(31,40b)
Quando Giobbe ebbe finito di parlare,
[1] quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perchè egli si
riteneva giusto.
[2] Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele il Buzita,
della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché pretendeva
d'aver ragione di fronte a Dio;
[3] si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non avevano
trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe colpevole.
[4] Però Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché
erano più vecchi di lui in età.
[5] Quando dunque vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era più
alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.
[6] Presa dunque la parola, Eliu, figlio di Barachele il Buzita, disse:
Giovane io sono di anni
e voi siete già canuti;
per questo ho esitato per rispetto
a manifestare a voi il mio sapere.
[7] Pensavo: Parlerà l'età
e i canuti insegneranno la sapienza.
[8] Ma certo essa è un soffio nell'uomo;
l'ispirazione dell'Onnipotente lo fa intelligente.
[9] Non sono i molti anni a dar la sapienza,
né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto.
[10] Per questo io oso dire: Ascoltatemi;
anch'io esporrò il mio sapere.
[11] Ecco, ho atteso le vostre parole,
ho teso l'orecchio ai vostri argomenti.
Finché andavate in cerca di argomenti
[12] su di voi fissai l'attenzione.
Ma ecco, nessuno ha potuto convincere Giobbe,
nessuno tra di voi risponde ai suoi detti.
[13] Non dite: Noi abbiamo trovato la sapienza,
ma lo confuti Dio, non l'uomo!
[14] Egli non mi ha rivolto parole,
e io non gli risponderò con le vostre parole.
[15] Sono vinti, non rispondono più,
mancano loro le parole.
[16] Ho atteso, ma poiché non parlano più,
poiché stanno lì senza risposta,
[17] voglio anch'io dire la mia parte,
anch'io esporrò il mio parere;
[18] mi sento infatti pieno di parole,
mi preme lo spirito che è dentro di me.
[19] Ecco, dentro di me c'è come vino senza sfogo,
come vino che squarcia gli otri nuovi.
[20] Parlerò e mi sfogherò,
aprirò le labbra e risponderò.
[21] Non guarderò in faccia ad alcuno,
non adulerò nessuno,
[22] perché io non so adulare:
altrimenti il mio creatore in breve mi eliminerebbe.
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