La Chiesa e il mondo contemporaneo
s’interrogano, oggi più che mai, circa il disegno di Dio sulla
famiglia. Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che
manifestano la presenza di Dio, come la crescita della libertà e della
responsabilità nella paternità e nell’educazione, la legittima
aspirazione della donna all’eguaglianza di diritti e di doveri con
l’uomo, l’apertura al dialogo verso tutta la grande famiglia umana, la
stima delle relazioni autenticamente personali..., dall’altra si
constatano crescenti difficoltà, come la degradazione della sessualità,
la visione materialistica ed edonistica della vita, l’atteggiamento
permissivo dei genitori, l’indebolirsi dei vincoli familiari e della
comunicazione tra generazioni.
Il progetto di Dio
Le caratteristiche della famiglia descritta nei
brani dell’AT erano: la pace, l’abbondanza di beni materiali, la
concordia e la discendenza numerosa: segni della benedizione del Signore;
la legge fondamentale era l’obbedienza temperata dall’amore; questa
obbedienza non era solo segno e garanzia di benedizione e prosperità per
i figli, ma anche un modo per onorare Dio nei genitori (Prima lettura). A
questo tipo di famiglia, il cristianesimo ha portato un costante
superamento di se stessa in vista del Regno: san Paolo domanda agli sposi
e ai figli cristiani di vivere la loro vita familiare come se vivessero già
nella famiglia del Padre celeste nella obbedienza di fede come Abramo
mentre s. Giovanni ci ricorda la figliolanza divina che il Padre ci ha
donato (seconda lettura).
Il Vangelo,
presentandoci l’esperienza di Cristo che entra nel tessuto di una
famiglia umana concreta, traccia un quadro realistico delle alterne
vicende alle quali va soggetta la vita di una famiglia. Nella famiglia non
tutto è idillio, pace, serenità: essa passa attraverso la sofferenza e
le difficoltà dell’esilio e della persecuzione: attraverso le crisi per
il lavoro, la separazione, l’emigrazione, la lontananza dei genitori.
Nella santa Famiglia, come in ogni famiglia, vi sono gioie e sofferenze,
dalla nascita all’infanzia, all’età adulta; in essa maturano
avvenimenti lieti e tristi per ciascuno dei suoi membri. Il momento in cui
la strada dei figli si divide da quella dei genitori è uno dei più
importanti e decisivi della storia della famiglia. Dopo il ritrovamento
nel tempio, Maria e Giuseppe tacciono, non sollevano obiezioni sulla
scelta di Gesù: intuiscono che è una scelta che sembra escluderli dalla
vita del loro unico figlio, una scelta costellata di lacrime, ma
l’accettano, perché quella è ha volontà di Dio.
La
missione della Chiesa
La Chiesa partecipa alle gioie e alle
consolazioni, come pure alle sofferenze e difficoltà della vita familiare
di oggi: conforta ed incoraggia le famiglie che consapevolmente si
impegnano a vivere secondo il Vangelo, rendendo testimonianza ai frutti
dello Spirito; stima ed accoglie gli elementi di ogni cultura, per
garantire la loro consonanza con il disegno di Dio sul matrimonio e ha
famiglia; si impegna a sollevare le condizioni di quei nuclei familiari
che vivono nella miseria, mentre nel mondo circostante abbondano le
ricchezze; proclama con forza contro ha violenza della società i diritti
alla libertà religiosa, alla procreazione responsabile e alla educazione,
collaborando attivamente alla soluzione dei gravi problemi sociali,
economici e demografici che pesano sulla famiglia; annuncia con coraggio
la fondamentale vocazione dell’uomo a partecipare alla vita e
all’amore di Dio Padre. La famiglia è la prima cellula della società e
della Chiesa. Dio l’ha creata a sua immagine (Gn 1,26) e ha affidato all’uomo il compito di crescere, di
moltiplicarsi, di riempire la terra e di sottometterla (Gn
1,28). Questo disegno si avvera quando l’uomo e ha donna si uniscono
intimamente nell’amore per il servizio della vita, partecipando così al
potere creatore di Dio e all’amore redentivo di Cristo.
Per una famiglia aperta
Questo disegno di Dio chiama ogni giorno gli
sposi a vivere ha
«novità» dell’amore, attraverso ha conversione
del cuore e la santità della vita, segnata dalla sofferenza della croce e
dalla speranza della risurrezione. La risposta al progetto di Dio impegna
la famiglia a svolgere i compiti che le sono propri nel mondo di oggi:
l’educazione alla libertà, ad un forte senso morale, alla fede e agli
autentici valori umani e cristiani. Ad essa è affidato anzitutto il
compito della evangelizzazione e della catechesi; e nell’ambito della più
ampia comunità sociale essa testimonia i valori evangelici, promuove la
giustizia sociale, aiuta i poveri e gli oppressi.
La famiglia cristiana potrà
attuare questo se sarà perseverante nella preghiera comune e nella
liturgia che sono fonti di grazia.
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L'esempio di Nazaret
Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
(Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964)
La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.
Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.
Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione
all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazaret.
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione,
l'interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi
cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere
com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale
nell'ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Lc
2,16
I pastori si avviarono in fretta
e trovarono Maria e Giuseppe,
e il Bambino deposto nella mangiatoia.
Venérunt pastóres festinántes, et invenérunt Maríam et Ioseph et Infántem
pósitum in præsépio.
Colletta
O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita,
fa' che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Deus, qui præclára nobis sanctæ Famíliæ dignátus es exémpla præbére, concéde
propítius, ut, domésticis virtútibus caritatísque vínculis illam sectántes,
in lætítia domus tuæ præmiis fruámur ætérnis. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato
prima dell'aurora del mondo, divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché
i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i
figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo
nome.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Sir 3,
3-7.14-17a
Chi
teme il Signore onora i genitori.
Dal libro di
Siracide
Il Signore ha
glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 127
Beato chi teme il
Signore e cammina nelle sue vie.
Beato chi teme il
Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Seconda
Lettura
Col 3, 12-21
Vita
familiare cristiana, secondo il comandamento dell'amore.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai
Colossesi
Fratelli, scelti
da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di
umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e
perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei
riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste
cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di
Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un
solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza
istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con
gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in
parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per
mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi,
mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli,
obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non
esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
Canto
al Vangelo
Col
3,15.16
Alleluia,
alleluia.
La pace di Cristo
regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia.
Vangelo
Mt 2, 13-15. 19-23
Prendi
con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
Dal
vangelo secondo Matteo
I Magi erano
appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e
gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e
resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per
ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in
Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era
stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio
figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in
Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’
nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere
il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele.
Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo
padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella
regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret,
perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà
chiamato Nazareno».
Sulle
Offerte
Accogli, o Signore, questo sacrificio di salvezza, e per intercessione della Vergine Madre e di san Giuseppe,
fa' che le nostre famiglie vivano nella tua amicizia e nella tua pace. Per Cristo nostro Signore.
Hóstiam tibi placatiónis offérimus, Dómine, supplíciter deprecántes, ut,
Deíparæ Vírginis beatíque Ioseph interveniénte suffrágio, famílias nostras
in tua grátia fírmiter et pace constítuas. Per Christum.
Prefazio di Natale I
Cristo Luce
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero dei Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est,
æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium
nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis infúlsit: ut, dum
visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amórem rapiámur.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus,
cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine
fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Oppure:
Prefazio
di Natale II
Nell’incarnazione
Cristo reintegra l’universo
E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Nel mistero adorabile del Natale,
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò ad esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli, cantiamo esultanti la tua lode:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est,
æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Qui,
in huius venerándi festivitáte mystérii, invisíbilis in suis, visíbilis
in nostris appáruit, et ante témpora génitus esse copit in témpore; ut,
in se érigens cuncta deiécta, in íntegrum restitúeret univérsa, et
hóminem pérditum ad cæléstia regna revocáret.
Unde et nos, cum ómnibus Angelis te laudámus, iucúnda celebratióne
clamántes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Oppure:
Prefazio
di Natale III
Il misterioso scambio che ci ha redenti
E’
veramente cosa buona e giusta,
nostro
dovere e fonte di salvezza,
rendere
grazie sempre e in ogni luogo
a
te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per
Cristo nostro Signore.
In
lui oggi risplende in piena luce
il
misterioso scambio che ci ha redenti:
la
nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo
mortale è innalzato a dignità perenne
e
noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo
la tua vita immortale.
Per
questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo
esultanti la tua lode:
Santo,
Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per
Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis
effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána
mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque,
mirándo consórtio, reddit ætérnos.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Antifona
alla Comunione
Bar
3,38
Il
nostro Dio è apparso sulla terra,
e
ha dimorato in mezzo a noi.
Deus noster in terris visus est, et cum homínibus conversátus est.
Oppure: Cf
Mt 2,22-23
Giuseppe
ritornò in Galilea e andò ad abitare a Nazaret,
perché
si adempisse la profezia: sarà chiamato Nazareno.
Dopo
la Comunione
Padre misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di seguire gli esempi della santa Famiglia, perché dopo le prove di questa vita siamo associati alla sua gloria in cielo. Per Cristo nostro Signore.
Quos cæléstibus réficis sacraméntis, fac, clementíssime Pater, sanctæ
Famíliæ exémpla iúgiter imitári, ut, post ærúmnas sæculi, eius
consórtium consequámur ætérnum. Per Christum.
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