[1] Giunse il settimo mese e gli Israeliti si erano
ormai insediati nelle loro città.
Il popolo si radunò come un solo uomo a Gerusalemme.
[2] Allora Giosuè figlio di Iozadàk con i fratelli, i sacerdoti, e
Zorobabele figlio di Sealtiel con i suoi fratelli, si misero al lavoro per
ricostruire l'altare del Dio d'Israele, per offrirvi olocausti, come è
scritto nella legge di Mosè uomo di Dio.
[3] Ristabilirono l'altare al suo posto, pur angustiati dal timore delle
popolazioni locali, e vi offrirono sopra olocausti al Signore, gli
olocausti del mattino e della sera.
[4] Celebrarono la festa delle capanne secondo il rituale e offrirono
olocausti quotidiani nel numero stabilito dal regolamento per ogni giorno.
[5] In seguito continuarono ad offrire l'olocausto perenne e i sacrifici
dei giorni di novilunio e di tutte le solennità consacrate al Signore, più
tutte le offerte volontarie al Signore.
[6] Cominciarono a offrire olocausti al Signore dal primo giorno del mese
settimo, benché del suo tempio non fossero ancora poste le fondamenta.
[7] Allora diedero denaro ai tagliapietre e ai falegnami; e alimenti,
bevande e olio alla gente di Sidòne e di Tiro, perché trasportassero il
legname di cedro dal Libano per mare fino a Giaffa: ciò secondo la
concessione loro fatta da Ciro re di Persia.
[8] Nel secondo anno dal loro arrivo al tempio di Dio in Gerusalemme, nel
secondo mese, diedero inizio ai lavori Zorobabele figlio di Sealtiel, e
Giosuè figlio di Iozadàk, con gli altri fratelli sacerdoti e leviti e
quanti erano tornati dall'esilio a Gerusalemme. Essi incaricarono i leviti
dai vent'anni in su di dirigere i lavori del tempio.
[9] Giosuè, i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmiel, Binnui e Odavia si
misero come un solo uomo a dirigere i lavoratori dell'impresa riguardante
il tempio. Così pure i figli di Chenadàd con i loro figli e fratelli,
leviti.
[10] Quando i costruttori ebbero gettato le fondamenta del tempio,
invitarono a presenziare i sacerdoti con i loro paramenti e le trombe e i
leviti, figli di Asaf, con i cembali per lodare il Signore con i canti di
Davide re d'Israele.
[11] Essi cantavano a cori alterni lodi e ringraziamenti al Signore perché
è buono, perché la sua grazia dura sempre verso Israele. Tutto il popolo
faceva risuonare il grido della grande acclamazione, lodando così il
Signore perché erano state gettate le fondamenta del tempio.
[12] Tuttavia molti tra i sacerdoti e i leviti e i capifamiglia anziani,
che avevano visto il tempio di prima, mentre si gettavano le nuove
fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi piangevano ad alta voce, ma
i più continuavano ad alzare la voce con il grido dell'acclamazione e
della gioia.
[13] Così non si poteva distinguere il grido dell'acclamazione di gioia
dal grido del pianto del popolo, perché il popolo faceva echeggiare la
grande acclamazione e la voce si sentiva lontano.
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