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LA SACRA BIBBIA

Edizione CEI - 1974

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Luca


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20. 21. 22. 23. 24.


Luca, autore anche degli Atti degli Apostoli, fu un colto medico siriano, convertitosi in Antiochia verso l’a. 43. Conobbe Cristo dai primi testimoni della sua vita e si preparò alla stesura del vangelo con una accurata indagine (1, 2-3). All’intelligenza più profonda del mistero evangelico contribuì il fatto che Luca fu discepolo e collaboratore di Paolo (Col 4, 14; Fm v. 23; 2 Tm 4, 11). Il vangelo è preceduto da una esemplare prefazione, contenente la dedica ad un ignoto quanto illustre Teofilo – equivalentemente, alla comunità cristiana di origine pagana - e la dichiarazione dello scopo dell’autore, che è quello di offrire la documentazione di fondo della fede cristiana. Luca, narratore di sicure risorse letterarie, inizia il suo racconto con vasti scorci dell’infanzia di Cristo (cc. 1-2), su un materiale che con ogni probabilità proviene da ambiente palestinese, non escluso il contributo della stessa Madre di Gesù (cfr. 2, 19.51). Lo schema ulteriore del terzo vangelo è assai vicino a quello di Marco, largamente utilizzato: preludio all’attività pubblica di Gesù (3, 1-4, 13), predicazione e miracoli in Galilea (4, 14-9, 50), viaggio verso Gerusalemme (9, 51-19, 28), mistero pasquale in Cristo (19, 29-24, 53). Il complesso di 9, 51-18, 24 è senza paralleli negli altri vangeli e contiene preziosi apporti di Luca. Il vangelo, che precedette gli Atti (cfr. introd.) dello stesso autore, fu scritto fra il 65 e il 70 e presenta Cristo come Salvatore dell’intero genere umano, dando rilievo particolare alla sua bontà per i peccatori. Ciò suggerì a Dante Alighieri la definizione di Luca come “scriba della mansuetudine di Cristo”. Altri temi significativamente sottolineati sono: la preghiera, la povertà, la gioia del vangelo, la parte delle donne nel messaggio e nella vita di Cristo.