1.
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6. 7.
8. 9.
10. 11.
12. 13.
Decisamente la comunità di Corinto non lasciava in pace Paolo. Dopo la
prima lettera egli vi fece una breve e sofferta visita, poi ripartì per
Efeso, ripromettendosi di tornare con comodo a Corinto (1, 23-2, 1; 12,
14; 13, 1-21). Nel frattempo, dovette scrivere a quei cristiani una
perduta lettera molto risentita (2, 3-4.9) contro certuni che mettevano
in forse la sua autorità. Durante il suo soggiorno in Macedonia, dove si
era rifugiato da Efeso, riprese la penna per manifestare nella 2 Cor, in
pagine stupende, i suoi sentimenti e per difendere ancora, con
consapevole energia, la propria autorità apostolica. Anche questa
lettera, che è un lungo e accorato sfogo, sfida ogni analisi. Dopo aver
dato notizie personali sui suoi progetti (1, 2-2, 17) l’apostolo si
difende con grande vigore (3, 1-6, 10) e dichiarata il suo mai smentito
affetto per i Corinzi (6, 11-7, 16), poi raccomanda la raccolta dei
fondi per venire in soccorso dei cristiani di Gerusalemme (cc. 8-9) e
riprende la vibrata polemica contro i suoi avversari giudaizzanti (cc.
10-13; cfr. introd. A Gal). Impreziosita da brani biografici di
eccezionale interesse (11, 16-12, 10) la lettera è ricchissima di
insegnamenti sulle principali verità cristiane.
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