LETTURE:
Is
2,2-5; Sal
121,1-4, 6-9; Lc
1,39-56
SANTUARIO
BASILICA DI
"NOSTRA SIGNORA DI MONTALLEGRO"
Il
Santuario di N.S. di Montallegro, situato a circa 612 m. sul livello del
mare, domina l’intero golfo del Tigullio. Antiche querce e secolari
lecci lo avvolgono e lo fanno risaltare in tutta la sua candida maestosità.
Il Santuario fu costruito dopo l’apparizione della Vergine, avvenuta il
venerdì 2 luglio 1557 circa il mezzogiorno, al contadino Giovanni
Chichizola. La Madonna, secondo la di lui testimonianza, chiese di essere
onorata e venerata sul monte Leto (monte della morte) poi chiamato «Monte allegro». La Vergine lasciò presso una fonte, quale segno
della Sua materna presenza, una piccola icona lignea proveniente da Ragusa
(attuale Dubrovnich): si tratta di un’icona greco-bizantina (sec. XII ?)
raffigurante la Dormitio Virginis, alle spalle della Vergine sono
dipinte tre figure uguali che vogliono rappresentare la Trinità ed hanno,
a sinistra, una figurina significante l’anima della Madonna;
tutt’attorno sono dipinti gli apostoli con altri santi e, a destra, è
la figura isolata di San Pietro con un libro aperto tra le mani. Il
venerato quadretto è incastonato in una fastosa ancona d’argento del
1743 dono del nobile rapallese Tommaso Noce.
La
prima costruzione del Santuario in onore di Maria venne terminata nel 1558. Da
allora, nello scorrere dei secoli, la costruzione fu abbellita ed arricchita :
nel 1640 il Santuario fu ampliato e i lavori furono eseguiti da «mastro
Tomasino».
La
facciata neogotica, a dicromia, su progetto dell’architetto Luigi Rovelli, fu
costruita nel 1896. Il campanile a cuspide fu realizzato nel 1907, sempre su
disegno di Rovelli. L’interno a navata unica lunga 25 metri risale al 1700; in
essa vi sono collocate cinque cappelle laterali con interessanti opere quali una
Visitazione e Addolorata di Nicola Carlone (primo altare a destra), e un Crocefisso
in marmo bianco opera di Francesco Schiaffino (secondo altare a destra).
Segue l’altare dedicato all’Annunziata attribuita a Luca Cambiaso. A
sinistra di chi entra, vi è il quarto altare dedicato a N.S. Addolorata, testimonianza
della Confraternita dei Sette Dolori di Camogli.
Il
catino absidale è stato affrescato da Nicolò Barabino (1832-1891) con la
rappresentazione dell’Apparizione della
Vergine a Giovanni Chichizola.
La
volta della navata è invece opera del rapallese Francesco Boero illustrante,
negli scomparti i principali avvenimenti del Santuario
Nel
Santuario un altro motivo di notevole interesse storico religioso è
rappresentato dalla grande raccolta di ex-voto che, attraverso i secoli, hanno
dato testimonianza della fede dei numerosi pellegrini che, ogni giorno salgono
al Santuario. Il più antico exvoto è costituito da una tavola in argento
dono del famoso comandante raguseo Nicola de Allegretis e del suo equipaggio;
altri exvoto in argento sono quelli collettivi donati dalla città di Rapallo
per la liberazione da gravi calamità: nel 1657 la peste, nel 1747
un’invasione militaresca, nel 1836 il colera.
Infine,
sul lato sinistro si apre la cappella di S. Giuseppe presso la quale, ancora
oggi, è possibile attingere l’acqua dalla «fontana della Madonna».
Lungo
il viale che porta al Santuario la cappella dedicata a S. Anna (sec.XVII) segna
una tappa significativa per chi giunge al Santuario.
Alla
spalle del Santuario si svolgono le stazioni «Via Crucis» in salita verso la
sommità del monte Rosa, da cui Guglielmo Marconi compiva i suoi esperimenti ;
la
strada verso la «Casa del pellegrino» è segnata dai capitelli che celebrano
i misteri del Rosario.
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La
Vergine Maria è
benedetta al di sopra di tutte le donne
Dal
« Commento al Vangelo di Luca » di S. Bonaventura, vescovo
(al
cap. I, nn. 72-73, 75-81: Opera omnia 7, 27-30).
Dapprima vengono presentati la venuta sollecita ed il saluto familiare
della Vergine.
Riguardo
alla sollecitudine, Luca dice: «In quei giorni Maria si mise in viaggio
verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda» (Lc 1, 39),
come se volesse dire: non indugiò, ma, di buon mattino, si alzò, come:
«Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!» (Cant 2, 10).
Spiritualmente,
dobbiamo ricavarne che la sollecitudine è necessaria a chi vuol
raggiungere la perfezione: «Affrettiamoci ad entrare in quel riposo»
(Eb 4, 11).
In
secondo luogo è descritto l’effetto del saluto della Vergine, che fu al
contempo una mozione interiore per la madre, Elisabetta, e motivo di gioia
per il figlio, Giovanni. Quanto
alla madre, viene detto: «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di
Maria» (Lc 1, 41); infatti Elisabetta aveva udito il saluto della
Vergine,
perché la amava: «Tu che abiti nei giardini — i compagni stanno in
ascolto — fammi sentire la tua voce» (Cant 8, 13).
Ma,
insieme, anche il figlio si rallegrò, all’udire le parole di saluto
della Vergine, per cui l’evangelista dice: «Le sussultò», di
gioia, «il bambino nel grembo» (Lc 1, 41). Sussultò di gioia per la
presenza del Signore, del Salvatore, come se desiderasse salutarlo, e
volesse alzarsi per il suo Signore, di cui era il precursore.
In
terzo luogo è espresso il grande e benevolo affetto di Elisabetta, che
risponde al saluto. Della
grandezza si dice: «Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a
gran voce» (Lc 1, 41-42). Infatti esclamare a gran voce è segno di
grande affetto, perché le parole sono la manifestazione dei sentimenti. E
non solo esclamò a gran voce, ma le sue parole furono anche piene di
venerazione; infatti, per esprimere questo, dice: «Benedetta tu fra le
donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42).
In
Maria si sono compiute anche le parole della Scrittura, che suonano: «Sarà lodata nella moltitudine degli eletti e sarà benedetta fra i
benedetti
da Dio» (cfr. Eccl. 24, 4).
Benedetta
fu Giaele: «Sia benedetta fra le donne Giaele» (Gdc 5, 24). Benedetta
fu Ruth: «Sii benedetta dal Signore, figlia mia!» (Rt 3, 10).
Benedetta fu Abigail: «Benedetta tu che mi hai impedito oggi di venire
al sangue e di fare giustizia da me» (1
Sam 25. 33). Benedetta fu Giuditta: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra» (Gdt 13,
18).
Fra
queste donne ed al di sopra di queste donne è benedetta la Vergine Maria,
perché in lei si sono compiute tutte quelle benedizioni.
«A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, 43). E’
cosa infatti non solo da lodare, ma anche da meravigliarsene, che una
donna sia la Madre di Dio, e che, per di più, la Madre di Dio venga a
visitare una serva di Dio. Per cui poteva ben parlare come Araunà al re
Davide: «Perché il re mio Signore viene dal suo servo?» (2 Sam 24,
21). Infatti è cosa ben grande essere la Madre di Dio, onde fu degnazione
della Madre del Signore di tutti venire a far visita in un’abitazione
altrui.
Per
questo si gloria la Vergine: «Io sono la madre del puro amore, del
timore, della conoscenza e della degna speranza» (cfr. Eccl. 24, 24);
infatti la Vergine Maria proprio per la sua dignità materna deve essere
amata, venerata ed invocata con tutta la fiducia come madre della somma
misericordia.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
86, 1-3
Le
sue fondamenta sui monti santi;
il
Signore ama le porte di Sion
più
di tutte le dimore di Giacobbe.
Di
te si dicono cose stupende,
città
di Dio.
Colletta
Signore misericordioso, che hai costituito la Beata Vergine Maria
madre della grazia e
sostegno del popolo fedele, fa' che, per la sua potente intercessione,
liberati da ogni male, possiamo osservare fedelmente la tua parola e
giungere al Cristo, monte santo della salvezza. Lui che è Dio, e vive e
regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Is
2, 2-5
Così
come ha fatto Maria,
così, negli ultimi giorni, saliranno tutti sul monte del Signore.
Dal libro del profeta Isaia
Alla
fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà
eretto sulla cima dei monti
e
sarà più alto dei colli;
ad
esso affluiranno tutte le genti.
Verranno
molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo
sul
monte del Signore,
al
tempio del Dio di Giacobbe,
perché
ci indichi le sue vie
e
possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché
da Sion uscirà la legge
e
da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli
sarà giudice fra le genti
e
sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno
le loro spade in vomeri,
le
loro lance in falci;
Un
popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo,
non
si eserciteranno più nell’arte della guerra.
Casa
di Giacobbe, vieni
cammina
nella luce del Signore.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 121,
1-4, 6-9
Andremo con gioia alla casa del Signore
Quale
gioia, quando mi dissero:
«Andremo
alla casa dei Signore».
E
ora i nostri piedi si fermano
alle
tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme
è costruita
come
città salda e compatta.
Là
salgono insieme le tribù,
le
tribù dei Signore,
secondo
la legge di Israele,
per
lodare il nome dei Signore.
Domandate
pace per Gerusalemme:
sia
pace a coloro che ti amano,
sia
pace sulle tue mura,
sicurezza
nei tuoi baluardi.
Per
i miei fratelli e i miei amici
io
dirò: «Su di te sia pace!».
Per
la casa del Signore nostro Dio,
chiederò
per te il bene.
Canto
al Vangelo cfr.
Gdt 13,18
Alleluia,
alleluia.
Benedetta
sei tu, Vergine Maria,
davanti al
Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra.
Alleluia.
Vangelo
Lc
1,
39-56
Grandi
cose ha fatto in me l'Onnipotente.
Dal
vangelo secondo Luca
In
quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le
sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a
gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo
grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena
la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato
di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento
della parola del Signore».
Allora
Maria disse:
«
L’anima mia magnifica il Signore
e
il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,
perché
ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora
in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi
cose ha fatto in me l’Onnipotente
e
Santo è il suo nome:
di
generazione in generazione la sua misericordia
stende
su quelli che lo temono
Ha
spiegato la potenza del suo braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili;
ha
ricolmato di beni gli affamati,
ha
rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha
soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi
della sua misericordia,
come
aveva promesso ai nostri padri,
ad
Abramo e alla sua discendenza,
per
sempre ».
Maria
rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Sulle
Offerte
Salga
gradita a te, o Dio, la nostra offerta e concedici di fare un'esperienza
tanto più ricca dell'intercessione della beata Vergine Maria, tua Madre,
quanto più convinto è il riconoscimento che facciamo del suo dominio.
Per Cristo nostro Signore.
Prefazio
della Beata Vergine Maria I
La
maternità della beata Vergine Maria.
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere
grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo,
nella solennità della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.
Per mezzo di lui si allietano gli angeli
e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci nell'inno della lode:
Santo,
Santo, Santo ...
Antifona
alla Comunione Sal
131,14
Questo
è il mio riposo per sempre;
qui abiterò, perché l'ho desiderato.
Dopo
la Comunione
La
partecipazione a questa mensa spirituale, disponga, o Signore, i nostri
cuori ad elevarsi sempre fino alla tua gloria nel cielo. Per Cristo nostro
Signore.
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