Capitoli
|
|
Samuele
2 - Capitolo 1
Davide
apprende la morte di Saul
[1]Dopo
la morte di Saul, Davide tornò dalla strage degli Amaleciti e
rimase in Ziklàg due giorni. [2]Al terzo giorno ecco
arrivare un uomo dal campo di Saul con la veste stracciata e
col capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide,
cadde a terra e si prostrò. [3]Davide gli chiese: «Da
dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito dal campo d'Israele». [4]Davide
gli domandò: «Come sono andate le cose? Su, raccontami!».
Rispose: «E' successo che il popolo è fuggito nel corso
della battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti;
anche Saul e suo figlio Giònata sono morti». [5]Davide
chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come
sai che sono morti Saul e suo figlio Giònata?». [6]Il
giovane che recava la notizia rispose: «Ero venuto per caso
sul monte Gelboe ed ecco vidi Saul appoggiato alla lancia e
serrato tra carri e cavalieri. [7]Egli si volse
indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: Eccomi! [8]Mi
chiese: Chi sei tu? Gli risposi: Sono un Amalecita. [9]Mi
disse: Gettati contro di me e uccidimi: io sento le vertigini,
ma la vita è ancora tutta in me. [10]Io gli fui sopra
e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe sopravvissuto alla
sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la
catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio
signore».
[11]Davide
afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli
uomini che erano con lui. [12]Essi alzarono gemiti e
pianti e digiunarono fino a sera per Saul e Giònata suo
figlio, per il popolo del Signore e per la casa d'Israele,
perché erano caduti colpiti di spada. [13]Davide
chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove
sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita».
[14]Davide gli disse allora: «Come non hai provato
timore nello stendere la mano per uccidere il consacrato del
Signore?». [15]Davide chiamò uno dei suoi giovani e
gli disse: «Accostati e ammazzalo». Egli lo colpì subito e
quegli morì. [16]Davide gridò a lui: «Il tuo sangue
ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha
detto: Io ho ucciso il consacrato del Signore!».
Elegia
di Davide su Saul e Gionata
[17]Allora
Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata [18]e
ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova
scritto nel Libro del Giusto:
[19]«Il
tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Perché sono caduti gli eroi?
[20]Non fatelo sapere in Gat,
non l'annunziate per le vie di Ascalon,
non ne faccian festa le figlie dei Filistei,
non ne esultino le figlie dei non circoncisi!
[21]O monti di Gelboe, non più rugiada né pioggia su
di voi
né campi di primizie,
perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi,
lo scudo di Saul, non unto di olio,
[22]ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi.
L'arco di Giònata non tornò mai indietro,
la spada di Saul non tornava mai a vuoto.
[23]Saul e Giònata, amabili e gentili,
né in vita né in morte furon divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
[24]Figlie d'Israele, piangete su Saul,
che vi vestiva di porpora e di delizie,
che appendeva gioielli d'oro sulle vostre vesti.
[25]Perché son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giònata, per la tua morte sento dolore,
[26]l'angoscia mi stringe per te,
fratello mio Giònata!
Tu mi eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa
più che amore di donna.
[27]Perché son caduti gli eroi,
son periti quei fulmini di guerra?».
Samuele
2 - Capitolo 2
IV.
DAVIDE
1.
DAVIDE RE DI GIUDA
Consacrazione
di Davide e messaggio agli uomini di Iabes
[1]Dopo
questi fatti, Davide consultò il Signore dicendo: «Devo
andare in qualcuna delle città di Giuda?». Il Signore gli
rispose: «Và!». Chiese ancora Davide: «Dove andrò?».
Rispose: «A Ebron». [2]Davide dunque andò là con le
sue due mogli, Achinoàm di Izreèl e Abigail, gia moglie di
Nabal da Carmel. [3]Davide portò con sé anche i suoi
uomini, ognuno con la sua famiglia, e abitarono nella città
di Ebron. [4]Vennero allora gli uomini di Giuda e qui
unsero Davide re sulla casa di Giuda.
Come
fu noto a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano
sepolto Saul, [5]Davide inviò messaggeri agli uomini
di Iabes di Gàlaad per dir loro: «Benedetti voi dal Signore,
perché avete fatto quest'opera di misericordia al vostro
Signore, a Saul, e gli avete dato sepoltura. [6]Vi
renda dunque il Signore misericordia e fedeltà. Anch'io farò
a voi del bene perché avete compiuto quest'opera. [7]Ora
riprendano coraggio le vostre mani e siate uomini forti. E'
morto Saul vostro signore, ma quelli della tribù di Giuda
hanno unto me come re sopra di loro».
Abner
impone Is-Bàal come re di Israele
[8]Intanto
Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di Saul, prese Is-Bàal,
figlio di Saul e lo condusse a Macanàim. [9]Poi lo
costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su Izreèl, su Efraim
e su Beniamino, cioè su tutto Israele. [10]Is-Bàal,
figlio di Saul, aveva quarant'anni quando fu fatto re di
Israele e regnò due anni. Solo la casa di Giuda seguiva
Davide. [11]Il periodo di tempo durante il quale Davide
fu re di Ebron fu di sette anni e sei mesi.
Guerra
tra Giuda e Israele, Battaglia di Gàbaon
[12]Abner
figlio di Ner e i ministri di Is-Bàal, figlio di Saul, si
mossero da Macanàim verso Gàbaon. [13]Anche Ioab,
figlio di Zeruià, e i seguaci di Davide si mossero e li
incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano
presso la piscina da una parte e quelli dall'altra parte. [14]Abner
gridò a Ioab: «Potrebbero alzarsi i giovani e scontrarsi
davanti a noi». Ioab rispose: «Si alzino pure». [15]Si
alzarono e sfilarono in rassegna: dodici dalla parte di
Beniamino e di Is-Bàal figlio di Saul e dodici tra i seguaci
di Davide. [16]Ciascuno afferrò la testa
dell'avversario e gli cacciò la spada nel fianco: così
caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei
Fianchi, che si trova in Gàbaon.
[17]La
battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti
Abner e gli Israeliti dai seguaci di Davide. [18]Vi
erano là tre figli di Zeruià, Ioab, Abisài e Asaèl. Asaèl
era veloce nella corsa come una gazzella selvatica. [19]Asaèl
si era messo ad inseguire Abner e non deviava né a destra né
a sinistra nell'inseguire Abner. [20]Abner si volse
indietro e gli gridò: «Tu sei Asaèl?». Rispose: «Sì». [21]Abner
aggiunse: «Volgiti a destra o a sinistra, afferra qualcuno
dei giovani e porta via le sue spoglie». Ma Asaèl non volle
cessare di inseguirlo. [22]Abner tornò a dirgli: «Smetti
di inseguirmi. Perché vuoi che ti stenda a terra? Come potrò
alzare lo sguardo verso Ioab tuo fratello?». [23]Ma
siccome quegli non voleva saperne di ritirarsi, lo colpì con
la punta della lancia al basso ventre, così che la lancia gli
uscì di dietro ed egli cadde sul posto. Allora quanti
arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto si
fermarono. [24]Ma Ioab e Abisài inseguirono Abner,
finché, al tramonto del sole, essi giunsero alla collina di
Ammà, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.
[25]I
Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo
compatto e si fermarono in cima ad una collina. [26]Allora
Abner gridò a Ioab: «Dovrà continuare per sempre la spada a
divorare? Non sai che alla fine sarà una sventura? Quando
finalmente darai ordine alla truppa di cessare l'inseguimento
dei loro fratelli?». [27]Rispose Ioab: «Per la vita
di Dio, se tu non avessi parlato così, nessuno della truppa
avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il proprio
fratello». [28]Allora Ioab fece suonare la tromba e
tutta la truppa si fermò e non inseguì più Israele e non
combattè più. [29]Abner e i suoi uomini marciarono
per l'Araba tutta quella notte; passarono il Giordano,
camminarono tutta la mattinata e arrivarono a Macanàim. [30]Ioab,
tornato dall'inseguimento di Abner, radunò tutta la truppa.
Degli uomini di Davide ne mancavano diciannove oltre Asaèl. [31]Ma
i servi di Davide avevano colpito e ucciso trecentosessanta
uomini tra i Beniaminiti e la gente di Abner. [32]Essi
presero Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre,
che è in Betlemme. Ioab e i suoi uomini marciarono tutta la
notte; spuntava il giorno quando furono in Ebron.
Samuele
2 - Capitolo 3
[1]La
guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide si protrasse a
lungo. Davide con l'andar del tempo si faceva più forte,
mentre la casa di Saul andava indebolendosi.
Figli
di Davide nati a Ebron
[2]In
Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il maggiore Amnòn,
nato da Achinoàm di Izreèl; [3]il secondo Kileàb, da
Abigail gia moglie di Nabal da Carmel; il terzo Assalonne,
nato da Maaca, figlia di Talmài re di Ghesùr; [4]il
quarto Adonìa nato da Agghìt; il quinto Sefatìa, figlio di
Abitàl; [5]il sesto Itreàm, nato da Eglà moglie di
Davide. Questi nacquero a Davide in Ebron.
Rottura
tra Abner e Is-Bàal
[6]Mentre
durava la lotta tra la casa di Saul e quella di Davide, Abner
era diventato potente nella casa di Saul. [7]Saul aveva
avuto una concubina chiamata Rizpà figlia di Aià. Ora Is-Bàal
disse ad Abner: «Perché ti sei unito alla concubina di mio
padre?». [8]Abner si adirò molto per le parole di
Is-Bàal e disse: «Sono io una testa di cane, di quelli di
Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza alla casa di Saul tuo
padre, favorendo i suoi fratelli e i suoi amici, e non ti ho
fatto cadere nelle mani di Davide; oggi tu mi rimproveri una
colpa di donna. [9]Tanto faccia Dio ad Abner e anche
peggio, se io non farò per Davide ciò che il Signore gli ha
giurato: [10]trasferire cioè il regno dalla casa di
Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da
Dan fino a Bersabea». [11]Quegli non fu capace di
rispondere una parola ad Abner, perché aveva paura di lui.
Abner
tratta con Davide
[12]Abner
inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: «A chi il
paese?». Intendeva dire: «Fà alleanza con me ed ecco, la
mia mano sarà con te per ricondurre a te tutto Israele». [13]Rispose:
«Bene! Io farò alleanza con te. Però ho una cosa da
chiederti ed è questa: non verrai alla mia presenza, se prima
non mi condurrai davanti Mikal figlia di Saul, quando verrai a
vedere il mio volto». [14]Davide spedì messaggeri a
Is-Bàal, figlio di Saul, intimandogli: «Restituisci mia
moglie Mikal, che feci mia sposa al prezzo di cento membri di
Filistei». [15]Is-Bàal mandò incaricati a toglierla
al suo marito, Paltiel figlio di Lais. [16]Suo marito
la seguì, camminando e piangendo dietro di lei fino a Bacurim.
Poi Abner gli disse: «Torna indietro!» e quegli tornò.
[17]Intanto
Abner rivolse questo discorso agli anziani d'Israele: «Da
tempo voi ricercate Davide come vostro re. [18]Ora
mettetevi al lavoro, perché il Signore ha detto e confermato
a Davide: Per mezzo di Davide mio servo libererò Israele mio
popolo dalle mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi
nemici». [19]Abner ebbe colloqui anche con gli uomini
di Beniamino. Poi Abner tornò solo da Davide in Ebron a
riferirgli quanto era stato approvato da Israele e da tutta la
casa di Beniamino. [20]Abner venne dunque a Davide in
Ebron con venti uomini e Davide fece servire un banchetto ad
Abner e ai suoi uomini. [21]Abner disse poi a Davide:
«Sono pronto! Vado a radunare tutto Israele intorno al re mio
signore. Essi faranno alleanza con te e regnerai su quanto tu
desideri». Davide congedò poi Abner, che partì in pace.
Assassinio
di Abner
[22]Ed
ecco, gli uomini di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e
portavano con sé grande bottino. Abner non era più con
Davide in Ebron, perché questi lo aveva congedato, ed egli
era partito in pace. [23]Quando arrivarono Ioab e la
sua truppa, fu riferito a Ioab: «E' venuto dal re Abner
figlio di Ner ed egli l'ha congedato e se n'è andato in pace».
[24]Ioab si presentò al re e gli disse: «Che hai
fatto? Ecco, è venuto Abner da te; perché l'hai congedato ed
egli se n'è andato? [25]Non sai chi è Abner figlio di
Ner? E' venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per
sapere ciò che fai».
[26]Ioab
si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo
fece tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide
lo sapesse. [27]Abner tornò a Ebron e Ioab lo prese in
disparte in mezzo alla porta, come per parlargli in privato, e
qui lo colpì al basso ventre e lo uccise, per vendicare il
sangue di Asaèl suo fratello. [28]Davide seppe più
tardi la cosa e protestò: «Sono innocente io e il mio regno
per sempre davanti al Signore del sangue di Abner figlio di
Ner. [29]Ricada sulla testa di Ioab e su tutta la casa
di suo padre. Nella casa di Ioab non manchi mai chi soffra
gonorrea o sia colpito da lebbra o maneggi il fuso, chi cada
di spada o chi sia senza pane». [30]Ioab e suo
fratello Abisài avevano trucidato Abner, perché aveva ucciso
Asaèl loro fratello a Gàbaon in battaglia. [31]Davide
disse a Ioab e a tutta la gente che era con lui: «Stracciatevi
le vesti, vestitevi di sacco e fate lutto davanti ad Abner».
Anche il re Davide seguiva la bara. [32]Seppellirono
Abner in Ebron e il re levò la sua voce e pianse davanti al
sepolcro di Abner; pianse tutto il popolo. [33]Il re
intonò un lamento funebre su Abner e disse:
«Come
muore un insensato,
doveva dunque Abner morire?
[34]Le tue mani non erano state legate,
i tuoi piedi non erano stati stretti in catene!
Sei caduto come si cade
davanti ai malfattori!».
Tutto
il popolo riprese a piangere su di lui. [35]Tutto il
popolo venne a invitare Davide perché prendesse cibo, mentre
era ancora giorno; ma Davide giurò: «Tanto mi faccia Dio e
anche di peggio, se io gusterò pane o qualsiasi altra cosa
prima del tramonto del sole». [36]Tutto il popolo notò
la cosa e la trovò giusta; quanto fece il re ebbe
l'approvazione del popolo intero. [37]Tutto il popolo,
cioè tutto Israele, fu convinto in quel giorno che la morte
di Abner figlio di Ner non era stata provocata dal re. [38]Disse
ancora il re ai suoi ministri: «Sappiate che oggi è caduto
un capo, un grande in Israele. Io, oggi, mi sono comportato
dolcemente, sebbene gia consacrato re, mentre questi uomini, i
figli di Zeruià, sono stati più duri di me. Provveda il
Signore a trattare il malvagio secondo la sua malvagità».
Samuele
2 - Capitolo 4
Assassinio
di Is-Bàal
[1]Quando
il figlio di Saul seppe della morte di Abner in Ebron, gli
cascarono le braccia e tutto Israele si sentì scoraggiato. [2]Il
figlio di Saul aveva due uomini, capi di bande, chiamati l'uno
Baanà e il secondo Recàb, figli di Rimmòn da Beeròt, della
tribù di Beniamino, perché anche Beeròt era computata fra
le città di Beniamino. [3]I Beerotiti si erano
rifugiati a Ghittàim e vi sono rimasti come forestieri fino
ad oggi.
[4]Giònata,
figlio di Saul, aveva un figlio storpio di ambedue i piedi.
Egli aveva cinque anni, quando giunsero da Izreèl le notizie
circa i fatti di Saul e di Giònata. La nutrice l'aveva preso
ed era fuggita, ma nella fretta della fuga il bambino era
caduto e rimasto storpio. Si chiamava Merib-Bàal.
[5]Si
mossero dunque i figli di Rimmòn il Beerotita, Recàb e Baanà,
e vennero nell'ora più calda del giorno alla casa di Is-Bàal
mentre egli stava facendo la siesta. [6]Or ecco, la
portinaia della casa, mentre mondava il grano, si era assopita
e dormiva: perciò Recàb e Baanà suo fratello, poterono
introdursi inosservati. [7]Entrarono dunque in casa,
mentre egli giaceva sul suo letto e riposava; lo colpirono,
l'uccisero e gli tagliarono la testa; poi, portando via la
testa di lui, presero la via dell'Araba, camminando tutta la
notte. [8]Portarono la testa di Is-Bàal a Davide in
Ebron e dissero al re: «Ecco la testa di Is-Bàal figlio di
Saul, tuo nemico, che cercava la tua vita. Oggi il Signore ha
concesso al re mio signore la vendetta contro Saul e la sua
discendenza». [9]Ma Davide rispose a Recàb e a Baanà
suo fratello, figli di Rimmòn il Beerotita: «Per la vita del
Signore che mi ha liberato da ogni angoscia: [10]se ho
preso e ucciso in Ziklàg colui che mi annunziava: Ecco è
morto Saul, credendo di portarmi una lieta notizia, per cui
dovessi io dargli un compenso, [11]ora che uomini
iniqui hanno ucciso un giusto in casa mentre dormiva, non dovrò
a maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle vostre
mani ed eliminarvi dalla terra?». [12]Davide diede
ordine ai suoi giovani; questi li uccisero, tagliarono loro le
mani e i piedi e li appesero presso la piscina di Ebron.
Presero poi il capo di Is-Bàal e lo seppellirono nel sepolcro
di Abner in Ebron.
Samuele
2 - Capitolo 5
2.
DAVIDE RE DI GIUDA E DI ISRAELE
Davide
consacrato re di Israele
[1]Vennero
allora tutte le tribù d'Israele da Davide in Ebron e gli
dissero: «Ecco noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne.
[2]Gia prima, quando regnava Saul su di noi, tu
conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: Tu
pascerai Israele mio popolo, tu sarai capo in Israele». [3]Vennero
dunque tutti gli anziani d'Israele dal re in Ebron e il re
Davide fece alleanza con loro in Ebron davanti al Signore ed
essi unsero Davide re sopra Israele. [4]Davide aveva
trent'anni quando fu fatto re e regnò quarant'anni. [5]Regnò
in Ebron su Giuda sette anni e sei mesi e in Gerusalemme regnò
quarantatrè anni su tutto Israele e su Giuda.
Presa
di Gerusalemme
[6]Il
re e i suoi uomini mossero verso Gerusalemme contro i Gebusei
che abitavano in quel paese. Costoro dissero a Davide: «Non
entrerai qui: basteranno i ciechi e gli zoppi a respingerti»,
per dire: «Davide non potrà entrare qui». [7]Ma
Davide prese la rocca di Sion, cioè la città di Davide. [8]Davide
proclamò in quel giorno: «Chiunque colpirà i Gebusei e li
raggiungerà attraverso il canale... Quanto ai ciechi e agli
zoppi, sono in odio a Davide». Per questo dicono: «Il cieco
e lo zoppo non entreranno nella casa».
[9]Davide
abitò nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli vi fece
intorno costruzioni, dal Millo verso l'interno. [10]Davide
andava sempre crescendo in potenza e il Signore Dio degli
eserciti era con lui. [11]Chiram re di Tirò inviò a
Davide messaggeri con legno di cedro, carpentieri e muratori,
i quali costruirono una casa a Davide. [12]Davide seppe
allora che il Signore lo confermava re di Israele e innalzava
il suo regno per amore di Israele suo popolo.
Figli
di Davide a Gerusalemme
[13]Davide
prese ancora concubine e mogli di Gerusalemme, dopo il suo
arrivo da Ebron: queste generarono a Davide altri figli e
figlie. [14]I figli che gli nacquero in Gerusalemme si
chiamano Sammùa, Sobàb, Natan e Salomone; [15]Ibcàr,
Elisùa, Nèfeg, Iafìa; [16]Elisamà, Eliadà ed Elifèlet.
Vittoria
contro i Filistei
[17]Quando
i Filistei vennero a sapere che avevano consacrato Davide re
d'Israele, salirono tutti per dargli la caccia, ma appena
Davide ne fu informato, discese alla fortezza. [18]Vennero
i Filistei e si sparsero nella valle di Rèfaim. [19]Davide
consultò il Signore chiedendo: «Devo andare contro i
Filistei? Li metterai nelle mie mani?». Il Signore rispose a
Davide: «Và pure, perché certo metterò i Filistei nelle
tue mani». [20]Davide si recò a Baal-Perazìm e là
Davide li sconfisse ed esclamò: «Il Signore ha aperto una
breccia tra i nemici davanti a me, come una breccia aperta
dalle acque». Per questo chiamò quel luogo Baal-Perazìm. [21]I
Filistei abbandonarono là i loro dei e Davide e la sua gente
li portarono via.
[22]I
Filistei salirono poi di nuovo e si sparsero nella valle di Rèfaim.
[23]Davide consultò il Signore, il quale gli disse: «Non
andare; gira alle loro spalle e piomba su di loro dalla parte
dei Balsami. [24]Quando udrai un rumore di passi sulle
cime dei Balsami, lanciati subito all'attacco, perché allora
il Signore uscirà davanti a te per sconfiggere l'esercito dei
Filistei». [25]Davide fece come il Signore gli aveva
ordinato e sconfisse i Filistei da Gàbaa fino all'ingresso di
Ghezer.
Samuele
2 - Capitolo 6
L'arca
di Gerusalemme
[1]Davide
radunò di nuovo tutti gli uomini migliori d'Israele, in
numero di trentamila. [2]Poi si alzò e partì con
tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per trasportare di là
l'arca di Dio, sulla quale è invocato il nome, il nome del
Signore degli eserciti, che siede in essa sui cherubini. [3]Posero
l'arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di
Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achìo, figli di Abinadàb,
conducevano il carro nuovo: [4]Uzzà stava presso
l'arca di Dio e Achìo precedeva l'arca. [5]Davide e
tutta la casa d'Israele facevano festa davanti al Signore con
tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, timpani, sistri e
cembali. [6]Ma quando furono giunti all'aia di Nacon,
Uzzà stese la mano verso l'arca di Dio e vi si appoggiò
perché i buoi la facevano piegare. [7]L'ira del
Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua
colpa ed egli morì sul posto, presso l'arca di Dio. [8]Davide
si rattristò per il fatto che il Signore si era scagliato con
impeto contro Uzzà; quel luogo fu chiamato Perez-Uzzà fino
ad oggi. [9]Davide in quel giorno ebbe paura del
Signore e disse: «Come potrà venire da me l'arca del
Signore?». [10]Davide non volle trasferire l'arca del
Signore presso di sé nella città di Davide, ma la fece
portare in casa di Obed-Edom di Gat. [11]L'arca del
Signore rimase tre mesi in casa di Obed-Edom di Gat e il
Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
[12]Ma
poi fu detto al re Davide: «Il Signore ha benedetto la casa
di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dell'arca di Dio».
Allora Davide andò e trasportò l'arca di Dio dalla casa di
Obed-Edom nella città di Davide, con gioia. [13]Quando
quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei
passi, egli immolò un bue e un ariete grasso. [14]Davide
danzava con tutte le forze davanti al Signore. Ora Davide era
cinto di un efod di lino. [15]Così Davide e tutta la
casa d'Israele trasportavano l'arca del Signore con tripudi e
a suon di tromba.
[16]Mentre
l'arca del Signore entrava nella città di David, Mikal,
figlia di Saul, guardò dalla finestra; vedendo il re Davide
che saltava e danzava dinanzi al Signore, lo disprezzò in
cuor suo. [17]Introdussero dunque l'arca del Signore e
la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide
aveva piantata per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici
di comunione davanti al Signore. [18]Quando ebbe finito
di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide
benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti [19]e
distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine
d'Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno,
una porzione di carne e una schiacciata di uva passa. Poi
tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua. [20]Ma
quando Davide tornava per benedire la sua famiglia, Mikal
figlia di Saul gli uscì incontro e gli disse: «Bell'onore si
è fatto oggi il re di Israele a mostrarsi scoperto davanti
agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe un
uomo da nulla!». [21]Davide rispose a Mikal: «L'ho
fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre
e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del
Signore, su Israele; ho fatto festa davanti al Signore. [22]Anzi
mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi
occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso
di loro, io sarò onorato!». [23]Mikal, figlia di
Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte.
Samuele
2 - Capitolo 7
Profezia
di Natan
[1]Il
re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli
ebbe dato tregua da tutti i suoi nemici all'intorno, [2]disse
al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro,
mentre l'arca di Dio sta sotto una tenda». [3]Natan
rispose al re: «Và, fà quanto hai in mente di fare, perché
il Signore è con te». [4]Ma quella stessa notte
questa parola del Signore fu rivolta a Natan: [5]«Và
e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi
costruirai una casa, perché io vi abiti? [6]Ma io non
ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti
dall'Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda,
in un padiglione. [7]Finché ho camminato, ora qua, ora
là, in mezzo a tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad
alcuno dei Giudici, a cui avevo comandato di pascere il mio
popolo Israele: Perché non mi edificate una casa di cedro?
[8]Ora
dunque riferirai al mio servo Davide: Così dice il Signore
degli eserciti: Io ti presi dai pascoli, mentre seguivi il
gregge, perché tu fossi il capo d'Israele mio popolo; [9]sono
stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro
distruggerò davanti a te tutti i tuoi nemici e renderò il
tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. [10]Fisserò
un luogo a Israele mio popolo e ve lo pianterò perché abiti
in casa sua e non sia più agitato e gli iniqui non lo
opprimano come in passato, [11]al tempo in cui avevo
stabilito i Giudici sul mio popolo Israele e gli darò riposo
liberandolo da tutti i suoi nemici. Te poi il Signore farà
grande, poiché una casa farà a te il Signore. [12]Quando
i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri,
io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue
viscere, e renderò stabile il suo regno. [13]Egli
edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile per
sempre il trono del suo regno. [14]Io gli sarò padre
ed egli mi sarà figlio. Se farà il male, lo castigherò con
verga d'uomo e con i colpi che danno i figli d'uomo, [15]ma
non ritirerò da lui il mio favore, come l'ho ritirato da
Saul, che ho rimosso dal trono dinanzi a te. [16]La tua
casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il
tuo trono sarà reso stabile per sempre».
[17]Natan
parlò a Davide con tutte queste parole e secondo questa
visione.
Preghiera
di Davide
[18]Allora
il re Davide andò a presentarsi al Signore e disse: «Chi
sono io, Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa, perché tu
mi abbia fatto arrivare fino a questo punto? [19]E
questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, mio Signore:
tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano
avvenire: e questa è come legge dell'uomo, Signore Dio! [20]Che
potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo,
Signore Dio! [21]Per amore della tua parola e secondo
il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose,
manifestandole al tuo servo. [22]Tu sei davvero grande
Signore Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di
te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. [23]E
chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla
terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a
dargli un nome? In suo favore hai operato cose grandi e
tremende, per il tuo paese, per il tuo popolo che ti sei
riscattato dall'Egitto, dai popoli e dagli dei. [24]Tu
hai stabilito il tuo popolo Israele per essere tuo popolo per
sempre; tu, Signore, sei divenuto il suo Dio. [25]Ora,
Signore, la parola che hai pronunciata riguardo al tuo servo e
alla sua casa, confermala per sempre e fà come hai detto. [26]Allora
il tuo nome sarà magnificato per sempre così: Il Signore
degli eserciti è il Dio d'Israele! La casa del tuo servo
Davide sia dunque stabile davanti a te! [27]Poiché tu,
Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai fatto una
rivelazione al tuo servo e gli hai detto: Io ti edificherò
una casa! perciò il tuo servo ha trovato l'ardire di
rivolgerti questa preghiera. [28]Ora, Signore, tu sei
Dio, le tue parole sono verità e hai promesso questo bene al
tuo servo. [29]Dègnati dunque di benedire ora la casa
del tuo servo, perché sussista sempre dinanzi a te! Poiché
tu, Signore, hai parlato e per la tua benedizione la casa del
tuo servo sarà benedetta per sempre!».
Samuele
2 - Capitolo 8
Le
guerre di Davide
[1]Dopo,
Davide sconfisse i Filistei e li sottomise e tolse di mano ai
Filistei Gat e le sue dipendenze. [2]Sconfisse anche i
Moabiti e, facendoli coricare per terra, li misurò con la
corda; ne misurò due corde per farli mettere a morte e una
corda intera per lasciarli in vita. I Moabiti divennero
sudditi di Davide, a lui tributari. [3]Davide sconfisse
anche Hadad-Ezer, figlio di Recòb, re di Zobà, mentre egli
andava ad estendere il dominio sul fiume Eufrate. [4]Davide
gli prese millesettecento combattenti sui carri e ventimila
fanti: tagliò i garretti a tutte le pariglie di cavalli,
riservandone soltanto cento. [5]Quando gli Aramei di
Damasco vennero per soccorrere Hadad-Ezer, re di Zobà, Davide
ne uccise ventiduemila. [6]Poi Davide stabilì
guarnigioni nell'Aram di Damasco e gli Aramei divennero
sudditi di Davide e a lui tributari. Il Signore rendeva
vittorioso Davide dovunque egli andava. [7]Davide tolse
ai servitori di Hadad-Ezer i loro scudi d'oro e li portò a
Gerusalemme. [8]Il re Davide prese anche grande quantità
di rame a Bètach e a Berotài, città di Hadad-Ezer. [9]Quando
Toù, re di Amat, seppe che Davide aveva sconfitto tutto
l'esercito di Hadad-Ezer, [10]mandò al re Davide suo
figlio Adduràm per salutarlo e per benedirlo perché aveva
mosso guerra a Hadad-Ezer e l'aveva sconfitto; infatti
Hadad-Ezer era sempre in guerra con Toù. Adduràm gli portò
vasi d'argento, vasi d'oro e vasi di rame. [11]Il re
Davide consacrò anche quelli al Signore, come gia aveva
consacrato l'argento e l'oro tolto alle nazioni che aveva
soggiogate, [12]agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti,
ai Filistei, agli Amaleciti, e come aveva fatto del bottino di
Hadad-Ezer figlio di Recòb, re di Zobà. [13]Al
ritorno dalla sua vittoria sugli Aramei, Davide acquistò
ancora fama, sconfiggendo nella Valle del Sale diciottomila
Idumei. [14]Stabilì guarnigioni in Idumea; ne mise per
tutta l'Idumea e tutti gli Idumei divennero sudditi di Davide;
il Signore rendeva vittorioso Davide dovunque egli andava.
L'ammministrazione
del regno
[15]Davide
regnò su tutto Israele e pronunziava giudizi e faceva
giustizia a tutto il suo popolo. [16]Ioab figlio di
Zeruià comandava l'esercito; Giosafat figlio di Achilùd era
archivista; [17]Zadòk figlio di Achitùb e Achimèlech
figlio di Ebiatàr erano sacerdoti; Seraià era segretario, [18]Benaià,
figlio di Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei e i figli
di Davide erano ministri.
Samuele
2 - Capitolo 9
3.
LA FAMIGLIA DI DAVIDE
E
GLI INTRIGHI PER LA SUCCESSIONE
A.
Merib-Bàal
Bontà
di Davide verso il figlio di Gionata
[1]Davide
disse: «E' forse rimasto qualcuno della casa di Saul, a cui
io possa fare del bene a causa di Giònata?». [2]Ora
vi era un servo della casa di Saul, chiamato Zibà, che fu
fatto venire presso Davide. Il re gli chiese: «Sei tu Zibà?».
Quegli rispose: «Sì». [3]Il re gli disse: «Non c'è
più nessuno della casa di Saul, a cui io possa usare la
misericordia di Dio?». Zibà rispose al re: «Vi è ancora un
figlio di Giònata storpio dei piedi». [4]Il re gli
disse: «Dov'è?». Zibà rispose al re: «E' in casa di Machìr
figlio di Ammièl a Lodebàr». [5]Allora il re lo mandò
a prendere in casa di Machìr figlio di Ammièl a Lodebàr. [6]Merib-Bàal
figlio di Giònata, figlio di Saul, venne da Davide, si gettò
con la faccia a terra e si prostrò davanti a lui. Davide
disse: «Merib-Bàal!». Rispose: [7]«Ecco il tuo
servo!». Davide gli disse: «Non temere, perché voglio
trattarti con bontà per amore di Giònata tuo padre e ti
restituisco tutti i campi di Saul tuo avo e tu mangerai sempre
alla mia tavola». [8]Merib-Bàal si prostrò e disse:
«Che cos'è il tuo servo, perché tu prenda in considerazione
un cane morto come sono io?». [9]Allora il re chiamò
Zibà servo di Saul e gli disse: «Quanto apparteneva a Saul e
a tutta la sua casa, io lo dò al figlio del tuo Signore. [10]Tu
dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra e
ne raccoglierai i prodotti, perché abbia pane e nutrimento la
casa del tuo signore; quanto a Merib-Bàal figlio del tuo
signore, mangerà sempre alla mia tavola». Ora Zibà aveva
quindici figli e venti schiavi. [11]Zibà disse al re:
«Il tuo servo farà quanto il re mio signore ordina al suo
servo». Merib-Bàal dunque mangiava alla tavola di Davide
come uno dei figli del re. [12]Merib-Bàal aveva un
figlioletto chiamato Micà; tutti quelli che stavano in casa
di Zibà erano al servizio di Merib-Bàal. [13]Ma
Merib-Bàal abitava in Gerusalemme perché mangiava sempre
alla tavola del re. Era storpio di ambedue i piedi.
Samuele
2 - Capitolo 10
B.
La guerra ammonita. Nascita di Salomone
Insulto
agli ambasciatori di Davide
[1]Dopo
il re degli Ammoniti morì e Canùn suo figlio regnò al suo
posto. [2]Davide disse: «Io voglio usare a Canùn
figlio di Nacàs la benevolenza che suo padre usò a me».
Davide mandò alcuni suoi ministri a fargli le condoglianze
per suo padre. Ma quando i ministri di Davide furono giunti
nel paese degli Ammoniti, [3]i capi degli Ammoniti
dissero a Canùn, loro signore: «Credi tu che Davide ti abbia
mandato consolatori per onorare tuo padre? Non ha piuttosto
mandato da te i suoi ministri per esplorare la città, per
spiarla e distruggerla?». [4]Allora Canùn prese i
ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e
tagliare le vesti a metà fino alle natiche, poi li lasciò
andare. [5]Quando fu informato della cosa, Davide mandò
alcuni incontro a loro, perché quegli uomini erano pieni di
vergogna. Il re fece dire loro: «Restate a Gerico finché vi
sia cresciuta di nuovo la barba, poi tornerete».
Prima
campagna ammonita
[6]Gli
Ammoniti, vedendo che si erano attirati l'odio di Davide,
mandarono a prendere al loro soldo ventimila fanti degli
Aramei di Bet-Recòb e degli Aramei di Zobà, mille uomini del
re di Maacà e dodicimila uomini della gente di Tob. [7]Quando
Davide sentì questo, inviò contro di loro Ioab con tutto
l'esercito dei prodi. [8]Gli Ammoniti uscirono e si
schierarono in battaglia all'ingresso della porta della città,
mentre gli Aramei di Zobà e di Recòb e la gente di Tob e di
Maacà stavano soli nella campagna. [9]Ioab vide che
quelli erano pronti ad attaccarlo di fronte e alle spalle.
Scelse allora un corpo tra i migliori Israeliti, lo schierò
in ordine di battaglia contro gli Aramei [10]e affidò
il resto del popolo al fratello Abisài, per tener testa agli
Ammoniti. [11]Disse ad Abisài: «Se gli Aramei sono più
forti di me, tu mi verrai in aiuto; se invece gli Ammoniti
sono più forti di te, verrò io in tuo aiuto. [12]Abbi
coraggio e dimostriamoci forti per il nostro popolo e per le
città del nostro Dio. Il Signore faccia quello che a lui
piacerà». [13]Poi Ioab con la gente che aveva con sé
avanzò per attaccare gli Aramei, i quali fuggirono davanti a
lui. [14]Quando gli Ammoniti videro che gli Aramei
erano fuggiti, fuggirono anch'essi davanti ad Abisài e
rientrarono nella città. Allora Ioab tornò dalla spedizione
contro gli Ammoniti e venne a Gerusalemme.
Vittoria
sugli Aramei
[15]Gli
Aramei, vedendo che erano stati battuti da Israele, si
riunirono insieme. [16]Hadad-Ezer mandò messaggeri e
schierò in campo gli Aramei che abitavano oltre il fiume e
quelli giunsero a Chelàm con alla testa Sobàk, capo
dell'esercito di Hadad-Ezer. [17]La cosa fu riferita a
Davide, che radunò tutto Israele, passò il Giordano e giunse
a Chelàm. Gli Aramei si schierarono in battaglia contro
Davide. [18]Ma gli Aramei fuggirono davanti a Israele:
Davide uccise agli Aramei settecento pariglie di cavalli e
quarantamila uomini; battè anche Sobàk capo del loro
esercito, che morì in quel luogo. [19]Quando tutti i
re vassalli di Hadad-Ezer si videro sconfitti da Israele,
fecero pace con Israele e gli rimasero sottoposti. Gli Aramei
non osarono più venire in aiuto degli Ammoniti.
Samuele
2 - Capitolo 11
Seconda
campagna ammonita. Il peccato di Davide
[1]L'anno
dopo, al tempo in cui i re sogliono andare in guerra, Davide
mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a
devastare il paese degli Ammoniti; posero l'assedio a Rabbà
mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. [2]Un tardo
pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare
sulla terrazza della reggia. Dall'alto di quella terrazza egli
vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella
di aspetto. [3]Davide mandò a informarsi chi fosse la
donna. Gli fu detto: «E' Betsabea figlia di Eliàm, moglie di
Uria l'Hittita». [4]Allora Davide mandò messaggeri a
prenderla. Essa andò da lui ed egli giacque con lei, che si
era appena purificata dalla immondezza. Poi essa tornò a
casa.
[5]La
donna concepì e fece sapere a Davide: «Sono incinta». [6]Allora
Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Uria l'Hittita». Ioab
mandò Uria da Davide. [7]Arrivato Uria, Davide gli
chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la
guerra. [8]Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua
e làvati i piedi». Uria uscì dalla reggia e gli fu mandata
dietro una portata della tavola del re. [9]Ma Uria dormì
alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e
non scese a casa sua. [10]La cosa fu riferita a Davide
e gli fu detto: «Uria non è sceso a casa sua». Allora
Davide disse a Uria: «Non vieni forse da un viaggio? Perché
dunque non sei sceso a casa tua?». [11]Uria rispose a
Davide: «L'arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Ioab
mio signore e la sua gente sono accampati in aperta campagna e
io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per
dormire con mia moglie? Per la tua vita e per la vita della
tua anima, io non farò tal cosa!». [12]Davide disse
ad Uria: «Rimani qui anche oggi e domani ti lascerò partire».
Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il seguente. [13]Davide
lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la
sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con
i servi del suo signore e non scese a casa sua.
[14]La
mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò
per mano di Uria. [15]Nella lettera aveva scritto così:
«Ponete Uria in prima fila, dove più ferve la mischia; poi
ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». [16]Allora
Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva
che il nemico aveva uomini valorosi. [17]Gli uomini
della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi
della truppa e fra gli ufficiali di Davide caddero, e perì
anche Uria l'Hittita.
[18]Ioab
inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose
che erano avvenute nella battaglia [19]e diede al
messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare
al re quanto è successo nella battaglia, [20]se il re
andasse in collera e ti dicesse: Perché vi siete avvicinati
così alla città per dar battaglia? Non sapevate che
avrebbero tirato dall'alto delle mura? [21]Chi ha
ucciso Abimelech figlio di Ierub-Bàal? Non fu forse una donna
che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, così
che egli morì a Tebez? Perché vi siete avvicinati così alle
mura? tu digli allora: Anche il tuo servo Uria l'Hittita è
morto». [22]Il messaggero dunque partì e, quando fu
arrivato, riferì a Davide quanto Ioab lo aveva incaricato di
dire. Davide andò in collera contro Ioab e disse al
messaggero: «Perché vi siete avvicinati così alla città
per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato
dall'alto delle mura? Chi ha ucciso Abimelech, figlio di
Ierub-Bàal? Non fu forse una donna che gli gettò addosso un
pezzo di macina dalle mura, così che egli morì a Tebez?
Perché vi siete avvicinati così alle mura?». [23]Il
messaggero rispose a Davide: «Perché i nemici avevano avuto
vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi
nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta
della città; [24]allora gli arcieri tirarono sulla tua
gente dall'alto delle mura e parecchi della gente del re
perirono. Anche il tuo servo Uria l'Hittita è morto». [25]Allora
Davide disse al messaggero: «Riferirai a Ioab: Non ti
affligga questa cosa, perché la spada divora or qua or là;
rinforza l'attacco contro la città e distruggila. E tu stesso
fagli coraggio».
[26]La
moglie di Uria, saputo che Uria suo marito era morto, fece il
lamento per il suo signore. [27]Passati i giorni del
lutto, Davide la mandò a prendere e l'accolse nella sua casa.
Essa diventò sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ciò che
Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.
Samuele
2 - Capitolo 12
Rimproveri
di Natan. Pentimento di Davide
[1]Il
Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui
e gli disse: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno
ricco e l'altro povero. [2]Il ricco aveva bestiame
minuto e grosso in gran numero; [3]ma il povero non
aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva
comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme
con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa
e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. [4]Un
ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi,
risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per
preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui
portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una
vivanda per l'ospite venuto da lui». [5]Allora l'ira
di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: «Per
la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. [6]Pagherà
quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal
cosa e non aver avuto pietà». [7]Allora Natan disse a
Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio
d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle
mani di Saul, [8]ti ho dato la casa del tuo padrone e
ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho
dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo
poco, io vi avrei aggiunto anche altro. [9]Perché
dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che
è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita,
hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada
degli Ammoniti. [10]Ebbene, la spada non si allontanerà
mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso
in moglie la moglie di Uria l'Hittita. [11]Così dice
il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura
dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi
occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro
alla luce di questo sole; [12]poiché tu l'hai fatto in
segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla
luce del sole».
[13]Allora
Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan
rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu
non morirai. [14]Tuttavia, poiché in questa cosa tu
hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il
figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa.
Morte
del figlio di Betsabea. Nascita di Salomone
[15]Il
Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva
partorito a Davide ed esso si ammalò gravemente. [16]Davide
allora fece suppliche a Dio per il bambino e digiunò e
rientrando passava la notte coricato per terra. [17]Gli
anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si
alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere
cibo con loro. [18]Ora, il settimo giorno il bambino
morì e i ministri di Davide temevano di fargli sapere che il
bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino
era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato e non ha ascoltato le
nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è
morto? Farà qualche atto insano!». [19]Ma Davide si
accorse che i suoi ministri bisbigliavano fra di loro,
comprese che il bambino era morto e disse ai suoi ministri: «E'
morto il bambino?». Quelli risposero: «E' morto». [20]Allora
Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e cambiò le
vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò.
Rientrato in casa, chiese che gli portassero il cibo e mangiò.
[21]I suoi ministri gli dissero: «Che fai? Per il
bambino ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che è
morto, ti alzi e mangi!». [22]Egli rispose: «Quando
il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché
dicevo: Chi sa? Il Signore avrà forse pietà di me e il
bambino resterà vivo. [23]Ma ora che egli è morto,
perché digiunare? Posso io farlo ritornare? Io andrò da lui,
ma lui non ritornerà da me!».
[24]Poi
Davide consolò Betsabea sua moglie, entrò da lei e le si unì:
essa partorì un figlio, che egli chiamò Salomone. [25]Il
Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò
Iedidià per ordine del Signore.
Presa
di Rabbà
[26]Intanto
Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città
delle acque [27]e inviò messaggeri a Davide per
dirgli: «Ho assalito Rabbà e mi sono gia impadronito della
città delle acque. [28]Ora raduna il resto del popolo,
accàmpati contro la città e prendila, altrimenti se la
prendo io, porterebbe il mio nome». [29]Davide radunò
tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, l'assalì e la prese. [30]Tolse
dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d'oro e
conteneva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di
Davide. Asportò dalla città un bottino molto grande. [31]Fece
uscire gli abitanti che erano nella città e li impiegò nei
lavori delle seghe, dei picconi di ferro e delle scuri di
ferro e li fece lavorare alle fornaci da mattoni; così fece a
tutte le città degli Ammoniti. Poi Davide tornò a
Gerusalemme con tutta la sua truppa.
Samuele
2 - Capitolo 13
C.
Storia di Assalonne
Amnòn
oltraggia sua sorella Tamàr
[1]Dopo
queste cose, accadde che, avendo Assalonne figlio di Davide,
una sorella molto bella, chiamata Tamàr, Amnòn figlio di
Davide si innamorò di lei. [2]Amnòn ne ebbe una tal
passione, da cadere malato a causa di Tamàr sua sorella;
poiché essa era vergine pareva impossibile ad Amnòn di
poterle fare qualcosa. [3]Ora Amnòn aveva un amico,
chiamato Ionadàb figlio di Simeà, fratello di Davide e Ionadàb
era un uomo molto astuto. [4]Egli disse: «Perché,
figlio del re, tu diventi sempre più magro di giorno in
giorno? Non me lo vuoi dire?». Amnòn gli rispose: «Sono
innamorato di Tamàr, sorella di mio fratello Assalonne». [5]Ionadàb
gli disse: «Mettiti a letto e fingiti malato; quando tuo
padre verrà a vederti, gli dirai: Permetti che mia sorella
Tamàr venga a darmi da mangiare e a preparare la vivanda
sotto i miei occhi, così che io veda; allora prenderò il
cibo dalle sue mani».
[6]Amnòn
si mise a letto e si finse malato; quando il re lo venne a
vedere, Amnòn gli disse: «Permetti che mia sorella Tamàr
venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei occhi e
allora prenderò il cibo dalle sue mani». [7]Allora
Davide mandò a dire a Tamàr, in casa: «Và a casa di Amnòn
tuo fratello e prepara una vivanda per lui». [8]Tamàr
andò a casa di Amnòn suo fratello, che giaceva a letto. Essa
prese farina stemperata, la impastò, ne fece frittelle sotto
i suoi occhi e le fece cuocere. [9]Poi prese la padella
e versò le frittelle davanti a lui; ma egli rifiutò di
mangiare e disse: «Allontanate tutti dalla mia presenza».
Tutti uscirono. [10]Allora Amnòn disse a Tamàr: «Portami
la vivanda in camera e prenderò il cibo dalle tue mani». Tamàr
prese le frittelle che aveva fatte e le portò in camera ad
Amnòn suo fratello. [11]Ma mentre gliele dava da
mangiare, egli l'afferrò e le disse: «Vieni, unisciti a me,
sorella mia». [12]Essa gli rispose: «No, fratello
mio, non farmi violenza; questo non si fa in Israele; non
commettere questa infamia! [13]Io dove andrei a portare
il mio disonore? Quanto a te, tu diverresti come un malfamato
in Israele. Parlane piuttosto al re, egli non mi rifiuterà a
te». [14]Ma egli non volle ascoltarla: fu più forte
di lei e la violentò unendosi a lei. [15]Poi Amnòn
concepì verso di lei un odio grandissimo: l'odio verso di lei
fu più grande dell'amore con cui l'aveva prima amata. Le
disse: [16]«Alzati, vattene!». Gli rispose: «O no!
Questo torto che mi fai cacciandomi è peggiore dell'altro che
mi hai gia fatto». Ma egli non volle ascoltarla. [17]Anzi,
chiamato il giovane che lo serviva, gli disse: «Cacciami
fuori costei e sprangale dietro il battente». [18]Essa
indossava una tunica con le maniche, perché così vestivano,
da molto tempo, le figlie del re ancora vergini. Il servo di
Amnòn dunque la mise fuori e le sprangò il battente dietro. [19]Tamàr
si sparse polvere sulla testa, si stracciò la tunica dalle
lunghe maniche che aveva indosso, si mise le mani sulla testa
e se ne andò camminando e gridando. [20]Assalonne suo
fratello le disse: «Forse Amnòn tuo fratello è stato con
te? Per ora taci, sorella mia; è tuo fratello; non disperarti
per questa cosa». Tamàr desolata rimase in casa di
Assalonne, suo fratello. [21]Il re Davide seppe tutte
queste cose e ne fu molto irritato, ma non volle urtare il
figlio Amnòn, perché aveva per lui molto affetto; era
infatti il suo primogenito. [22]Assalonne non disse una
parola ad Amnòn né in bene né in male; odiava Amnòn perché
aveva violato Tamàr sua sorella.
Assalonne
fa assassinare Amnòn e fugge
[23]Due
anni dopo Assalonne, avendo i tosatori a Baal-Cazòr, presso
Efraim, invitò tutti i figli del re. [24]Andò dunque
Assalonne dal re e disse: «Ecco il tuo servo ha i tosatori
presso di sé. Venga dunque anche il re con i suoi ministri a
casa del tuo servo!». [25]Ma il re disse ad Assalonne:
«No, figlio mio, non si venga noi tutti, perché non ti siamo
di peso». Sebbene insistesse, il re non volle andare; ma gli
diede la sua benedizione. [26]Allora Assalonne disse:
«Se non vuoi venire tu, permetti ad Amnòn mio fratello di
venire con noi». Il re gli rispose: «Perché dovrebbe venire
con te?». [27]Ma Assalonne tanto insistè che Davide
lasciò andare con lui Amnòn e tutti i figli del re.
Assalonne fece un banchetto come un banchetto da re. [28]Ma
Assalonne diede quest'ordine ai servi: «Badate, quando Amnòn
avrà il cuore riscaldato dal vino e io vi dirò: Colpite Amnòn!,
voi allora uccidetelo e non abbiate paura. Non ve lo comando
io? Fatevi coraggio e comportatevi da forti!». [29]I
servi di Assalonne fecero ad Amnòn come Assalonne aveva
comandato. Allora tutti i figli del re si alzarono, montarono
ciascuno sul suo mulo e fuggirono. [30]Mentre essi
erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: «Assalonne
ha ucciso tutti i figli del re e neppure uno è scampato». [31]Allora
il re si alzò, si stracciò le vesti e si gettò per terra;
tutti i suoi ministri che gli stavano intorno, stracciarono le
loro vesti. [32]Ma Ionadàb figlio di Simeà, fratello
di Davide, disse: «Non dica il mio signore che tutti i
giovani, figli del re, sono stati uccisi; il solo Amnòn è
morto; per Assalonne era cosa decisa fin da quando Amnòn
aveva fatto violenza a sua sorella Tamàr. [33]Ora non
si metta in cuore il mio signore una tal cosa, come se tutti i
figli del re fossero morti; il solo Amnòn è morto [34]e
Assalonne è fuggito». Il giovane che stava di sentinella alzò
gli occhi, guardò ed ecco una gran turba di gente veniva per
la strada di Bacurìm, dal lato del monte, sulla discesa. La
sentinella venne ad avvertire il re e disse: «Ho visto uomini
scendere per la strada di Bacurìm, dal lato del monte». [35]Allora
Ionadàb disse al re: «Ecco i figli del re arrivano; la cosa
sta come il tuo servo ha detto». [36]Come ebbe finito
di parlare, ecco giungere i figli del re, i quali alzarono
grida e piansero; anche il re e tutti i suoi ministri fecero
un gran pianto. [37]Quanto ad Assalonne, era fuggito ed
era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di Ghesùr. Il re
fece il lutto per il suo figlio per lungo tempo.
Ioab
tratta il ritorno di Assalonne
[38]Assalonne
rimase tre anni a Ghesùr, dove era andato dopo aver preso la
fuga. [39]Poi lo spirito del re Davide cessò di
sfogarsi contro Assalonne, perché si era placato il dolore
per la morte di Amnòn.
Samuele
2 - Capitolo 14
[1]Ioab
figlio di Zeruià si accorse che il cuore del re era contro
Assalonne. [2]Allora mandò a chiamare a Tekòa e fece
venire una donna saggia e le disse: «Fingi di essere in
lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e
compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto; [3]poi
entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in
bocca le parole da dire. [4]La donna di Tekòa andò
dunque dal re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e
disse: «Aiuto, o re!». [5]Il re le disse: «Che hai?».
Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova; mio marito è morto. [6]La
tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra di loro a
contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì
l'altro e l'uccise. [7]Ed ecco tutta la famiglia è
insorta contro la tua schiava dicendo: consegnaci l'uccisore
del fratello, perché lo facciamo morire per vendicare il
fratello che egli ha ucciso. Elimineranno così anche l'erede
e spegneranno l'ultima bracia che mi è rimasta e non
lasceranno a mio marito né nome, né discendenza sulla terra».
[8]Il re disse alla donna: «Và pure a casa: io darò
ordini a tuo riguardo». [9]La donna di Tekòa disse al
re: «Re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di
mio padre, ma il re e il suo trono sono innocenti». [10]E
il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e
vedrai che non ti molesterà più». [11]Riprese: «Il
re pronunzi il nome del Signore suo Dio perché il vendicatore
del sangue non aumenti la disgrazia e non mi sopprimano il
figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà
a terra un capello di tuo figlio!». [12]Allora la
donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re mio
signore!». Egli rispose: «Parla». [13]Riprese la
donna: «Allora perché pensi così contro il popolo di Dio?
Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è come
dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare
colui che ha bandito. [14]Noi dobbiamo morire e siamo
come acqua versata in terra, che non si può più raccogliere,
e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché il
proscritto non sia più bandito lontano da lui. [15]Ora,
se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché
la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: Voglio
parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua
schiava; [16]il re ascolterà la sua schiava e la
libererà dalle mani di quelli che cercano di sopprimere me e
mio figlio dalla eredità di Dio». [17]La donna
concluse: «La parola del re mio signore conceda la calma.
Perché il re mio signore è come un angelo di Dio per
distinguere il bene e il male. Il Signore tuo Dio sia con te!».
[18]Il re rispose e disse alla donna: «Non tenermi
nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna
disse: «Parli pure il re mio signore». [19]Disse il
re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?».
La donna rispose: «Per la tua vita, o re mio signore, non si
può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il
re mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi
ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua
schiava. [20]Per dare alla cosa un'altra faccia, il tuo
servo Ioab ha agito così; ma il mio signore ha la saggezza di
un angelo di Dio e sa quanto avviene sulla terra».
[21]Allora
il re disse a Ioab: «Ecco, voglio fare quello che hai
chiesto; và dunque e fà tornare il giovane Assalonne». [22]Ioab
si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re
e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi
occhi, re mio signore, poiché il re ha fatto quello che il
suo servo gli ha chiesto». [23]Ioab dunque si alzò,
andò a Ghesùr e condusse Assalonne a Gerusalemme. [24]Ma
il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia».
Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del
re.
Alcuni
dettagli su Assalonne
[25]Ora
in tutto Israele non vi era uomo che fosse tanto lodato per la
sua bellezza quanto Assalonne; dalle piante dei piedi alla
cima del capo, non vi era in lui un difetto alcuno. [26]Quando
si faceva tagliare i capelli, e se li faceva tagliare ogni
anno perché la capigliatura gli pesava troppo, egli pesava i
suoi capelli e il peso era di duecento sicli a peso del re. [27]Ad
Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamàr, che
era donna di bell'aspetto.
Assalonne
ottiene il perdono
[28]Assalonne
abitò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.
[29]Poi Assalonne convocò Ioab per mandarlo dal re; ma
egli non volle andare da lui; lo convocò una seconda volta,
ma Ioab non volle andare. [30]Allora Assalonne disse ai
suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi
è l'orzo; andate ed appiccatevi il fuoco!». I servi di
Assalonne appiccarono il fuoco al campo. [31]Allora
Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché
i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?». [32]Assalonne
rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui,
voglio mandarti a dire al re: Perché sono tornato da Ghesùr?
Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là. Ora voglio vedere
la faccia del re e, se vi è in me colpa, mi faccia morire!».
[33]Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il
re fece chiamare Assalonne, il quale venne e si prostrò con
la faccia a terra davanti a lui; il re baciò Assalonne.
|
Samuele
2 - Capitolo 15
Gli
intrighi di Assalonne
[1]Ma
dopo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta
uomini che correvano davanti a lui. [2]Assalonne si
alzava la mattina presto e si metteva da un lato della strada
di accesso alla porta della città; quando qualcuno aveva una
lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e
gli diceva: «Di quale città sei?», l'altro gli rispondeva:
«Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele». [3]Allora
Assalonne gli diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e
giuste, ma nessuno ti ascolta da parte del re». [4]Assalonne
aggiungeva: «Se facessero me giudice del paese! Chiunque
avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei
giustizia». [5]Quando uno gli si accostava per
prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l'abbracciava e
lo baciava. [6]Assalonne faceva così con tutti gli
Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo
Assalonne si cattivò l'affetto degli Israeliti.
Rivolta
di Assalonne
[7]Ora,
dopo quattro anni, Assalonne disse al re: «Lasciami andare a
Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al Signore. [8]Perché
durante la sua dimora a Ghesùr, in Aram, il tuo servo ha
fatto questo voto: Se il Signore mi riconduce a Gerusalemme,
io servirò il Signore a Ebron!». [9]Il re gli disse:
«Và in pace!». Egli si alzò e andò a Ebron. [10]Allora
Assalonne mandò emissari per tutte le tribù d'Israele a
dire: «Quando sentirete il suono della tromba, allora direte:
Assalonne è divenuto re a Ebron». [11]Con Assalonne
erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali,
invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla. [12]Assalonne
convocò Achitòfel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché
venisse dalla sua città di Ghilo ad assistere mentre offriva
i sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava
crescendo di numero intorno ad Assalonne.
Fuga
di Davide
[13]Arrivò
un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti
si è volto verso Assalonne». [14]Allora Davide disse
a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi,
fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di
Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a
raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca
la città a fil di spada». [15]I ministri del re gli
dissero: «Tutto secondo ciò che sceglierà il re mio
signore; ecco, noi siamo i tuoi ministri». [16]Il re
dunque uscì a piedi con tutta la famiglia; lasciò dieci
concubine a custodire la reggia. [17]Il re uscì dunque
a piedi con tutto il popolo e si fermarono all'ultima casa. [18]Tutti
i ministri del re camminavano al suo fianco e tutti i Cretei e
tutti i Peletei e Ittài con tutti quelli di Gat, seicento
uomini venuti da Gat al suo seguito, sfilavano davanti al re. [19]Allora
il re disse a Ittài di Gat: «Perché vuoi venire anche tu
con noi? Torna indietro e resta con il re, perché sei un
forestiero e per di più un esule dalla tua patria. [20]Appena
ieri sei arrivato e oggi ti farei errare con noi, mentre io
stesso vado dove capiterà di andare? Torna indietro e
riconduci con te i tuoi fratelli; siano con te la grazia e la
fedeltà al Signore!». [21]Ma Ittài rispose al re: «Per
la vita del Signore e la tua, o re mio signore, in qualunque
luogo sarà il re mio signore, per morire o per vivere, là
sarà anche il tuo servo». [22]Allora Davide disse a
Ittài: «Và, prosegui pure!». Ittài, quello di Gat,
proseguì con tutti gli uomini e con tutte le donne e i
bambini che erano con lui. [23]Tutti quelli del paese
piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re
stava in piedi nella valle del Cedron e tutto il popolo
passava davanti a lui prendendo la via del deserto.
La
sorte dell'arca
[24]Ecco
venire anche Zadòk con tutti i leviti, i quali portavano
l'arca dell'alleanza di Dio. Essi deposero l'arca di Dio
presso Ebiatàr, finché tutto il popolo non finì di uscire
dalla città. [25]Il re disse a Zadòk: «Riporta in
città l'arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del
Signore, egli mi farà tornare e me la farà rivedere insieme
con la sua Dimora. [26]Ma se dice: Non ti gradisco,
eccomi: faccia di me quello che sarà bene davanti a lui». [27]Il
re aggiunse al sacerdote Zadòk: «Vedi? Torna in pace in città
con tuo figlio Achimaaz e Giònata figlio di Ebiatàr. [28]Badate:
io aspetterò presso i guadi del deserto, finché mi sia
portata qualche notizia da parte vostra». [29]Così
Zadòk ed Ebiatàr riportarono a Gerusalemme l'arca di Dio e là
dimorarono.
Davide
si assicura l'appoggio di Cusài
[30]Davide
saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il
capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui
aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. [31]Fu
intanto portata a Davide la notizia: «Achitòfel è con
Assalonne tra i congiurati». Davide disse: «Rendi vani i
consigli di Achitòfel, Signore!». [32]Quando Davide
fu giunto in vetta al monte, al luogo dove ci si prostra a
Dio, ecco farglisi incontro Cusài, l'Archita, con la tunica
stracciata e il capo coperto di polvere. [33]Davide gli
disse: «Se tu procedi con me, mi sarai di peso; [34]ma
se torni in città e dici ad Assalonne: Io sarò tuo servo, o
re; come sono stato servo di tuo padre prima, così sarò ora
tuo servo, tu dissiperai in mio favore i consigli di Achitòfel.
[35]E non avrai forse là con te i sacerdoti Zadòk ed
Ebiatàr? Quanto sentirai dire della reggia, lo riferirai ai
sacerdoti Zadòk ed Ebiatàr. [36]Ecco, essi hanno con
loro i due figli, Achimaaz, figlio di Zadòk e Giònata,
figlio di Ebiatàr; per mezzo di loro mi farete sapere quanto
avrete sentito». [37]Cusài, amico di Davide, arrivò
in città quando Assalonne entrava in Gerusalemme.
Samuele
2 - Capitolo 16
Davide
e Zibà
[1]Davide
aveva di poco superato la cima del monte, quando ecco Zibà,
servo di Merib-Bàal, gli si fece incontro con un paio di
asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di
uva secca, cento frutti d'estate e un otre di vino. [2]Il
re disse a Zibà: «Che vuoi fare di queste cose?». Zibà
rispose: «Gli asini serviranno di cavalcatura alla reggia, i
pani e i frutti d'estate sono per sfamare i giovani, il vino
per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto». [3]Il
re disse: «Dov'è il figlio del tuo signore?». Zibà rispose
al re: «Ecco, è rimasto a Gerusalemme perché ha detto: Oggi
la casa di Israele mi renderà il regno di mio padre». [4]Il
re disse a Zibà: «Quanto appartiene a Merib-Bàal è tuo».
Zibà rispose: «Mi prostro! Possa io trovar grazia ai tuoi
occhi, re mio signore!».
Simeì
maledice Davide
[5]Quando
poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un
uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì,
figlio di Ghera. Egli usciva imprecando [6]e gettava
sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide,
mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e
alla sinistra del re. [7]Simeì, maledicendo Davide,
diceva: «Vattene, vattene, sanguinario, scellerato! [8]Il
Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della
casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il
regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella
sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario». [9]Allora
Abisài figlio di Zeruià disse al re: «Perché questo cane
morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e
gli tagli la testa!». [10]Ma il re rispose: «Che ho
io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché
il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire:
Perché fai così?». [11]Poi Davide disse ad Abisài e
a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie
viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo
Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato
il Signore. [12]Forse il Signore guarderà la mia
afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione
di oggi». [13]Davide e la sua gente continuarono il
cammino e Simeì camminava sul fianco del monte,
parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro
di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere. [14]Il
re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso
il Giordano e là ripresero fiato.
Cusài
raggiunge Assalonne
[15]Intanto
Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme e
Achitòfel era con lui. [16]Quando Cusài l'Archita,
l'amico di Davide, fu giunto presso Assalonne gli disse: «Viva
il re! Viva il re!». [17]Assalonne disse a Cusài: «Questa
è la fedeltà che hai per il tuo amico? Perché non sei
andato con il tuo amico?». [18]Cusài rispose ad
Assalonne: «No, io sarò per colui che il Signore e questo
popolo e tutti gli Israeliti hanno scelto e con lui rimarrò. [19]E
poi di chi sarò schiavo? Non lo sarò forse di suo figlio?
Come ho servito tuo padre, così servirò te».
Assalonne
e le concubine di Davide
[20]Allora
Assalonne disse ad Achitòfel: «Consultatevi su quello che
dobbiamo fare». [21]Achitòfel rispose ad Assalonne:
«Entra dalle concubine che tuo padre ha lasciate a custodia
della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo
padre e sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi». [22]Fu
dunque piantata una tenda sulla terrazza per Assalonne e
Assalonne entrò dalle concubine del padre, alla vista di
tutto Israele. [23]In quei giorni un consiglio dato da
Achitòfel era come una parola data da Dio a chi lo consulta.
Così era di tutti i consigli di Achitòfel per Davide e per
Assalonne.
Samuele
2 - Capitolo 17
Cusài
sventa i piani di Achitòfel
[1]Achitòfel
disse ad Assalonne: «Sceglierò dodicimila uomini: mi metterò
ad inseguire Davide questa notte; [2]gli piomberò
addosso mentre egli è stanco e ha le braccia fiacche; lo
spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà alla
fuga; io colpirò solo il re [3]e ricondurrò a te
tutto il popolo, come ritorna la sposa al marito. La vita di
un solo uomo tu cerchi; la gente di lui rimarrà tranquilla».
[4]Questo parlare piacque ad Assalonne e a tutti gli
anziani d'Israele. [5]Ma Assalonne disse: «Chiamate
anche Cusài l'Archita e sentiamo ciò che ha in bocca anche
lui». [6]Quando Cusài fu giunto da Assalonne, questi
gli disse: «Achitòfel ha parlato così e così; dobbiamo
fare come ha detto lui? Se no, parla tu!». [7]Cusài
rispose ad Assalonne: «Questa volta il consiglio dato da
Achitòfel non è buono». [8]Cusài continuò: «Tu
conosci tuo padre e i suoi uomini: sai che sono uomini
valorosi e che hanno l'animo esasperato come un'orsa nella
campagna quando le sono stati rapiti i figli; poi tuo padre è
un guerriero e non passerà la notte con il popolo. [9]A
quest'ora egli è nascosto in qualche buca o in qualche altro
luogo; se fin da principio cadranno alcuni dei tuoi, qualcuno
lo verrà a sapere e si dirà: C'è stata una strage tra la
gente che segue Assalonne. [10]Allora il più valoroso,
anche se avesse un cuore di leone, si avvilirà, perché tutto
Israele sa che tuo padre è un prode e che i suoi uomini sono
valorosi. [11]Perciò io consiglio che tutto Israele,
da Dan fino a Bersabea, si raduni presso di te, numeroso come
la sabbia che è sulla riva del mare, e che tu vada in persona
alla battaglia. [12]Così lo raggiungeremo in qualunque
luogo si troverà e gli piomberemo addosso come la rugiada
cade sul suolo; di tutti i suoi uomini non ne scamperà uno
solo. [13]Se invece si ritira in qualche città, tutto
Israele porterà corde a quella città e noi la trascineremo
nella valle, così che non se ne trovi più nemmeno una
pietruzza». [14]Assalonne e tutti gli Israeliti
dissero: «Il consiglio di Cusài l'Archita è migliore di
quello di Achitòfel». Il Signore aveva stabilito di mandare
a vuoto il saggio consiglio di Achitòfel per far cadere la
sciagura su Assalonne.
[15]Allora
Cusài disse ai sacerdoti Zadòk ed Ebiatàr: «Achitòfel ha
consigliato Assalonne e gli anziani d'Israele così e così,
ma io ho consigliato in questo modo. [16]Ora dunque
mandate in fretta ad informare Davide e ditegli: Non passare
la notte presso i guadi del deserto, ma passa subito
dall'altra parte, perché non venga lo sterminio sul re e
sulla gente che è con lui».
Davide,
informato, passa il Giordano
[17]Ora
Giònata e Achimaaz stavano presso En-Roghèl, in attesa che
una schiava andasse a portare le notizie che essi dovevano
andare a riferire al re Davide; perché non potevano farsi
vedere ad entrare in città. [18]Ma un giovane li vide
e informò Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a
Bacurìm a casa di un uomo che aveva nel cortile una cisterna.
[19]Quelli vi si calarono e la donna di casa prese una
coperta, la distese sulla bocca della cisterna e vi sparse
grano pesto, così che non ci si accorgeva di nulla. [20]I
servi di Assalonne vennero in casa della donna e chiesero: «Dove
sono Achimaaz e Giònata?». La donna rispose loro: «Hanno
passato il serbatoio dell'acqua». Quelli si misero a
cercarli, ma, non riuscendo a trovarli, tornarono a
Gerusalemme.
[21]Quando
costoro se ne furono partiti, i due uscirono dalla cisterna e
andarono ad informare il re Davide. Gli dissero: «Muovetevi e
passate in fretta l'acqua, perché così ha consigliato Achitòfel
a vostro danno». [22]Allora Davide si mosse con tutta
la sua gente e passò il Giordano. All'apparire del giorno,
neppure uno era rimasto che non avesse passato il Giordano. [23]Achitòfel,
vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò
l'asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise
in ordine gli affari della casa e s'impiccò. Così morì e fu
sepolto nel sepolcro di suo padre.
Assalonne
passa il Giordano. Davide a Macanàim
[24]Davide
era giunto a Macanàim, quando Assalonne passò il Giordano
con tutti gli Israeliti. [25]Assalonne aveva posto a
capo dell'esercito Amasà invece di Ioab. Amasà era figlio di
un uomo chiamato Itrà l'Ismaelita, il quale si era unito a
Abigàl, figlia di Iesse e sorella di Zeruià, madre di Ioab. [26]Israele
e Assalonne si accamparono nel paese di Gàlaad. [27]Quando
Davide fu giunto a Macanàim, Sobì, figlio di Nacàs che era
da Rabbà, città degli Ammoniti, Machìr, figlio di Ammiel da
Lodebàr, e Barzillài, il Galaadita di Roghelìm, [28]portarono
letti e tappeti, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo,
farina, grano arrostito, fave, lenticchie, [29]miele,
latte acido e formaggi di pecora e di vacca, per Davide e per
la sua gente perché mangiassero; infatti dicevano: «Questa
gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».
Samuele
2 - Capitolo 18
Disfatta
del partito di Assalonne
[1]Davide
passò in rassegna la sua gente e costituì capi di migliaia e
capi di centinaia per comandarla. [2]Divise la gente in
tre corpi: un terzo sotto il comando di Ioab, un terzo sotto
il comando di Abisài figlio di Zeruià, fratello di Ioab, e
un terzo sotto il comando di Ittài di Gat. Poi il re disse al
popolo: «Voglio uscire anch'io con voi!». [3]Ma il
popolo rispose: «Tu non devi uscire, perché se noi fossimo
messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand'anche
perisse la metà di noi, non se ne farebbe alcun caso, ma tu
conti per diecimila di noi; è meglio che ti tenga pronto a
darci aiuto dalla città». [4]Il re rispose loro: «Farò
quello che vi sembra bene». Il re si fermò al fianco della
porta, mentre tutto l'esercito usciva a schiere di cento e di
mille uomini. [5]Il re ordinò a Ioab, ad Abisài e ad
Ittài: «Trattatemi con riguardo il giovane Assalonne!». E
tutto il popolo udì quanto il re ordinò a tutti i capi nei
riguardi di Assalonne.
[6]L'esercito
uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella
foresta di Efraim. [7]La gente d'Israele fu in quel
luogo sconfitta dai servi di Davide; la strage fu grande: in
quel giorno caddero ventimila uomini. [8]La battaglia
si estese su tutta la contrada e la foresta divorò in quel
giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorato la
spada.
Morte
di Assalonne
[9]Ora
Assalonne s'imbattè nei servi di Davide. Assalonne cavalcava
il mulo; il mulo entrò sotto i rami di un grande terebinto e
la testa di Assalonne rimase impigliata nel terebinto e così
egli restò sospeso fra cielo e terra; mentre il mulo che era
sotto di lui passava oltre. [10]Un uomo lo vide e venne
a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso a un terebinto».
[11]Ioab rispose all'uomo che gli portava la notizia:
«Dunque, l'hai visto? E perché non l'hai tu, sul posto,
steso al suolo? Io non avrei mancato di darti dieci sicli
d'argento e una cintura». [12]Ma quell'uomo disse a
Ioab: «Quand'anche mi fossero messi in mano mille sicli
d'argento, io non stenderei la mano sul figlio del re; perché
con i nostri orecchi abbiamo udito l'ordine che il re ha dato
a te, ad Abisài e a Ittài: Salvatemi il giovane Assalonne! [13]Se
io avessi commesso di mia testa una perfidia, poiché nulla
rimane nascosto al re, tu stesso saresti sorto contro di me».
[14]Allora Ioab disse: «Io non voglio perdere così il
tempo con te». Prese in mano tre dardi e li immerse nel cuore
di Assalonne, che era ancora vivo nel folto del terebinto. [15]Poi
dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo
colpirono e lo finirono.
[16]Allora
Ioab suonò la tromba e il popolo cessò di inseguire Israele,
perché Ioab aveva trattenuto il popolo. [17]Poi
presero Assalonne, lo gettarono in una grande fossa nella
foresta ed elevarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre.
Tutto Israele era fuggito ciascuno nella sua tenda. [18]Ora
Assalonne mentre era in vita, si era eretta la stele che è
nella Valle del re; perché diceva: «Io non ho un figlio che
conservi il ricordo del mio nome»; chiamò quella stele con
il suo nome e la si chiamò di Assalonne fino ad oggi.
Davide
viene informato
[19]Achimaaz
figlio di Zadòk disse a Ioab: «Correrò a portare al re la
notizia che il Signore gli ha fatto giustizia contro i suoi
nemici». [20]Ioab gli rispose: «Oggi tu non sarai
l'uomo della buona notizia, la porterai un altro giorno; non
porterai oggi la bella notizia perché il figlio del re è
morto». [21]Poi Ioab disse all'Etiope: «Và e
riferisci al re quello che hai visto». L'Etiope si prostrò a
Ioab e corse via. [22]Achimaaz, figlio di Zadòk, disse
di nuovo a Ioab: «Qualunque cosa avvenga, lasciami correre
dietro all'Etiope». Ioab gli disse: «Ma perché correre,
figlio mio? La buona notizia non ti porterà nulla di buono».
[23]E l'altro: «Qualunque cosa avvenga, voglio correre».
Ioab gli disse: «Corri!». Allora Achimaaz prese la corsa per
la strada della valle e oltrepassò l'Etiope. [24]Davide
stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto
della porta dal lato del muro; alzò gli occhi, guardò ed
ecco un uomo correre tutto solo. [25]La sentinella gridò
e avvertì il re. Il re disse: «Se è solo, porta una buona
notizia». Quegli andava avvicinandosi sempre più. [26]Poi
la sentinella vide un altro uomo che correva e gridò al
guardiano: «Ecco un altro uomo correre tutto solo!». E il
re: «Anche questo porta una buona notizia». [27]La
sentinella disse: «Il modo di correre del primo mi pare
quello di Achimaaz, figlio di Zadòk». E il re disse: «E' un
uomo dabbene: viene certo per una lieta notizia!». [28]Achimaaz
gridò al re: «Pace!». Prostratosi dinanzi al re con la
faccia a terra, disse: «Benedetto sia il Signore tuo Dio che
ha messo in tuo potere gli uomini che avevano alzato le mani
contro il re mio signore!». [29]Il re disse: «Il
giovane Assalonne sta bene?». Achimaàz rispose: «Quando
Ioab mandava il servo del re e me tuo servo, io vidi un gran
tumulto, ma non so di che cosa si trattasse». [30]Il
re gli disse: «Mettiti là, da parte». Quegli si mise da
parte e aspettò. [31]Ed ecco arrivare l'Etiope che
disse: «Buone notizie per il re mio signore! Il Signore ti ha
reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di quanti erano
insorti contro di te». [32]Il re disse all'Etiope: «Il
giovane Assalonne sta bene?». L'Etiope rispose: «Diventino
come quel giovane i nemici del re mio signore e quanti
insorgono contro di te per farti il male!».
Samuele
2 - Capitolo 19
Dolore
di Davide
[1]Allora
il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della
porta e pianse; diceva in lacrime: «Figlio mio! Assalonne
figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te,
Assalonne, figlio mio, figlio mio!». [2]Fu riferito a
Ioab: «Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne». [3]La
vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il
popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re
è molto afflitto a causa del figlio». [4]Il popolo in
quel giorno rientrò in città furtivamente, come avrebbe
fatto gente vergognosa per essere fuggita in battaglia. [5]Il
re si era coperta la faccia e gridava a gran voce: «Figlio
mio Assalonne, Assalonne figlio mio, figlio mio!». [6]Allora
Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu copri oggi di rossore
il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha
salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle
tue mogli e alle tue concubine, [7]perché mostri di
amare quelli che ti odiano e di odiare quelli che ti amano.
Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e ministri per te
non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne fosse
vivo e noi fossimo quest'oggi tutti morti, allora sarebbe una
cosa giusta ai tuoi occhi. [8]Ora dunque alzati, esci e
parla al cuore della tua gente; perché io giuro per il
Signore che, se non esci, neppure un uomo resterà con te
questa notte; questa sarebbe per te la peggiore sventura di
tutte quelle che ti sono cadute addosso dalla tua giovinezza
fino ad oggi». [9]Allora il re si alzò e si sedette
sulla porta; fu dato quest'annunzio a tutto il popolo: «Ecco
il re sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla
presenza del re.
Si
prepara il ritorno di Davide
Gli
Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda. [10]In
tutte le tribù d'Israele tutto il popolo stava discutendo e
diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e
ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire
dal paese a causa di Assalonne. [11]Ma quanto ad
Assalonne, che noi avevamo consacrato perché regnasse su di
noi, è morto in battaglia. Ora perché non cercate di far
tornare il re?». [12]Ciò che si diceva in tutto
Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandò a
dire ai sacerdoti Zadòk ed Ebiatàr: «Riferite agli anziani
di Giuda: Perché volete essere gli ultimi a far tornare il re
alla sua casa? [13]Voi siete mio osso e mia carne e
perché dunque sareste gli ultimi a far tornare il re? [14]Dite
ad Amasà: Non sei forse mio osso e mia carne? Dio mi faccia
questo e mi aggiunga quest'altro, se tu non diventerai davanti
a me capo dell'esercito per sempre al posto di Ioab!». [15]Così
piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse
stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna
tu e tutti i tuoi ministri».
Episodi
del ritorno: Simeì
[16]Il
re dunque tornò e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero
a Gàlgala per andare incontro al re e per fargli passare il
Giordano.
[17]Simeì,
figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettò
a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide. [18]Aveva
con sé mille uomini di Beniamino. Zibà, il servo della casa
di Saul, i suoi quindici figli con lui e i suoi venti servi si
erano precipitati al Giordano prima del re [19]e
avevano servito per far passare la famiglia del re e per fare
quanto a lui sarebbe piaciuto. Intanto Simeì, figlio di Ghera,
si gettò ai piedi del re nel momento in cui passava il
Giordano [20]e disse al re: «Il mio signore non tenga
conto della mia colpa! Non ricordarti di quanto il tuo servo
ha commesso quando il re mio signore è uscito da Gerusalemme;
il re non lo conservi nella sua mente! [21]Perché il
tuo servo riconosce di aver peccato ed ecco, oggi, primo di
tutta la casa di Giuseppe, sono sceso incontro al re mio
signore». [22]Ma Abisài figlio di Zeruià, disse: «Non
dovrà forse essere messo a morte Simeì perché ha maledetto
il consacrato del Signore?». [23]Davide disse: «Che
ho io in comune con voi, o figli di Zeruià, che vi mostriate
oggi miei avversari? Si può mettere a morte oggi qualcuno in
Israele? Non so dunque che oggi divento re di Israele?». [24]Il
re disse a Simeì: «Tu non morirai!». E il re glielo giurò.
Merib-Bàal
[25]Anche
Merib-Bàal nipote di Saul scese incontro al re. Non si era
curato i piedi e le mani, né la barba intorno alle labbra e
non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il re era partito
a quello in cui tornava in pace. [26]Quando giunse da
Gerusalemme incontro al re, il re gli disse: «Perché non sei
venuto con me, Merib-Bàal?». [27]Egli rispose: «Re,
mio signore, il mio servo mi ha ingannato! Il tuo servo aveva
detto: Io mi farò sellare l'asino, monterò e andrò con il
re, perché il tuo servo è zoppo. [28]Ma egli ha
calunniato il tuo servo presso il re mio signore. Però il re
mio signore è come un angelo di Dio; fà dunque ciò che
sembrerà bene ai tuoi occhi. [29]Perché tutti quelli
della casa di mio padre non avevano meritato dal re mio
signore altro che la morte; ma tu avevi posto il tuo servo fra
quelli che mangiano alla tua tavola. E che diritto avrei
ancora di implorare presso il re?». [30]Il re gli
disse: «Non occorre che tu aggiunga altre parole. Ho deciso:
tu e Zibà vi dividerete i campi». [31]Merib-Bàal
rispose al re: «Se li prenda pure tutti lui, dato che ormai
il re mio signore è tornato in pace a casa!».
Barzillài
[32]Barzillài
il Galaadita era sceso da Roghelìm e aveva passato il
Giordano con il re, per congedarsi da lui presso il Giordano. [33]Barzillài
era molto vecchio: aveva ottant'anni. Aveva fornito i viveri
al re mentre questi si trovava a Macanàim, perché era un
uomo molto facoltoso. [34]Il re disse a Barzillài: «Vieni
con me; io provvederò al tuo sostentamento presso di me, a
Gerusalemme». [35]Ma Barzillài rispose al re: «Quanti
sono gli anni che mi restano da vivere, perché io salga con
il re a Gerusalemme? [36]Io ho ora ottant'anni; posso
forse ancora distinguere ciò che è buono da ciò che è
cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia e ciò
che beve? Posso udire ancora la voce dei cantori e delle
cantanti? E perché allora il tuo servo dovrebbe essere di
peso al re mio signore? [37]Solo per poco tempo il tuo
servo verrà con il re oltre il Giordano; perché il re
dovrebbe darmi una tale ricompensa? [38]Lascia che il
tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città
presso la tomba di mio padre e di mia madre. Ecco qui mio
figlio, il tuo servo Chimàm; venga lui con il re mio signore;
fà per lui quello che ti piacerà». [39]Il re
rispose: «Venga dunque con me Chimàm e io farò per lui
quello che a te piacerà; farò per te quello che desidererai
da me». [40]Poi tutto il popolo passò il Giordano; il
re l'aveva gia passato. Allora il re baciò Barzillài e lo
benedisse; quegli tornò a casa.
Giuda
e Israele si contendono il re
[41]Così
il re passò verso Gàlgala e Chimàm era venuto con lui.
Tutta la gente di Giuda e anche metà della gente d'Israele
aveva fatto passare il re.
[42]Allora
tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i
nostri fratelli, gli uomini di Giuda, ti hanno portato via di
nascosto e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua
famiglia e a tutta la gente di Davide?». [43]Tutti gli
uomini di Giuda risposero agli Israeliti: «Il re è un nostro
parente stretto; perché vi adirate per questo? Abbiamo forse
mangiato a spese del re o ci fu portata qualche porzione?». [44]Gli
Israeliti replicarono agli uomini di Giuda: «Dieci parti mi
spettano sul re; inoltre sono io il primogenito e non tu;
perché mi hai disprezzato? Non sono forse stato il primo a
proporre di far tornare il re?». Ma il parlare degli uomini
di Giuda fu più violento di quello degli Israeliti.
Samuele
2 - Capitolo 20
Rivolta
di Seba
[1]Ora
si trovava là un uomo iniquo chiamato Sèba, figlio di Bicrì,
un Beniaminita, il quale suonò la tromba e disse:
«Non
abbiamo alcuna parte con Davide
e non abbiamo un'eredità con il figlio di Iesse.
Ognuno alle proprie tende, Israele!».
[2]Tutti
gli Israeliti si allontanarono da Davide per seguire Sèba,
figlio di Bicrì; ma gli uomini di Giuda rimasero attaccati al
loro re e lo accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme. [3]Davide
entrò nella reggia a Gerusalemme. Il re prese le dieci
concubine che aveva lasciate a custodia della reggia e le mise
in un domicilio sorvegliato; egli somministrava loro gli
alimenti, ma non si accostava loro; rimasero così recluse
fino al giorno della loro morte, in stato di vedovanza
perenne.
Assassinio
di Amasà
[4]Poi
il re disse ad Amasà: «Radunami tutti gli uomini di Giuda in
tre giorni; poi vieni qui». [5]Amasà dunque partì
per adunare gli uomini di Giuda; ma tardò più del tempo
fissato. [6]Allora Davide disse ad Abisài: «Sèba
figlio di Bicrì ci farà ora più male di Assalonne; prendi i
servi del tuo signore e inseguilo, perché non trovi fortezze
e ci sfugga». [7]Abisài uscì per la spedizione,
seguito dalla gente di Ioab, dai Cretei, dai Peletei e da
tutti i prodi; uscirono da Gerusalemme per inseguire Sèba
figlio di Bicrì.
[8]Si
trovavano presso la grande pietra che è in Gàbaon, quando
Amasà venne loro incontro. Ioab indossava la veste militare,
sopra la quale portava la cintura con la spada pendente dai
fianchi nel fodero; egli la fece uscire e cadere. [9]Ioab
disse ad Amasà: «Stai bene, fratello mio?» e con la destra
prese Amasà per la barba per baciarlo. [10]Amasà non
fece attenzione alla spada che Ioab aveva nell'altra mano;
Ioab lo colpì al basso ventre e ne sparse le viscere a terra;
non lo colpì una seconda volta perché era gia morto. Poi
Ioab e Abisài suo fratello inseguirono Sèba, figlio di Bicrì.
[11]Uno dei giovani di Ioab era rimasto presso Amasà e
diceva: «Chi ama Ioab e chi è per Davide segua Ioab!». [12]Intanto
Amasà si rotolava nel sangue in mezzo alla strada e
quell'uomo si accorse che tutto il popolo si fermava. Allora
trascinò Amasà fuori della strada in un campo e gli buttò
addosso una veste, perché quanti gli arrivavano vicino lo
vedevano e si fermavano. [13]Quando esso fu tolto dalla
strada, tutti passarono al seguito di Ioab per dare la caccia
a Sèba, figlio di Bicrì.
Fine
della rivolta
[14]Attraversarono
il territorio di tutte le tribù d'Israele fino ad
Abel-Bet-Maacà, dove tutti quelli della famiglia di Bicrì
erano stati convocati ed erano entrati al seguito di Sèba. [15]Vennero
dunque, assediarono Sèba in Abel-Bet-Maacà e innalzarono
contro la città un terrapieno; tutto il popolo che era con
Ioab scavava per demolire le mura. [16]Allora una donna
saggia gridò dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Dite a
Ioab di avvicinarsi, gli voglio parlare!». [17]Quando
egli si fu avvicinato, la donna gli chiese: «Sei tu Ioab?».
Egli rispose: «Sì». Allora essa gli disse: «Ascolta la
parola della tua schiava». Egli rispose: «Ascolto». [18]Riprese:
«Una volta si soleva dire: Si interroghi bene ad Abèl e a
Dan per sapere se sono venute meno le costumanze [19]stabilite
dai fedeli d'Israele. Tu cerchi di far perire una città che
è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere l'eredità
del Signore?». [20]Ioab rispose: «Lungi, lungi da me
l'idea di distruggere e di rovinare. [21]La questione
è diversa: un uomo delle montagne di Efraim, chiamato Sèba,
figlio di Bicrì, ha alzato la mano contro il re Davide.
Consegnatemi lui solo e io mi allontanerò dalla città». La
donna disse a Ioab: «Ecco, la sua testa ti sarà gettata
dall'alto delle mura». [22]Allora la donna rientrò in
città e parlò a tutto il popolo con saggezza; così quelli
tagliarono la testa a Sèba, figlio di Bicrì, e la gettarono
a Ioab. Egli fece suonare la tromba; tutti si dispersero
lontano dalla città e ognuno andò alla propria tenda. Poi
Ioab tornò a Gerusalemme presso il re.
I
grandi ufficiali di Davide
[23]Ioab
era a capo di tutto l'esercito d'Israele; Benaià, figlio di
Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei; [24]Adoràm
sovrintendeva ai lavori forzati; Giosafat, figlio di Achilùd,
era archivista; [25]Seraià era scriba; Zadòk ed Ebiatàr
erano sacerdoti e anche Ira lo Iairita era ministro di Davide.
Samuele
2 - Capitolo 21
V.
SUPPLEMENTI
La
grande carestia e l'uccisione dei discendenti di Saul
[1]Al
tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni; Davide cercò
il volto del Signore e il Signore gli disse: «Su Saul e sulla
sua casa pesa un fatto di sangue, perché egli ha fatto morire
i Gabaoniti». [2]Allora il re chiamò i Gabaoniti e
parlò loro. I Gabaoniti non erano del numero degli Israeliti,
ma un resto degli Amorrei, e gli Israeliti avevano giurato
loro; Saul però, nel suo zelo per gli Israeliti e per quelli
di Giuda, aveva cercato di sterminarli. [3]Davide disse
ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo espierò,
perché voi benediciate l'eredità del Signore?». [4]I
Gabaoniti gli risposero: «Fra noi e Saul e la sua casa non è
questione d'argento o d'oro, né ci riguarda l'uccidere
qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io
lo farò per voi». [5]Quelli risposero al re: «Di
quell'uomo che ci ha distrutti e aveva fatto il piano di
sterminarci, perché più non sopravvivessimo entro alcun
confine d'Israele, [6]ci siano consegnati sette uomini
tra i suoi figli e noi li impiccheremo davanti al Signore in Gàbaon,
sul monte del Signore». Il re disse: «Ve li consegnerò». [7]Il
re risparmiò Merib-Bàal figlio di Giònata, figlio di Saul,
per il giuramento che Davide e Giònata, figlio di Saul, si
erano fatto davanti al Signore; [8]ma il re prese i due
figli che Rizpà figlia di Aià aveva partoriti a Saul, Armonì
e Merib-Bàal e i cinque figli che Meràb figlia di Saul aveva
partoriti ad Adrièl il Mecolatita figlio di Barzillài. [9]Li
consegnò ai Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti
al Signore. Tutti e sette perirono insieme. Furono messi a
morte nei primi giorni della mietitura, quando si cominciava a
mietere l'orzo.
[10]Allora
Rizpà, figlia di Aià, prese il mantello di sacco e lo tese,
fissandolo alla roccia, e stette là dal principio della
mietitura dell'orzo finché dal cielo non cadde su di loro la
pioggia. Essa non permise agli uccelli del cielo di posarsi su
di essi di giorno e alle bestie selvatiche di accostarsi di
notte. [11]Fu riferito a Davide quello che Rizpà,
figlia di Aià, concubina di Saul, aveva fatto. [12]Davide
andò a prendere le ossa di Saul e quelle di Giònata suo
figlio presso i cittadini di Iabès di Gàlaad, i quali le
avevano portate via dalla piazza di Beisan, dove i Filistei
avevano appeso i cadaveri quando avevano sconfitto Saul sul
Gelboe. [13]Egli riportò le ossa di Saul e quelle di
Giònata suo figlio; poi si raccolsero anche le ossa di quelli
che erano stati impiccati. [14]Le ossa di Saul e di Giònata
suo figlio, come anche le ossa degli impiccati furono sepolte
nel paese di Beniamino a Zela, nel sepolcro di Kis, padre di
Saul; fu fatto quanto il re aveva ordinato. Dopo, Dio si mostrò
placato verso il paese.
Gesta
contro i Filistei
[15]I
Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con
i suoi sudditi a combattere contro i Filistei. Davide era
stanco [16]e Isbi-Benòb, uno dei figli di Rafa, che
aveva una lancia del peso di trecento sicli di rame ed era
cinto di una spada nuova, manifestò il proposito di uccidere
Davide; [17]ma Abisài, figlio di Zeruià, venne in
aiuto al re, colpì il Filisteo e lo uccise. Allora i ministri
di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più con noi a
combattere e non spegnerai la lampada d'Israele».
[18]Dopo,
ci fu un'altra battaglia contro i Filistei, a Gob; allora
Sibbecài il Cusatita uccise Saf, uno dei figli di Rafa.
[19]Ci
fu un'altra battaglia contro i Filistei a Gob; Elcanàn,
figlio di Iair di Betlemme, uccise il fratello di Golia di Gat:
l'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori.
[20]Ci
fu un'altra battaglia a Gat, dove si trovò un uomo di grande
statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in tutto
ventiquattro dita: anch'egli era nato a Rafa. [21]Costui
insultò Israele, ma lo uccise Giònata, figlio di Simeà,
fratello di Davide. [22]Questi quattro erano nati a
Rafa, in Gat. Essi perirono per mano di Davide e per mano dei
suoi ministri.
Samuele
2 - Capitolo 22
Salmo
di Davide
[1]Davide
rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il
Signore lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici,
specialmente dalla mano di Saul. [2]Egli disse:
«Il
Signore è la mia roccia,
la mia fortezza, il mio liberatore,
[3]il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio,
il mio scudo, la mia salvezza, il mio riparo!
Sei la mia roccaforte che mi salva:
tu mi salvi dalla violenza.
[4]Invoco il Signore, degno di ogni lode,
e sono liberato dai miei nemici.
[5]Mi circondavano i flutti della morte,
mi atterrivano torrenti esiziali.
[6]Mi avviluppavano le funi degli inferi;
mi stavano davanti i lacci della morte.
[7]Nell'angoscia ho invocato il Signore,
ho gridato al mio Dio,
Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce;
il mio grido è giunto ai suoi orecchi.
[8]Si scosse la terra e sobbalzò;
tremarono le fondamenta del cielo;
si scossero, perché egli si era irritato.
[9]Fumo salì dalle sue narici;
dalla sua bocca uscì un fuoco divoratore;
carboni accesi partirono da lui.
[10]Egli piegò i cieli e discese;
una nube oscura era sotto i suoi piedi.
[11]Cavalcò un cherubino e volò;
si librò sulle ali del vento.
[12]Si avvolse di tenebra tutto intorno;
acque scure e dense nubi erano la sua tenda.
[13]Per lo splendore che lo precedeva
arsero carboni infuocati.
[14]Il Signore tuonò nei cieli,
l'Altissimo emise la sua voce.
[15]Scagliò frecce e li disperse;
vibrò folgori e li mise in fuga.
[16]Apparvero le profondità marine;
si scoprirono le basi del mondo,
come effetto della tua minaccia, Signore,
del soffio violento della tua ira.
[17]Dall'alto stese la mano e mi prese;
mi fece uscire dalle grandi acque.
[18]Mi liberò dai miei robusti avversari,
dai miei nemici più forti di me.
[19]Mi affrontarono nel giorno della mia rovina,
ma il Signore fu il mio sostegno.
[20]Egli mi trasse al largo;
mi liberò, perché oggetto della sua benevolenza.
[21]Il Signore mi ricompensò secondo la mia
giustizia,
mi trattò secondo la purità delle mie mani.
[22]Perché mi sono mantenuto nelle vie del Signore,
non sono stato empio, lontano dal mio Dio,
[23]perché tutti i suoi decreti mi sono dinanzi
e non ho allontanato da me le sue leggi.
[24]Sono stato irreprensibile nei suoi riguardi;
mi sono guardato dall'iniquità.
[25]Il Signore mi trattò secondo la mia giustizia,
secondo la purità delle mie mani alla sua presenza.
[26]Con il pio ti mostri pio,
con il prode ti mostri integro;
[27]con il puro ti mostri puro,
con il tortuoso ti mostri astuto.
[28]Tu salvi la gente umile,
mentre abbassi gli occhi dei superbi.
[29]Sì, tu sei la mia lucerna, Signore;
il Signore illumina la mia tenebra.
[30]Sì, con te io posso affrontare una schiera,
con il mio Dio posso slanciarmi sulle mura.
[31]La via di Dio è perfetta;
la parola del Signore è integra;
egli è scudo per quanti si rifugiano in lui.
[32]C'è forse un dio come il Signore;
una rupe fuori del nostro Dio?
[33]Dio mi cinge di forza,
rende sicura la mia via.
[34]Ha reso simili i miei piedi a quelli delle cerve;
mi ha fatto stare sulle alture.
[35]Ha addestrato la mia mano alla guerra;
ha posto un arco di bronzo nelle mie braccia.
[36]Mi hai dato lo scudo della tua salvezza,
la tua sollecitudine mi fa crescere.
[37]Fai largo davanti ai miei passi;
le mie gambe non vacillano.
[38]Inseguo e raggiungo i miei nemici,
non desisto finché non siano distrutti.
[39]Li colpisco ed essi non possono resistere;
cadono sotto i miei piedi.
[40]Mi cingi di forza per la battaglia;
hai fatto piegare sotto di me i miei avversari.
[41]Mi mostri i nemici di spalle,
così io distruggo quelli che mi odiano.
[42]Gridano, ma nessuno li salva,
verso il Signore, che a loro non risponde.
[43]Li disperdo come polvere della terra,
li calpesto come fango delle piazze.
[44]Tu mi liberi dalle contese del popolo;
mi poni a capo di nazioni;
un popolo non conosciuto mi serve.
[45]I figli degli stranieri mi onorano
appena sentono, mi obbediscono.
[46]I figli degli stranieri vengono meno,
lasciano con spavento i loro nascondigli.
[47]Viva il Signore! Sia benedetta la mia rupe!
Sia esaltato il Dio della mia salvezza!
[48]Dio fa vendetta per me
e mi sottomette i popoli.
[49]Tu mi liberi dai miei nemici,
mi innalzi sopra i miei avversari,
mi liberi dall'uomo violento.
[50]Perciò ti loderò, Signore,
fra i popoli canterò inni al tuo nome.
[51]Egli concede una grande vittoria al suo re,
la grazia al suo consacrato,
a Davide e ai suoi discendenti per sempre».
Samuele
2 - Capitolo 23
Ultime
parole di Davide
[1]Queste
sono le ultime parole di Davide:
«Oracolo
di Davide, figlio di Iesse,
oracolo dell'uomo che l'Altissimo ha innalzato,
del consacrato del Dio di Giacobbe,
del soave cantore d'Israele.
[2]Lo spirito del Signore parla in me,
la sua parola è sulla mia lingua;
[3]il Dio di Giacobbe ha parlato,
la rupe d'Israele mi ha detto:
Chi governa gli uomini ed è giusto,
chi governa con timore di Dio,
[4]è come la luce del mattino
al sorgere del sole,
in un mattino senza nubi,
che fa scintillare dopo la pioggia
i germogli della terra.
[5]Così è stabile la mia casa davanti a Dio,
perché ha stabilito con me un'alleanza eterna,
in tutto regolata e garantita.
Non farà dunque germogliare
quanto mi salva
e quanto mi diletta?
[6]Ma gli scellerati sono come spine,
che si buttano via a fasci
e non si prendono con la mano;
[7]chi le tocca usa un ferro o un'asta di lancia
e si bruciano al completo nel fuoco».
I
prodi di Davide
[8]Questi
sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Bàal il Cacmonita, capo
dei Tre. Egli impugnò la lancia contro ottocento uomini e li
trafisse in un solo scontro. [9]Dopo di lui veniva Eleàzaro
figlio di Dodò l'Acochita, uno dei tre prodi che erano con
Davide, quando sfidarono i Filistei schierati in battaglia,
mentre gli Israeliti si ritiravano sulle alture. [10]Egli
si alzò, percosse i Filistei, finché la sua mano, sfinita,
rimase attaccata alla spada. Il Signore concesse in quel
giorno una grande vittoria e il popolo seguì Eleàzaro
soltanto per spogliare i cadaveri. [11]Dopo di lui
veniva Sammà figlio di Aghè, l'Ararita. I Filistei erano
radunati a Lechì; in quel luogo vi era un campo pieno di
lenticchie: mentre il popolo fuggiva dinanzi ai Filistei, [12]Sammà
si piantò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i
Filistei. E il Signore concesse una grande vittoria.
[13]Tre
dei Trenta scesero al tempo della mietitura e vennero da
Davide nella caverna di Adullàm, mentre una schiera di
Filistei era accampata nella valle dei Rèfaim. [14]Davide
era allora nella fortezza e c'era un appostamento di Filistei
a Betlemme. [15]Davide espresse un desiderio e disse:
«Se qualcuno mi desse da bere l'acqua del pozzo che è vicino
alla porta di Betlemme!». [16]I tre prodi si aprirono
un varco attraverso il campo filisteo, attinsero l'acqua dal
pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la
presentarono a Davide; il quale però non ne volle bere, ma la
sparse davanti al Signore, [17]dicendo: «Lungi da me,
Signore, il fare tal cosa! E' il sangue di questi uomini, che
sono andati là a rischio della loro vita!». Non la volle
bere. Questo fecero quei tre prodi.
[18]Abisài,
fratello di Ioab, figlio di Zeruià, fu il capo dei Trenta.
Egli impugnò la lancia contro trecento uomini e li trafisse;
si acquistò fama fra i trenta. [19]Fu il più glorioso
dei Trenta e perciò fu fatto loro capo, ma non giunse alla
pari dei Tre. [20]Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà,
uomo valoroso, celebre per le sue prodezze, oriundo da Cabseèl.
Egli uccise i due figli di Arièl, di Moab. Scese anche in
mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, in un giorno di
neve. [21]Uccise anche un Egiziano, uomo d'alta
statura, che teneva una lancia in mano; Benaià gli scese
contro con un bastone, strappò di mano all'Egiziano la lancia
e lo uccise con la lancia di lui. [22]Questo fece Benaià
figlio di Ioiadà, e si acquistò fama tra i trenta prodi. [23]Fu
il più illustre dei Trenta, ma non giunse alla pari dei Tre.
Davide lo ammise nel suo consiglio. [24]Poi vi erano
Asaèl fratello di Ioab, uno dei Trenta; Elcanàn figlio di
Dodò, di Betlemme. [25]Sammà di Caròd; Elikà di Caròd;
[26]Cèles di Pelèt; Ira figlio di Ikkès, di Tekòa; [27]Abièzer
di Anatot; Mebunnài di Cusà; [28]Zalmòn di Acòach;
Maharai di Netofà; [29]Chèleb figlio di Baanà, di
Netofà; Ittài figlio di Ribài, di Gàbaa di Beniamino;
Benaià di Piratòn; [30]Iddài di Nahale-Gaàs; [31]Abi-Albòn
di Arbàt; Azmàvet di Bacurìm; [32]Eliacbà di Saalbòn;
Iasèn di Gun; [33]Giònata figlio di Sammà, di Aràr;
Achiàm figlio di Saràr, di Afàr; [34]Elifèlet
figlio di Acasbài, il Maacatita; Eliàm figlio di Achitòfel,
di Ghilo; [35]Chesrài del Carmelo; Paarài di Aràb; [36]Igàl
figlio di Natàn, da Zobà; Banì di Gad; [37]Zèlek
l'Ammonita; Nacrai da Beeròt, scudiero di Ioab, figlio di
Zeruià; [38]Irà di Ièter; Garèb di Ièter; [39]Uria
l'Hittita. In tutto trentasette.
Samuele
2 - Capitolo 24
Il
censimento del popolo
[1]La
collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò
Davide contro il popolo in questo modo: «Su, fà il
censimento d'Israele e di Giuda». [2]Il re disse a
Ioab e ai suoi capi dell'esercito: «Percorri tutte le tribù
d'Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del
popolo, perché io conosca il numero della popolazione». [3]Ioab
rispose al re: «Il Signore tuo Dio moltiplichi il popolo
cento volte più di quello che è, e gli occhi del re mio
signore possano vederlo! Ma perché il re mio signore desidera
questa cosa?». [4]Ma l'ordine del re prevalse su Ioab
e sui capi dell'esercito e Ioab e i capi dell'esercito si
allontanarono dal re per fare il censimento del popolo
d'Israele.
[5]Passarono
il Giordano e cominciarono da Aroer e dalla città che è in
mezzo al torrente di Gad e presso Iazer. [6]Poi
andarono in Gàlaad e nel paese degli Hittiti a Kades;
andarono a Dan. Poi girarono intorno a Sidòne; [7]andarono
alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei
Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a Bersabea. [8]Percorsero
così tutto il paese e dopo nove mesi e venti giorni tornarono
a Gerusalemme. [9]Ioab consegnò al re la cifra del
censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila
guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila.
La
peste e il perdono divino
[10]Ma
dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, si sentì
battere il cuore e disse al Signore: «Ho peccato molto per
quanto ho fatto; ma ora, Signore, perdona l'iniquità del tuo
servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza». [11]Quando
Davide si fu alzato il mattino dopo, questa parola del Signore
fu rivolta al profeta Gad, il veggente di David: [12]«Và
a riferire a Davide: Dice il Signore: Io ti propongo tre cose:
scegline una e quella ti farò». [13]Gad venne dunque
a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi tre anni di
carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico
che ti insegua oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora
rifletti e vedi che cosa io debba rispondere a chi mi ha
mandato». [14]Davide rispose a Gad: «Sono in grande
angoscia! Ebbene cadiamo nelle mani del Signore, perché la
sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani
degli uomini!». [15]Così il Signore mandò la peste
in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a
Bersabea morirono settantamila persone del popolo. [16]E
quando l'angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per
distruggerla, il Signore si pentì di quel male e disse
all'angelo che distruggeva il popolo: «Basta; ritira ora la
mano!».
Ora
l'angelo del Signore si trovava presso l'aia di Araunà il
Gebuseo. [17]Davide, vedendo l'angelo che colpiva il
popolo, disse al Signore: «Io ho peccato; io ho agito da
iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga
contro di me e contro la casa di mio padre!».
Costruzione
di un altare
[18]Quel
giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali, innalza un
altare al Signore sull'aia di Araunà il Gebuseo».
[19]Davide
salì, secondo la parola di Gad, come il Signore aveva
comandato. [20]Araunà guardò e vide il re e i suoi
ministri dirigersi verso di lui. Araunà uscì e si prostrò
davanti al re con la faccia a terra.
[21]Poi
Araunà disse: «Perché il re mio signore viene dal suo
servo?». Davide rispose: «Per acquistare da te quest'aia e
innalzarvi un altare al Signore, perché il flagello cessi di
colpire il popolo». [22]Araunà disse a Davide: «Il
re mio signore prenda e offra quanto gli piacerà! Ecco i buoi
per l'olocausto; le trebbie e gli arnesi dei buoi serviranno
da legna. [23]Tutte queste cose, re, Araunà te le
regala». Poi Araunà disse al re: «Il Signore tuo Dio ti sia
propizio!». [24]Ma il re rispose ad Araunà: «No, io
acquisterò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò
al Signore mio Dio olocausti che non mi costino nulla».
Davide acquistò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento;
[25]edificò in quel luogo un altare al Signore e offrì
olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostrò
placato verso il paese e il flagello cessò di colpire il
popolo. |
|
|