e non seguì la via del Signore.

[23]Contro Amon congiurarono i suoi ufficiali, che uccisero il re nel suo palazzo. [24]Ma il popolo del paese uccise quanti avevano congiurato contro il re Amon. Il medesimo popolo proclamò re al suo posto il figlio Giosia.

[25]Le altre gesta di Amon, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [26]Lo seppellirono nel suo sepolcro, nel giardino di Uzza. Al suo posto divenne re suo figlio Giosia.

Re 2 - Capitolo 22

3. GIOSIA E LA RIFORMA RELIGIOSA

Introduzione al regno di Giosia (640-609)

[1]Quando divenne re, Giosia aveva otto anni; regnò trentun anni in Gerusalemme. Sua madre, di Boscat, si chiamava Iedida figlia di Adaia. [2]Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, imitando in tutto la condotta di Davide, suo antenato, senza deviare né a destra né a sinistra.

Scoperta del libro della legge

[3]Nell'anno diciotto del suo regno, Giosia mandò Safàn figlio di Asalia, figlio di Mesullàm, scriba, nel tempio dicendogli: [4]«Và da Chelkia sommo sacerdote; egli raccolga il denaro portato nel tempio, che i custodi della soglia hanno raccolto dal popolo. [5]Lo consegni agli esecutori dei lavori, addetti al tempio; costoro lo diano a quanti compiono le riparazioni del tempio, [6]ossia ai falegnami, ai costruttori e ai muratori e l'usino per acquistare legname e pietre da taglio occorrenti per il restauro del tempio. [7]Non c'è bisogno di controllare il denaro consegnato nelle mani di costoro, perché la loro condotta ispira fiducia».

[8]Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safàn: «Ho trovato nel tempio il libro della legge». Chelkia diede il libro a Safàn, che lo lesse. [9]Lo scriba Safàn quindi andò dal re e gli riferì: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l'hanno consegnato agli esecutori dei lavori, addetti al tempio». [10]Inoltre lo scriba Safàn riferì al re: «Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro». Safàn lo lesse davanti al re.

La profetessa Culda consultata

[11]Udite le parole del libro della legge, il re si lacerò le vesti. [12]Egli comandò al sacerdote Chelkia, ad Achikam figlio di Safàn, ad Acbor figlio di Michea, allo scriba Safàn e ad Asaia ministro del re: [13]«Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, intorno alle parole di questo libro ora trovato; difatti grande è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro e nelle loro azioni non si sono ispirati a quanto è stato scritto per noi».

[14]Il sacerdote Chelkia insieme con Achikam, Acbor, Safàn e Asaia andarono dalla profetessa Culda moglie di Sallùm, figlio di Tikva, figlio di Carcas, guardarobiere; essa abitava in Gerusalemme nel secondo quartiere. [15]L'interrogarono ed essa rispose loro: «Dice il Signore Dio di Israele: Riferite all'uomo che vi ha inviati da me: [16]Così parla il Signore: Eccomi, io faccio piombare una sciagura su questo luogo e sui suoi abitanti, attuando tutte le parole del libro lette dal re di Giuda, [17]perché hanno abbandonato me e hanno bruciato incenso ad altri dei per provocarmi a sdegno con tutte le opere delle loro mani; la mia collera divamperà contro questo luogo e non si spegnerà! [18]Al re di Giuda, che vi ha inviati a consultare il Signore, riferirete: Queste cose dice il Signore Dio d'Israele: Quanto alle parole che hai udito,... [19]poiché il tuo cuore si è intenerito e ti sei umiliato davanti al Signore, udendo le mie parole contro questo luogo e contro i suoi abitanti, che cioè diverranno una desolazione e una maledizione, ti sei lacerate le vesti e hai pianto davanti a me, anch'io ti ho ascoltato. Oracolo del Signore. [20]Per questo, ecco, io ti riunirò ai tuoi padri; sarai composto nel tuo sepolcro in pace; i tuoi occhi non vedranno tutta la sciagura che io farò piombare su questo luogo». Quelli riferirono il messaggio al re.

Re 2 - Capitolo 23

Solenne lettura della legge

[1]Per suo ordine si radunarono presso il re tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. [2]Il re salì al tempio del Signore insieme con tutti gli uomini di Giuda e con tutti gli abitanti di Gerusalemme, con i sacerdoti, con i profeti e con tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Ivi fece leggere alla loro presenza le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio. [3]Il re, in piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al Signore, impegnandosi a seguire il Signore e a osservarne i comandi, le leggi e i decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, mettendo in pratica le parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all'alleanza.

Riforma religiosa in Giuda

[4]Il re comandò al sommo sacerdote Chelkia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della soglia di condurre fuori del tempio tutti gli oggetti fatti in onore di Baal, di Asera e di tutta la milizia del cielo; li bruciò fuori di Gerusalemme, nei campi del Cedron, e ne portò la cenere a Betel. [5]Destituì i sacerdoti, creati dai re di Giuda per offrire incenso sulle alture delle città di Giuda e dei dintorni di Gerusalemme, e quanti offrivano incenso a Baal, al sole e alla luna, alle stelle e a tutta la milizia del cielo. [6]Fece portare il palo sacro dal tempio fuori di Gerusalemme, nel torrente Cedron, e là lo bruciò e ne fece gettar la cenere nel sepolcro dei figli del popolo. [7]Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel tempio, e nelle quali le donne tessevano tende per Asera. [8]Fece venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, profanò le alture, dove i sacerdoti offrivano incenso, da Gheba a Bersabea; demolì l'altura dei satiri, che era davanti alla porta di Giosuè governatore della città, a sinistra di chi entra per la porta della città.

[9]Però i sacerdoti delle alture non salirono più all'altare del Signore in Gerusalemme, anche se mangiavano pane azzimo in mezzo ai loro fratelli. [10]Giosia profanò il Tofet, che si trovava nella valle di Ben-Hinnòn, perché nessuno vi facesse passare ancora il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloch. [11]Fece scomparire i cavalli che i re di Giuda avevano consacrati al sole all'ingresso del tempio, nel locale dell'eunuco Netan-Mèlech, che era nei cortili, e diede alle fiamme i carri del sole. [12]Demolì gli altari sulla terrazza del piano di sopra di Acaz, eretti dai re di Giuda, e gli altari eretti da Manàsse nei due cortili del tempio, li frantumò e ne gettò la polvere nel torrente Cedron. [13]Il re profanò le alture che erano di fronte a Gerusalemme, a sud del monte della perdizione, erette da Salomone, re di Israele, in onore di Astàrte, obbrobrio di quelli di Sidòne, di Càmos, obbrobrio dei Moabiti, e di Milcom, abominio degli Ammoniti. [14]Fece a pezzi le stele e tagliò i pali sacri, riempiendone il posto con ossa umane.

La riforma si estende all'antico regno del nord

[15]Demolì anche l'altare di Betel e l'altura eretta da Geroboamo figlio di Nebàt, che aveva fatto commettere peccati a Israele; demolì quest'altare e l'altura; di quest'ultima frantumò le pietre, rendendole polvere; bruciò anche il palo sacro.

[16]Volgendo Giosia lo sguardo intorno vide i sepolcri che erano sul monte; egli mandò a prendere le ossa dai sepolcri e le bruciò sull'altare profanandolo secondo le parole del Signore pronunziate dall'uomo di Dio quando Geroboamo durante la festa stava presso l'altare. Quindi si voltò; alzato lo sguardo verso il sepolcro dell'uomo di Dio che aveva preannunziato queste cose, [17]Giosia domandò: «Che è quel monumento che io vedo?». Gli uomini della città gli dissero: «E' il sepolcro dell'uomo di Dio che, partito da Giuda, preannunziò quanto tu hai fatto contro l'altare di Betel». [18]Egli disse: «Lasciatelo in pace; nessuno rimuova le sue ossa». Le ossa di lui in tal modo furono risparmiate, insieme con le ossa del profeta venuto da Samaria.

[19]Giosia eliminò anche tutti i templi delle alture, costruiti dai re di Israele nelle città della Samaria per provocare a sdegno il Signore. In essi ripetè quanto aveva fatto a Betel. [20]Immolò sugli altari tutti i sacerdoti delle alture locali e vi bruciò sopra ossa umane. Quindi ritornò in Gerusalemme.

Celebrazione della Pasqua

[21]Il re ordinò a tutto il popolo: «Celebrate la pasqua per il Signore vostro Dio, con il rito descritto nel libro di questa alleanza». [22]Difatti una pasqua simile non era mai stata celebrata dal tempo dei Giudici, che governarono Israele, ossia per tutto il periodo dei re di Israele e dei re di Giuda. [23]In realtà, tale pasqua fu celebrata per il Signore, in Gerusalemme, solo nell'anno diciotto di Giosia.

Conclusione sulla riforma religiosa

[24]Giosia fece poi scomparire anche i negromanti, gli indovini, i terafim, gli idoli e tutti gli abomini, che erano nel paese di Giuda e in Gerusalemme, per mettere in pratica le parole della legge scritte nel libro trovato dal sacerdote Chelkia nel tempio. [25]Prima di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito al Signore con tutto il cuore e con tutta l'anima e con tutta la forza, secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non ne sorse un altro simile.

[26]Tuttavia il Signore non attenuò l'ardore della sua grande ira, che era divampata contro Giuda a causa di tutte le provocazioni di Manàsse. [27]Perciò il Signore disse: «Anche Giuda allontanerò dalla mia presenza, come ho allontanato Israele; respingerò questa città, Gerusalemme, che mi ero scelta, e il tempio di cui avevo detto: Ivi sarà il mio nome».

Fine del regno di Giosia

[28]Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

[29]Durante il suo regno, il faraone Necao re di Egitto si mosse per soccorrere il re d'Assiria sul fiume Eufrate. Il re Giosia gli andò incontro, ma Necao l'uccise in Meghiddo al primo urto. [30]I suoi ufficiali portarono su un carro il morto da Meghiddo a Gerusalemme e lo seppellirono nel suo sepolcro. Il popolo del paese prese Ioacaz figlio di Giosia, lo unse e lo proclamò re al posto di suo padre.

4. LA ROVINA DI GERUSALEMME

Regno di Ioacaz in Giudea (609)

[31]Quando divenne re, Ioacaz aveva trentitrè anni; regnò tre mesi in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl, figlia di Geremia. [32]Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto avevano fatto i suoi padri.

[33]Il faraone Necao l'imprigionò a Ribla, nel paese di Amat, per non farlo regnare in Gerusalemme; al paese egli impose un gravame di cento talenti d'argento e di un talento d'oro. [34]Il faraone Necao nominò re Eliakìm figlio di Giosia, al posto di Giosia suo padre, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quindi prese Ioacaz e lo deportò in Egitto, ove morì. [35]Ioiakìm consegnò l'argento e l'oro al faraone, avendo tassato il paese per pagare il denaro secondo la disposizione del faraone. Con una tassa individuale, proporzionata ai beni, egli riscosse l'argento e l'oro dal popolo del paese per consegnarlo al faraone Necao.

Regno di Ioiakim in Giuda (609-598)

[36]Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò undici anni in Gerusalemme. Sua madre, di Ruma, si chiamava Zebida, figlia di Pedaia. [37]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto avevano fatto i suoi padri.

Re 2 - Capitolo 24

[1]Durante il suo regno, Nabucodonosor re di Babilonia gli mosse guerra; Ioiakìm gli fu sottomesso per tre anni, poi gli si ribellò. [2]Il Signore mandò contro di lui bande armate di Caldei, di Aramei, di Moabiti e di Ammoniti; le mandò in Giuda per annientarlo, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo dei suoi servi, i profeti. [3]Ciò avvenne in Giuda solo per volere del Signore, che volle allontanarlo dalla sua presenza a causa del peccato di Manàsse, per tutto ciò che aveva fatto, [4]e anche a causa del sangue innocente versato quando aveva riempito di sangue innocente Gerusalemme; per questo il Signore non volle placarsi.

[5]Le altre gesta di Ioiakìm e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [6]Ioiakìm si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Ioiachìn.

[7]Il re d'Egitto non uscì più dal suo paese, perché il re di Babilonia, dal torrente di Egitto sino al fiume Eufrate, aveva conquistato quanto una volta apparteneva al re d'Egitto.

Introduzione al regno di Ioiachin (598)

[8]Ioiachìn aveva diciotto anni, quando divenne re; regnò tre mesi in Gerusalemme. Sua madre, di Gerusalemme, si chiamava Necusta, figlia di Elnatàn. [9]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto suo padre.

La prima deportazione

[10]In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor re di Babilonia marciarono contro Gerusalemme; la città subì l'assedio. [11]Nabucodònosor re di Babilonia giunse presso la città, mentre i suoi ufficiali l'assediavano. [12]Ioiachìn re di Giuda si presentò con sua madre, i suoi ministri, i suoi capi e i suoi eunuchi, al re di Babilonia; questi, nell'anno ottavo del suo regno, lo fece prigioniero. [13]Il re di Babilonia portò via di là tutti i tesori del tempio e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d'oro, che Salomone re di Israele aveva posti nel tempio. Così si adempì la parola del Signore. [14]Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i capi, tutti i prodi, in numero di diecimila, tutti i falegnami e i fabbri; rimase solo la gente povera del paese. [15]Deportò in Babilonia Ioiachìn, la madre del re, le mogli del re, i suoi eunuchi e le guide del paese, conducendoli in esilio da Gerusalemme in Babilonia. [16]Tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti i guerrieri più prodi furono condotti in esilio a Babilonia dal re di Babilonia. [17]Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.

Introduzione al regno di Sedecia in Giuda (598-587)

[18]Quando divenne re, Sedecìa aveva ventun anni; regnò undici anni in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl, figlia di Geremia. [19]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Ioiakìm. [20]Ciò accadde in Gerusalemme e in Giuda a causa dell'ira del Signore, tanto che infine li allontanò da sé. Sedecìa poi si ribellò al re di Babilonia.

Re 2 - Capitolo 25

Assedio di Gerusalemme

[1]Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor re di Babilonia, con tutto l'esercito, marciò contro Gerusalemme, la circondò da tutte le parti e le costruì intorno opere d'assedio. [2]La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re Sedecìa. [3]Al nono giorno del quarto mese, quando la fame dominava la città e non c'era più pane per la popolazione, [4]fu aperta una breccia nelle mura della città. Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le due mura, presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano tutt'intorno alla città, presero la via dell'Araba.

[5]I soldati dei Caldei inseguirono il re nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse abbandonandolo. [6]Il re fu preso e condotto dal re di Babilonia a Ribla ove fu pronunziata contro di lui la sentenza. [7]Furono uccisi alla presenza di Sedecìa i suoi figli e a lui Nabucodònosor fece cavare gli occhi, l'incatenò e lo condusse a Babilonia.

Saccheggio di Gerusalemme e seconda deportazione

[8]Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno decimonono del re Nabucodònosor re di Babilonia - Nabuzardàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme, [9]bruciò il tempio, la reggia e tutte le case di Gerusalemme, dando alle fiamme tutte le case di lusso. [10]Tutto l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì il muro intorno a Gerusalemme. [11]Nabuzardàn capo delle guardie deportò il resto del popolo che era stato lasciato in città, quanti erano passati disertori al re di Babilonia e il resto della moltitudine. [12]Il capo delle guardie lasciò alcuni fra i più poveri del paese come vignaioli e come campagnoli. [13]I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio, le basi e il bacino grande di bronzo, che erano ivi, e asportarono tutto il loro bronzo in Babilonia. [14]Essi presero ancora le caldaie, le palette, i coltelli, le coppe e tutte le suppellettili di bronzo che servivano al culto. [15]Il capo delle guardie prese ancora i bracieri e i bacini, quanto era d'oro puro e quanto era d'argento puro. [16]Quanto alle due colonne, al grande bacino e alle basi, tutto opera di Salomone per il tempio, non si poteva calcolare il peso del loro bronzo, cioè di tutti questi oggetti. [17]Delle colonne, poi, ciascuna era alta diciotto cubiti ed era sormontata da un capitello di bronzo, la cui altezza era di cinque cubiti; tutto intorno al capitello c'erano un reticolato e melagrane, tutto di bronzo; così pure era l'altra colonna.

[18]Il capo delle guardie prese Seraià, sacerdote capo, e Zofonia, sacerdote del secondo ordine, insieme con tre custodi della soglia. [19]Dalla città egli prese un funzionario, che era a capo dei guerrieri, cinque uomini fra gli intimi del re, che furono trovati in città, il segretario del capo dell'esercito, che arruolava il popolo del paese, e sessanta uomini del popolo del paese, che si trovavano in città. [20]Nabuzardàn capo delle guardie li prese e li condusse al re di Babilonia, a Ribla. [21]Il re di Babilonia li fece uccidere a Ribla, nel paese di Amat. Così fu deportato Giuda dal suo paese.

Godolia, governatore di Giuda

[22]Quanto al popolo che restava nel paese di Giuda, lasciatovi da Nabucodònosor re di Babilonia, gli fu posto a loro capo Godolia figlio di Achikam, figlio di Safàn. [23]Quando tutti i capi delle bande armate e i loro uomini seppero che il re di Babilonia aveva fatto governatore Godolia, si presentarono a costui in Mizpà. Essi erano: Ismaele figlio di Netania, Giovanni figlio di Kareach, Seraia figlio di Tancumet, il Netofatita e Iaazania figlio del Maacateo, insieme con i loro uomini. [24]Godolia giurò a loro e ai loro uomini: «Non temete da parte degli ufficiali dei Caldei; rimanete nel paese e servite il re di Babilonia; sarà per il vostro meglio».

[25]Nel settimo mese venne Ismaele figlio di Netania, figlio di Elisama, di stirpe regale, con dieci uomini; costoro colpirono a morte Godolia, i Giudei e i Caldei che erano con lui in Mizpà. [26]Tutti, dal più piccolo al più grande, e tutti i capi delle bande armate si mossero per andare in Egitto, perché temevano da parte dei Caldei.

La grazia al re Ioiachin

[27]Ora nell'anno trentasette della deportazione di Ioiachìn, re di Giuda, nel decimosecondo mese, il ventisette del mese, Evil-Merodach re di Babilonia, nell'anno in cui divenne re, fece grazia a Ioiachìn re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. [28]Gli parlò con benevolenza, gli assegnò un seggio superiore ai seggi dei re che si trovavano con lui in Babilonia [29]e gli fece cambiare le vesti che aveva portato nella prigione. Ioiachìn mangiò sempre dalla tavola del re per tutto il resto della sua vita. [30]Il suo vitto quotidiano gli fu assicurato sempre dal re di Babilonia, finché visse.

 

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