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Liturgia della III Domenica del Tempo Ordinario - Anno B * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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LETTURE:
Gio 3,1-5.10;
Sal 24;
1 Cor 7,29-31;
Mc 1,14-20 |
Il tempo si è fatto breve |
Il
filo conduttore che lega e dà unità tematica alle tre letture di
questa domenica è quello del tempo. —
« Ancora quaranta giorni... » (prima lettura). —
« Il tempo ormai si è fatto breve... » (seconda lettura). —
« Il tempo è compiuto... » (vangelo). Dio
nell’oggi
dell’uomo La
Bibbia, rivelazione del Dio trascendente, si apre e si chiude con
annotazioni temporali: «In
principio Dio creò...» (Gn 1,1);
«Sì, verrò presto» (Ap 22,20). In essa Dio non è colto in modo atemporale e astratto,
nella sua essenza eterna, come presso i filosofi greci, ma nei suoi
interventi nell’oggi dell’uomo, che fanno della storia del mondo una
storia divina. Nell’esperienza
umana del tempo si sovrappongono due aspetti:
quello regolato dai cicli della natura (tempo cosmico) e quello che è scandito dal fluire degli
avvenimenti (tempo
storico). Il
tempo storico nella mentalità dell’uomo biblico è ritmato dai grandi
interventi di Dio nella storia, tanto che la storia del mondo diventa
una storia
della salvezza. Questa
storia sale faticosamente, attraverso tappe successive, verso Cristo che
ne rappresenta il culmine e lo sbocco finale. Cristo ha coscienza di
questo, quando all’inizio della sua predicazione dichiara
espressamente: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino...»
(vangelo). Con lui è giunta la «pienezza dei tempi». Egli introduce
nella storia l’elemento definitivo e discriminante per cui possiamo
dire: prima…
ora. «Prima eravate senza Cristo,
...estranei ai patti della promessa»(Ef 2,12). «Ora egli vi
ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne» (Col
1,22). Con
Gesù l’evento definitivo si è verificato, ma non ha ancora portato
tutti i suoi frutti. Gli «ultimi tempi» sono soltanto inaugurati: a
partire dalla sua risurrezione essi si dilatano e diventano «tempi
della Chiesa». Ecco perché il regno di Dio ha contemporaneamente una
dimensione attuale ed escatologica. La
conversione al vangelo di Gesù Cristo rappresenta per ogni uomo un mutamento
di èra, un passaggio dal mondo
presente al mondo futuro, dal
tempo antico che va verso la rovina, al tempo nuovo che cammina verso la piena manifestazione. L’importanza
del «tempo della Chiesa » deriva dal fatto che esso rende possibile
questo passaggio: è «il momento favorevole», il «giorno della
salvezza» (2 Cor 6,2). Il tempo di chi «non ha tempo» La
vittoria di Cristo sulla morte è superamento dei limiti del tempo e
dello spazio. Cristo opera una demitizzazione del tempo contro le
concezioni che avevano divinizzato, cosificato l’incessante e
incontrollabile flusso delle stagioni. La vittoria sulla morte crea un
tempo per l’uomo ed uno spazio per l’uomo: tempo e spazio di
costruzione della propria identità e della identità di tutta la
comunità umana. Un
«tempo per l’uomo» non è solo dono: deve essere anche conquista.
Ma la ricerca di tempi di produzione sempre più brevi, l’impossibilità
di fermarsi, la macchina sempre più veloce come simbolo di potenza,
l’incapacità di controllare la corsa degli avvenimenti, la necessità
di frenetico aggiornamento per non sentirsi superati da un giorno
all’altro, possono essere sintomi di una nuova sottomissione
dell’uomo al tempo. Una marcia all’indietro. Il
tempo mangia l’uomo C’è
chi è stanco per aver già troppo camminato, c’è chi si è trovato
improvvisamente ai margini, quasi detrito inutile, c’è chi è stato
sbalzato via dall’ingranaggio sociale: anziani, malati cronici,
minorati, schizofrenici. La società tecnologica non ha tempo per loro,
perché non servono al processo di produzione. Per costoro si
costruiscono case di cura, ospedali, ricoveri per anziani. L’importante è che non intralcino il cammino. Tempo di nausea e di malinconia per gli emarginati, per chi sa di essere un «peso». Desiderio dell’anziano di togliersi di mezzo o tentativi di convincimento da parte dei familiari che nella casa di cura «tutto è per lui»: rifiuto della società di farsi «comunità terapeutica» in cui il malato venga curato senza tagliarlo fuori dal tessuto sociale in cui vive.
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Cristo è sempre presente nella sua Chiesa Dalla Costituzione «Sacrosanctum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia
(Nn. 7-8. 106)
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MESSALE Antifona
d'Ingresso Sal
95,1.6 Cantáte Dómino cánticum novum, cantáte Dómino, omnis terra. Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius, sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.
Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.
Oppure: O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono,
fa' che sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l'unico Salvatore, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio... LITURGIA
DELLA PAROLA Prima Lettura Gio 3, 1-5. 10 I
Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.
Fu
rivolta a Giona questa parola del Signore: «Alzati, va' a Nìnive, la
grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a
Nìnive secondo la parola del Signore. I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 24/25
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
Seconda
Lettura
Passa la figura di questo mondo. Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Canto al Vangelo Mc 1,15 Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino; Alleluia.
Convertitevi e credete al vangelo.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il
vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Sulle
Offerte Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.
Accédite ad Dóminum et illuminámini, et fácies vestræ non confundéntur.
Ego sum lux mundi, dicit Dóminus; qui séquitur me, non ámbulat in ténebris, sed habébit lumen vitæ.
Oppure: Mc 1,15 «Il regno di Dio è vicino;
Dopo
la Comunione Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.
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