[1] Al maestro del coro. Su
"Jonat elem rehoqim".
Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo
tenevano prigioniero in Gat.
[2] Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta,
un aggressore sempre mi opprime.
[3] Mi calpestano sempre i miei nemici,
molti sono quelli che mi combattono.
[4] Nell'ora della paura,
io in te confido.
[5] In Dio, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
[6] Travisano sempre le mie parole,
non pensano che a farmi del male.
[7] Suscitano contese e tendono insidie,
osservano i miei passi,
per attentare alla mia vita.
[8] Per tanta iniquità non abbiano scampo:
nella tua ira abbatti i popoli, o Dio.
[9] I passi del mio vagare tu li hai contati,
le mie lacrime nell'otre tuo raccogli;
non sono forse scritte nel tuo libro?
[10] Allora ripiegheranno i miei nemici,
quando ti avrò invocato:
so che Dio è in mio favore.
[11] Lodo la parola di Dio,
lodo la parola del Signore,
[12] in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
[13] Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
[14] perché mi hai liberato dalla morte.
Hai preservato i miei piedi dalla caduta,
perché io cammini alla tua presenza
nella luce dei viventi, o Dio.
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