[1] In
questo periodo di tempo Antioco organizzò la seconda spedizione in Egitto.
[2] Sopra tutta la città per circa quaranta giorni apparivano cavalieri
che correvano per l'aria con auree vesti, armati di lance roteanti e di
spade sguainate,
[3] e schiere di cavalieri disposti a battaglia e attacchi e scontri
vicendevoli e trambusto di scudi e selve di aste e lanci di frecce e
bagliori di bardature d'oro e corazze d'ogni specie.
[4] Per questo tutti pregarono che l'apparizione fosse di buon augurio.
[5] Essendosi diffusa la falsa notizia che Antioco era passato all'altra
vita, Giasone, prendendo con sé non meno di mille uomini, sferrò un
assalto alla città. Si accese la lotta sulle mura e, quando la città era
ormai presa, Menelao si rifugiò nell'acròpoli.
[6] Giasone fece strage dei propri concittadini senza pietà, non
comprendendo che un successo contro i propri connazionali era il massimo
insuccesso, e credendo di riportare trofei sui nemici e non sulla propria
gente.
[7] Non riuscì però ad impadronirsi del potere e alla fine, conscio della
vergogna del tradimento, corse di nuovo a rifugiarsi nell'Ammanìtide.
[8] Da ultimo incontrò una pessima sorte. Imprigionato presso Areta, re
degli Arabi, fuggendo poi di città in città, perseguitato da tutti e
odiato come traditore delle leggi, riguardato con orrore come carnefice
della patria e dei concittadini, fu spinto in Egitto;
[9] colui che aveva mandato in esilio numerosi figli della sua patria morì
presso gli Spartani, fra i quali si era ridotto quasi a cercare riparo in
nome della comunanza di stirpe.
[10] E ancora, colui che aveva lasciato insepolta una moltitudine di
gente, finì non pianto da alcuno, privo di esequie ed escluso dal sepolcro
dei suoi padri.
[11] Quando il re venne a conoscenza di questi fatti, concluse che la
Giudea stava ribellandosi. Perciò tornando dall'Egitto, furioso come una
belva, prese la città con le armi
[12] e diede ordine ai soldati di colpire senza risparmio quanti
capitavano e di uccidere quelli che si rifugiavano nelle case.
[13] Vi fu massacro di giovani e di vecchi, sterminio di uomini, di donne
e di fanciulli, stragi di fanciulle e di bambini.
[14] Ottantamila in quei tre giorni furono spacciati, quarantamila nel
corso della lotta e in numero non inferiore agli uccisi furono quelli
venduti schiavi.
[15] Non sazio di questo, Antioco osò entrare nel tempio più santo di
tutta la terra, avendo a guida quel Menelao che si era fatto traditore
delle leggi e della patria,
[16] e afferrò con empie mani gli arredi sacri; quanto dagli altri re era
stato deposto per l'abbellimento e lo splendore del luogo e per segno
d'onore, egli lo saccheggiò con le sue mani sacrileghe.
[17] Antioco si inorgoglì, non comprendendo che il Signore si era sdegnato
per breve tempo a causa dei peccati degli abitanti della città e per
questo c'era stato l'abbandono di quel luogo.
[18] Se il popolo non si fosse trovato implicato in molti peccati, come
era avvenuto per Eliodòro, mandato dal re Seleuco a ispezionare la camera
del tesoro, anche costui al suo ingresso sarebbe stato colpito da flagelli
e sarebbe stato distolto dalla sua audacia.
[19] Ma il Signore aveva eletto non già il popolo a causa di quel luogo,
ma quel luogo a causa del popolo.
[20] Perciò anche il luogo, dopo essere stato coinvolto nelle sventure
piombate sul popolo, da ultimo ne condivise i benefici; esso, che per
l'ira dell'Onnipotente aveva sperimentato l'abbandono, per la
riconciliazione del grande Sovrano fu ripristinato in tutta la sua gloria.
[21] Antioco dunque portando via dal tempio milleottocento talenti
d'argento, fece ritorno in fretta ad Antiochia, convinto nella sua
superbia di aver reso navigabile la terra e transitabile il mare, per
effetto del suo orgoglio.
[22] Egli lasciò sovrintendenti per opprimere la nazione: in Gerusalemme
Filippo, frigio di stirpe, ma nei modi più barbaro di chi l'aveva
nominato;
[23] sul Garizim Andronìco; oltre a loro Menelao, il quale più degli altri
era altezzoso con i concittadini, nutrendo una ostilità dichiarata contro
i Giudei.
[24] Mandò poi il misarca Apollonio con un esercito di ventiduemila
uomini, e con l'ordine di uccidere quanti erano in età adulta e di vendere
le donne e i fanciulli.
[25] Costui, giunto a Gerusalemme e fingendo intenzioni pacifiche, si
tenne quieto fino al giorno sacro del sabato. Allora sorpresi i Giudei in
riposo, comandò ai suoi una parata militare
[26] e trucidò quanti uscivano per assistere alla festa; poi, scorrendo
con gli armati per la città, mise a morte un gran numero di persone.
[27] Ma Giuda, chiamato anche Maccabeo, che faceva parte di un gruppo di
dieci, si ritirò nel deserto, vivendo tra le montagne alla maniera delle
fiere insieme a quelli che erano con lui; e vivevano cibandosi di alimenti
erbacei, per non contrarre contaminazione.
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