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PROPRIO DELLA S. MESSA tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo la traduzione proposta dalle CEI
IV DOMENICA
INTRÓITUS Dóminus illuminátio mea et salus mea, quem timebo? Dóminus defensor itæ meæ, a quo trepidábo? qui tríbulant me inimíci mei, ipsi infirmáti sunt, et cecidérunt. Ps. ibid., 3. Si consístant advérsum me castra: non timébit cor meum. Glória Patri.
Il Signore è mi luce e la mia salveza, chi ho da temere ? Il signore è il difensore della mia vita, chi potrà farmi tremare? I nemici che mi perseguitano, vacillano e cadono. Se anche mi si acampasse conro un esercito, il mio cuore non temenerebbe. Gloria al Padre.
ORÁTIO
Da nobis, quésumus,
Dómine: ut et mundi cursus pacífice nobis tuo órdine dirigámur; et
Ecclésia tua tranquilla devotióne lætétur. Per Dóminum nostrum Iesum
Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus
Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
Concedici, o Signore, te ne preghiamo: che le vicende del mondo, per tua
disposizione, si svolgano per noi pacificamente, e che la tua Chiesa
possa allietarsi di una tranquilla devozione. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello
Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
EPISTOLA Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Romános Rom. 8, 18-23.
Fratres: Exístimo, quod non sunt condígnæ passiónes hujus témporis ad futúram glóriam, quæ revelábitur in nobis. Nam exspectátio creatúræ revelatiónem filiórum Dei exspéctat. Vanitáti enim creatúra subjécta est, non volens, sed propter eum, qui subjécit eam in spe: quia et ipsa creatúra liberábitur a servitúte corruptiónis, in libertátem glóriæ filiórum Dei. Scimus enim, quod omnis creatúra ingemíscit et párturit usque adhuc. Non solum autem illa, sed et nos ipsi primítias spíritus habéntes: et ipsi intra nos gémimus, adoptiónem filiórum Dei exspectántes, redemptiónem córporis nostri: in Christo Jesu, Dómino nostro.
Fratelli: io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
GRADUALE Ps. 78, 9 et 10. Propítius esto, Dómine, peccátis nostris: ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eórum? Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos.
Mostrati clemente, o Signore, verso i nostri peccati affinché gli infedeli non abbiano a dire: dove è il loro Dio? Aiutaci, o Dio della nostra salvezza, e per l’onore del to nome liberaci, o Signore!
ALLELÚIA Allelúja, allelúja. Ps. 9, 5 et 10. Deus, qui sedes su per thronum, et júdicas æquitátem: esto refúgium páuperum in tribulatióne. Allelúja
Allelúja, allelúja. Ps. 9, 5 et 10. O Dio, che siedi sul trono e giudichi con giustizia, sii il rifugio dei miseri nelle tribolazioni, Allelúja.
EVANGÉLIUM Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam. Luc. 5, 1-11.
In illo témpore: Cum turbæ irrúerent in Jesum, ut audírent verbum Dei,
et ipse stabat secus stagnum Genésareth.
Et vidit duas naves stantes secus stagnum: piscatóres autem descénderant
et lavábant rétia. Ascéndens autem in unam navim, quæ erat Simónis,
rogávit eum a terra redúcere pusíllum. Et sedens docébat de navícula
turbas. Ut cessávit autem loqui, dixit ad Simónem: Duc in altum, et
laxáte rétia vestra in captúram. Et respóndens Simon, dixit illi:
Præcéptor, per totam noctem laborántes, nihil cépimus: in verbo autem
tuo laxábo rete. Et cum hoc fecíssent, conclusérunt píscium multitúdinem
copiósam: rumpebátur autem rete eórum. Et annuérunt sóciis, qui erant in
ália navi, ut venírent et adjuvárent eos. Et venérunt, et implevérunt
ambas navículas, ita ut pæne mergeréntur. Quod cum vidéret Simon Petrus,
prócidit ad génua Jesu, dicens: Exi a me, quia homo peccátor sum, Dómine.
Stupor enim circumdéderat eum et omnes, qui cum illo erant, in captúra
píscium, quam céperant: simíliter autem Jacóbum et Joánnem, fílios
Zebedǽi, qui erant sócii Simónis. Et ait ad Simónem Jesus: Noli timére:
ex hoc jam hómines eris cápiens. Et subdúctis ad terram návibus,
relictis ómnibus, secuti sunt eum.
Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e
la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide
due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le
reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un
poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammæstrare le folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate
le reti per la pesca". Simone rispose: "Mæstro, abbiamo faticato tutta
la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le
reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti
si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che
venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche
al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò
alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un
peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che
erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo
e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a
Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le
barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM Ps. 12, 4-5. Illúmina óculos meos, ne umquam obdórmiam in morte: ne quando dicat inimícus meus: Præválui advérsus eum.
Ps. 12, 4-5. Fa’ brillare i mie occhi affine non mi cola il sonno di morte e mio nemico non possa dire: l’ho vinto.
SECRÉTA
Oblatiónibus nostris, quésumus, Dómine, placáre suscéptis: et ad te
nostras étiam rebélles compélle propítius voluntátes. Per Dóminum
nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in
unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
Dalle nostre oblazioni, te ne preghiamo, o Signore, sii placato: e propizio attira a Te anche le nostre ribelli volontà. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. M. Amen.
PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ
COMMÚNIO Ps. 17, 3. Dóminus firmaméntum meum, et refúgium meum, et liberátor meus: Deus meus, adjútor meus.
Ps. 17, 3. Il Signore è il mio sostegno, il mio rifugio e il mio liberatore. Il mio Dio è il mio aiuto.
POSTCOMMÚNIO
Mystéria nos, Dómine,
quésumus, sumpta puríficent: et suo múnere tueántur. Per Dóminum nostrum
Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte
Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
Ci
purifichino, o Signore, te ne preghiamo, i misteri che abbiamo ricevuti:
e ci difendano con la loro efficacia. Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito
Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
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