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LA SACRA BIBBIA

Edizione CEI - 1974

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Ebrei


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10. 11. 12. 13.


Questa lettera è chiaramente diversa, per argomento e stile, dalle altre lettere paoline, anche se per importanza può essere messa accanto a Rm ed Ef. E’ piuttosto un discorso esortativo (13, 22), che l'autore compone in occasione di un grave pericolo (10, 32 ss.; 13, 7), affrontando, per cristiani di origine giudaica, il tema della superiorità della nuova alleanza sancita con l'umanità da Cristo sacerdote e vittima, sull'antica alleanza stretta da Dio, mediatore Mosè, con Israele e sui sacrifci e il sacerdozio vigenti nell'antica economia religiosa della salvezza (1, 1 - 10, 1.8). La parte parenetica della lettera (10, 19 - 13, 25) insiste sulla pratica delle virtù teologali. Nonostante le affinità dottrinali di questa con le altre lettere paoline, la mancanza di certi caratteristici procedimenti paolini e l'incertezza della tradizione storica ecclesiastica, consentono di pensare che la lettera, senza indirizzo e intestazione di autore, sia di altra mano. Con ogni probabilità si tratta di uno scrittore giudeo di cultura ellenistica, che ha assorbito le tesi paoline. Si fa a preferenza il nome di Apollo, uomo di notevole rilievo nella Chiesa apostolica, giudeo alessandrino di vaste conoscenze bibliche e ottimo parlatore (At 18, 24-28), messo addirittura sul piano dei massimi apostoli (cfr. 1 Cor 1, 12). Altri pensano al levita cipriota Barnaba (At 4, 36), personalità di grande spicco, che si fece garante della conversione di Paolo (At 9, 7) e guidò i suoi primi passi nell'apostolato (At 11, 22 ss.; 13, 1). Anche egli si faceva notare per l'efficacia dei suoi discorsi (At 4, 36) e a motivo delle sue origini levitiche doveva essere particolarmente versato negli argomenti trattati da Eb. Certamente la lettera fu scritta prima del 90, più probabilmente prima del 65, quando cominciò la rivolta giudaica che si concluse con la distruzione del Tempio di Gerusalemme. L'autore si trovava forse in Italia ( 13, 24) e non si sa per quale comunità esattamente scrivesse.