PROPRIO DELLA S. MESSA

tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum

e traduzione italiana delle letture secondo

la traduzione proposta dalle CEI

 

25 DICEMBRE
SANT'ANASTASIA
MARTIRE

 

Anastasia nacque a Roma in una famiglia patrizia. Suo padre era senatore, sua madre cristiana. Anastasia ebbe come precettore San Crisogono. Si sposò ma il marito Publio si oppose alle sue attività caritative e la segregò in casa. Dopo la morte di Publio giunse a Sirmio (oggi Sremska Mitrovica) in Illiria, dove svolse la sua opera di impegno ad assistere i cristiani perseguitati, in modo particolare curando quelli in carcere. Scoperta la sua fede, fu processata, e avendo rifiutato di abiurare il cristianesimo, fu arsa viva, secondo la tradizione, il 25 dicembre 304, durante l'ultima persecuzione dei cristiani ad opera dell'imperatore Diocleziano.

Quando, sotto l’imperatore Costantino, il Cristianesimo divenne religione di stato, le fu dedicata una chiesa a Sirmio. La sua devozione si diffuse soprattutto nelle province romane orientali e le sue spoglie furono portate a Bisanzio, e depositate nella basilica della Resurrezione (Anastasis).

In Italia il culto di Anastasia si sviluppò alla fine del V secolo, diffuso dai Goti e dai Longobardi, e nei secoli successivi in tutta Europa ad opera dei Benedettini.

Sin dai tempi di s. Gregorio Magno (590-604) nella chiesa del suo “titolo” si celebravano le tre Messe natalizie e la seconda era già dedicata alla santa e celebrata dal papa in persona; oggi la celebrazione è ridotta ad una memoria nella seconda Messa detta in Aurora, data la solennità del Natale.

E’ raffigurata senza particolari attributi fra le vergini in corteo nella chiesa di s. Apollinare Nuovo, presente anche nella porta di bronzo di s. Marco a Venezia, nella cattedrale di Zara, nell’abbazia di Benediktbeuren.

Nell’antichità le furono dedicate varie chiese fra cui quella di Verona e l’altra antichissima e importantissima per l’aspetto storico e archeologico a Roma, già citata, la quale nel secolo VII era già elencata come la terza chiesa più importante dopo il Laterano e s. Maria Maggiore.

È stata definita, in greco, Farmacolìtria (Guaritrice dai veleni), e in russo, Uzoreshìtel'nitza (Colei che libera dai vincoli), quindi, sia come protettrice dalle malattie che dagli inganni del Demonio. È stata anche innalzata al rango di "Grande Martire" ed inserita tra i quindici martiri nominati nel Canone eucaristico, cioè nella preghiera che il sacerdote (cattolico od ortodosso) recita durante il rito liturgico dell'Eucaristia.

Dopo lo Scisma d'Oriente, la figura di Santa Anastasia ha acquistato una grande importanza quale simbolo di unione tra il mondo Cattolico e quello Ortodosso. E' ancora tra i santi venerati da entrambe le Chiese, anche se ci duole dirlo dopo la Riforma Liturgica di sua Santità il Papa Paolo VI, è stata totalmente eliminata come Memoria liturgica nel Rito Ordinario del Messale Romano. Nel 1995 due icone che la raffiguravano (una dipinta secondo la tradizione occidentale e l’altra secondo quella orientale) furono spedite nello spazio sulla stazione MIR nell’ambito della missione “Santa Anastasia – una speranza per la pace” per contribuire alla riconciliazione dei popoli dell’ex-Jugoslavia (i Croati e gli Sloveni sono in maggioranza cattolici, i Serbi in maggioranza ortodossi). L’iniziativa era patrocinata dall’Unesco e le icone furono benedette dal papa Giovanni Paolo II, dal patriarca di Mosca Alessio II e dal patriarca di Serbia Pavel. Al loro ritorno sulla Terra le icone giunsero a Sremska Mitrovica, terra del martirio della santa, per contribuire, secondo le intenzioni delle Chiese Cattolica ed Ortodossa, alla pacifica convivenza dei popoli balcanici.

Ci auguriamo che questa Santa così come tutti i Santi presenti del Canone Romano ritrovino la giusta collocazione nel Rito Ordinario del Messale come del resto auspicato dalla stessa Riforma Liturgica, finora disattesa.
 

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