INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il Signore:
per lui tutti vivono.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb
3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
O Cristo, che piangesti
per la morte di Lazzaro,
e vivo lo rendesti
a Marta ed a Maria,
tu implorasti il perdono
per i tuoi uccisori,
e al ladrone pentito
promettesti il tuo regno.
Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre,
fa' che ella ci assista
nell'ora della morte.
Concedi, o buon Pastore,
ai fratelli defunti
di vedere il tuo volto
nella gloria dei cieli.
A te sia gloria, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Qui vivis ante sæcula
vitæque
fons es únicus,
nos,
Deus, morti obnóxios
culpæque reos áspice.
Peccánti, Pater,
hómini
pœnam
sanxísti intéritum,
ut,
pulvis datus púlveri,
se
súbderet piáculum.
Vitále
sed spiráculum
quod indidísti
próvidus,
æternitátis pérmanet
germen immarcescíbile.
Hæc spes,
hoc est solácium:
revirescémus, Dómine,
primúsque resurgéntium
ad te
nos Christus rápiet.
Hoc vitæ regno
pérfrui
da fratres in te
mórtuos,
quos
Christi fides ímbuit,
quos
almus unxit Spíritus.
Hoc
regnum nobis própera
e terris
cum cessérimus,
ut
concinámus ómnium
te
finem, te princípium. Amen.
1^ Antifona
Mi hai formato dalla terra,
mi hai rivestito di carne:
Dio, mio redentore,
fammi risorgere nell'ultimo giorno.
SALMO 39, 2-9 (I)
Ho sperato: ho sperato nel Signore †
ed egli su di me si è chinato, *
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto dalla fossa della morte, *
dal fango della palude;
i miei piedi ha stabilito sulla roccia, *
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, *
lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore *
e confideranno nel Signore.
Beato l'uomo che spera nel Signore †
e non si mette dalla parte dei superbi, *
né si volge a chi segue la menzogna.
Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio, †
quali disegni in nostro favore! *
Nessuno a te si può paragonare.
Se li voglio annunziare e proclamare *
sono troppi per essere contati.
Sacrificio e offerta non gradisci, *
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. *
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Sul rotolo del libro, di me è scritto *
di compiere il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero, *
la tua legge è nel profondo del mio cuore».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Mi hai formato dalla terra,
mi hai rivestito di carne:
Dio, mio redentore,
fammi risorgere nell'ultimo giorno.
2^ Antifona
Dio, vieni a liberarmi;
Signore, vieni presto in mio aiuto.
SALMO 39, 10-14. 17-18 (II)
Ho annunziato la tua giustizia
nella grande assemblea; *
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, *
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho nascosto la tua grazia *
e la tua fedeltà alla grande assemblea.
Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia, *
la tua fedeltà e la tua grazia
mi proteggano sempre,
poiché mi circondano mali senza numero, †
le mie colpe mi opprimono *
e non posso più vedere.
Sono più dei capelli del mio capo, *
il mio cuore viene meno.
Dégnati, Signore, di liberarmi; *
accorri, Signore, in mio aiuto.
Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, †
dicano sempre: «Il Signore è grande» *
quelli che bramano la tua salvezza.
Io sono povero e infelice; *
di me ha cura il Signore.
Tu, mio aiuto e mia liberazione, *
mio Dio, non tardare.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Dio, vieni a liberarmi;
Signore, vieni presto in mio aiuto.
3^ Antifona
L'anima mia ha sete del Dio vivente:
quando vedrò il suo volto?
SALMO 41
Come la cerva anela ai corsi d'acqua, *
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: *
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono mio pane giorno e notte, *
mentre mi dicono sempre: «Dov'è il tuo Dio?».
Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: †
attraverso la folla avanzavo tra i primi *
fino alla casa di Dio,
in mezzo ai canti di gioia *
di una moltitudine in festa.
Perché ti rattristi, anima mia, *
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, *
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
In me si abbatte l'anima mia; †
perciò di te mi ricordo *
dal paese del Giordano e dell'Ermon,
dal monte Mizar.
Un abisso chiama l'abisso
al fragore delle tue cascate; *
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
Di giorno il Signore mi dona la sua grazia, †
di notte per lui innalzo il mio canto: *
la mia preghiera al Dio vivente.
Dirò a Dio, mia difesa: †
«Perché mi hai dimenticato? *
Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?».
Per l'insulto dei miei avversari
sono infrante le mie ossa; *
essi dicono a me tutto il giorno:
«Dov'è il tuo Dio?».
Perché ti rattristi, anima mia, *
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, *
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
L'anima mia ha sete del Dio vivente:
quando vedrò il suo volto?
Versetto
V. Grande è la tua misericordia, Signore:
R. secondo la tua parola fammi vivere.
Prima Lettura
Dalla prima lettura ai Corinzi di san Paolo, apostolo 15, 12-34
Cristo risorto é la speranza dei credenti
Fratelli, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come
possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?
Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è
risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la
nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi,
risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo
testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha
risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i
morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è
risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri
peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se
poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita,
siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro
che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a
causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come
tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.
Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia;
poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine,
quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al
nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti
che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi
piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché
ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi (Sal 8,7). Però quando dice
che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare
colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà
stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui
che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i
morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno
battezzare per loro? E perché noi ci esponiamo al pericolo
continuamente? Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che
voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!
Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro
le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo
e beviamo, perché domani moriremo (At 19,23). Non lasciatevi
ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi».
Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti
dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
Responsorio 1 Cor 15,25-26; cfr. Ap 20, 13. 14
R. Cristo deve regnare finché tutti i suoi nemici siano vinti; * e
per ultima sarà distrutta la morte.
V. La morte e gli inferi restituiranno i loro morti, poi saranno
gettati nel mare di fuoco:
R. e per ultima sarà distrutta la morte.
Oppure:
Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 15, 35-57
La risurrezione dei morti e la venuta del Signore
Fratelli, qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale
corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se
prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà,
ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E
Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio
corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di
uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra
quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro
è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi
terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della
luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti
differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione
dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si
semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge
pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo
spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché
sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente,
ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima
il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il
primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene
dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di
terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo
portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine
dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il
sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è
corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma
tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al
suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti
risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario
infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità
e questo corpo mortale si vesta di immortalità. Quando poi questo
corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo
corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della
Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? (Is 25,8; Os 13, 14).
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è
la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo
del Signore nostro Gesù Cristo!
Responsorio Cfr. Gb 19, 25. 26. 27
R. Io credo: il mio redentore vive, e alla fine dei tempi
risorgerò dalla polvere, * nella mia carne vedrò Dio mio
salvatore.
V. Io, proprio io, lo vedrò, e i miei occhi lo contempleranno:
R. nella mia carne vedrò Dio, mio salvatore.
Oppure:
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 16 - 5,
10
Dopo la morte riceveranno da Dio una dimora eterna, nei cieli
Fratelli, non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore
si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci
procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non
fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili.
Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono
eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra
abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una
dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò
sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del
nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati gia
vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo,
sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma
sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla
vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra
dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché
abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo
nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e
preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il
Signore. Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando
da esso, di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire
davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la
ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene
che in male.
Responsorio Cfr. Sal 50, 4
R. Non giudicarmi, o Dio, secondo le mie azioni: davanti a te
nulla ho fatto di bene. Supplico la tua maestà: * nel tuo amore
cancella ogni mio peccato.
V. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dalla mia ingiustizia,
R. nel tuo amore cancella ogni mio peccato.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Atanàsio, vescovo di Antiòchia
(Disc. 5 sulla risurrezione di Cristo, 6-7. 9; PG 89, 1358-1359.
1361-1362)
Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo
«Per questo Cristo é morto ed é ritornato alla vita: per essere il
Signore dei morti e dei vivi» (Rm 14, 9). Ma «Dio non é Dio dei
morti, bensì dei vivi» (Mt 22, 32). Perciò i morti sui quali
domina colui che é risorto, non sono più morti, ma viventi; e
domina su di loro la vita proprio perché vivano, senza temere più
la morte, come «Cristo, risuscitato dai morti, non muore più» (Rm
6, 9).
Così risuscitati e liberati dalla corruzione, non vedranno più la
morte, ma parteciperanno alla risurrezione di Cristo, come Cristo
fu partecipe della loro morte.
Non per altro motivo infatti egli discese sulla terra, incatenata
da antiche catene, se non per infrangere le porte di bronzo e
spezzare le sbarre di ferro (cfr. Is 45, 2; Sal 106, 16) della
morte e per trarre a sé dalla corruzione la nostra vita, donandoci
la libertà al posto della schiavitù.
Se non appare ancora ultimata l'opera di questo disegno divino
(gli uomini infatti continuano a morire e i corpi si dissolvono
nella morte), il fatto non deve certo per questo diventare motivo
di diffidenza. Già in anticipo infatti abbiamo acquisito un pegno
di tutti i beni futuri mediante le primizie con le quali siamo già
stati innalzati al cielo e ci siamo seduti con colui che ci ha
portati in alto con sé, come dice Paolo: «Con lui ci ha
risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù» (Ef 2,
6). Raggiungeremo il completamento quando verrà il tempo
prestabilito dal Padre, quando avremo lasciato l'infanzia e
arriveremo allo stato di uomo perfetto. Così parve bene al Padre
dei secoli, perché fosse stabile il dono concesso e non divenisse
nuovamente precario per le infantili follie del nostro cuore.
Sul fatto poi che il corpo del Signore sia risorto spirituale,
cosa dobbiamo dire, quando Paolo dei corpi risuscitati afferma che
«si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale» (2 Cor
15, 44), cioè corpi trasfigurati ad immagine della gloriosa
trasfigurazione di Cristo, che precede come guida? L'Apostolo
inoltre dice che questo fatto, a lui ben noto, si sarebbe avverato
per tutto il genere umano per mezzo di Cristo, «il quale
trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo
glorioso» (Fil 3, 21).
Se dunque la trasfigurazione é il cambiamento in un corpo
spirituale e questo é conforme al corpo glorioso di Cristo, Cristo
é certo risorto con un corpo spirituale; esso non é altro che il
corpo «seminato ignobile» (cfr. 1 Cor 15, 43), ma mutato poi in
glorioso.
Egli avendo portato al Padre le primizie della nostra natura, gli
condurrà pure tutto l'universo; lo ha promesso quando ha detto:
«Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 32).
Responsorio Gv 5, 28-29; 1 Cor 15, 52
R. Tutti quelli che dormono nelle tombe udranno la voce del figlio
di Dio; chi ha fatto il male, risorgerà per la condanna; * e chi
ha fatto il bene, risorgerà per la vita.
V. In un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima
tromba, i morti risorgeranno:
R. e chi ha fatto il bene, risorgerà per la vita.
Oppure:
Dalle «Lettere» di san Braulione, vescovo di Saragozza
(Lett. 19; PL 80, 655-666)
Cristo risorto speranza di tutti i credenti
La speranza di tutti i credenti, Cristo, chiama i trapassati
«dormienti», non «morti»; dice infatti: «Il nostro amico Lazzaro
s'é addormentato» (Gv 11, 11).
Ma anche il santo Apostolo non vuole che ci rattristiamo su quelli
che si sono addormentati (cfr. 1 Ts 4, 12) e quindi se teniamo per
fede che tutti i credenti in Cristo, come dice il Vangelo, non
moriranno per sempre, sappiamo ancora per fede che neanche lui é
morto per sempre e nemmeno noi moriremo per sempre. Perché il
Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono
della tromba di Dio discenderà dal cielo e i morti in lui
risorgeranno.
Ci animi dunque la speranza della risurrezione, perché coloro che
ora perdiamo, li rivedremo; basta che crediamo fermamente in lui,
obbedendo ai suoi precetti. Egli é l'onnipotente e per questo é
più facile a lui risuscitare i morti che a noi svegliare quelli
che dormono. Tuttavia ecco che, mentre da una parte facciamo
queste affermazioni, dall'altra, portati da non so quale
sentimento, ci sfoghiamo in lacrime. Certe nostre nostalgie e
certi stati d'animo poi tendono a intaccare la nostra fede. È
questo purtroppo il prezzo che dobbiamo pagare alla miseria della
nostra condizione umana. Ma nulla ci smuova. Sappiamo infatti che
senza Cristo tutto quello che esiste e tutta la nostra vita non é
che vanità.
O morte, tu che separi i congiunti e, dura e crudele quale sei,
dividi coloro che sono uniti dall'amicizia, sappi che é già
infranto il tuo dominio. È già spezzato il tuo giogo da colui che
ti minacciava con il grido di Osea: «O morte, sarò la tua morte» (Os
13, 14). Perciò con l'Apostolo ti scherniamo: «Dov'é, o morte, la
tua vittoria? Dov'é, o morte, il tuo pungiglione?» (1 Cor 15, 55).
Quello stesso che ti ha vinto ci ha redento. Egli ha consegnato la
sua vita preziosa nelle mani degli empi, per cambiare gli empi in
amici diletti. Lunghe sarebbero e numerose le citazioni che si
potrebbero trarre dalle divine Scritture a comune conforto. Ma ci
basti la speranza della risurrezione e volgere lo sguardo alla
gloria del nostro Redentore, nel quale noi riteniamo per fede di
essere già risorti, secondo la parola dell'Apostolo: «Se siamo
morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui» (Rm 6, 8).
Non apparteniamo a noi stessi, ma a colui che ci ha redenti, dalla
cui volontà deve sempre dipendere la nostra; perciò diciamo nella
preghiera: «Sia fatta la tua volontà» (Mt 6, 10). È quindi
necessario che dinanzi alla morte diciamo con Giobbe: «Il Signore
ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!»
(Gb 1, 21). Diciamo queste parole con Giobbe nella nostra
condizione di pellegrini, in questo mondo, per poter assomigliare
a lui, già in questo mondo, ma poi soprattutto nell'altro.
Responsorio 1 Ts 4, 13-14; Ger 22, 10
R. Per quelli che sono morti, non contristatevi come chi non ha
speranza: * Gesù, che è morto e risuscitato, radunerà tutti i
defunti insieme con lui.
V. Non piangete sul morto e non fate lamenti disperati:
R. Gesù, che è morto e risuscitato, radunerà tutti i defunti
insieme con lui.
Orazione
Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti
innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la
beata speranza che insieme al nostro fratello N. risorgeranno in
Cristo a vita nuova. Per il nostro Signore.
Oppure:
O Dio, gloria dei credenti e vita dei giusti, che ci hai salvati
con la morte e risurrezione del tuo Figlio, sii misericordioso con
il nostro fratello N.; quando era in mezzo a noi egli ha
professato la fede nella risurrezione, e tu donagli la beatitudine
senza fine. Per il nostro Signore.
Oppure:
Ascolta, Signore, le preghiere della tua Chiesa per il nostro
fratello N.: la vera fede lo associò al popolo dei credenti, la
tua misericordia lo unisca all'assemblea dei santi nella dimora di
luce e di pace. Per il nostro Signore.
Oppure, nel Tempo di Pasqua:
Padre misericordioso, per amore del tuo Figlio, che si è offerto
in riscatto dell'umanità, concedi al nostro fratello N. di
partecipare al glorioso trionfo della sua risurrezione. Per il
nostro Signore.
Per più defunti:
O Dio, il cui unico Figlio nel mistero della Pasqua è passato da
questo mondo alla gloria del tuo regno, concedi ai nostri fratelli
defunti [N. e N.] di condividere il suo trionfo sulla morte e di
contemplare in eterno te, Padre, che li hai creati e redenti. Per
il nostro Signore.
Per i fratelli, parenti e benefattori:
O Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l'intercessione della
Vergine Maria e di tutti i santi, concedi ai nostri fratelli,
parenti e benefattori, che sono passati da questo mondo a te, di
godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per il nostro
Signore.
R. Amen
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |