MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
LETTURE:
1
Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal
131; 1 Cor 15,54-57;
Lc 11,27-28
MESSA
DEL GIORNO
LETTURE:
Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab;
Sal
44;
1 Cor 15,20-27a;
Lc 1, 39-56
Papa Benedetto XVI:
E’ un mistero grande quello
che oggi celebriamo, è soprattutto un mistero di speranza e di gioia per
tutti noi: in Maria vediamo la meta verso cui camminano tutti coloro che
sanno legare la propria vita a quella di Gesù, che lo sanno seguire come
ha fatto Maria. Questa festa parla allora del nostro futuro, ci dice che
anche noi saremo accanto a Gesù nella gioia di Dio e ci invita ad avere
coraggio, a credere che la potenza della Risurrezione di Cristo può
operare anche in noi e renderci uomini e donne che ogni giorno cercano
di vivere da risorti, portando nell’oscurità del male che c’è nel mondo,
la luce del bene.
(Angelus, 15 agosto 2011)
La
definizione del dogma è avvenuta nel 1950 per opera di Pio XII.
Ignoriamo se, come e quando avvenne la morte di Maria, festeggiata assai
presto come «dormitio». E’ una solennità che, corrispondendo al natalis
(morte) degli altri santi, è considerata la festa principale della
Vergine. Il 15 agosto ricorda con probabilità la dedicazione di una
grande chiesa a Maria in Gerusalemme.
La
Chiesa celebra oggi in Maria il compimento dei Mistero pasquale. Essendo
Maria la «piena di grazia», senza nessuna ombra di peccato, il Padre
l’ha voluta associare alla risurrezione di Gesù.
Assunta
in cielo, Maria è più vicina a noi
Le
letture della messa presentano in modo molto concreto i valori
dell’assunzione di Maria, il posto che ha nel piano della salvezza, il
suo messaggio all’umanità.
Maria
è la vera «arca dell’alleanza», è
la «donna vestita di sole» immagine della Chiesa (prima lettura). Come l’arca costruita da Mosè stava nel tempio perché
era «segno e strumento» dell’alleanza di Dio col suo popolo, così
Maria è in cielo nella sua integrità umana, perché «segno
e strumento» della nuova
alleanza. L’arca conteneva la Legge e da essa Dio rispondeva alle
richieste del popolo. Maria ci offre Gesù, il proclamatore della legge
dell’amore, il realizzatore della nuova alleanza di salvezza: in lui
il Padre ci parla e ci ascolta. Maria è figura e primizia della Chiesa,
madre del Cristo e degli uomini che essa ha generato a Dio nel dolore
sotto la croce dei Figlio; pertanto è preannuncio della salvezza totale
che si realizzerà nel regno di Dio.
Ciò
avverrà ad opera di Cristo risorto (seconda lettura), modello e
realizzatore della risurrezione finale, comunicata prima che ad altri a
Maria, per la sua divina maternità. L’Immacolata
ha preannunciato il fine della redenzione, che è di condurre gli
uomini ad una integrale innocenza; l’Assunta
è preannuncio del traguardo finale della redenzione: la
glorificazione dell’umanità in Cristo. Maria richiama oggi i
cristiani a sentirsi inseriti nella storia della salvezza e destinati ad
essere conformati a Cristo, per opera dello Spirito, nella casa del
Padre. Per questo, il Concilio dice che l’Assunta è data agli uomini
come «segno di sicura speranza e
di consolazione» (LG 68 e prefazio).
«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente»
Nel
«Magnificat» (vangelo)
Maria ci comunica il suo messaggio. Essa proclama che Dio ha compiuto un
triplice rovesciamento di false situazioni umane, per restaurare
l’umanità nella salvezza. Nel campo
religioso Dio travolge le autosufficienze umane: confonde i piani di
quelli che nutrono pensieri di superbia, si drizzano contro Dio e
opprimono gli altri.
Nel
campo politico Dio capovolge
gli ingiustificabili dislivelli umani: abbatte i potenti dai troni e
innalza gli umili; non vuole coloro che spadroneggiano i popoli ma
coloro che li servono per promuovere il bene delle persone e della
società senza discriminazioni razziali o culturali o politiche.
Nei
campo sociale Dio sconvolge
l’intoccabile classismo stabilito sull’oro e sui mezzi di potere:
colma di beni i bisognosi e rimanda a mani vuote i ricchi, per
instaurare una vera fraternità nella società e fra i popoli, perché
tutti sono figli di Dio.
Così
le feste dell’immacolata e dell’Assunta ci richiamano da un capo
all’altro tutta la storia della salvezza: quella che si compie oggi
per noi, e per la quale preghiamo Maria nostra madre di condurci sino al
compimento finale.
Maria,
«primizia
e immagine della Chiesa»
Maria,
nell’Assunzione, è la creatura che ha raggiunto la pienezza della
salvezza, fino alla trasfigurazione dei corpo. E’ la donna vestita di
sole e coronata di dodici stelle. E’ la madre che ci aspetta e ci
sollecita a camminare verso il regno di Dio. La Madre del Signore è
l’immagine della Chiesa: luminosa garanzia che il suo destino di
salvezza è assicurato perché come in lei, così in tutti noi lo
Spirito del Risorto attuerà pienamente la sua missione; ella è già
quello che noi saremo.
A
molti dà fastidio sentir parlare di «salvezza delle anime».
Sembra che la vita con i colori, i sapori, i contorni che la rendono
attraente debba sparire: sembra che il corpo non serva a nulla. Hanno
ragione perché non è così. Maria, assunta in cielo, è garanzia che
tutto l’uomo sarà salvato, che i corpi risorgeranno.
Nell’Eucaristia, pane di immortalità, si ritrovano gli alimenti base
dell’uomo, frutti della terra, della vite e dei lavoro dell’uomo: è
proprio l’Eucaristia la garanzia quotidiana che la salvezza raggiunge
ogni uomo nella sua situazione concreta, per strapparlo alla morte, la
nemica più terribile dei progresso.
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Santo e glorioso è il corpo della Vergine Maria
Dalla Costituzione Apostolica
«Munificentissimus Deus» di Pio XII, papa
(AAS 42 [1950], 760-762. 767-769)
I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in occasione della festa odierna, parlavano
dell'Assunzione della Madre di Dio come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne apprendevano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo Figlio unico, Cristo Gesù.
San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando
l'Assunzione corporea della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divin. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovar dimora nelle sedi celesti.
Doveva contemplare
il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, lei che lo aveva visto
sulla croce, lei che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce, fu
trapassata dalla spada del dolore quando lo vide
morire.
Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio».
San Germano di Costantinopoli pensava che l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo della
Vergine Madre di Dio non solo convenivano alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del suo corpo verginale: «Tu, come fu scritto, sei
tutta splendore (cfr. Sal 44, 14); e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto empio di Dio. Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta».
Un altro scrittore antico afferma: «Cristo, nostro salvatore e Dio, donatore della vita e
dell'immortalità, fu lui a restituire la vita alla Madre. Fu lui a rendere colei, che
l'aveva generato, uguale a se stesso nell'incorruttibilità del corpo, e per sempre. Fu lui a risuscitarla dalla morte e ad accoglierla accanto a sé, attraverso una via che a lui solo è nota».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, hanno come ultimo fondamento la Sacra Scrittura. Effettivamente la Bibbia ci presenta la santa Madre di Dio strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a lui solidale, e compartecipe della sua condizione.
Per quanto riguarda la Tradizione, poi, non va dimenticato che fin dal secondo secolo la Vergine Maria venne presentata dai santi padri come la novella Eva, intimamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta. Madre e Figlio appaiono sempre associati nella lotta contro il nemico infernale; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, su quei nemici, cioè, che
l'Apostolo delle genti presenta sempre congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni
dell'Apostolo: «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15; 54; cfr. Os 13, 14).
In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta
l'eternità «con uno stesso decreto» di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa compagna del divino Redentore, vittorioso sul peccato e sulla morte, alla fine ottenne di coronare le sue grandezze, superando la corruzione del sepolcro. Vinse la morte, come già il suo Figlio, e fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli.
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Antifona d'Ingresso
Grandi
cose di te si cantano, o Maria:
oggi sei stata assunta sopra i cori degli Angeli
e trionfi con Cristo in eterno.
Gloriósa dicta sunt de te, María, quæ hódie exaltáta es super choros
Angelórum, et in ætérnum cum Christo triúmphas.
Colletta
O
Dio, che volgendo lo sguardo all'umiltà della Vergine Maria l'hai
innalzata alla sublime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo,
e oggi l'hai coronata di gloria incomparabile, fa' che, inseriti nel
mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua intercessione giungere
fino a te nella gloria del cielo. Per il nostro Signore...
Deus, qui beátam Vírginem Maríam, eius humilitátem respíciens, ad hanc
grátiam evexísti, ut Unigénitus tuus ex ipsa secúndum carnem nascerétur,
et hodiérna die superexcellénti glória coronásti, eius nobis précibus
concéde, ut, redemptiónis tuæ mystério salváti, a te exaltári mereámur.
Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima
Lettura 1
Cr 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda
che Davide aveva piantata per essa.
Dal primo libro delle Cronache
In quei giorni, Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far
salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide
radunò i figli di Aronne e i levìti.
I figli dei levìti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo
di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide
disse ai capi dei levìti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con
gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro
voce, facessero udire i suoni di gioia.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda
che Davide aveva piantata per essa; offrirono olocausti e sacrifici di
comunione davanti a Dio.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione,
Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
Salmo
Responsoriale
Dal Salmo 131
Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto».
Seconda Lettura 1 Cor 15, 54-57
Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù
Cristo.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si
compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la
Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo!
Canto al Vangelo Lc
11,28
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
Alleluia.
Vangelo
Lc 11,27-28
Beato il grembo che ti ha portato!
Dal vangelo secondo Luca
In
quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e
gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la
osservano!».
Sulle
Offerte
Il
sacrificio di riconciliazione e di lode, che ti offriamo, o Padre,
nell'Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio, ci ottenga il perdono
dei peccati e trasformi la nostra vita in perenne rendimento di grazie. Per
Cristo nostro Signore.
Súscipe, quæsumus, Dómine, sacrifícium placatiónis et laudis, quod in sanctæ Dei
Genetrícis Assumptióne celebrámus, ut ad véniam nos obtinéndam perdúcat, et in
perpétua gratiárum constítuat actióne. Per Christum.
Prefazio
Maria icona della
Chiesa pellegrinante
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore,
è stata assunta nella gloria del cielo.
In lei, primizia e immagine della Chiesa,
hai rivelato il compimento del mistero di salvezza
e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra,
un segno di consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro
colei che ha generato il Signore della vita.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia l'inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias
ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum
nostrum. Quóniam Virgo Deípara hódie in cælos assúmpta est, Ecclésiæ tuæ
consummándæ inítium et imágo, ac pópulo peregrinánti certæ spei et solácii
documéntum; corruptiónem enim sepúlcri eam vidére mérito noluísti, quæ Fílium
tuum, vitæ omnis auctórem, ineffabíliter de se génuit incarnátum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus, in gáudio confiténtes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Comunione
Cf Lc 11,27
Beata
la Vergine Maria, che ha portato in grembo
il Figlio dell'eterno Padre.
Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.
Dopo
la Comunione
Signore
Dio nostro, che ci hai nutrito del pane di vita eterna nel ricordo della
gloriosa Assunzione della beata Vergine Maria, concedi ai tuoi fedeli di essere
liberati da ogni male nella vita presente e nella futura. Per Cristo nostro
Signore.
Mensæ cæléstis partícipes effécti, implorámus cleméntiam tuam, Dómine Deus
noster, ut, qui Assumptiónem Dei Genetrícis cólimus, a cunctis malis
imminéntibus liberémur. Per Christum.
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Antifona
d'Ingresso
Ap
12,1
Un segno grandioso apparve nel cielo:
una donna ammantata di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle.
Signum magnum appáruit in cælo: múlier amícta sole, et luna sub pédibus
eius, et in cápite eius coróna stellárum duódecim.
Oppure:
Rallegriamoci tutti nel Signore,
in questa solennità della Vergine Maria;
della sua Assunzione gioiscono gli angeli
e lodano il Figlio di Dio.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,
fa' che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Omnípotens sempitérne Deus, qui immaculátam Vírginem Maríam, Fílii tui
Genetrícem, córpore et ánima ad cæléstem glóriam assumpsísti, concéde,
quæsumus, ut, ad supérna semper inténti, ipsíus glóriæ mereámur esse
consórtes. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Ap 11,
19a; 12, 1-6a.10ab
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.
Dal libro dell'Apocalisse
di san Giovanni apostolo
Si aprì il
tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua
alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la
luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era
incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con
sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda
trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da
divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni
con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo
trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un
rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».
Salmo
Responsoriale Salmo
44
Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.
Figlie di re fra le
tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Seconda
Lettura 1 Cor 15,
20-27a
Cristo
risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli,
Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché,
se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche
la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in
Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua
venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli
consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni
Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i
nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la
morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Canto
al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia.
Vangelo
Lc 1, 39-56
Grandi cose
ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Dal
vangelo secondo Luca
In quei
giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta
ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che
cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo
saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel
mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il
Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Sulle
Offerte
Salga a te, Signore, il sacrificio che la Chiesa ti offre nella festa di Maria Vergine assunta in cielo, e per sua intercessione i nostri cuori, ardenti del tuo amore, aspirino continuamente a te. Per Cristo nostro Signore.
Ascéndat ad te, Dómine, nostræ devotiónis oblátio, et, beatíssima
Vírgine María in cælum assúmpta intercedénte, corda nostra, caritátis
igne succénsa, ad te iúgiter aspírent. Per Christum.
Prefazio
Maria icona della Chiesa pellegrinante
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore,
è stata assunta nella gloria del cielo.
In lei, primizia e immagine della Chiesa,
hai rivelato il compimento del mistero di salvezza
e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra,
un segno di consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro
colei che ha generato il Signore della vita.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia l'inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per
Christum Dóminum nostrum. Quóniam Virgo Deípara hódie in cælos assúmpta
est, Ecclésiæ tuæ consummándæ inítium et imágo, ac pópulo peregrinánti
certæ spei et solácii documéntum; corruptiónem enim sepúlcri eam vidére
mérito noluísti, quæ Fílium tuum, vitæ omnis auctórem, ineffabíliter de
se génuit incarnátum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus, in gáudio confiténtes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Antifona
alla Comunione Lc
1,48-49
Tutte le generazioni mi chiameranno beata,
perché grandi cose
ha fatto in me l'Onnipotente.
Beátam me dicent omnes generatiónes, quia fecit mihi magna qui potens
est.
Dopo
la Comunione
O Dio, che in questo sacrificio eucaristico ci hai resi partecipi della tua salvezza,
fa' che per l'intercessione della Vergine Maria assunta in cielo giungiamo alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
Sumptis, Dómine, salutáribus sacraméntis, da, quæsumus, ut,
intercessióne beátæ Maríæ Vírginis in cælum assúmptæ, ad resurrectiónis
glóriam perducámur. Per Christum.
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