1.
2. 3.
Questo libro è
probabilmente uno scritto anonimo; infatti sembra che il nome Malachia,
che significa “messaggero di Dio”, sia desunto da una profezia contenuta
nel libro (3, 1). L’autore scrisse nella seconda metà del V sec. a. C.,,
al tempo in cui i matrimoni misti dei reduci a Gerusalemme dall’esilio
di Babilonia costituivano un grave problema per la purità religiosa del
popolo di dio. Nel contesto della ricostruzione del secondo tempo, il
libro – che è sotto l’influenza del Deuteronomio (cfr. introd. A Dt.) –
è particolarmente preoccupato dei peccati dei sacerdoti e della
violazione della legge del culto da parte del popolo. Il culto
esercitato con vero spirito è il culmine della religione e l’éra
messianica della nuova alleanza e della definitiva salvezza sarà
caratterizzata dall’offerta di un sacrificio unico e perfetto (1, 11).
Questa profezia insieme con l’annunzio del precursore del Messia (3,
1.23-24), rappresenta il contributo originale del libro alla rivelazione
dell’Antico Testamento.
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