1.
2. 3.
4. 5.
Sebbene l'autore non
si dichiari, la indubbia affinità di dottrina e di stile con gli altri
scritti del discepolo prediletto di Gesù lo denunziano chiaramente. La
prima lettera ignora la tradizionale forma epistolare per abbandonarsi
con un discorso elevato e affettuoso alla contemplazione del mistero di
Cristo e alle sue urgenti implicazioni nella vita del cristiano. Sembra
perfino una introduzione al quarto vangelo. Giovanni è preoccupato di
difendere i suoi destinatari, forse cristiani dell'Asia Minore che egli
mette a parte della sua sconvolgente esperienza di testimone di Cristo
(1, 1-4), dal pericolo di eresie che minano i fondamenti della fede e
della morale. La lettera fu scritta probabilmente a Efeso, dove Giovanni
trascorse gli ultimi anni della sua vita, verso l'anno 100. La seconda e
la terza lettera hanno chiara forma epistolare e sono indirizzate
rispettivamente a una Chiesa particolare dell'Asia Minore e a un pio e
generoso laico, Gaio. Nella seconda, Giovanni ritorna a polemizzare
vigorosamente contro i falsi maestri e impegna i suoi destinatari a
perseverare nella purezza della fede e nella pratica della carità. La
terza lettera è interessante perché dà ragguagli su alcune difficoltà
dell'apostolo con il capo di una comunità. La data dei due scritti è da
riportarsi verso l'anno 100.
|