[1] In
quello stesso giorno il re Assuero diede alla regina Ester la casa di Amàn,
nemico dei Giudei. Mardocheo si presentò al re, al quale Ester aveva
dichiarato il rapporto di parentela che egli aveva con lei.
[2] Il re si tolse l'anello che aveva fatto ritirare ad Amàn e lo diede a
Mardocheo. Ester affidò a Mardocheo l'amministrazione della casa che era
stata di Amàn.
[3] Poi Ester parlò di nuovo alla presenza del re, gli si gettò ai piedi e
lo supplicò con le lacrime agli occhi d'impedire gli effetti della
malvagità di Amàn l'Agaghita e l'attuazione dei piani che aveva preparato
contro i Giudei.
[4] Allora il re stese lo scettro d'oro verso Ester; Ester si alzò, rimase
in piedi davanti al re
[5] e disse: "Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi,
se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare
i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita,
in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del
re.
[6] Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe
il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia
stirpe?".
[7] Allora il re Assuero disse alla regina Ester e a Mardocheo, il Giudeo:
"Ecco, ho dato a Ester la casa di Amàn e questi è stato impiccato al palo,
perché aveva voluto stendere la mano sui Giudei.
[8] Scrivete dunque come vi parrà meglio, nel nome del re, e sigillate con
l'anello reale, perché ciò che è scritto in nome del re e sigillato con
l'anello reale è irrevocabile".
[9] Senza perdere tempo il ventitré del terzo mese, cioè il mese di Sivan,
furono convocati i segretari del re e fu scritto, seguendo in tutto
l'ordine di Mardocheo, ai Giudei, ai satrapi, ai governatori e ai capi
delle centoventisette province, dall'India all'Etiopia, a ogni provincia
secondo il suo modo di scrivere, a ogni popolo nella sua lingua e ai
Giudei secondo il loro modo di scrivere e nella loro lingua.
[10] Fu dunque scritto in nome del re Assuero, si sigillarono i documenti
con l'anello reale e si mandarono per mezzo di corrieri a cavallo, che
cavalcavano corsieri reali, figli di cavalle di razza.
[11] Con questi scritti il re dava facoltà ai Giudei, in qualunque città
si trovassero, di radunarsi e di difendere la loro vita, di distruggere,
uccidere, sterminare, compresi i bambini e le donne, tutta la gente
armata, di qualunque popolo e di qualunque provincia, che li assalisse, e
di saccheggiare i loro beni;
[12] e ciò in un medesimo giorno in tutte le province del re Assuero: il
tredici del decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr.
[12a]Quanto segue è la copia della lettera relativa a queste cose:
[12b]"Il grande re Assuero ai governatori delle centoventisette satrapie
dall'India all'Etiopia e a quelli che hanno a cuore i nostri interessi,
salute.
[12c]Molti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più larga
generosità dei benefattori, tanto più s'inorgogliscono e non solo cercano
di fare il male ai nostri sudditi, ma incapaci di frenare la loro
superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori.
[12d]Non solo
cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo
strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio,
che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male.
[12e]Spesso poi accadde a molti costituiti in autorità che, per aver
affidato a certi amici la responsabilità degli affari pubblici e per aver
subìto la loro influenza, divennero con essi responsabili del sangue
innocente, con disgrazia senza rimedio;
[12f]perché i falsi ragionamenti
di nature perverse avevano sviato l'incontaminata buona fede dei
governanti.
[12g]Questo si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui abbiamo
accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità perpetrate da quella
peste che sono coloro i quali senza merito esercitano il potere.
[12h]Provvederemo per l'avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno
indisturbato e pacifico,
[12i]operando cambiamenti opportuni e giudicando
sempre con la più equa fermezza gli affari che ci vengono posti sotto gli
occhi.
[12k]Così è il caso di Amàn figlio di Hammedàta, il Macedone, il quale
estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben lontano dalla nostra
bontà, accolto come ospite presso di noi,
[12l]aveva tanto approfittato
dell'amicizia che professiamo verso qualunque nazione, da essere
proclamato nostro padre e da costituire la seconda personalità nel regno,
venendo da tutti onorato con la prostrazione.
[12m]Ma non reggendo al peso
della sua superbia, egli si adoperò per privare noi del potere e della
vita
[12n]e con falsi e tortuosi argomenti richiese la pena di morte per
il nostro salvatore e in ogni circostanza benefattore Mardocheo, per
l'irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro
popolo.
[12o]Pensava infatti per questa via di sorprenderci
nell'isolamento e di trasferire l'impero dei Persiani ai Macedoni.
[12p]Ora noi troviamo che questi Giudei, da quell'uomo tre volte
scellerato destinati allo sterminio, non sono malfattori, ma si reggono
con leggi giustissime,
[12q]sono figli del Dio altissimo, massimo,
vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno
nella migliore floridezza.
[12r]Farete dunque bene a non tener conto delle
lettere scritte mandate da Amàn, figlio di Hammedàta, perché costui, che
ha perpetrato tali cose, è stato impiccato ad un palo con tutta la sua
famiglia alle porte di Susa, giusto castigo datogli velocemente da Dio,
signore di tutti gli eventi.
[12s]Esposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo,
permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e
prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli nel
giorno della persecuzione, cioè il tredici del decimosecondo mese chiamato
Adàr.
[12t]Infatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe
eletta, Dio, signore di ogni cosa, lo ha loro cambiato in giorno di gioia.
[12u]Quanto a voi, Giudei, tra le vostre feste commemorative celebrate
questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, e ora e in
avvenire, sia ricordo di salvezza per noi e per i Persiani benevoli, per
quelli invece che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione.
[12v]Ogni città e più generalmente ogni località che non agirà secondo
queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non
soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli
uccelli resterà odiosissima per tutti i tempi".
[13] Una copia dell'editto che doveva essere promulgato in ogni provincia,
fu resa nota a tutti i popoli, perché i Giudei si tenessero pronti per
quel giorno a vendicarsi dei loro nemici.
[14] Così i corrieri sui cavalli reali partirono premurosi e stimolati dal
comando del re, mentre il decreto veniva subito promulgato nella
cittadella di Susa.
[15] Mardocheo si allontanò dal re con una veste reale di porpora viola e
di lino bianco, con una grande corona d'oro e un manto di bisso e di
porpora rossa; la città di Susa gridava di gioia ed era in festa.
[16] Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore.
[17] In ogni provincia, in ogni città, dovunque giungevano l'ordine del re
e il suo decreto, vi era per i Giudei gioia ed esultanza, banchetti e
feste. Molti appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché il
timore dei Giudei era piombato su di loro.
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