Un
altro cammino verso la Pasqua è iniziato. La meta che sta dinanzi alla
Chiesa significa rinnovamento e storia nuova. Per
raggiungere
un traguardo, lo sappiamo per esperienza, non è sufficiente un
entusiasmo epidermico o una volontà generica: occorre
un impegno preciso, una lunga e laboriosa preparazione. Il rinnovamento
della propria vita non è affare di un momento, ma è frutto di
sacrificio, di costanza, di pazienza. La Quaresima è l'opportunità che
Dio ci offre.
Restaurazione dell'armonia
Nel
deserto, dove Gesù si prepara alla sua missione, avviene lo scontro con
Satana, uno scontro che riemergerà in tutto il vangelo di Marco.
L'opera del Figlio di Dio infatti manifesterà progressivamente ciò che
lo scarno episodio di Marco in certo senso anticipa: il forte (= Satana)
sarà incatenato e vinto dal più forte (= Gesù; cf Mc 3,27). La
presenza di Gesù fa arretrare il dominio
del male e diventa il segno palese dell'avvento del Regno
di Dio. In altri termini, con Gesù è finalmente giunto il tempo in cui
Dio prende in mano la storia in modo decisivo per dirigerla verso il suo
radicale rinnovamento. L'accenno del vangelo alla pacifica coabitazione
di Gesù con le fiere (v. 13) richiama la visione dell'Eden, in cui la
creazione è in perfetta armonia con l'uomo. Con Gesù, nuovo Adamo,
l'umanità entra nella riconciliazione annunciata dai profeti per gli
ultimi tempi (cf Is 11,6; 65,25). Con Gesù che porta a compimento nella
sua persona la fedeltà di Noè — l'uomo giusto che salva l'avvenire
del mondo (prima lettura) —, la storia degli uomini si apre verso un
nuovo futuro. In questo quadro sono da collocare le prime parole della
predicazione di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino (= è presente); convertitevi e credete al vangelo».
Cambiare mentalità
Quando
Dio irrompe nella storia o nella vita di un uomo (Noè, Abramo, Mosè, i
profeti...), avviene un profondo cambiamento: mutano progetti, prospettive, abitudini, legami. Il
perentorio appello di Gesù alla conversione si giustifica per il fatto
che se è giunta la salvezza, se Dio si è fatto vicino bisogna disporsi
ad accoglierlo senza indugi e resistenze per partecipare alla novità
che Egli
prospetta.
Convertirsi significa volgersi a Dio in modo incondizionato, invertire
la rotta del proprio cammino, cambiare mentalità. Non si tratta
solo di rinunciare al peccato, ma di dare un orientamento
nuovo alla propria vita aderendo al vangelo.
Uno sguardo lucido e schietto alla nostra esistenza di cristiani può
far emergere situazioni di compromesso e di comodo, valori
inconsistenti, prospettive sbagliate, buone
abitudini senza convinzioni di fondo, sottomissione passiva agli idoli
del mondo. Solo «chi si riconosce bisognoso di essere salvato da Dio e
si lascia trasformare dal di dentro, diventa capace di rinnovare la sua
esistenza e il mondo» (Il catechismo degli adulti, pag. 54).
Una duplice tentazione si può insinuare: quella di sentirsi abbastanza
«a posto», di essere sufficientemente buoni e quella di non assumersi
la fatica di cambiare scegliendo ciò che è più facile e meno
impegnativo. Lasciar cadere la proposta pasquale di Dio è rimanere
preda delle proprie illusioni e, in definitiva, delle proprie schiavitù,
anche se dorate.
Il diluvio del nostro battesimo
Noè è
l'uomo «trovato giusto» (Gn 7,1) perché, messo alla prova (deve
costruire l'arca senza conoscere le precise intenzioni divine e subire
la derisione), ha fiducia e crede; per questo diventa l'uomo col quale
Dio riannoda la sua opera di salvezza.
Nell'acqua del battesimo Dio pronuncia il suo giudizio di condanna sul
peccato e fa rinascere il mondo rinnovato di una umanità fedele.Il
battesimo realizza totalmente ciò che il diluvio ha prefigurato: è il
«diluvio» che sancisce l'impegno di sottomettere a Dio tutta
l'esistenza (seconda lettura). Come Noè e Gesù, i battezzati sono
coloro con i quali Dio fa alleanza in vista di un mondo e di una storia
nuova. Ma l'alleanza è un dono che esige fedeltà continua. La
conversione è precisamente l'abbandono del peccato che compromette la
sopravvivenza dell'uomo e del mondo; è combattere ogni forma di
malvagità e ingiustizia dentro e fuori di noi; è volgersi a Dio con
una coscienza rinnovata per partecipare alla risurrezione dì Cristo.
Inseriti nel dinamismo della salvezza, i battezzati sono responsabili
dell'annuncio del Regno presente nella novità del vangelo. Solo allora la quaresima farà emergere più nitidamente di fronte al mondo
quei fermenti di novità che testimoniano la fecondità della fede e la
forza rinnovatrice «di ogni parola che esce dalla... bocca» di Dio (oraz. dopo la comunione).
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In
Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo
Dal
«Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo
(Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal
60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva
bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai
confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato»
(Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno,
in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona
sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai
confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al
Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio
i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo
corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi
tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido,
sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco».
Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra:
ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia.
Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande
gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente
da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione.
Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere
coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il
combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra,
ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare
noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale,
nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le
membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato
da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato
dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma
in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne,
ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione,
da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la
tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il
diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato;
perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere
tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli
avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse
lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei
tentato.
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MESSALE
Antifona d'Ingresso
Sal 90,15-16
Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita.
Cf. Ps
90,15-16
Invocábit me, et ego exáudiam eum;
erípiam eum,
et glorificábo eum,
longitúdine
diérum adimplébo eum.
Colletta
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno
sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere
nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna
condotta di vita. Per il nostro Signore...
Concéde nobis, omnípotens Deus, ut, per ánnua quadragesimális exercítia
sacraménti, et ad intellegéndum Christi proficiámus arcánum, et efféctus
eius digna conversatióne sectémur. Per Dóminum.
Oppure:
Dio
paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con
tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all'ascolto della tua
parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera
conversione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Gen
9,8-15
L'alleanza
fra Dio e Noè liberato dalla acque del diluvio.
Dal libro della Gènesi
Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io
stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di
voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali
selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti
gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà
più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio
devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi,
ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne».
Salmo Responsoriale Dal
Salmo 24
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Seconda Lettura
1Pt
3,18-22
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.
Dalla prima lettera di san
Pietro apostolo
Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per
gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso
vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle
anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando
Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si
fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono
salvate per mezzo dell’acqua.
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta
via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio
da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù
Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver
ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Canto al Vangelo Mt
4,4b
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo
Mc
1,12-15
Gesù,
tentato da satana, è servito dagli angeli.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase
quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli
angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il
vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Sulle Offerte
Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri, sempre più al
sacrificio, che santifica l'inizio della Quaresima, tempo favorevole per la
nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Fac nos,
quaesumus, Dómine, his munéribus offeréndis conveniénter aptári, quibus
ipsíus venerábilis sacraménti celebrámus exórdium. Per Christum.
Prefazio
Gesù vittorioso sulla tentazione del maligno.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli consacrò l'istituzione del tempo penitenziale
con il digiuno di quaranta giorni,
e vincendo le insidie dell'antico tentatore
ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,
perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale
possiamo giungere alla Pasqua eterna.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l'inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo il Signore...
Vere dignum et iustum
est,
aequum et salutáre,
nos tibi semper et
ubíque grátias ágere:
Dómine,
sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
per Christum Dóminum
nostrum.
Qui quadragínta
diébus, terrénis ábstinens aliméntis,
formam huius
observántiae ieiúnio dedicávit,
et, omnes evértens
antíqui serpéntis insídias,
ferméntum malítiae
nos dócuit superáre,
ut, paschále
mystérium dignis méntibus celebrántes,
ad pascha demum
perpétuum transeámus.
Et ídeo cum Angelórum
atque Sanctórum
turba hymnum laudis
tibi cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Antifona
alla Comunione
Mc 1,15
«Il
regno di Dio è vicino;
convertitevi
e credete al vangelo».
Non in solo pane
vivit homo,
sed in omni verbo
quod procédit de ore Dei.
Oppure: Sal 90,4
Il Signore ti coprirà con la sua protezione
sotto le sue ali troverai rifugio.
Cf. Ps 90,4
Scápulis
suis obumbrábit tibi Dóminus,
et sub
pennis eius sperábis.
Dopo la
Comunione
Il pane del cielo che ci hai dato, o
Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e
ci insegni ad avere fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni
parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore.
Caelésti pane refécti, quo fides álitur, spes provéhitur et
cáritas roborátur, quaesumus, Dómine, ut ipsum, qui est panis vivus et verus,
esuríre discámus, et in omni verbo, quod procédit de ore tuo, vívere
valeámus. Per Christum.
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