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LUGLIO
SAN
GIACOMO, APOSTOLO
LETTURE:
2 Cor 4, 7-15;
Sal 125; Mt 20, 20-28
Giacomo,
detto «il maggiore», era figlio di Zebedeo e di Salome (Mc 15,40;
cf Mt 27,56) e fratello
maggiore di Giovanni l’evangelista, col quale fu chiamato fra i primi
discepoli da Gesù e fu sollecito a seguirlo (Mc
1,19s; Mt 4,21s; Lc 5,10). È sempre messo fra i primi tre Apostoli (Mc
3,17; Mt 10,2; Lc 6,14; Atti
1,13). Pronto e impetuoso di carattere, come il fratello, con lui
viene soprannominato «Boanerghes» da Gesù (Mc
3,17), ma è fra i prediletti di lui insieme col fratello, con
Pietro e Andrea. Assiste alla subitanea guarigione della suocera di
Pietro (Mc 1,29-31), alla
risurrezione della figlioletta di Giairo (Mc 5,37-43; Lc 8,51-56),
alla trasfigurazione di Gesù sul Tabor (Mc
9,2-8; Mt 17,1-8; Lc
9,28-36); e con gli altri tre interroga Gesù sui segni dei tempi
premonitori della fine (Mc 13,1-8); poi, con Pietro e Giovanni è chiamato da Gesù a
vegliare nel Getsemani (Mc 14,33s;
Mt 26,37s). Con zelo
intempestivo, aveva chiesto di far scendere il fuoco sui Samaritani che
non accoglievano Gesù, meritando un rimprovero (Lc
9,51-56). Ambiziosamente mirò ai primi posti nel regno,
protestandosi pronto a tutto; e suscitò la reazione degli altri
apostoli e il richiamo di Gesù a un altro primato: quello del servizio
e del martirio (Mc 10,35-45; Mt
20,20-28). La profezia che allora Gesù gli fece, preannunciando che
avrebbe «bevuto con lui il calice del sacrificio», si realizzò in
pieno, quando Giacomo fu il primo tra gli Apostoli a dare il sangue per
il suo Signore, e come lui durante le feste pasquali fatto decapitare da
Erode Agrippa I, nel 42/43 (Atti 12,1-2). San Giacomo non fu l’evangelizzatore della Spagna,
né vi è certezza che vi sia stato trasportato il suo corpo: Venanzio
Fortunato attesta che, ai suoi tempi (VI secolo), si trovava a
Gerusalemme. Però dal secolo IX, san Giacomo ebbe un culto
straordinario a Compostella nella Spagna (Galizia), che lo ebbe
protettore della sua fede e libertà contro i Mori. Quel santuario
divenne per l’Europa uno dei maggiori luoghi di pellegrinaggio nel
medioevo e oltre.
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Partecipi alla passione di Cristo
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 65, 2-4; PG 58, 619-622)
I figli di Zebedeo chiedono al Cristo: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10, 37). Cosa risponde il Signore? Per far loro comprendere che nella domanda avanzata non vi è nulla di spirituale e che, se sapessero ciò che chiedono, non lo domanderebbero, risponde: «Non sapete ciò che domandate», cioè non ne conoscete il valore, la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E aggiunge: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10, 38). Voi, sembra dir loro, mi parlate di onori e di dignità; io vi parlo, invece di lotte e di sudori. Non è questo il tempo dei premi, né la mia gloria si manifesta ora. Il presente è tempo di morte violenta, di guerre e di pericoli.
Osservate quindi come, rispondendo loro con un'altra domanda, li esorti e li attragga. Non chiede se sono capaci di morire, di versare il loro sangue, ma domanda: «Potete voi bere il calice» e per animarli aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la partecipazione alle sue sofferenze, più coraggiosi. Chiama la sua passione «battesimo» per far capire che tutto il mondo ne avrebbe ricevuto una grande purificazione. I due discepoli rispondono: «Possiamo!». Promettono immediatamente, senza sapere ciò che chiedono, con la speranza che la loro richiesta sia soddisfatta. E Gesù risponde: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete» (Mc 10, 39). Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni di subire il martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte eroica e parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato» (Mc 10, 40).
Dopo aver preparato l'animo dei due discepoli e dopo averli fortificati contro il dolore, allora corregge la loro richiesta.
«Gli altri dieci si sdegnarono con i due fratelli» (Mt 20, 24). Notate come tutti gli apostoli siano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro. Ma, come ho già detto, osservateli più tardi, e li vedrete esenti da tutte queste miserie. Giovanni stesso, che ora si fa avanti anche lui per ambizione, cederà in ogni circostanza il primato a Pietro, sia nella predicazione, sia nel compiere miracoli, come appare dagli Atti degli Apostoli. Giacomo, invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti. Dopo la Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni interesse terreno, perverrà ad una virtù così elevata da essere ritenuto maturo di ricevere subito il martirio.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Cf Mt
4,18.21
Mentre
camminava lungo il mare di Galilea,
Gesù vide Giacomo di Zebedeo
e Giovanni suo fratello
che riassettavano le reti, e li chiamò.
Ambulans Iesus iuxta mare Galilaeae,
vidit
Iacóbum Zebedaei et Ioánnem fratrem eius,
reficiéntes rétia sua, et vocávit eos.
Colletta
Dio
onnipotente ed eterno, tu hai voluto che san Giacomo, primo fra gli
Apostoli, sacrificasse la vita per il Vangelo; per la sua gloriosa
testimonianza conferma nella fede la tua Chiesa e sostienila sempre con
la tua protezione. Per il nostro Signore...
Omnípotens sempitérne Deus, qui Apostolórum tuórum primítias beáti
Iacóbi sánguine dedicásti, da, quaesumus, Ecclésiae tuae ipsíus
confessióne firmári, et iúgiter patrocíniis confovéri. Per Dóminum...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura 2 Cor 4,
7-15
Portiamo nel
nostro corpo la morte di Gesù.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, noi
abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa
straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto,
infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non
disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché
anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi
che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché
anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché
in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto:
«Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo,
convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche
noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è
per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia
abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 125
Chi semina nelle
lacrime mieterà nella gioia.
Quando il Signore
ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Canto
al Vangelo
Gv 15,16
Alleluia,
alleluia.
Io ho scelto voi,
dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.
Vangelo
Mt 20, 20-28
Il mio calice
lo berrete.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo,
si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si
prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli
rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e
uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete
quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli
dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete;
però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo:
è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma
Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni
dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi
vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere
il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non
è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti».
Sulle
Offerte
Purificaci
o Padre, nel battesimo di sangue del Cristo nostro Salvatore, perché
offriamo un sacrificio a te gradito nel ricordo di san Giacomo, che
primo fra gli Apostoli partecipò al calice della passione del tuo
Figlio. Per Cristo nostro Signore.
Munda nos, Dómine, passiónis Fílii tui baptísmate salutári, ut in festo
beáti Iacóbi, quem primum inter Apóstolos cálicis eius partícipem esse
voluísti, beneplácitum tibi sacrifícium offerámus. Per Christum.
Prefazio degli Apostoli II
La
Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.
Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.
Santo, Santo, Santo ...
Vere
dignum et iustum est,
æquum
et salutáre,
nos
tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per
Christum Dóminum nostrum.
Quóniam
Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti
consístere fundaméntis,
ut
signum sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum,
et
cæléstia præbéret cunctis homínibus documénta.
Quaprópter nunc et usque in sæculum
cum
omni milítia Angelórum devóta
tibi
mente concínimus, clamántes atque dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Comunione
Cf Mt 20,22-23
Hanno
bevuto il calice del Signore,
e sono diventati amici di Dio.
Cálicem Dómini bibérunt,
et amíci Dei facti sunt.
Dopo
la Comunione
Proteggi
la tua famiglia, Signore, per l'intercessione dell'apostolo san Giacomo,
nella cui festa abbiamo ricevuto con gioia i tuoi santi misteri. Per
Cristo nostro Signore.
Beáti
apóstoli Iacóbi, quaesumus, Dómine, intercessióne nos ádiuva, pro cuius
festivitáte percépimus tua sancta laetántes. Per Christum.
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